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Autore: Shade Owl    15/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bones si rigirò per un po’ sulla branda, sentendosi progressivamente più scomodo via via che il tempo passava. Era stanco, un po’ assonnato, ma non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi su quell’asse di metallo, in preda all’ansia e al timore di ciò che stava per accadere grazie all’idiozia di Malkovich. Presto, ne era certo, gli infettati avrebbero scatenato una bella sommossa a bordo, furiosi per ciò che sarebbe capitato ai loro… cosa, compagni? Familiari? Simili?
Insomma, il disboscamento non avrebbe portato a nulla di buono.
- Valentine, sei sveglia?-
Nessuna risposta.
- Valentine, ci sei?- chiese, alzando la voce.
Stavolta udì appena un grugnito, ma troppo sommesso: stava dormendo, e a lui serviva sveglia. Non che pensasse di poter uscire da lì a parole, né di poter trarre un qualche beneficio da una compagna debilitata dalla mancanza di sonno, ma l’inattività lo stava uccidendo. Sapeva bene di essere una persona svogliata, che preferiva dormire piuttosto che lavorare, e soprattutto che detestava le rogne, ma quando i guai erano ormai ovunque non aveva scelta: doveva fare qualcosa, quantomeno per rimettere a posto le cose e tornare ad appisolarsi sulla scrivania.
Così, sentendosi un po’ in colpa, calciò con forza la parete della cella.
- Valentine!-
- Oh… Bones, dannazione…- brontolò lei - Cosa c’è adesso?- chiese, sbadigliando.
- Prima parlavi degli alberi di Cassandra V. Prima che ti interrompessi, cioè. Insomma, stavi cercando di dirmi qualcosa.-
- Ah, quello.- disse Valentine, muovendosi sulla propria branda - Non era nulla.-
- Non sei una che parla a vanvera, Valentine. Siamo bloccati qui, ma se dovessimo uscirne non sarebbe male avere un piano. Come li fermiamo? Cosa possiamo fare per mettere fine a questa storia?-
Lei sospirò, quasi come se stesse raccogliendo i propri pensieri.
- Non sono guerrieri, o soldati. Malkovich dovrebbe capirlo, prima di fare qualsiasi cosa. È qui che sbaglia, nell’approccio. Non sono un pericoloso esercito, sono solo spaventati. Forse accetterebbero un compromesso se gli venisse offerto, ma dovrebbe prima fare un passo indietro, e non lo otterrà rimanendo fermo sulla sua posizione. Oltretutto, abbiamo la possibilità di ottenerlo, adesso: sul Ponte Medico abbiamo già stabilito un contatto, qualcosa che dovremmo sfruttare. Io forse potrei convincerli a calmarsi e mediare una soluzione pacifica.-
- Beh, se vuoi la mia opinione, potresti anche convincerli a darti retta. In fondo, hanno cercato di tenerti fuori da questa storia, e un motivo c’è. È Malkovich che sarà dura convincere.-
- Lo metterò da parte, allora. L’autorità non mi manca, e se non volesse ascoltarmi non dovrò fare altro che rivolgermi ad alcune persone di mia conoscenza sulla Terra. Persone che non gli perdoneranno una cosa del genere.-
- Okay.- disse Bones, buttando giù le gambe dal giaciglio e sedendosi - Ora però ci manca un piano di fuga. Come usciamo di qui?-
- Quello arriverà quando avrò le mie scarpe.-
Bones aggrottò la fronte. Che c’entravano le scarpe?
 
Brenda arrivò poco dopo, portando il borsone di Valentine a tracolla. Entrò nel corridoio piuttosto in fretta, sbirciando alle proprie spalle prima di richiudere la porta.
- Beh, era ora.- disse Bones - Quanto ci vuole per prendere un paio di scarpe?-
- Ho dovuto evitare Malkovich.- spiegò - Prima mi ha mandata a verificare lo stato della quarantena, voleva che l’equipaggio dormisse tranquillo. Poi ho pensato di dare un’occhiata ai programmi per la mattinata, e ho visto che attuerà il suo piano entro le otto ora terrestre.-
- Quindi tra quattro ore.- disse Valentine - Bene, c’è tempo. Ora dammi la borsa, forza.-
Brenda annuì e si avvicinò alla parete laterale, aprendo lo sportello attraverso il quale venivano fatti passare i vassoi con i pasti per i prigionieri, e ci spinse dentro il piccolo bagaglio. Valentine si avvicinò allo sportello interno e lo aprì, prendendolo subito.
- Ottimo.- disse, posando per terra la borsa - Ora ti suggerirei di correre al Ponte di Comunicazione e di contattare la Terra. Parla con il Generale Jefferson e spiegagli cosa sta succedendo a bordo. Se lo conosco ti ordinerà di prendere il comando, e questo dovrebbe sistemare Malkovich. Noi intanto usciremo di qui e ci occuperemo del suo dannato piano, tanto per andare sul sicuro. Poi provvederemo a sistemare questo disastro.-
- Ehm… qualcuno mi vuole spiegare?- chiese Bones - Ti ha portato le scarpe, e allora? Pensi di poterle usare per uscire?-
- Bones, se tu mandassi un tuo androide a incarcerare qualcuno, cosa faresti sapendo che lo sta facendo solo perché obbligato e che se potesse si comporterebbe diversamente?-
- Ehm… io… non lo so.-
- Lo sorveglieresti tramite la rete Allnet.- sbuffò Brenda - Per assicurarsi che non succeda nulla di imprevisto.-
- Ma ora Malkovich dorme, e possiamo parlare liberamente.- continuò Valentine, frugando nella borsa.
Ne estrasse le scarpe, che mise subito ai piedi, e poi la cintura di gadget. Come aveva immaginato, Brenda non aveva avuto problemi a consegnargliela: Malkovich non aveva proibito al Primo Ufficiale di farle avere qualcosa, qualunque cosa. Né, tantomeno, di andare contro se stessa e di aiutarli. Aveva solo ordinato di portarli in cella. Idiota fino alla fine. E, soprattutto, doveva ringraziare il fatto che Brenda avesse intuito il sottinteso nelle sue parole: “può farmi avere alcune cose”. Il suo processore doveva essere decisamente buono. Di sicuro valeva ogni singolo penny speso per costruirla.
- D’accordo, Fletcher, vada pure. Qui ci pensiamo da soli.- disse, allacciandosi la cintura.
Brenda uscì dal corridoio a rapidi passi, diretta al Ponte di Comunicazione, e lei estrasse un oggetto cilindrico, non molto lungo, dalla cinta: lei lo chiamava Friggitore.
- Che intenzioni hai?- chiese Bones.
- Ho intenzione di friggere.- rispose lei, ruotando la ghiera sul Friggitore e azionandolo.
Un impulso crepitante di elettricità schizzò verso la parete cinetica, interferendo con la sua carica energetica. L’opposta polarità del Friggitore mandò in corto i circuiti di distribuzione del campo di forza, disattivandolo rapidamente.
- Cos’hai combinato?-
- Ho aperto la porta.- rispose lei, uscendo dalla cella e portandosi davanti a quella di Bones - Ora stai un po’ indietro, potresti prendere la scossa.-
 
Brenda corse rapidamente verso il Ponte di Comunicazione, posto non lontano dalla sezione degli alloggi, senza mai incontrare nessuno. L’intera nave stava dormendo, cercando di recuperare un po’ delle forze perdute in quei giorni. Le ultime ore, in particolare, erano state dure, e avevano messo in seria difficoltà i nervi dell’equipaggio.
Tanto per scrupolo, si collegò tramite Allnet al sistema video della Ascendant, monitorando le stanze più vicine.
I dormitori dei minatori erano relativamente tranquilli, e pochi sembravano essere ancora svegli: i più riposavano in un groviglio di coperte, qualcuno giocava un po’ a carte, uno addirittura si guardava un porno sul suo olovisore (indugiò poco su di lui), e un ultimo gruppo non molto nutrito aveva deciso di violare le regole dell’orario di riposo per andare sul Ponte di Passeggiata e farsi una birra prima di dormire. Gli unici ancora in giro all’esterno dei dormitori erano gli androidi come lei, in sala macchine per la consueta supervisione del motore o sul Ponte di Comando per le operazioni notturne.
Malkovich era nella sua cabina privata, a dormire della grossa. Il Ponte di Comunicazione era sgombero.
Per scrupolo, cercò di collegarsi anche alla sezione del Ponte Equipaggio che era stato messo in quarantena, ma scoprì che il sistema video interno era stato danneggiato, e non riceveva più segnale. A quel punto si fermò in mezzo al corridoio e guardò a sinistra: prendendo quella strada avrebbe potuto raggiungere i dormitori sigillati e controllare personalmente. Come Primo Ufficiale aveva l’autorità per sospendere il blocco ed entrare, in caso di bisogno, e anche per chiudersi dentro. E sarebbe stata al sicuro dall’infezione, non essendo un’entità biologica.
Logicamente non sarebbe entrata se non in caso di estremo bisogno, o avrebbe rischiato di far dilagare l’infezione. Tuttavia, doveva accertarsi che fosse tutto a posto.
Rapidamente, percorse la strada verso i dormitori sigillati, rallentando solo quando fu a poca distanza dall’arrivo, aumentando la sensibilità dei ricettori uditivi prima di sbirciare oltre l’angolo. Non sentì alcun rumore, ma i sensori olfattivi, d’altra parte, inviarono segnali diversi: resina, legna verde e… questo non sapeva classificarlo, ma era gradevole. Fresco, pulito, simile a quello di alcuni saponi da bagno, anche se di qualità migliore. Cercò una corrispondenza negli archivi di cui disponeva, e scoprì che gli esseri umani lo chiamavano “odore di bosco”. Un odore che non avrebbe mai dovuto trovarsi a bordo.
Svoltò l’angolo e vide che la porta e il blocco di quarantena erano stati forzati. Rami e frammenti di legno ne avevano invaso la cornice, e aumentando lo zoom scorse minuscole particelle nell’aria, fluttuanti davanti a lei e a malapena visibili nonostante la potenza delle sue unità ottiche.
Le spore stavano passando, e a giudicare da quello che vedeva le cose andavano avanti così da parecchio tempo. Il blocco era stato forzato da poco, la resina che usciva dalle spaccature del legno era ancora fresca, ma le spore erano ovunque, e forse ci camminava in mezzo da un bel pezzo. Qualsiasi cosa fosse accaduta, ormai era del tutto fuori controllo.
- Ufficiale Valentine, qui Primo Ufficiale Brenda Fletcher.- disse, azionando il proprio comunicatore interno - Abbiamo… un problema. Un enorme problema.-

Come dicevo, le cose non stanno andando proprio benissimo... anzi, stanno peggiorando.
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16 e Ser Balzo, che mi seguono sempre. A domani!

   
 
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