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Autore: chobit13    14/09/2013    1 recensioni
Il Fantasma dell'Opera muore, Christine e Raoul spariscono nel nulla...nessuno ha mai saputo che fine hanno fatto. E se avessero avuto una famiglia le cui generazioni sono arrivate fino ai giorni nostri? Eva è l'ultima discendente di Christine Daaè e sono tutt'altro che uguali. L'anima di Erik si è reincarnata in altri corpi fino ad oggi e il destino l'ha condotto da Eva. Spero di stroncare le solite storie in cui Christine ritorna con Erik, storie lette e stra-lette che le ragazze si ostinano a scrivere.
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2:
 
“Eva?” una voce mi chiama in lontananza “Eva…” la voce di un uomo!
Aprii gli occhi e vidi che ero distesa su una specie di barca piena di cuscini, mi misi seduta e notai che indossavo un abito bianco: spalline corte di pizzo, un corsetto con ricami e una gonna di seta e tulle.
Guardai meglio la barca, era una gondola ma non mi trovavo a Venezia, ero in una caverna sotterranea umida e fredda, l’acqua era nera come il petrolio, più nera dei miei capelli e del mio look da dark! Se sulla gondola non ci fosse stata una lanterna accesa i miei occhi vedrebbero solo l’oscurità.
Arrivai ad un’enorme grata sull’acqua, aprendosi rivelò una grotta illuminata da tante candele e ornata di molti specchi.
Quando mi avvicinai alla riva vidi un’alta figura in mantello, portava una maschera nera che gli copriva il viso e un cappuccio sulla testa, si intravedevano dei riflessi di luce nei suoi occhi.
“Eva… sei arrivata.” Era la voce che mi chiamava, dolce e suadente, mi porse la mano coperta da un guanto di pelle nera e mi avvicinò a sé “Io non sono cattivo… è il mondo che mi ha rovinato!” i suoi occhi erano azzurri come il mare e gonfi di lacrime, non potei fare a meno di allungare una mano sulla maschera per asciugare le sue lacrime “Mi basta essere amato per essere buono…” come potei non rifiutare il suo abbraccio dopo quelle parole “Ti prego Eva, amami! Salvami! Salvami dalla mia solitudine! Non ti chiedo altro!” lo guardai negli negli occhi, volevo dire qualcosa ma dalla bocca non mi uscì niente, lui, invece, parlò “E’ ora di alzarsi!” “Come?” lo guardai perplesso “Non la senti la sveglia? Forza! Alzati Eva!!” mi scrollò leggermente e quel posto sparì.
Aprii gli occhi e venni invasa dal sole del mattino che sbucava fuori dalla mia finestra “Eva! Ti prego svegliati!” era la voce di Chiyo, una simpatica ragazza giapponese con cui condivido un appartamento, stava nel mio letto ed era attorcigliata a me come se fosse aggrappata a un salvagente “Chiyo…- ero ancora in come, appoggiai le braccia su quelle di Chiyo e le carezzai le mani- Che c’è bimba?” “Tua madre ti sta cercando!” feci una delle mie peggiori smorfie “Oh no! Dille che non ci sono! Dille che sono a lezione!” mi voltai verso di lei “Sono già 5 volte che chiama stamattina! Ed è dalle 6.00 che mi invento scuse sperando che chiami un altro giorno!” la sua voce era disperata, lo sarei stata anch’io al suo posto, per questo motivo non messo un telefono in camera.
Mi strofinai gli occhi e le chiesi “Che ore sono?” “Sono le 9.00… Senti, ma perché tua madre non ti lascia in pace?” “Non ha mai accettato il fatto che me ne sono andata via di casa… le da fastidio il fatto di non avermi più sotto controllo! Sai… lei ha scelto tutte le scuole che ho frequentato e tutti i corsi di musica che voleva lei… vedere che ora faccio di testa mia non le piace per niente!”, in quel momento sulla soglia della porta della mia stanza comparve Rozanne, un’altra simpatica ragazza di colore con cui dividevamo l’appartamento, “Hey! Bimbe bianche!” “Hey! Bimba nera!” rispondemmo noi (era il nostro modo di salutarci), “Non vorrei disturbarvi ma c’è un’ospite indesiderato in salotto e chiede la tua presenza Eva!”.
Chiyo si mise seduta sul letto “Non dirmi che è addirittura arrivata qui?!” io sbuffai “Non posso credere!- mi alzai dal letto e indossai una felpa- Quella donna non mi da un attimo di pace!” di malavoglia mi trasferii in salotto dove c’era Mary seduta sul divano “Buongiorno tesoro!” mi fece un enorme sorriso e mi abbracciò forte “Buongiorno mamma…- dissi io sedendomi accanto a lei- che ci fai qui?” lei si guardò intorno, come ad ispezionare ogni centimetro della casa in cui vivevo con le mie amiche “Beh… sono venuta a vedere come avete arredato la casa, cara…” in realtà era già venuta per questo motivo due fa quando abbiamo finito di arredarla e di aggiustarla, questa era una scusa per entrare nella mia vita come e quando le piaceva a lei.
“C’è qualcosa che non va, mamma? Tu e Robin lo snob non vi amate più?” chiesi io “Oh no cara! E’ tutto apposto!...  Come ti viene in mente? … Ero solo venuta per vederti e per invitarti al mio ultimo spettacolo a Broadway, possono venire anche le tue amiche e dopo si viene a casa per una festa con i nostri amici!” “Per festeggiare cosa?” stavo già tremando al pensiero di passare un’intera serata con Robin e i suoi amici mummia “Mi hanno offerto una parte da protagonista nel nostro musical preferito!” “Non dirmi che sarai Christine del Fantasma dell’Opera?” “Sì!! Sarò Christine e sono al settimo cielo! E’ la parte che ho desiderato fare fin da quando ero piccola! Verrai a vedermi?” mi guardò con gli occhi che le brillavano di mille sfumature e io non potei che dire “Se questo ti rende felice, allora…” “Oh! Certo che mi rende felice!” e mi stritolò con uno dei suoi abbracci.
Ok! La mamma è sempre la mamma… ma avere una mamma che è la reincarnazione di Christine Daaè è un vero stress! Mi chiedo quanto l’amasse Erik per non ucciderla!
  
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