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Autore: LadyTsuky    14/09/2013    4 recensioni
Si erano sempre detti che il loro amore era eterno...
Avevano sempre pensato che avrebbero vissuto una vita perfetta. Insieme, loro due e nient'altro.
Ma non sarà così, quell'unione verrà spezzata.
Spezzata dalla stessa Usagi.
Detterà distanza al suo amato uomo, per l'amore che prova per lui...
Deciderà di dimenticarlo e di non rivederlo mai più...
Questo si era ripromessa quella notte gelida.
Ma lei lo ama, lo ama più dell'aria che respira, più del suo cuore che batte... ma è stata costretta.
Si, costretta. Costretta dalla dura realtà che la circonda e che non può cambiare. Costretta dalla gente che non capisce cosa significhi veramente amare una persona. Costretta dal proprio istinto di sopravvivenza..Perchè, riuscire a vivere senza l'uomo per il quale il tuo cuore batte, è la più dura delle torture.
Sarà difficile dimenticarlo perchè ormai la sua vita è cambiata. Come è possibile cancellare il suo volto se..se...lui è sempre dentro di lei? Come?
Usagi non è certo l'unica vittima degli scherzi del fato, anche Mamoru scoprirà la faccia oscura della vita e incontrerà non poche difficoltà. Perchè la ama, e non vuole perderla. Spezzerà il patto dell'amata scoprendo i regali della vita.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Positivo



Forse avevo sbagliato. O cavolo non lo dovevo fare!
Decisamente, si. Avevo sbagliato.
Troppe, troppe notizie insieme. Cioè..insomma…sono stata impulsiva, e mi sono lasciata  andare più che abbastanza.
Ma ormai ero in ballo e quindi dovevo ballare. Non potevo più scappare perché ancora ero fra i due bulldog.
Quando ero fuggita via di casa ero decisa a dire tutto alle povere pazze di amiche che avevo davanti, e adesso con il mio geniale contributo le stavo letteralmente portando in manicomio.
Già aver detto che ho lasciato Mamoru, era una cosa…abbastanza difficile per me da raccontare, ma adesso stavo anche per svelare il mio secondo segreto.
E in meno di due secondi mi ritrovai a essere fissata da quattro paia di occhi più che sbalorditi.
Appena le notai abbassai immediatamente lo sguardo. Non riuscivo a reggere tutta quella tensione, guardavo quei tre oggetti sul tavolo, fermi li sotto, sotto gli occhi di tutte.

“ Bunny che cosa significa tutto questo?” chiese Rei quasi come se fosse uscita da uno stato di trance.

Non riuscivo nemmeno a pensare con lucidità, figuriamoci a pronunciare una frase coerente. Forse qualche “e….”  “ugh” e sospiri non gli sarebbero bastati.

“ Insomma perché hai uscito queste cose dalla borsa? Che cosa stai cercando di dire?!” sbraitò Minako con occhi rossi.

Non aveva capito. Diamine ero stata così enigmatica? Già enigmatica fa più figo detto così.
Non volevo più parlare. Volevo … volevo … non so cosa volevo…. Ma di certo le urla non mi avrebbero aiutata affatto, stavo cercando conforto e Minako sbraita… ma cavolo.

“ Minako ti prego calmati sicuramente appena riuscirà a trovare le parole ci spiegherà tutto” intervenne Makoto.

Forse il pianto mi avrebbe aiutato. Sfogarmi almeno in quello..
Forse..forse…
Dai Bunny! alla fine fai sempre vedere alle altre che sei un’idiota stupida pappamolla! Esci le palle che non hai! E spiega la situazione! Tutte vogliono sapere!
Respirai a fondo e chiusi gli occhi. Di solito nei film quando dicono una cosa importante è così no? Fanno sempre un bel respiro profondo e poi parlano.
Coraggio segui il loro esempio… respiro profondo e poi parla. Respiro profondo e poi parla.

“Ecco ragazze…ve lo volevo dire prima …ma non ho avuto la forza” Brava così. “Tutto questo per me è assurdo, ma..ma è la realtà”
“ Io non capisco che cosa sono tutte queste cose?” continuò Minako imperterrita.
“ Minako guarda con i tuoi occhi, secondo te cosa potrebbero essere? È semplice!” disse Rei.
Minako ignorò la voce di Rei e prese in mano la scatola che avevo sotto gli occhi. Volevo fermarla. Bloccarle il polso e riprendere tutto quanto e rimetterlo nella borsa. Volevo che quella scatolina fosse mia ancora per un po’, che quel segreto..fosse solo mio e suo.
Ma non potevo , perché loro dovevano sapere.
La aprì e ne uscì fuori un bastoncino bianco, con una punta rosa. Vidi i suoi occhi spalancarsi.
“ Ma questo… questo è ..è”
“Un test di gravidanza” risposi secca. “Anche la cartellina blu…li dentro ci sono le mie analisi … e dicono la stessa cosa del test”

Positivo.
Tre liniette rosa affermavano: positivo.
Positivo.
 Avevo letto per una mezzora intera, chiusa nel bagno di camera mia, le istruzioni di quel aggeggio. Letto e riletto, quel foglietto l’avevo rigirato nelle mani fino a consumarlo per la tensione.
Di solito Positivo, serve a dire con altre parole che quel evento è felice, per l’appunto. Ma quel positivo proprio in quel periodo della mia vita non ci doveva essere. Non ci doveva essere! LUI non ci poteva essere per me. perché glielo avevo chiesto io. Perché io l’amavo e lui ha accettato con dolore la mia scelta di lasciarlo.

“ Quindi.. Tu..tu.. Sei…” Minako era incredula le tremavano le mani.
“ Incinta” continuai per lei.
“ Incinta” ripeté
“ E lo confermano anche le ecografie” disse Ami, che studiava attentamente quelle figure strane.

Alla fine mi ero arresa. Era da settimane che mi sentivo male…e avevo approfittato della gentilezza di Ami per chiederle un consiglio..

“ Ami!”
“ Bunny sei in ritardo come al solito!”
“Scusami…ho fatto una cosa e allora…”
“ Prima mi hai chiamato… cosa c’è di così urgente? Sembravi piuttosto agitata.”
“ Ecco .. Io.. Be ti volevo chiedere una cosa se posso…ma mi vergogno..”
“ Perché è così strano?”
“ Io..io..mi sento un pò strana da qualche settimana..”
“ Strana in che senso? Non sei andata a farti visitare?”
“ No ma che ti passa per la testa!”
“ Bunny ma se non ti fai visitare come fai a sapere cos’hai?”
“ Il fatto è questo io lo volevo sapere da te!”
“ Non sono ancora un medico..” mi rispose secca.
“ Ami ti manca un esame e si può dire che lo sei! e poi non dimenticare che fai pratica con me” finì per sorriderle.
“ Uffa sei testarda come sempre! Dai dimmi cosa intendi per strana”
“ A volte mangio tantissimo e il momento dopo non voglio vedere l’ombra di cibo, ho la nausea quando mi sveglio e… e a volte ho le vertigini”
“ Credo che forse…”
“ Cosa?”
“Dovresti andare a fare una visita”
“ E’ grave?”
“ Bunny scusa per la domanda ma …. Tu…con il tuo ragazzo…hai avuto un rapporto...” era rossa in viso e non riuscì a finire la frase,
Cioè lei mi stava chiedendo se…con lui…io?? E quando capì a cosa si voleva riferire diventai rossa anche io
“ Assolutamente si!”
“ Allora…non ci sono dubbi…”
“ Aspetta tu intendi dire..”
“ Si quello…”
“ No no non può essere” misi le mani nei capelli.
“ Be se ne vuoi essere certa devi…chiedere ad un medico laureato..”
“ No mai e poi mai! Non c’è un altro modo per sapere se…” non riuscivo nemmeno a pensare a quella parola che iniziava con la “i”.
“ Potremmo andare alla farmacia e comprare uno di quei test..”
“ Grandioso allora andiamo subito!”


E la sera stessa provai a fare quel test..ed era venuto fuori …. Positivo…ancora non ci credevo.
In un momento di lucidità per la testa mi era passato il pensiero che forse quel test era sbagliato e che diceva il contrario, la maggior parte delle volte le donne che desiderano una gravidanza si fanno predere dall’entusiasmo e non fanno i giusti controlli così…ma io non ci volevo credere e per esserne certa l’indomani mattina andai a farmi delle analisi e…stesso risultato… come anche dal medico che mi aveva dato con un sorrisone le ecografie di quel microscopico puntino …
Continuo a pensare che io sia idiota fin dalla nascita.
Idiota idiota

“Bunny? Bunny?” Makoto..si era Makoto
“Cosa? ” risposi
“Ma dormi in piedi?” domandò lei
“Io no scusa io ero…. Pensavo ad altro”

Ad altro, in quei pochi giorni la mia mente non faceva altro che pensare.. In continuazione. Dovunque.

“ Va di moda ultimamente?” fece lei sarcastica
“ Hai sempre la testa tra le nuvole…” disse Ami.

Se cercavano di avere una mia reazione si sbagliavano di grosso. Come potevano tirarmi su di morale….

“Comunque Bunny, che hai intenzione di fare?” chiese Rei che pensava a tutto.
Che ho intenzione di fare? E che cavolo ne so…

“Non lo so ancora…”
“ Come non lo sai a mesi avrai un bambino e non lo sai?” continuò
“Povero piccolo che madre ….. Svampita” sospirò Makoto.
“Sentite, io lo so solo da un giorno, anzi da stamattina precisamente e non so che cosa fare ok?”
“ Lo so e scusaci ma questa notizia ci ha un po’ scosso” fece Makoto.

A chi lo dici.

“ Bunny”
Mi girai verso Minako che si era calmata “Glielo dirai?”

Non ci avevo proprio pensato..avevo pensato alle conseguenze e non al presente..

“ No” non lo urlai alle altre ma nella mia testa si…
Lui non lo doveva sapere, almeno non adesso…forse, forse più in la…quando mi sarei allontanata da lui, e poi il tempo che avevamo passato senza l’altro era ancora troppo poco…doveva dimenticarsi di me a tutti i costi.

“ Perché no? Lui, lui…è …”
“ Lo so è il padre, ma rifletti…se lui lo venisse a sapere non si allontanerebbe mai da me, anche se me l’ha promesso..vorrebbe stare a tutti i costi affianco a me perché porto in grembo suo figlio.”
“ E non è una cosa del tutto normale?” chiese Rei innocentemente.
“ Lui non deve saperlo o è rovinato… io non voglio essere la sua rovina, quindi crescerò mio figlio all’insaputa del padre”
“ E come farai? Lo sai che i bambini costano!” continuò Makoto.
“Già penso a tutti i soldi che spenderai in pannolini..” intervenne Rei.
“ Ragazze non preoccupatevi troverò lavoro…”

Be su quel punto non ero molto convita, ma dovevo trovarlo assolutamente.

“Lo sai che non è facile… e poi sarà impossibile nascondere tuo figlio a Mamoru.” disse Makoto.
“ Perché?” chiese Minako
“ Sveglia Minako! Ricordati che entrambi vivono nella stessa città, quindi prima o poi lui scoprirà la sorpresa che gli sta nascondendo la cara Bunny”
“ E’ vero, ma basterà che indossi qualche maglia larga e il gioco è fatto” fece la bionda.
“No che non è fatto, questo basterà per i primi mesi, ma quando arriverà alla fine si noterà benissimo che è incinta” disse Rei con tono più che ovvio.
Aveva fatto rimanere senza parole la povera Minako.

A sentire tutte quelle cose mi veniva il mal di testa.. No, no non dovevo assolutamente perdermi d’animo!

“ Però tu non ti devi preoccupare!” disse Makoto prendendomi una mano “ Ci saremo tutte noi a darti una mano” e mi sorrise dolcemente…

A quelle parole e a quello sguardo mi venne quasi da piangere….tanto ormai ci avevo fatto l’abitudine.

“ Siamo davvero delle stupide non ti abbiamo nemmeno dato gli auguri!” urlò Ami saltandomi addosso.
“Auguri mamma!” urlarono tutte insieme.

Alla fine non ce la feci e piansi.
Piansi perché avevo delle amiche stupende, piansi perché senza di loro non ce l’avrei mai fatta, piansi perché erano state le prime a cui avevo detto tutto quanto sfogandomi..

“gra..zie.. Rag..azze io…io..” ero interrotta dai continui singhiozzi.
“non piangere amica mia! Devi essere felice!”

Si io ero felice…felice per il mio piccolo puntino che avrebbe avuto le zie più fantastiche di questo mondo.

“ Ragazze non voglio rovinarvi la festa ma Makoto aveva ragione prima” dissi riprendendo dal momento “sensibilità 85 %”
“In che senso?”
“ Io non posso essere vista da lui..e se lo venisse a scoprire da qualche voce che circola oppure se lo vedrebbe con i suoi occhi, sarebbe la fine per me e per lui…”
“ Ma dai che visione catastrofica”
“Non è una visione catastrofica Rei, se lo venisse a sapere suo nonno, mi prenderebbe il bambino, e poi se lo scoprono i giornali, addio anonimato e vita serena, per me per il piccolo e per lui… i gossip ucciderebbero il nome dell‘aziende Chiba”
“ Ma starai nascosta per benino e non succederà niente”
“ Si mi nasconderò ma da un’altra parte”
“ E dove?” chiesero in sincronia.
“ Ho pensato molto, in questi pochi giorni, e non ne ero del tutto convinta, ma adesso che ne ho parlato con voi ho deciso che sia la scelta giusta.”
“ Bunny ti prego non essere così misteriosa” fece Minako
“ Ragazze ho deciso di andarmene”

Era la scelta giusta…ho seguito il mio cuore, come dicono tutti…
Un minuto di silenzio seguì le mie parole…. Oddio questa volta le avevo uccise sul serio! Sono diventata assassina di quattro ragazze! No, no, no !

“ Cosa? Sei pazza!” sbottò Minako
“ No sono perfettamente lucida..” gli risposi con una calma che non era mia.
“ E dove andresti..ti allontanerai da questo quartiere?”continuò Rei sempre con un’espressione sorpresa stampata in faccia.
“ No..”
“ Andrai a vivere da sola? In un’altra città?” chiese Ami.

Vedevo i suoi occhi preoccupati e tristi…non voleva lasciarmi, dopotutto questa era la città dove ero nata e cresciuta…

“ No credo che non rimarrò sola, ma me ne andrò via dal Giappone”
“ Scherzi vero?”
“ No Minako non sto scherzando, me ne andrò da mia zia…” le guardai una ad una e scandì piano l’ultima parola “In America”
Vidi i loro oggi dilatarsi a dismisura tanto che avevo avuto paura.

“ In America?” Minako era rimasta con la bocca aperta….quasi che me se stesse aspettando una mosca per mangiarla.
“Si”

Adesso che faccia potevo avere? Di solito questa era la mia espressione da seria.
“ Da tua zia…Yumiko? Quella dall‘altra volta?”
“Esatto”
“ Ma non ci vedremo più come prima! Già non ci vediamo spesso ma desso che te ne andrai non ti vedremo più” Minako stava per piangere…
“Mi dispiace ragazze io..ho bisogno di andarmene..se rimanessi qui non riuscirei più a dimenticare lui e io…sto soffrendo abbastanza”

Ovunque andassi i ricordi mi torturavano…ogni angolo di quella città mi uccideva..e mi faceva riaffiorare ricordi bellissimi di quella vita che avevo vissuto con la gioia nel cuore…
Non riuscivo a capire da dove veniva tutta quella calma…volevo piangere anche io e dimenticare ogni cosa.

“ Scusaci il fatto e che tutte queste notizie insieme…” Ami si passò la mano sugli occhi come a scacciare via qualcosa….lacrime erano lacrime..e il mio cuore si fece ancora più piccolo..
“Lo so…”
“ E i tuoi sanno che parti? anzi sanno tutta la faccenda…” Makoto tra le tutte era la più seria..

No non sanno un cavolo, mia madre sa solo che ho litigato con Mamoru…e basta ma non sa la verità…l’unico..l’unico a sapere tutto…

“ E’ mio padre” mi risposi a voce alta da sola….come se le altre ragazze non ci fossero..
“ L’unico a sapere tutto è tuo padre?” fece Rei
“Oltre a voi si…è stato lui a darmi l’idea di partire..ho bisogno…di aria nuova ha detto”
“Non si è arrabbiato?” chiese Minako incredula..

Dovrebbe ma non la fatto…non so se ha avuto pena per la sua figlioletta oppure era così incredulo che non è riuscito a dire altro…la sua reazione e le sue parole mi avevano spiazzato.
“Tranquilla il tuo papà sistemerà tutto”
Così mi aveva detto…e io gli saltai addosso con le lacrime agli occhi.

“ No…è solo triste della mia partenza…ma è stato molto buono e mi ha regalato il biglietto di sola andata per Los Angeles..”
“ Wow…non me lo sarei mai immaginato” disse Ami.

Erano tremendamente tristi…non c’era bisogno nemmeno di guardarle, l’aria…che c’era intorno a noi era più che funerea…

“ Già infatti ho pranzato da sola perché lui è andato a prendere il biglietto..”
“ Quindi partirai presto…” ipotizzò Makoto..la sentì deglutire….
“ Partirò dopo il matrimonio di Rei”
“ Ma è fra due giorni!” urlò Minako…

Mi mancavano solo due giorni per impacchettare la mia vita e portarla in America…mi mancava così poco…

“ Non ho fatto ancora nulla..”
“ A tua madre quando glielo dirai? Non dirmi che sarà tuo padre a farlo” continuò Rei.
“ No, no sarò io…glielo dirò stasera a cena”

Intanto pregavo per il coraggio che dovevo avere a parlare con mia madre e dirgli tutto fin dall’inizio.
Non so se rimarrà più scioccata dalla notizia che sua figlia è incinta oppure dal fatto che ho lasciato Mamoru, o peggio che abbia deciso di partire per Los Angeles…inpedendole così di starmi accanto durante tutta la gravidanza, tutto contornato dalla ciliegina, ovvero ho raccontato prima tutto a mio padre e lei, in teoria, doveva essere la prima. Tutto quello che sto passando in questo momento è niente confronto a quello che avrei passato la sera a cena. Sicuramente non avrebbe digerito o nella peggiore delle ipotesi mi sarei ritrovata la cena in faccia.
Forse sarei rimasta a dormire da Rei almeno mi sarei risparmiata la tortura di mia madre.

“Che faccio?”
Cavolo! esprimere i propri pensieri ad alta voce davanti le altre…no no..

“ Cosa? ” chiese Rei.
“E…nel senso io..non so proprio che cosa dire a mia madre…anzi non so come dirlo”

Quella era la parte che mi terrorizzava di più…
dirlo a mio padre era stato molto facile dato che è lui…come dire il mio mammo…lo so voglio un mondo di bene a mia madre, ma ho sempre preferito papà.
Le chiacchiere fra le due donne di casa erano un po’ rare e non ho mai parlato con lei dei ragazzi e altro…perché non ne ho mai sentito la necessità.
In pratica, oltre alla scuola e alle faccende e qualche grugnito non parliamo affatto… quindi avevo una paura matta di dire a mia madre, che avevo lasciato Mamoru ed ero incinta di lui.
Wow il pensiero di lui e di me che stavo facendo crescere nel mio ventre qualcosa che era anche suo era uno shock, schokkissimo.
Era la prima volta che pensavo quella parola nella mia testa….incinta, incinta. Ed era così strano.
“Ti può aiutare Minako no? Lei è un’attrice” disse Makoto cogliendomi di sorpresa.
“ Io? E cosa posso dire?” disse “l’attrice”
“Potrebbe provare con te il discorso che dovrebbe fare alla madre e tu faresti sua madre” sorrise Makoto.
“ Ma io..non so”
“ Dai! Sei un’attrice e sai bene che gli attori se non sanno improvvisare non si possono definire attori!”
“ Ok, ok aiuto Bunny, allora…come inizieresti?” si riprese in fretta e si voltò verso di me con un sorrisetto sulle labbra.

La guardai stranita..
io? Io? Come inizierei? Prima di tutto …non inizierei affatto… anzi forse era un’idea davvero idiota dire tutto a mia madre…già forse dovevo solo aspettare…aspettare un po’ si si si

“Bunny non starai mica pensando di non dire niente..” fece Rei con uno sguardo a dir poco inceneritore. Cacchio avevo fatto intuire tutto con un semplice sguardo…beccata con le mani nel sacco
“Mi hai letto nel pensiero!” sorrisi.
“ Ma cosa dici? tu devi dire tutto a tua madre!” disse Makoto.
“No che non glielo dico! Sicuramente diventerebbe pazza!!!” sbraitai
“Adesso sappiamo da chi hai preso” disse Minako incrociando le braccia.

Io pazza come lei? Ah? Ma che cavolo. Io non sono pazza! Anzi non le somiglio affatto!  E adesso che ci pensavo bene perché glielo dovevo dire? Non ero obbligata a raccontargli ogni mio segreto.

“ Ma come? E’ tua madre!” disse Ami, interrompendo il mio soliloquio mentale.
Giusto avevo eliminato quel mio piccolo dettaglio. Lei è mia madre.

“ Appunto la conosco e so come reagirebbe quindi non voglio. ho cambiato idea!”
“ Scusa e quando vedrà la tua pancia crescere? Che dirai?” continuò Makoto.
“ Non vedrà assolutamente niente! Ricorda che starò dall’altra parte del mondo”
“ Almeno andrai a trovarla qualche volta no?” fece Minako.
“ Si…credo”
“Come credi? Dai Bunny si coraggiosa non ti ucciderà mica!” attaccò Rei
“ Uccidermi? No si limiterebbe a scuoiarmi viva!”
“ Esagerata come ho detto prima!”
“ Uffa non voglio dirglielo!”
“ E quando te ne andrai che dirai?” fece Makoto.
“Non lo so ci devo pensare”
“ Be pensa quando vedrà il bambino bello cresciuto in braccio a te che cosa dirà?” intervenne Ami.
“ Cavolo non ho detto che glielo nasconderò a vita!” anche se ci avevo pensato, ma solo per un momento “ Ho solo detto che in questo momento non ho voglia di dirglielo”
“ Dai, dai!”

Che cavolo forse era meglio non essere uscita proprio di casa. Dovevo mettere delle assi di legno alla porta della mia camera e rinchiudermi a vita.

Lista delle cose da fare:
Passare dal ferramenta.
Ricorda di comprare chiodi grandi.


Che cazzata dirlo alle altre. E come infliggersi una tortura da soli… ho lanciato il masso ma non sono riuscita a nascondere la mano. Così per la restante ora tentarono di convincermi a dire la verità a mia madre…e dopo ore e ore di lagne e “dai ce la fai” “sei coraggiosa” “non succederà nulla” mi avevano convinto….
convinto… l’espressione  più appropriata era estorta con la tortura. Ed avevamo fatto anche le prove. Che cosa imbarazzante….
Erano ormai le otto di sera, e la pioggia aveva smesso di bagnare le strade di Tokio…potevo anche ritornare a piedi a casa…non avrei corso ma avrei mantenuto un passo svelto.
Era ora di tornare a casa, ad affrontare mia madre.

“Allora Bunny ti ricordi tutto vero?” fece Makoto.
“Si” sbuffai seccata.
“ O devo scriverti qualcosa su un foglietto?” ridacchiò Minako.
 La fulminai con lo sguardo. Ma che credevano?  Che stessi facendo la recita delle scuole elementari per mia madre?
“Minako ti ringrazio del pensiero ma no grazie..ricordo i tuoi consigli.”
Che non mi serviranno affatto, forse un giorno….
“Bene” sorrise soddisfatta. “allora Rei ci vediamo domani sera per il tuo addio al nubilato” detto ciò prese la bici, l’aggeggio come lo soprannominava l’attrice, e carica dei pacchi e le borse si lanciò verso le scale.
“ Allora ci vediamo domani sera Bunny! Mi raccomando mi devi raccontare tutto” disse Makoto
“ Si tutto non tralascerò nessun dettaglio”
Nessunissimo contaci…
“ Ciao a domani!” Ami ci salutò scendendo le scale di fretta, infatti aveva da fare una tesina e preparasi per il suo ultimo esame…
“ Ciao ragazze e grazie per la visita!” ci salutò Rei tutta eccitata per la sua festa.
“ Ciao, ciao!” gridò Makoto che seguiva Ami.
“ Ciao sposina ci vediamo domani” le sorrisi e l’abbracciai.
“Bunny mi raccomando sta attenta! E copriti bene!”
“Si mamma” usai lo stesso tono che utilizzavo con mia madre.
“Non scherzare! Lo dico per te e per il piccino! Devi essere più responsabile adesso!”

io sono sempre responsabile!

“Non dirmi che sei un tipo responsabile perché è una cazzata! E ricordati, appena avrai finito con tua madre mi aspetto una telefonata ok?”
“ Va bene va bene, adesso ti lascio, devo affrontare una battaglia con il nemico” ammisi allacciando i bottoni neri del mio cappotto.
Altro che battaglia, a casa mi aspettava la guerra.
“Ok ti lascio, ti voglio bene”
“Anche io “

Uscì di casa e mi avviai verso la strada di casa mia…passeggiando e godendomi il freddo che mi pizzicava le guance arrossate.
Ci misi molto più tempo dell’andata, e non era solo per il fatto che stessi camminando, ma il tempo che volevo impiegare, forse se fossi arrivata a casa ad un’ora abbastanza tarda…non avrei incontrato mia madre, e non avrei detto niente a nessuno.

“ Sei codarda!”
Io codarda? Sono la prima fra tutte.
“ Che sfigata che sono!!!! Proprio nella tua testa devo parlare?”
Non sei obbligata. Lo dico anche io ci sono tanti idioti!
“ Sono stata costretta cara Bunny”
Se costretta…come me, a dire la verità a mia madre.
“ Hanno fegato le tue amiche a dire che sei la loro migliore amica!”
Mi accettano come sono, i difetti sono inclusi nel pacchetto.
“BUNNY ADESSO MUOVITI AD ARRIVARE A CASA! DEVI DIRE LA VERITA‘!”
Va bene va bene non ti alterare che il mal di testa a me lo fai venire!

Detto ciò la mia vocina andò in letargo…. Fortuna!
Tra tutti quei pensieri me ne era sfuggito uno….Shingo! Come avrebbe reagito? Non credo che si intristirebbe per la mia rottura con Mamo, ma secondo me diventare zio così giovane, fa un certo effetto. Sicuramente appena glielo dirò mi salterà addosso… forse rimarrà impalato, oppure…. Bo che ne so e perché adesso devo pensare a una possibile reazione di mio fratello?
Dovrei pensare ad una possibile reazione di mia madre…quella si che mi preoccupa.
Mi ucciderà? Piangerà? Che cavolo farà?

Arrivai a casa in mezzora. E il mio umore era diventato nero in tre secondi, non che mi sia alzata con tutta la felicità di questo mondo, ma stavo meglio … non so neanche come è sentirsi bene.
Mi fermai davanti casa…qualche passo e avrei raggiunto la porta. Le luci erano accese e sentivo le risatine di mia madre e il buon profumino della cena. Mi sarebbe mancata molto questa casa…
Feci un respiro profondo e mi incamminai verso la porta d’ingresso.

“ Tesoro! Finalmente! Sei arrivato!” appena mia madre notò l’errore che aveva fatto mi sorrise e disse “Scusami coniglietto credevo fosse tuo padre! Come mai sei ritornata a quest’ora?”
Cavolo fra poco compirò vent’anni e tu mi chiami coniglio? Ancora? E poi scusa io di orari non ne ho più.
“Avevo un appuntamento…” dissi vaga.
“Con il tuo ragazzo?” disse maliziosamente..
Ragazzo. Peccato adesso non potevo più dire di avere un ragazzo.
“ No. Con le mie amiche.” dissi fredda. Appoggiando la borsa sul mobiletto e sfilandomi le scarpe e il cappotto.
“ Divertita?”
Non sai quanto.
“ Abbastanza”
“ Vieni di là così mi aiuti a preparare la cena” sorrise e mi prese per un polso tirandomi. Cavolo ecco la fine. Dovevo sempre aiutare io non quello scansafatiche che gioca solo ai videogiochi.
Quello scatto così veloce mi fece girare la testa. Portai una mano sulla fronte e vidi per poco tempo tutto nero.
“ Usa-chan! Tesoro!” mia madre mi prese in tempo salvandomi da una brutta caduta.
Non mi ero accorta di essermi inginocchiata a terra. Avevo la nausea e la testa non faceva altro che girare.
“ Mamma..sto..bene..solo un capogiro.” riuscì a dire con fatica.
“ Vieni, andiamo in cucina così ti siedi…”
No, no in cucina no vi prego…solo a sentire l’odore di cibo e altro mi ritorna su la zuppa di miso.
“Forse è meglio se vado un attimo in bagno…”
“ Ti accompagno?”
“No!”
Vidi mia madre fare una faccia strana alla mia risposta con troppa enfasi. Ti prego,  poi tu faresti uno più uno e non voglio scenate in bagno. Devo essere lucida e in questo momento non lo sono affatto quindi mi servono almeno cinque minuti per riprendere il controllo di me.
“ Dicevo, no! Forse la cena sta per bruciare!” mi arrangiai con le poche scuse che volavano in testa.
“ E’vero! Vado a controllare” così mi mollò lì inginocchiata per terra per controllare la cena..salvata in tempo..
Anche se ci ero rimasta un po’ male. È più importante la cena di me!
Mi alzai molto lentamente in modo che la testa non riprendesse a girare e andai in bagno quello del piano inferiore. Entrai nella piccola stanza e chiusi la porta.
Dovevo prima di tutto rilassarmi.
Dai Bunny coraggio, non sei un’assassina, non sei drogata e soprattutto è una cosa bella quella che stai per dire….
Respirai a fondo. Uno, due, tre respiri profondi ma non riuscì a tranquillizzarmi. L’ansia era li che mi aspettava e mi chiudeva la gola, mi impediva di respirare normalmente, e sentivo il mio cuore galoppare. Era questo che un essere umano provava? Il termine giusto è terrore. Si provavo terrore in quel momento. Ero terrorizzata da una possibile reazione di mia madre. Immediatamente un groppo alla gola si fece sentire. Questo non era il momento di piangere. Dovevo reagire far vedere che stavo bene e basta. Se avrebbe capito che qualcosa non andava non me la sarei tolta di dosso.
Mi avvicinai allo specchio. Dovevo vedere come ero messa. Almeno un sorriso lo potevo fare no? Dai Bunny sorridi! Alza i lati della tua smorfia e fa un sorriso decente.
Ok pronta o no dovevo uscire dal bagno. Oppure mi avrebbe preceduto lei.
Arrivai in cucina calma e tranquilla come se il capogiro di prima era solo qualcosa di finto,mai successo.
Andai verso mia madre e l’aiutai a sistemare qualcosa per la cena.
Shingo come al solito era li davanti a me, ma era come se non ci fosse, troppo preso dal nuovo gioco che aveva tra le mani…e io torturavo quel povero piatto che asciugavo. Mi tremavano le mani…il terrore era ancora li che mi attendeva, e l’angoscia e l’ansia si mescolavano dentro di me.
Volevo aspettare papà, lui mi avrebbe aiutata, almeno a reggere quella situazione. E poi dirlo a mia madre che in quel momento maneggiava il coltello che stava usando per tagliare la carne, non era una buona idea.

“Tesoro alla fine hai preso il riso?”
Come una pallottola sparata in mezzo alla fronte venni scossa dai miei ragionamenti. Giusto il riso. Si riso. Cena. Ecco cosa stavamo facendo. Ti prego Bunny rimani sulla terra ferma non dormire adesso.
“ Non l’ho comprato alla fine, perché ho trovato una confezione nuova nel mobiletto dove teniamo la pasta.”
“ Oh meno male…“ alzò lo sguardo dalla carne, lasciò il coltello sul tavoliere di legno e mi guardò intensamente “Tesoro ma hai mangiato? Ti vedo così sciupata”
La fissai per tre secondi di fila, non avevo nulla da dire il che mi mise ancora più ansia..
“ Si certo che ho mangiato” sputai con la poca voce che mi era rimasta.
“ Va bene, adesso puoi lasciare quel povero piatto, è asciutto non vedi?” lo indicò sorridendomi dolcemente, e allungò un braccio come per prenderlo.
Abbassai velocemente lo sguardo e notai che il piatto era asciutto e allo stesso tempo capì che mia madre aveva intuito tutto. Bene come sempre le mie qualità recitative erano meno di zero. Mi si era chiuso lo stomaco. Gli allungai il piatto e appoggiai lo strofinaccio sul piano di lavoro. Ero sfinita.
“ Amore? C’è qualcosa che vuoi dirmi?” ecco la conferma alle mie ipotesi più che fondate. Da quanto lo sapeva? Aveva già scoperto tutto? No non credo avevo nascosto tutto così bene.
“ Adesso non è il momento per farsi prendere dall’agitazione”
Si la vocina aveva ragione dovevo rimanere calma oppure avrei peggiorato la situazione.
“ No, che cosa te lo fa pensare mamma?” sorrisi e pronunciai quella domanda tipo “Sei pazza per caso?“ e mi appoggiai al banco di lavoro con entrambe le mani.
“ Non so” cercò di sistemare la situazione colta da un moto di preoccupazione “E che vedo il tuo viso..e uffa” appoggiò il piatto sul tavolo e si girò verso di me con in faccia un’un espressione da fustigata “Non so ma sento che sei preoccupata.” la sua voce era tremante e in pensiero.
Non mi girai per vederla in faccia, non ne avevo il coraggio e se lo avessi fatto gli avrei dato ragione. Avrebbe capito dai miei occhi e dalla mia espressione che si, aveva ragione.
Ma infondo lei era mia madre, chi meglio di lei poteva conoscermi? E poi il suo intuito era infallibile. Capiva con una semplice occhiata il mio umore, e anche se faceva la finta tonta e faceva finta di niente sotto, sotto la sapeva lunga. Ecco perché ogni volta che tentavo di nascondere qualcosa a lei, avevo una paura matta. Perché capisce quando mento quando dico la verità quando nascondo qualcosa quando, quando voglio essere lasciata in pace e quando ho bisogno di lei. E in questo momento ne ho bisogno. Mi basta un abbraccio o una semplice carezza e io…. No riprenditi e non farti prendere dai sentimentalismi chiaro?
“ Usagi” la fissai quasi sconvolta. Non mi chiamava mai con il mio nome di battesimo, venivo sempre chiamata da lei con nomignoli stupidi e irritanti o usa-chan, a meno che non era una cosa davvero seria…molto seria, di solito usava chiamarmi così quando prendevo brutti voti a scuola o quando mi obbligava a fare qualcosa che non volevo assolutamente.ma adesso contrastare quello sguardo serio e quella faccia.No non sono pronta.
“ Si..si” deglutì rumorosamente.
“ Senti ho capito che tenti di nascondermi qualcosa, ma adesso ti prego dimmi cosa ti fa soffrire così tanto perché non c’è la faccio più! Sono rimasta zitta per tre giorni di fila, lasciandoti in pace, ma ti prego adesso dimmi che cosa c’è che non va” si avvicinò e mi abbracciò “ Ti prego mio piccolo coniglietto cos’hai?”
Ma porca miseria, mi aveva fatto un discorso da oscar, strappa lacrime e adesso me lo rovina con quello stupido soprannome! Per un secondo per un piccolo secondo mi aveva quasi convinto, le stavo offrendo la sua opportunità di sapere tutto su un piatto d’argento, ma adesso a sentire quel nomignolo sono andata in ritirata insieme al mio coraggio, facendo passare in primo piano la stizza. Mi stavo rimangiando tutto non volevo dire più niente.
Mi allontanai da lei e dissi “ Tutto alla grande mamma, adesso vado di sopra mi faccio un bel bagno caldo e mi cambio ok? Chiamami quando è pronto” la salutai con il cenno della mano e alzai il passo.
“Ma-”
Mi precipitai verso le scale per mantenere il controllo e non cedere alle suppliche di mia madre. Andai in camera e iniziai a spogliarmi li. Misi nella cesta i vestiti sporchi ed entrai in bagno. Aprì l’acqua della vasca. Avevo proprio bisogno di un bagno caldo.
Mi immersi nell’acqua calda e subito come se avessi schiacciato un telecomando i miei muscoli tesi si rilassarono all’istante.
Dopo quindici minuti che il mio corpo era a mollo decisi di uscire dalla vasca e mettermi più comoda. Scesi senza aspettare l’urlo di mia madre e presi posto.
Mio padre era arrivato e mi aveva riservato il suo dolce sorriso affettuoso, seguito dalla sua abituale carezza sui miei capelli, dopodiché si diresse da mia madre per salutarla come si deve. Contraccambiai anche se non ero molto convinta… non ne avevo assolutamente voglia. Tutta l’ansia che avevo chiuso nel bagno di camera mia era ritornata come un pugno nello stomaco e adesso non riuscivo più a pensare lucidamente.

“ Tesoro come è andata la giornata?” trillò mia madre tutta contenta.
“ Oh una giornataccia ma alla fine ho scattato foto meravigliose!” sorrise soddisfatto mio padre.
“ Quindi la tua macchina fotografica è salva?” sospirò mia madre.
“ Si cara intatta” e la mostrò trionfante.
Quando vide Shingo che era intento a giocare si schiarì la voce per attirare la sua attenzione. Ma come al solito il giocatore incallito non si mosse dallo schermo del videogioco.

“ Shingo un giorno di questi ti prendo quel coso e ci passo sopra con la macchina” brontolò mio padre.
All’istante Shingo alzò lo sguardo e notò finalmente la presenza del nostro amato genitore.
“ Ehm papà già di ritorno?”
Ma si può essere più stupidi? Almeno far finta di averlo visto! Alzai gli occhi al cielo e presi posto a tavola.
“ Grazie figliolo sono proprio contento della tua dimostrazione d’affetto” disse pacato mio padre lanciando la frecciatina.
Che dire? il ragazzino non è amore e coccole.. È più pacca sulla spalla e stretta di mano con sputo. Si da vero uomo.
 E come risposta mio padre ebbe un “Mh” tirato… che tradotto significa “Papà non ho più quattro anni, stavo per raggiungere l‘ultimo livello”
Leggo nella mente?
No. Assolutamente.
Posso solo usare una parola per descrivere mio fratello. Prevedibile.
“ Papà non ho più quattro anni, stavo per raggiungere l’ultimo livello” sbuffò scocciato.
Visto? Assolutamente prevedibile.
“ Mi dispiace averti disturbato, è notevole il tuo impegno in queste attività, peccato che non lo usi nello studio tutta questa passione”
Shingo socchiude la bocca. Ahah colpito e affondato.
“ E tu piccola come è andata la giornata?”
Lo fissai. Trenta secondi per pensare a una scusa qualsiasi.
“ e....è andata…bene” sorrisi con più enfasi, pregando che abboccasse.
Bene… che parola inutile in questo momento..Cosa potevo dire? Niente forse dovevo fare come Shingo e fare “mh“
“ Sicura?” sussurrò solo per farsi sentire da me.
Annuisco.
“ E’ tutto ok fatto quello che dovevo fare” sorrise e mi accarezzò la guancia.
“Scusa ancora” dissi abbassando gli occhi sulle mie dita.
“ Non dirlo nemmeno bambina mia”
Alzai lo sguardo incontrando quello di  mio padre e spostai immediatamente lo sguardo verso mia madre..che diventò subito rossa accorgendosi che l’avevo trovata con le mani nel sacco.
Stava cercando di origliare?
Ancora con le guance colorate mia madre si voltò verso tutti e iniziò a fare le porzioni. Menù della sera: curry con riso.
“ Bene buon appetito a tutti” annunciò felice mio padre.

Iniziammo a cenare. Non riuscivo a toccare cibo e questo mio gesto inusuale colpì mia madre.

“ Coniglietto c’è qualcosa che non va?”
A stento riuscì a trattenere una smorfia quando gli risposi “ ..Si ..ma non ho molta fame..”
“ Strano di solito hai la faccia immersa nel piatto” sghignazzò mio fratello.
Credi di aver fatto la battuta del secolo? Bene, bene mo ti faccio vedere io.
“ Papà avvisami quando prendi il gioco di questo mostriciattolo così ti porto anche gli altri e ci facciamo un bel falò” sorrisi soddisfatta.
“ Cosa?” quasi si affogò, quell’idiota di mio fratello.
“ Ottima idea” sorrise mio padre gustandosi il curry.
“ Già” continuò mia madre sorridendo del nostro piccolo battibecco.
Avevo alleggerito la situazione e forse era il momento giusto, con la mia dichiarazione.
Guardai mia madre che teneva il suo sguardo su di me senza staccarlo e mi intimoriva parecchio…quello era il suo sguardo a raggi x trovava tutte le mie bugie e le mie preoccupazioni.
Respirai a fondo.
Mio padre appoggiò il cucchiaio sul piatto e mi prese la mano stringendola infondendomi coraggio. Poi vidi Shingo che imperterrito continuava a mangiare. mia madre era ancora in attesa. Il suo sopracciglio sinistro si alzò e io parlai non collegando il cervello alla bocca.

“ Mamma io ho lasciato Mamoru e aspetto un bambino da lui”

Ecco avevo fatto di nuovo uno sterminio.











Note autrice

Ed ecco qui il capitolo taaaaaaaaaaanto agognato...
sono proprio cattiva vi ho fatto aspettare una vita e finisco sempre in sospeso...
oggi non sono in vena di note papiri quindi passo direttamente ai rignaziamenti!!!
ringrazio tutte le ragazze che stanno leggendo questa staoria e che mi seguono!!! veramente grazie di cuore! a presto ho in serbo una bella sorpresina!
   
 
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