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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    20/03/2008    2 recensioni
[Magister Negi Magi Negima!?]
Dei 10 grandi Master tra i Vampiri non ne restano che 5...ma il Wild Master è convinto che in realtà ce ne sia un'altra.
E per ritrovarla è disposto a tutto.
Genere: Triste, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Asuna si svegliò che era ancora buio: il sole non sarebbe sorto se non alcune ore dopo.
Si passò una mano tra i lunghi e lisci capelli biondo-ramato, in quel momento arruffati in modo abbastanza comico, e si stiracchiò pigramente, mettendosi a sedere.
Solo allora Asuna aprì i suoi strani occhi, cha aveva tenuto chiusi per prolungare l’illusione del sonno: uno era azzurro come il celo estivo, l’altro verde come l’erba primaverile.
Ogni suo movimento era così carico di energia che tutto in lei trasmetteva un senso di calore, di vivacità, come chiunque sia arrivato da poco ai 14 anni e veda tutta la sua vita stendersi davanti a sé, convinto di avere tutto il tempo del mondo.
Come faceva ogni mattina Asuna gettò un occhio alla figura d Negi nel suo futon, messo nel piccolo solaio che era diventato in breve il suo regno.
Il ragazzino era tornato la sera prima distrutto dal quotidiano allenamento con Eva, la sua maestra di magia, e a quanto pare aveva strafatto di nuovo: meno di 10 minuti dopo essere tornato nella camera che condivideva con Asuna e Konoka era letteralmente crollato, tanto che era toccato ad Asuna metterlo a letto.
In quel momento, osservando attentamente il viso del ragazzino di soli 10 anni che si era diplomato così presto all’Accademia di Magia del Galles, non poté che preoccuparsi per lui: volente o nolente, ormai lo considerava un fratello minore.
E per quanto ne sapeva lei, sarebbe anche potuto esserlo: Asuna non ricordava niente della sua vita prima dei 5 anni. Ma l’ipotesi di una parentela tra loro era da scartare: con i suoi ribelli capelli castani e gli occhi di un caldo color cioccolato, Negi non le assomigliava per niente!
La ragazza sbadigliò di nuovo: era ora di andare.
Si vestì in fretta, senza fare rumore per non svegliare la ragazza da capelli neri lunghi e lisci che dormiva pacificamente (dubitava che Negi si sarebbe svegliato per un qualsivoglia motivo meno rumoroso di un colpo di cannone) ed uscì per andare a lavorare.
Anche se ormai era primavera inoltrata, a quell’ora faceva ancora freddo, e Asuna si strinse nella sua giacchetta blu, grata tuttavia della possibilità di godersi quei rari momenti di pace.
Erano due anni che ogni giorno faceva le consegne mattutine: ormai, confidando che i suoi piedi ricordassero a memoria la strada da percorrere, poteva permettersi di far vagare la mente; gli occhi che si posavano oziosamente su ogni cosa, le dita che sfioravano lievi i dorsi della panchine della Via dei Ciliegi.
Ma in quello spettacolo così preordinato mancava qualcosa, qualcosa di importante.
Asuna si fermò in mezzo al sentiero, inquieta, guardandosi attorno, i sensi tesi al massimo.
Ma anche così ci mise qualche minuto a capirlo: non captava nessun suono.
Nessun canto di uccello per salutare l’alba imminente, nessuno stormire delle fronde degli alberi ad opera di un refolo d’aria, nessuno scricchiolio di ghiaia che indicasse il passaggio di qualche altra persona.
Ora completamente sveglia, Asuna avanzò cauta, guardandosi intorno.
Decisamente, c’era qualcosa che non andava… D’un tratto la ragazza vide una forma accasciata, simile a un fagotto di stracci, abbandonata nel mezzo della via.
-Cosa ti è successo?- chiese con voce stridula Asuna, raggiunta con una corsa la figura, che si rivelò essere una ragazza senza sensi.
Dalla divisa Asuna capì che era anche lei dell’istituto Malora, forse di uno-due anni più piccola di lei, ma non riusciva a immaginare cosa ci facesse lì fuori a quell’ora: negli anni passati, al mattino aveva incontrato solo gli altri ragazzi delle consegne.
E poi come mai era svenuta lì, in mezzo alla strada?
Non aveva ferite visibili, quindi l’ipotesi dell’aggressione era da scartare…o forse no?
Da quando si era fatta coinvolgere nella vita di Negi, ormai non dava più nulla per scontato.
Conosceva solo un tipo di persone capaci di stendere così qualcuno senza lasciare traccia…i maghi!
“Chefacciochefacciochefaccio?” pensava Asuna, quasi nel panico.
Portare la ragazza in infermeria?
No, forse era meglio prima farla visitare da Negi…
Allora portarla nel dormitorio?
No, troppe domande indesiderate.
All’improvviso ebbe un lampo di genio ed estrasse dalla tasca del giubbino una strana carta, simile a quelle dei tarocchi, su cui però era raffigurata lei con un enorme ventaglio, con tanto di minuzia di particolari.
“La carta Pactio!” pensò felice Asuna, lieta che per una volta l’aver accettato di essere la Partner di Negi fosse utile.
-Telepathia!- ordinò Asuna, premendo la carta contro la fronte.
-Cosa c’è, Asuna? Stavo dormendo…- la voce assonnata di un bambino le invase la mente.
-È successa una cosa, Negi! Svegliati!- il suo tono pressante fece scattare seduto il ragazzino nel suo futon.
-Cosa è successo? Sei stata attaccata?- chiese Negi preoccupato, annaspando per cercare gli occhiali e contemporaneamente infilarsi una maglietta.
-No, non io. Ma ho trovato una ragazza svenuto sulla Via dei Ciliegi e credo che ci sia di mezzo la magia…- cominciò a spiegargli Asuna, ma lui la interruppe.
-Ok, mi fido del tuo intuito, arrivo.- Negi saltellava su un piede solo per infilarsi i pantaloni il più in fretta possibile.
-Sarò lì tra un attimo, aspettami!- Punzecchiato senza pietà da un senso di inquietudine, Negi scese con un balzo dal piccolo attico e si infilò la giacca, afferrando poi con una mano il suo bastone da mago, e con l’altra tirando fuori per la coda Kamo dalla sua casetta.
Il piccolo ermellino bianco dalla punta della coda nera però non gradì il trattamento e si lamentò a gran voce: -Hei Capo, cosa succede? Cos’è tutta questa fretta?-
protestò dalla spalla di Negi, che nel frattempo aveva già raggiunto i giardini.
-Asuna ha trovato una ragazza svenuta e crede sia opera di una magia.- spiegò lui, imboccando a tutta velocità la Via dei Ciliegi.
Kamo fece per replicare, ma ormai erano arrivati: Asuna era proprio davanti a loro, e faceva grandi segni per incitarli ad avvicinarsi.
-Chi è?- domandò curioso Negi, inginocchiandosi accanto alla ragazza priva di sensi.
-Non lo, non la conosco. Credo però che sia del primo anno…- rispose l’altra, osservando il giovane mago fare scorrere con delicatezza le mani sul corpo della ragazza.
-È gelata! Dammi il tuo giubbetto, per favore.- chiese Negi senza guardarla, concentrato sulla poveretta. Asuna si inginocchiò al suo fianco e obbedì, osservando poi Negi mormorare alcune semplici formule magiche per rivelare la presenza di un incantesimo.
-Non capisco…- disse perplesso il ragazzino.
-Dev’esserci di mezzo la magia, ma non capisco come…- scosse la testa, meravigliato.
-Capo! Guarda qui!- esclamò all’improvviso Kamo, indicando il collo della ragazza.
Gli altri due si sporsero per vedere e sobbalzarono: alla base del collo erano ben visibili due profondi fori da cui colava un rivoletto di sangue secco.
-Un vampiro!- gridò Negi scosso, saltando in piedi e impugnando il suo bastone, come se si aspettasse di vederlo saltare fuori da un momento all’altro.
-Calma, Capo! È l’alba, di sicuro non è più in giro.- lo tranquillizzò Kamo, esaminando la ferita.
-E guardate questa!- disse Asuna, mostrando ai compagni ciò che aveva trovato frugando nella giacca della ragazzina: una bacchetta magica da principianti, con un sole in cima.
-Questo vuol dire che è una maga?- chiese ancora, passando l’oggetto a Negi.
-Sì, dev’essere una principiante.- confermò lui.
-Ma questo non cambia niente! Dobbiamo portarla in infermeria- proclamò Kamo, e Negi gli diede ragione.
-Asuna! Tu portala in infermerai, ce la fai?-
-Certo. Ma tu non vieni con me?- chise di rimando lei.
-No, devo andare a parlare con Evangeline.- rispose pacato il ragazzino.
-COSA? Vengo con te. Se credi sia stata lei, è pericoloso che tu vada da solo.- obbiettò Asuna.
-Non può essere stata lei- le fece notare Kamo, spalleggiato dal giovane mago, che disse:
-Eva riprende i suoi poteri di vampira solo la notte di luna piena, e stasera era solo a tre quarti! La maledizione la priva di ogni potere, ma dovrebbe sapere se c’è un altro vampiro in zona.-
-Esatto. Tendono a essere molto territoriali, e non apprezzano gli intrusi nel loro “terreno di caccia”.- completò il piccolo ermellino.
-Va bene, allora io la porto a scuola.- si arrese Asuna -Ma non dovremmo contattare qualcuno?-
-È vero! Asuna, hai il cellulare con te?- domandò concitato Negi, e lei glielo tese senza dire niente.
Il maghetto compose velocemente un numero e dopo vari squilli una voce sonnacchiosa rispose:
-Pronto, Takamichi? Sono Negi, è successa una cosa…- cominciò a dire a raffica Negi, senza accorgersi che la ragazza accanto a lui era arrossiva fino alla punta dei capelli: erano anni che aveva una cotta per il professore Takahata!
-Una studentessa è stata aggredita…no, non è ferita in modo grave…si, hai ragione. Ora Asuna la porta in infermeria, possiamo vederci dopo là? Devo parlare prima con Evangeline…-
Un attimo di silenzio.
-Ok, perfetto. Ci vediamo tra poco.- concluse il ragazzino, chiudendo la chiamata e restituendo il cellulare.
-Io e Kamo andiamo al cottage di Eva. Takamichi ti raggiungerà tra poco. Vai!- le disse agitato.
Asuna obbedì senza ribattere, il cuore che nonostante la situazione le batteva forte al pensiero di incontrare il suo amore segreto, mentre il maghetto si accomodava sul suo bastone, pronto a partire. -A tra poco!- disse, e si levò in alto, verso il sole nascente.

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allora... le parole in grassetto, sono arole magiche, incantesimi, ecc...
i discorsi in corsivo, invece, sono quelli mentali

  
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