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Autore: JessieSomerhalder    15/09/2013    4 recensioni
I suoi sentimenti, non sono mai stati corrisposti, ma lui ha sempre cercato comunque di trarne il lato positivo, e non si è mai arreso
Però alla fine anche il suo cuore è stato spezzato, frantumato in mille pezzi..
Eppure lui continua ad amarla nonostante tutto...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Kentin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ken
Broken heart

Un tempo credevo che se le fossi rimasto sempre accanto, lei forse un giorno mi avrebbe apprezzato di più di un semplice amico, e chissà magari mi avrebbe anche...amato.
Io l'ho sempre amata, era stata la prima ragazza di cui mi ero veramente innamorato, ma per lei sono sempre stato un amico e niente di più.
Non mi è mai importato, ho sempre tentato di essere positivo, pensavo che non era detta l'ultima parola, infondo la tenacia in amore è quella che vince, o almeno era quello che credevo..
Ho sempre fatto di tutto per lei, anche rendermi ridicolo davanti a tutti, ma non m'importava di risultare un imbranato, volevo solo che lei mi amasse...
E per lei che lasciai la mia vecchia scuola, solo per seguirla, solo per farle capire che l'amavo veramente, e che niente e nessuno mi avrebbero separato da lei...
Eppure dovetti farlo, mio padre, voleva a tutti i costi che io diventassi un uomo, lui mi costrinse a separarmi dall'unica donna che avrei mai amato nella mia intera vita..
Ma poi, arrivò la batosta, quella che non mi sarei mai aspettato da lei...

-Ken, che ci fai qui?-  venne verso di me, mentre i suoi lunghi capelli neri come la notte, le ricadevano dolcemente sulla schiena, ondeggiando ad ogni suo passo. La guardai incantato, era più bella del solito, portava un paio di jeans neri attillati, una camicia bianca e una cravatta nera. Lei amava quello stile, le cravatte erano una specie di firma della sua personalità, forte e ribelle. Si avvicinò di più, adesso eravamo abbastanza vicini, così vicini che i suoi occhi blu come il mare, mi fecero battere il cuore all'impazzata, distorsi lo sguardo, mi sentii improvvisamente in imbarazzo.
- S-sono venuto a salutarti. - quelle parole uscirono tirate, non volevo dirle addio, non volevo che tutto finisse, delle lacrime riuscirono ad attraversare le spessi lenti dei miei occhiali e rigarmi il volto.
- Salutarmi? Perché? Dove vai? - cominciò ad assalirmi di domande, domande a cui non riuscivo a rispondere.
- Mio padre mi ha iscritto in una accademia militare. - la mia voce s'incrinò, stavo per mettermi a piangere "Non farlo Kentin, sii uomo" mi ripetevo, ma infondo sapevo che non era così. Io non ero un uomo, ero solo un ragazzino senza personalità, il classico nerd che tutti usavano...
Ero come quei panni usa e getta, io non servivo a nulla, nessuno voleva avere la mia compagnia, se non per farsi aiutare con i compiti...
Solo lei, mi aveva accettato, ed è forse per quel motivo che cominciai ad amarla...
- Quindi non ci vedremo più? - quella domanda mi trafisse il cuore. Non riuscii a rispondere, mi limitai a mettere a piangere, e con  ancora le lacrime che mi rigavano il volto, l'abbracciai un'ultima volta...

Mio padre aveva fatto bene ad iscrivermi in quell'accademia militare, così magari anch'io sarei diventato più sicuro di me...
Ma il solo pensiero di non poterla più rivedere mi faceva stare male, molto male...
Ero appena arrivato in quell'accademia, tutti mi trattavano come se fossi nel posto sbagliato. Infetti avevano ragione, quello non era un posto adatto a me.
Io che ero sempre stato il genio della matematica, mi ero ritrovato in un posto dove nessuno sapeva distinguere neanche un 2 da un 3.
Oltre ad avere compagni completamente ignoranti, che mi trattavano peggio di uno straccio per pavimenti, avevo degli insegnati (se così si possono definire) molto severi. Disciplina, era questo che insegnavano, e gli esercizi, come la corsa ad ostacoli, tra cui attraversare strisciando una parte di terreno con del filo spinato, oppure quella che odiavo di più, ovvero scavalcare un muro aiutandosi con una corda.
Un'altra cosa che odiavo era quando ci portavano al poligono di tiro, io avevo sempre odiato le armi, le trovavo barbare e senza alcun senso, e poi averne una in mano, mi faceva tremare come una foglia. Una volta mi misi anche a piangere, mi vergognai moltissimo, ma ancora tentavo di resistere, nonostante tutti mi ridevano dietro...
La mia vita stava diventando un inferno, i ragazzi e gli insegnati non mi davano tregua perché ero un imbranato. E come dargli torto, avevano ragione, io non ero nessuno, ero solo un secchione finito nel luogo sbagliato...
Solo il ricordo del suo bellissimo sorriso, mi faceva continuare..
Il ricordo del suo meraviglioso sorriso, niente di più...
Ma poi un giorno, arrivò un messaggio che non mi sarei mai aspettato...

Il cellulare squillava da un bel po' di minuti, andai finalmente a vedere chi era, dopo la doccia che mi ero fatto dopo gli allenamenti, o per meglio dire dopo le torture.
Accesi il display del cellulare e con grande sorpresa notai che era un messaggio di Hilary. Aprii il messaggio e ciò che lessi mi spezzò il cuore in mille pezzi...
Cominciai a tremare, ma non perché avessi freddo, no, cercavo semplicemente di trattenere le lacrime. Sapere che lei non provava nulla, mi faceva molto male, anche se forse lo sapevo già da un pezzo, ma non mi sarei mai immaginato, che io per lei non contassi neanche come amico...
- Ehi nerd, che hai? La tua mamma si è dimenticata di chiamarti oggi? - uno dei ragazzi solito a torturami si avvicinò, ma io non risposi, mi limitai a tirargli il cellulare che lo colpì di striscio. - Sei impazzito?! - urlò, ma io continuavo a non rispondere, scappai via, si scappai come un codardo, ma non volevo più farmi vedere fragile, non più...
Era arrivato il momento di fare vedere il vero Kentin...


Il messaggio che mi mandò, mi fece molto male, ma forse se lei non l'avesse fatto, io oggi non sarei quello che sono...
Dopo quell'esplicita richiesta di non tornare più, dopo quelle parole così taglienti, che mi fecero capire quanto io non valessi nulla per lei, mi dedicai completamente alla scuola militare. Ero deciso di diventare il migliore ad ogni costo, e per questo scopo, mi allenavo 12 ore al giorno, delle quali prendevo solo 10 minuti di pausa per riposarmi e rifocillarmi, prima di ripartire con quegli esercizi estenuanti.
Dopo pochi mesi, cominciai a notare  che stavo cambiando fisicamente, ero più muscoloso, non ero più magro e gracilino.
Lentamente il mio corpo si stava trasformando in quello di un uomo, ero soddisfatto di me stesso, perché oltre ad essere più forte cominciai anche a farmi rispettare..
Ma il suo ricordo ancora mi torturava, nonostante mi tenessi occupato tutto il giorno, continuavo a pensare a lei comunque....


"Chissà che stai facendo adesso, sicuramente sei in giro con Castiel, dopotutto lo trovavi così fico e virile. Ed io? Come mi trovavi? Un perdente vero? Una sottospecie del genere maschile, che non aveva nulla a che vedere con esso. Per te sono sempre stato solo uno dei tanti che hai incontrato vero? Avrei tanto voluto farti cambiare idea, un po' ho sempre sperato che tu, potessi provare...non dico amore, ma almeno un vago sentimento che vi si avvicinasse...
Eppure neanche quello, non sono mai stato nulla per te, solo un volto sfocato, dalla tua immensa luce, troppo luminosa e  irraggiungibile per un comune mortale come me...
Chissà cosa penserai di me, quando mi rivedrai, probabilmente non mi degnerai di uno sguardo, dopotutto ai tuoi occhi sono sempre stato invisibile..."

Erano passati sei mesi, dal fatidico giorno in cui avevo letto quel messaggio, mio padre mi disse che ormai ero un uomo e che potevo tonare nel mio vecchio liceo.
Non ero molto entusiasta all'idea, perché non avevo voglia d'incontrarla, non avevo la minima intenzione di rivedere quegli occhi blu...
Eppure dovetti tornare, mio padre mi obbligò, diceva che era fiero di poter mostrare un nuovo Kentin, di mostrare a tutti che suo figlio era diventato un uomo.
Ma a me non importava molto del giudizio della gente, alla scuola militare oltre a combattere avevo imparato a non dare più peso a nulla, era solo per questo che ero riuscito a sopravvivere, e poi forse, era anche stato il suo ricordo....

Mi apprestavo a ripercorrere i corridoi del mio liceo, avevo tutti gli sguardi puntati addosso, tutte  le ragazze si voltarono a guardarmi, un po' mi faceva piacere, dopotutto ormai me lo potevo permettere. Non portavo più quei fondi di bottiglia che mi oscuravano il viso. Finalmente i miei occhi verde smeraldo potevano mostrarsi alla luce del giorno, senza che più nessuno potesse ridicolizzarmi con nomignoli come "quattrocchi".
Nessuno riuscì a riconoscermi e un po' ci restai male. Ero davvero così cambiato?
Mentre giravo tra i corridoi mi accorsi che Castiel era appoggiato agli armadietti e rideva di gusto, guardai meglio e notai che accanto a lui vi era Hilary...
Quando la vidi il mio cuore perse un battito...
Mi avvicinai un po', e mentre i miei piedi mi portavano meccanicamente verso di loro, vidi qualcosa che il mio cuore, non avrebbe mai voluto vedere...
Castiel le diede un bacio, un bacio di quelli veri, quelli passionali tra un uomo ed una donna...
In quell'istante, il mio cuore si frantumò in mille pezzi...
Mi voltai e feci dietro front, dopo tanto tempo le lacrime rigarono  di nuovo il mio volto...
"Perché? Perché devo soffrire così tanto? " mi ripetevo, mentre tentavo di soffocare il mio dolore, nell'illusione di essere finalmente un altro, quando in realtà, Kentin era è sarà sempre solo Ken...

"Un cuore spezzato da mille illusioni, un sentimento che mi ha portato solo dolore...
Non dimenticherò mai il primo giorno che ebbi la fortuna, o la sfortuna di incontrarti...
Io ti ho sempre amata, più di ogni altra cosa, volevo amarti per l'eternità...
Ho sempre fatto pensieri molto egoistici, volevo ad ogni costo che tu mi amassi, volevo legare il tuo cuore al mio, come il mio era legato al tuo...
Ma ero troppo cieco, o forse troppo stupido per capire, che tu non avresti mai ricambiato il mio amore...
Il mio è un cuore spezzato da mille dolori, perché non ho mai voluto affrontare la realtà, non ho mai voluto sapere la verità, o forse semplicemente l'avevo sempre ignorata.
Ma alla fine anch'io ho dovuto affrontarla, una realtà, una verità amara e dolorosa...
Niente e nessuno potrà mai farmi dimenticare quel bellissimo e dolorosissimo sentimento, che provai per te...
Io ti  ho amato, ti amo e ti amerò per sempre...
I miei sentimenti, non cambieranno mai...
E se un giorno dovessimo rincontraci, spero almeno che ti ricorderai di me, colui a cui ai spezzato il cuore..."


Angolo autrice
Ringrazio chi leggerà questa mia scemenza, anche se non la leggerà nessuno perché parla di Ken e non di Cass :'D
Volevo scrivere cosa provasse Ken, quando è dovuto partire, ma anche fare una specie di continuo non molto piacevole per lui.
So già che non la leggerà nessuno, ma dai ciò provato, tra l'altro a scrivere delle one-shot faccio schifo quindi :'D
Alla prossima, se ce ne sarà un'altra ç_ç
   
 
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