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Autore: sakichan24    15/09/2013    1 recensioni
... soprattutto se effettuata dai maggiori capi di certi team a noi molto noti! Questa storia parlerà appunto di un'unione tra Giovanni, Max, Ivan, Cyrus e Ghecis. Ash si è sposato ed ha un figlio, sarà quest'ultimo a determinare le sorti del mondo... la strana alleanza riuscirà nel suo malvagio intento? O verrà fermata dal pargoletto di Ash? O si rovinerà da sola? E poi quale sarà questo malvagio intento?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Salveee!!!!!!!!! Scusate il ritardo nell’aggiornamento, ma ho avuto da fare e mi si era bloccata l’ispirazione T_T lo so che questo capitolo è corto, ma perdonatemi… comunque ne approfitto per ringraziare chi ha recensito/recensisce/recensirà la storia e chi l’ha inserita/la inserisce/la inserirà tra le preferite/le seguite/le ricordate. E ringrazio anche i lettori silenziosi. Buona lettura!!
 
L’atmosfera che si respirava quella mattina al covo era di pura tensione… ma anche no. Ognuno si stava facendo gli affari propri e calcolando che lì si trovavano 27 persone sembrava di essere al club delle comari di paese. Acromio e Plutinio si scambiavano consigli di informatica, Saturno e Martes erano in un angolo a guardarsi spaesati tenendosi per mano, il Trio Oscuro occupava gli altri tre angoli della stanza, tutti gli altri socializzavano scambiandosi numeri di telefono. L’unico che non veniva considerato da nessuno era Ghecis, che cercava di ottenere l’attenzione schiarendosi la gola, con scarsi risultati. All’improvviso gridò: – BAAAASTAAAAA!!!!!!
Questo bastò a far calare il silenzio nella stanza affollata.
– Allora, – cominciò Ghecis – sapete tutti perché siamo qui.
L’affermazione fu seguita da qualche accenno di assenso da parte dei presenti.
– Dobbiamo decidere la data della partenza. Io non conosco la maggior parte di voi, quindi…
– Per l’esattezza non ne conosci il ~55.6% – lo interruppe Plutinio con un foglietto scarabocchiato in mano. Ghecis lo fulminò per bene con lo sguardo prima di proseguire.
– Dicevo, quindi sarò chiaro ed esplicito. Uno: nessun tipo di distrazione sarà tollerato. Due: cercate di non fare mosse azzardate. Tre: mi aspetto che i capi si impegnino a tenere a bada i propri sottoposti.
Sedici paia di occhi si girarono offese verso Ghecis, che non fece una piega.
– Ma sentilo – borbottò Giovia a Rossella – ci tratta manco fossimo bambini di due anni.
– Dobbiamo decidere la data della partenza – continuò il capo del Team Plasma – idee?
La partecipazione alla domanda sarebbe stata maggiore se Ghecis avesse parlato ad un pubblico di mattoni. Tutti cominciarono a grattarsi la testa guardandosi intorno, aspettando che qualcun altro esprimesse la sua opinione. Il risultato fu che Ghecis perse completamente la pazienza: – MA INSOMMA!!!!! VI REPUTATE DEI GRANDI CRIMINALI E NON SAPETE DECIDERE UNA *biiip* DI DATA?!
A quel punto cominciarono tutti quanti a blaterare giorni a caso, col risultato che non si capiva più niente.
– Insomma, gente, un po’ di silenzio – si intromise Acromio, notando il fatto che Ghecis fosse vicino all’autodistruzione.
– Adesso cerchiamo di fare silenzio e parlare uno per volta. Quali sono le proposte?
– Un qualche giorno compreso tra domani pomeriggio e venerdì prossimo – disse Ottavio anticipando tutti gli altri.
– Ok, c’è qualcuno che non è d’accordo?
Nessuno rispose.
– Ok, allora facciamo… giovedì. Va bene per tutti?
Un mormorio di assenso si diffuse tra la folla.
– Perfetto. Partiremo dalla stazione Ruotadentata, basta che prendiate il treno da Roteolia. Vestitevi da persone comuni, non è il caso di farsi notare. Ognuno da lì prenderà il treno per la regione che lo aspetta. Ora vi consiglio di andare a dormire, da domani comincerete a preparare le cose per il viaggio. 
La stanza cominciò a svuotarsi lentamente, con un continuo scambio di “Buonanotte”, “Ci sentiamo” e “Ricordati di chiamare”. Alla fine rimase solo uno stanchissimo Ghecis, che guardava i muri spogli della casa come se avesse dovuto abbandonare la sua terra natia. Dopo un po’, sospirò e si diresse verso l’uscita sul retro, che ormai era diventata la porta principale.  Sarebbero state delle settimane lunghe, quelle a venire.
   
 
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