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Autore: BrokebackGotUsGood    15/09/2013    1 recensioni
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, colleghi e inseparabili migliori amici.
Ma può essere che da una bella amicizia possa nascere qualcosa di più...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate
 
 
 
 
''Corri, corri lontano.
Vai via''.
Queste erano le parole che presero a risuonare nella mia mente, come l'eco di una voce malvagia; erano le uniche parole a cui riuscuvo a pensare senza sentire il cuore e lo stomaco come due pesi morti e inutili nel mio corpo, le uniche parole che mi facevano allontanare dall'immagine delle labbra di Leonardo premute su quelle di Gisele.
''Corri. Pensa a correre''.
Non avevo idea di dove stessi andando, la gente mi sfrecciava accanto lasciando dietro di sé solamente una scia sbiadita, correvo senza meta e non mi importava. 
Gelosia, delusione, tristezza e rabbia si stavano mescolando insieme in un complicato vortice di emozioni che mi fece venire il mal di testa, e le mie gambe sembravano quasi muoversi da sole, quando io dentro di me cercavo di convincermi a tornare indietro per Danny, ma non lo feci.
Mi sentii un'egoista, e forse lo ero, ma ormai non potevo più fermarmi, non ci riuscivo. 
Tutto quello che volevo fare era rinchiudermi da qualche parte e mettermi ad urlare a squarciagola, in un posto in cui nessuno avrebbe potuto sentirmi, in cui nessuno avrebbe potuto trovarmi.
Ma mi venne in mente solo il bagno.
Ad un tratto sentii qualcuno afferrarmi per il braccio, e mi voltai di scatto.
«Kate!» chiamò Leonardo «Ma dove stai andando?» 
«Lasciami, per favore» risposi freddamente cercando di liberarmi, ma lui non allentò la presa.
«Ma perché stai scappando come se avessi visto un fantasma? Che cos'hai?»
«Che cos'ho io, Leonardo, non credo che ti possa interessare»
«Ma di che diavolo stai parlando?! Certo che mi interessa, sei la mia migliore amica!» 
«E' proprio questo il punto!».
Lui aggrottò la fronte, non capendo dove volessi arrivare, e io vedevo la sua immagine davanti a me appannata per le lacrime che supplicavano di uscire. 
Ignoravamo la gente che ci stava fissando, preoccupata che potesse scoppiare una rissa da un momento all'altro (cosa che, se mi fossi incavolata sul serio, sarei stata in grado di provocare). 
«Che vuoi dire?» chiese con voce quasi irritata, guardandomi di sbieco. 
Chiusi gli occhi per qualche istante e respirai profondamente, costringendomi a non piangere, ma fu inutile, perché sentii una lacrima rigarmi la guancia destra, seguita da un'altra sulla guancia sinistra. 
«Kate...»
«Io non voglio essere solo la tua migliore amica. Io sono innamorata di te». 
Fu un attimo, non mi accorsi neanche di averlo detto; non pensai neanche prima di parlare, lo dissi e basta, meccanicamente.
Leonardo continuò a fissarmi con la bocca socchiusa, con lo stupore in persona disegnato sul suo bel viso, e poi abbassò lo sguardo sul pavimento, non sapendo cosa dire.
Perché voleva continuare a torturarmi? Cosa ci voleva a dire ''io invece no''?! 
«I-io...io n-non lo sapevo...»
«Lo so. Non ti voglio dare la colpa. Ci sono rimasta solo un po' male, ecco tutto» dissi con voce roca per il pianto in cui ero in procinto di scoppiare. 
Tirai su con il naso e sorrisi debolmente, asciugandomi le due lacrime con il dorso della mano, poi gli presi la mano con cui mi teneva il braccio e la strinsi nella mia. -Su, torna di là. Io vado a casa, sono stanca, in ogni caso-. 
Lui cercava di dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì una parola. 
Sembrava seriamente dispiaciuto, ed era già qualcosa.
Deglutii per scacciare un groppo in gola e gli lasciai la mano, per poi voltarmi e dirigermi verso casa. 

 
 Cuore nero scuro Cuore nero scuro Cuore nero scuro

Lo sapevo che avrei avuto una delusione.
Come avevo potuto credere, anche solo per un secondo, di avere una possibilità con Leonardo? 
Dopo relazioni fallite a non finire,  pensavo che questa fosse la volta buona e che finalmente sarei potuta stare con qualcuno che avesse potuto rendermi davvero felice, che mi avrebbe amata fino in fondo, ma mi ero semplicemente illusa, mi ero illusa e ora ne pagavo le conseguenze, come sempre. 
Tutti i baci mancati, tutti gli sguardi e ogni singola parola... tutti quelli che io avevo intrerpretato come segnali...non erano altro che mie fantasie da ragazzina alle prese con la sua prima cotta liceale.
Cos'è che non andava in me? O negli altri? 
Non lo sapevo e forse non lo avrei mai saputo. Forse ero destinata a rimanere sola a vita. 
Una morsa mi strinse dolorosamente lo stomaco a quest'ultimo pensiero, che cercai di scacciare via scuotendo violentemente la testa, mettendomi le mani tra i capelli. 
Avevo voglia di tirarmeli, ma il dolore era già troppo senza che si aggiungesse anche quello fisico. 
Beh, non mi restava altro che augurare tanta felicità a Leonardo e Gisele, augurargli di sposarsi in una soleggiata giornata di primavera e di avere tanti bambini che avrebbero reso ancora più gioiosa la loro vita insieme.
Bevvi avidamente almeno tre calici di champagne di fila, sperando forse di annegare i dispiaceri nell'alcol, anche se sapevo che non avrei fatto altro che rimettere l'anima il giorno seguente e che dopo tutti i problemi sarebbero ritornati, magari anche più assillanti di prima, se possibile.
Se non altro avevo smesso di piangere, dopo aver versato almeno un litro di lacrime lungo la strada, ed era già un progresso.
O almeno credevo. 
Ma quando gli avevo confessato di amarlo lui non aveva negato di provare la stessa cosa... 
''No, Kate, basta con le illusioni''.
Ma che razza di stronza egoista ero?! Al posto di preoccuparmi della salute di Danny e di sperare che uscisse sano e salvo da quella stanza di ospedale, pensavo solo alle mie complicazioni sentimentali?! Non era giusto, io non ero giusta, niente di quello che mi circondava era giusto. 
«Fa' che vada tutto bene» implorai con un filo di voce. 
I miei pensieri vennero interrotti dal suono stridulo del campanello, che mi fece sobbalzare.
Non ero proprio in vena di ricevere visite, e soprattutto non avevo la minima idea di chi potesse essere alle undici e mezza di sera.
Driiin driiin driiin!
Gli squilli erano insistenti e irritanti, e capii che il tizio o la tizia che stava fuori non mi avrebbe lasciata in pace col mio dolore finché non avessi aperto: così, piuttosto seccata e barcollante per la stanchezza (tanto per non dare la colpa all’alcol), mi trascinai fino all’ingresso, girai le chiavi nella serratura e aprii la porta.
Dovevo essere più sbronza di quanto pensassi, se vedevo Leonardo davanti a me col fiatone.
«Kate» disse «ti prego, parliamone».
Io strizzai le palpebre un paio di volte. «Leonardo? Ma sei davvero tu?»
«Certo che sono io! Sei per caso…». Si fermò e guardò oltre le mie spalle, scorgendo la bottiglia di champagne. «Oh, no»
«Senti, Leo, sto bene, ok?»
«No, non stai bene per niente. E neanche io, a dire la verità»
«Fisicamente o interiormente?»
Sospirò, alzando gli occhi al cielo. «Kate, fammi entrare e ne parliamo»
«Ma parlare di cosa? Non c’è proprio niente di cui parlare, Gisele ti ama, tu ami lei e fine della sto...»
«Io non amo Gisele, per l’amor del cielo!».
Ok, questa non me l’aspettavo proprio.
Perché diamine l’aveva baciata, allora?! Per disperazione?!
Aggrottai la fronte, confusa, e mi scostai dal battente. «Ora sì che vale la pena di chiarire»
«Finalmente!».
Lui entrò e mi diede giusto il tempo di chiudermi la porta alle spalle, poi mi afferrò per una mano e mi condusse in cucina (non saprei dire perché, forse perché era la stanza più vicina), facendomi poi appoggiare al bancone.
Senza lasciarmi la mano, si piazzò davanti a me e piantò i suoi magnifici e profondi occhi azzurri nei miei, paralizzandomi completamente.  
«Ascolta… avrei dovuto essere chiaro con te fin dall’inizio. Mi dispiace di averti ferita, ma voglio che tu sappia che non era mia intenzione, e… è stata lei a baciarmi, io non volevo…»
«Non volevi? A me era parso il contrario»
«Senti, non so perché non l’ho respinta, non ho avuto il tempo di pensare o di reagire, ero troppo preoccupato per Danny e…»
«Ok, ok, supponi che io ti creda. Ma perché me lo stai dicendo? Voglio dire, d’accordo, la tua migliore amica ci è rimasta male e tu cerchi di consolarla, ma perché cerchi a tutti i costi di darmi una spiegazione e di dirmi che non ami Gisele? Che ruolo ho io in tutto questo?».
Lui abbassa lo sguardo sulle nostre mani intrecciate per un istante e serra le labbra, quasi per non far uscire le paole che stava per pronunciare.
Ma le pronunciò, e l’effetto fu sconvolgente.
«Non quello della migliore amica. Perché sei più di questo. Io…»
 
   
 
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