Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rota    15/09/2013    6 recensioni
Tra coperte e panni bianchi, avvolto in uno strato rugoso di pelle rossa, il fagotto che Rivaille sostiene e abbraccia in uno dei gesti più paterni che la sua natura gli suggerisce non è né così pesante né così brutto come ha in precedenza immaginato, specialmente quando ogni sua più ottimistica aspettativa di un'esperienza genitoriale istruttiva e matura è stata brutalmente frantumata dall'urlo disumano del primo della sua prole, separato dal grembo caldo della madre da a malapena due minuti e mezzo – chiacchierone e lagnoso: che quell'affare sia figlio di Hanji non c'è proprio il minimo dubbio.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji, Zoe, Nuovo, personaggio
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Father's days
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Rivaille, Hanji Zoe, Nuovo Personaggio
*Generi: Sentimentale, Commedia
*Avvertimenti: What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating: Verde
*Note: Inizio col dire che apro questa raccolta per non sapere quando pubblicherò il prossimo capitolo/la finirò XD domani inizia l'università e sarò abbastanza impegnata, sicché D:
Però ci tenevo parecchio, perché è un'idea che mi frulla in testa da qualche giorno XD
Spero possiate gradire :D

 

 

 

 

Tra coperte e panni bianchi, avvolto in uno strato rugoso di pelle rossa, il fagotto che Rivaille sostiene e abbraccia in uno dei gesti più paterni che la sua natura gli suggerisce non è né così pesante né così brutto come ha in precedenza immaginato, specialmente quando ogni sua più ottimistica aspettativa di un'esperienza genitoriale istruttiva e matura è stata brutalmente frantumata dall'urlo disumano del primo della sua prole, separato dal grembo caldo della madre da a malapena due minuti e mezzo – chiacchierone e lagnoso: che quell'affare sia figlio di Hanji non c'è proprio il minimo dubbio.

Sa cosa deve aspettarsi, da quell'essere, e per quanto sappia di essersele andate a cercare, concependo con la propria compagna quella nuova forma di vita urlante, e di essere più o meno l'unico responsabile di quello specifico suo male, non riesce a pensare con serenità ai giorni a venire, tra notti insonni e pannolini da cambiare e capricci di Hanji ai quali non potrà più opporre la giusta e ragionata resistenza, che sembra decisamente brutto persino a lui dire di no a una neo mamma.

La paura di ogni uomo maschio si palesa al suo spirito in tutta la sua forza grazie specialmente al peso del pupetto e si fa materia viva, concreta.

-Rivaille! Rivaille, vieni qui!

Lei è ancora distesa nel suo letto, i capelli sfatti e umidi di sudore, la pelle lucida e i muscoli deboli per lo sforzo. Accanto al letto, sul comodino di sinistra, c'è il catino pieno d'acqua calda e tutti gli strumenti lavati dal sangue più scuro; a destra, con un panno sporco in mano, una levatrice sorride tranquilla.

Ma è il sorriso di Hanji che cattura l'attenzione dell'uomo e lui non può resistere alla richiesta implicita nelle sue mani protese e del suo sguardo pieno di desiderio. Si avvicina e le porge il pacco.

-Come lo chiamiamo?

Sono entrambi incantati dal piccolo, per qualche strano motivo, e dalle sue ciglia lunghe e scure – l'espressione corrucciata e quella linea sottile ma ben marcata che gli attraversa tutta la fronte sembrano ribadirne la paternità, come se fosse veramente necessario.

Rivaille non ha il minimo dubbio nella voce né la minima esitazione.

-Mike.

Hanji gli sorride ma non conserva la forza di fare altro: usa tutta l'energia che le è rimasta per sostenere il piccolo e tenerlo stretto al proprio petto. L'animo di Rivaille, in quel preciso momento, è sgombro di pensieri e di preoccupazione.

Poi Mike strilla e li assorda entrambi, l'idillio è finito e la realtà piomba come un machete sulle loro teste, nella forza e in tutto ciò che implica una nuova paternità e di una nuova maternità.

Rivaille fissa con un certo astio il fagotto che Hanji tiene tra le braccia e che scuote nel tentativo di calmare in qualche modo. E sa, più che mai, che è questa e non quella contro i Giganti la vera sfida della sua vita per la sopravvivenza.

Così attua la prima mossa di una grande strategia: si tappa le orecchie ed esce dalla stanza, lasciando levatrice e madre prima che sia troppo tardi e lo coinvolgano in qualche modo.

   
 
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