TRE MAGHETTI PER HERMIONE
Hermione chiuse il libro di pozioni e lo scaraventò
sul tavolo; non riusciva a concentrarsi, perché continuava a ripensare a quello
che Ron le aveva confessato. Si mise le mani fra i capelli e cominciò a
scuoterli cercando di scacciare dalla mente la scena di Ron che la portava in
giardino in un luogo isolato e le diceva che quello che provava per lei non era
una semplice amicizia; rise al solo pensiero di lei e Ron che passeggiavano
mano nella mano o che addirittura si baciavano. Poi pensò che non c’era niente
da ridere: come lo avrebbe detto ad Harry? Non è certamente facile dire al
proprio ragazzo che il suo migliore amico (nonché anche amico di lei) si era
innamorato della sua ragazza! Ma la cosa più strana era che lei non aveva
liquidato Ron, ma era semplicemente scappata via, senza dare nessuna risposta;
anzi mostrando la sua insicurezza su ciò che sarebbe dovuto essere ovvio, cioè
che lei amava Harry (cosa che aveva dato per scontato negli ultimi giorni) o
almeno era ciò che aveva sempre pensato fino a quel momento. Sospirò e decise
di andare nella sala grande a mangiare qualcosa per non pensare alla questione,
ma si prospettava una cena terribilmente solitaria; infatti per riflettere con
calma doveva evitare di stare con Harry o Ron, ma la cosa le si presentò
impossibile quando li vide seduto al tavolo grifondoro con Ginny e Neville. Si
voltò per andarsene, ma gli altri la chiamarono; così fu costretta a sedersi
con loro vicino ad Harry che subito le mise un braccio intorno alla spalla atto
che suscitò un sospirò da parte di Ron che evitò di guardarli. Dopo qualche
secondo di silenzio Harry chiese
- Voi avete
finito pozioni? –
Neville annuì, anche Hermione lo fece mentendo, ma Ron rispose
acido
- Ho avuto cose più importanti da fare
che studiare! –
Hermione abbassò lo sguardo intuendo che l’amico la stava
guardando, ma Harry disse scherzando
Calmati, so che allenarsi a Quidditch è faticoso ed impegnativo. –
Neville rise con lui, ma Ron diventò ancora più rosso e gridò
–
Non mi stupisce una battuta così penosa da uno che passa al massimo
un’ora con i piedi per terra! –
Harry che stava baciando Hermione si alzò e arrivando a qualche
centimetro da Ron disse secco
– Non so cosa cavolo hai, ma se non cambi atteggiamento ti sbatto fuori
dalla squadra! –.
-
No, non ti scomodare! ME ne vado da solo! –
Rispose uscendo dalla sala. Ginny, che aveva le lacrime agli occhi
per aver assistito all’ aspro litigio,disse
–
Perché deve finire sempre così? Ciao a tutti, non ho più fame. –
Neville li salutò in fretta e la seguì, lasciando Harry ed
Hermione da soli. Quest’ultima sapeva che il comportamento di Ron derivava dal
fatto che lei non gli aveva nemmeno dato una risposa dopo la dichiarazione, ma
non osò dirlo al suo ragazzo, neanche quando lui disse
–
Per me Ron è del tutto impazzito! E’ sempre stato strano, ma non fino a
questo punto! –
Scosse la testa, Hermione lo
contraddette
–
Io credo che sia solo un po’ nervoso per via dei compiti e della
partita; in fondo è solo un anno che gioca nella squadra e non si è ancora del
tutto abituato secondo me! –
Harry rise e lei chiese
–
Che ti ridi scemo? – Lui rispose
– Tu mi fai ridere! Non sei mai andata d’accordo con Ron ed ora lo
difendi pure?!– Lei inarcò le sopracciglia e rispose offesa
– Con questo che vorresti dire? –
-
Niente! Solo che ti trovo irresistibile quando ti comporti in maniera
strana. – Rispose ricominciando a baciarla
–
Oggi se vuoi potremmo andare un po’ in biblioteca. –
Lei lo guardò e rispose
– Stasera? Ma sarà deserta! - .
-
Appunto! Tutta per noi! –
Rise ed Hermione annuì per niente convinta. Quella sera in
biblioteca cominciarono a baciarsi come
facevano di solito, ma Hermione era confusa perciò stava per fermarsi, quando
con suo grande stupore fu Harry a bloccarsi senza dare spiegazioni, dicendo
soltanto che si era fatto tardi. Il giorno dopo Hermione continuò a pensare
alla faccenda: lei stava con Harry, ma non lo amava, anche se provava qualcosa
di molto profondo per lui che era come un fratello; invece sentiva qualcosa di
diverso per Ron, qualcosa di più strano ed eccitante… ma non ne era
completamente sicura e poi Ron stava con Lavanda. Decise di lasciar perdere per
il momento: avrebbe chiesto consiglio a Ginny dopo le lezioni. Così fece
dicendo all’amica
–
Ginny ti posso parlare? –
Lei annuì e insieme andarono nel dormitorio che era vuoto
–
Si tratta di Ron, vero? –
Chiese Ginny provocando così un immediato pensiero nella testa di
Hermione: Ginny sa tutto! Cercò di mantenere la calma e le rispose abbastanza
tranquillamente – Si e anche di Harry. –
Ginny sospirò ed Hermione le chiese
–
Ron ti ha detto qualcosa? –
Lei scosse la testa e rispose
–
No, ma si intuisce dalle occhiatacce che rivolge a te e a Harry. E’
abbastanza evidente che gli piaci. –
Hermione chiuse gli occhi e inspirò a fondo, poi disse
– Lui me l’ha rivelato, ma io sto con Harry! –
-
E logicamente gliel’hai detto, ecco perché è così arrabbiato –
Continuò Ginny, ma Hermione scosse la testa
–
Non gli ho risposto. Non sapevo che dire, ne quello che provavo. L’ho
lasciato andare senza mostrare interesse, ma neanche il contrario! –
–
Stava quasi per piangere.
–
Ma tu… tu cosa provi per Ron? –
Chiese Ginny preoccupata. Hermione alzò le spalle dicendo
–
Non lo so, sto cercando di capirlo; ma mi sembra qualcosa di nuovo, che
non ho mai provato…-
Ginny era a dir poco furibonda
–
Ed Harry? Hai pensato a lui e ai suoi sentimenti? –
Hermione annuì
–
Lo penso sempre, ma… più lo faccio più capisco che è come un fratello
per me e…-
Si fermò e guardò l’amica. Ginny stava
piangendo ed Hermione non capiva perché, ma poi lo intuì
–
Ginny… tu… tu ami Harry! Da quando?
–
Era a dir poco stupefatta e Ginny
rispose
–
Da quando lo conosco, l’ho sempre amato, ma lui non si è mai accorto di
me; perché pensava prima a Cho Chang ed ora a te. Io non esisto per lui! –
Cominciò a singhiozzare sempre di più. Hermione le mise una mano
sulla spalla e le sorrise
–
Mi dispiace… io non lo sapevo! Ma sono sicura che prima o poi Harry ti
vedrà per come sei… dolce e affettuosa nei suoi confronti. –
Ginny si scansò e ringhiò
–
Non dire sciocchezze! L’unica cosa che posso dirti è… non giocare con i
suoi sentimenti, ti prego! –
Scappò via. Hermione andò nel bagno a lavarsi la faccia dalle
lacrime, poi si diresse a pranzo, ma mentre percorreva le scale vide Draco
Malfoy. Cercò di evitarlo, ma lui la vide e disse
– Hey, mezzosangue! Come stai? –
-
Stavo meglio prima di vedere la tua brutta faccia, Malfoy! –
Lui rise
–
Come siamo scorbutiche oggi! Problemi con Potterino e Wisleuccio? -
Hermione lo spinse contro il muro uscendo la bacchetta e dicendo
– Non provocarmi, Malfoy! –
-
La mezzosangue Granger che
infrange le regole, che spettacolo! –
Hermione stava per schiantarlo, ma due braccia possenti
l’afferrarono e la trascinarono via lasciando libero il serpeverde. Hermione si
voltò… c’era Ron dietro di lei che l’aveva immobilizzata e che continuava a
ripeterle
–
Non ne vale la pena Hermione, lo sai. Ti metteresti solo nei guai. –
Lei annuì e lui la lasciò. Malfoy intanto continuò a sfotterli
–
Dovresti insegnare le buone maniere alla tua signora Wisleuccio! Non si
comporta così una Weasley MEZZOSANGUE! –
Urlò tremendamente l’ultima parola, facendola risuonare nelle
orecchie di Hermione che scappò via, inseguita da Ron.
–
Hermione, dove sei? –
La chiamò il rosso non trovandola; poi la vide seduta cu una
roccia in giardino, le si mise accanto e disse
–
Stai bene? –
Lei annuì, ma tenne la testa bassa per non far vedere che stava
piangendo, ma Ron le mise una mano sotto il mento sollevandolo
–
Hey, te la sei presa così tanto? Quel cretino ci rompe sempre, ma tu
non hai mai perso le staffe! Che hai? –
Lei sospirò e rispose
–
E che sono molto confusa in questo periodo. –
Lui divenne triste e chiese
–
E a causa di quello che ti ho detto in biblioteca? –
Lei scosse la testa incerta
–
No, quello mi ha fatto riflettere e capire che sto sbagliando tutto…
con Harry… con TE. –
Ron annuì e si alzò dicendo
–
Io sono qui, ma non posso aspettare in eterno. Chiarisci quello che hai
dentro. Io domani lascerò Lavanda, fai lo stesso con Harry, se provi qualcosa
per me. –
Anche Hermione si alzò e rispose
– Non è così facile, Ron! Ho bisogno
di tempo e non voglio ferire Harry! –
-
Eh si, meglio far soffrire me, no? Tanto io aspetto! Non è così
Hermione, io non aspetterò in eterno! –
Si voltò e se ne andò lasciando Hermione ancora più triste di
prima, ma più decisa su ciò che doveva fare… il prima possibile, subito. In
sala grande c’erano solo Harry con Seamus e Neville; la ragazza gli si avvicinò
mettendosi vicino ad Harry che tentò di baciarla, ma lei si scansò e disse
–
Scusate ragazzi. Harry ti posso parlare un attimo? –
Lui annuì e salutò gli amici. Lo portò in giardino dove era appena
stata con Ron e disse – Devo parlarti di noi e del nostro rapporto.
Harry si sedette e disse ironicamente
-
Immagino che stiamo in crisi. E’ sempre così quando un dice all’altro
“Devo parlarti di noi”. –
Lei lo sgridò
–
Sii serio, per favore! Io… E’ da un po’ che volevo parlarti… spiegarti
che… io ti voglio bene, davvero! Ma non provo per te quel trasporto, quella
passione che… -
Harry intervenne
–
In poche parole, non mi ami. E’ così? –
Non sembrava molto agitato. Hermione annuì e aggiunse
–
Mi dispiace, ma spero che questo ci permetterà comunque di essere amici
come prima… -
Harry sospirò e chiese
– E’ Ron l’altro? –
-
Non è che… non ha importanza…-
Si affrettò a dire Hermione, spaventata dalla reazione che Harry
avrebbe potuto avere verso di lui, ma il ragazzo insistette
–
Allora… è Ron? Rispondi! –
La ragazza non era pienamente convinta, ma poteva solo accennare
un si. Harry non si arrabbiò o almeno non sembrava adirato; invece disse
–
Me n’ero accorto, sai? Dal modo in cui ti guardava… da come tu sei
stata sfuggente in questo ultimo periodo! Devo confessarti che anch’io non
provo quello che dovrei provare, cioè… ti amavo all’inizio, ma poi i miei
sentimenti si sono affievoliti e solo adesso comprendo che tu sei la mia
migliore amica, niente di più niente di meno. Ora l’ho capito… -
Hermione cominciò a piangere e lo abbracciò facendolo cadere
sull’erba, era tornato il suo amico di sempre!
Dopo aver chiarito con Harry, Hermione corse nel
dormitorio maschile a cercare Ron, ma non lo trovò. Poi andò nella sala grande
e lo vide… seduto al tavolo dei grifondoro, al suo solito posto, ma con un’aria
diversa… sconfitta. Gli corse incontro e gli si sedette accanto imbarazzata;
lui si girò e le sorrise chiedendo
–
Ehm… Hai ancora la tua dolce metà? –
Hermione sospirò abbattuta e rispose
–
Si. –
Ron annuì tristemente, ma Hermione continuò
–
E’ proprio qui davanti a me! –
Ron si girò, ma lei lo costrinse a guardarla e disse
–
Sei tu, stupido! –
Lo baciò lentamente, godendo quel momento tanto sospirato con
colui che amava.
Dopo qualche settimana i quattro amici si ritrovano
tutti seduti a pranzo insieme. Ron ed Harry hanno chiarito e sono tornati
amici; così come Hermione e Ginny.
–
Oggi ricordatevi del quidditch. –
Rammentò Harry a Ron e Ginny che annuirono.
– Con chi si gioca oggi? –
Chiese Hermione.
–
Serpeverde –
Rispose Ginny, poi si affrettò a far assaggiare una patatina ad
Harry mettendogliela in bocca; lui la mangiò e poi la baciò. Hermione sorrise,
ma pensò che quei due erano sempre più sdolcinati, mentre lei e Ron avevano
sempre mantenuto una maggiore distanza in pubblico, cosa che li faceva
canzonare da tutti come la coppia più fredda della scuola; infatti Hermione
aveva più contatti con Harry che con Ron e questo non andava giù al rosso.
Secondo Hermione loro dovevano entrare in intimità quando erano soli, ma Ron
approfittava di ogni occasione per toccarla o accarezzarla facendola diventare
rossa come un pomodoro. Poco prima della partita di quidditch, Ron andò a
trovare Hermione che aveva già preso posto sugli spalti e le indicò il cielo
dicendo
–
Il tempo è da sballo! Credo che sarà una partita piacevole –
Lei annuì sorridente, ma il suo sorriso si spense quando Ron
cominciò a baciarle il collo
–
Ron, smettila! Vedi di tenere a bada i tuoi istinti, soprattutto in
pubblico! –
Lo sgridò allontanandosi; lui serrò i denti offeso e rispose
gridando
–
Va bene, l’animale se ne va! Contenta? –
Lei rispose
–
Ma che dici? –
Ma lui non le diede retta e continuò a gridare facendo girare
molti ragazzi vicino a loro
–
La verità, tesoro, e che tu non fai altro che dirmi “ Frena i tuoi
istinti Ron!” “ Ron, controllati! Sii più maturo” non appena ti tocco, il che
mi sembra non solo esagerato, ma addirittura folle! Scusami se ogni tanto sento
l’impulso si baciare o abbracciare la mia ragazza! –
Alcuni tra i maschi risero, ma Hermione era paonazza e cominciò a
gridare
–
Il fatto, Ron, e che tu sei un porco! Non perdi occasione di toccarmi
il sedere o le gambe! E poi non sai fare altro che quello, perché non parli mai
con me. Mi tratti come la tua bambola, buona solo per una cosa secondo te! –
Molte ragazze annuirono ed applaudirono. Ron era viola in faccia,
ma inspirò e continuò
–
“ Quella cosa” come la chiami tu, è normalissima tra due fidanzati, ma
forse è troppo, come dici tu, “superare i limiti”! Comunque meglio dimostrare
il proprio affetto che tenerselo dentro o peggio ancora non nutrirlo affatto! –
Hermione stava per piangere, riuscì solo a chiedere
–
E’ questo che pensi? –
Ron annuì
–
E’ l’unica spiegazione possibile… -
Lei trattenne le lacrime e disse
–
Benissimo, non abbiamo più niente da dirci allora! Addio –
Cominciò a correre verso il castello, mentre Ron diede un calcio
alla scopa e si mise le mani tra i capelli. Non voleva più sentirlo, non voleva
più vederlo… questo pensava Hermione mentre correva verso il dormitorio; poi
però andò a sbattere contro qualcuno alto e biondo: Malfoy e cadde. Il ragazzo
le tese una mano, ma lei si alzò da sola e, senza guardarlo, continuò a
camminare.
–
Problemi… Hermione? –
Lei si voltò, non era possibile, Malfoy aveva detto il suo nome!
–
No –
Rispose all’inizio seccata, ma poi aggiunse
–
Non voglio parlarne! Lasciami in pace! –
Ma Malfoy non se ne andò, anzi la costrinse a sedersi sulle scale
e si mise accanto a lei. - Faresti meglio ad andare, la partita sta per
incominciare.
–
Lui scosse la testa –
Ora si stanno riscaldando e poi non possono cominciare senza il
miglior giocatore! Lei rise e pensò
che, dopotutto Malfoy non era così cattivo; e allora perché si ostinava a fare
lo sbruffone?
-
Ho appena lasciato Ron –
Disse.
–
Ah, capisco… e come mai? –
Chiese senza vergogna. Hermione lo trovò assai sfrontato nel fare
quella domanda su una cosa così personale, ma non riuscì a non rispondere
–
Siamo troppo diversi… credo. –
Lui annuì e disse
–
E’ successa la stessa cosa tra me e Pansy Parkinson. Stessa casa,
stessi amici, stesse lezioni, ma comunque troppo diversi. E’ difficile trovare
persone che ti capiscano veramente. Io sono il primo che critica gli altri, ma
so che non è giusto… -
Hermione si trovò molto vicina a Draco durante la conversazione e,
non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
– Hai ragione. Anche io critico gli
altri e più mi convinco che è sbagliato e più mi viene naturale. Harry e Ron
sono i miei migliori amici, ma sono totalmente diversi da me! –
-
Almeno tu hai degli amici. I miei sono come dei servitori, lo fanno
perché hanno paura di me. Sai perché ti prendo in giro in continuazione? –
Lei scosse la testa.
–
Perché tu non mi temi e non mi rispetti e questo ha suscitato una
grande paura in me; così per mostrarmi superiore cerco di detestarti, ma più lo
faccio e più mi rendo conto di essere inferiore. –
Hermione annuì solennemente e chiese
–
E mi detesti? –
Il ragazzo aprì bocca per rispondere, ma ci pensò un attimo e
rispose
–
Non lo so. E tu? –
Lei sorrise e rispose
–
E come potrei non detestarti? –
Entrambi risero; poi Draco si rabbuiò e continuò
–
Hai ragione. Non ho mai fatto nulla per mostrarti il mio rispetto nei
tuoi confronti, anzi ti ho sempre dimostrato il contrario. –
Sospirò triste e la ragazza gli prese la mano e disse
–
Lo stai facendo ora comportandoti come un amico… un vero amico. Grazie
Draco. –
Draco arrossì e disse
–
No, grazie a te… Hermione. –
Un fischio ruppe il silenzio… la partita era incominciata. Malfoy
si alzò le porse una mano, lei la prese e insieme si diressero verso il campo…
senza vergogna, senza rancore, ma con la pace nel cuore.