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Autore: Cruel Heart    15/09/2013    4 recensioni
“Avril! Avril!”
Eccolo, lo sento.
“Sei qui…” mormoro appena.
“Sì, amore, sono qui, sono qui…”
“Ti amo…” ho solo la forza di dirgli.
Poi, finalmente, il buio cala su di me.
*********
Una ragazza con una corazza forte e menefreghista, ma con un'anima fragile e bisognosa d'amore, si trasferirà in una città che odia, con la madre di cui non ha notizie da dieci anni, e il nuovo patrigno.
Le sue giornate saranno una battaglia continua, sia a casa, ma soprattutto a scuola.
Cosa succederà, se incontrerà un antipatico testardo e strafottente?
Cosa succederà, se quel ragazzo capace di tenerle testa, sarà un biondino con uno skate?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve people!

Ringrazio chi ha messo questa ff tra:

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Ok, auguro una buona lettura a tutti!

 

 

 

Avril Lavigne – I love you

 

 

Pov Avril

 

Aveva detto veramente ciò che le mie orecchie avevano sentito?

Ero senza fiato, lo guardavo imbambolata, non so se per la proposta totalmente assurda ed inaspettata, o se per via di quegli occhi azzurri che mi scrutavano così intensamente da stravolgermi.

Ero stupita, non avevo parole per la sua confessione, e anche per il fatto che una come me potesse piacergli.

 

Ed io…

Cosa provavo veramente per lui?

 

Provavo due sentimenti contrastanti: Mi piaceva da impazzire quell’Evan gentile, buono, che mi aveva aiutato fuori dal Passion Skate, quando ero stata in difficoltà.

 

Mi piaceva quell'Evan che mi baciava con una dolcezza assurda, senza pretendere nulla in cambio.

 

Mi piaceva quell’Evan che mi aveva fatto mangiare il mio dolce preferito, senza saperlo.

 

Mi piaceva quell’Evan che, pur di non farmi soffrire il freddo, mi aveva messo sulle spalle il suo giubbotto, con il risultato che poi s'infreddoliva lui.

 

Evan mi piaceva da matti, mi attraeva tantissimo, ma non sapevo cosa dire, cosa fare.

 

I suoi tentativi di conquistarmi mi lusingavano, mi facevano sentire apprezzata ed importante ma...avevo paura. Paura d'innamorarmi e di essere presa in giro da lui.

Così, glielo chiesi direttamente.

 

"Taubenfeld, mi stai prendendo in giro?" 

 

"No Avril, non ti sto prendendo in giro. Io...io ti amo veramente." Disse quelle parole con una disinvoltura ed una dolcezza assurda.

 

Fece battere forte il mio povero e tormentato muscolo cardiaco che andava sempre più per conto suo.

Prima mi scostò un ciuffo di capelli dal viso, poi afferrò le mie mani e se le portò alla bocca, cominciando a baciare ogni mia singola nocca. Sentivo il calore delle sue labbra sulla mia pelle e mi piaceva… mi piaceva troppo.

Il suo modo di guardarmi era palesemente carico d’amore. I suoi occhi, così dolci e sinceri, erano troppo intensi, il suo profumo era troppo inebriante. Per un attimo, non riuscii a respirare.

Lo guardai ancora in quei bellissimi occhi azzurri, e, in quel momento, crollò del tutto quella maschera di pacata tolleranza che avevo indossato fino a quell’istante.

 

Capii che lo desideravo anch’io, che mi piaceva davvero tanto e che volevo stare con lui.

Sapevo di provare qualcosa di veramente forte, viscerale, che nasceva da dentro di me, che riusciva a travolgermi, a frastornarmi, a confondermi e non farmi più ragionare con lucidità.

Lui mi amava e io lo desideravo.

Così, cercai di lasciarmi andare, di accettare quello che aveva da offrirmi senza pensare troppo, senza impormi stupidi limiti. Era giunto il momento di vivere veramente, di provare veramente delle emozioni.

 

"Beh... Questo è un bel problema, allora... "dissi, abbassando gli occhi e mordendomi il labbro inferiore.

Poi, li rialzai e allungai una mano e, senza accorgermene, gli stavo accarezzando il viso, totalmente impietrito dalla mia rivelazione.

Le mie mani viaggiavano sulla sua tempia, sulla sua guancia; sentivo sotto le mie dita la sua pelle calda, ruvida per via del sottile strato di barba.

Poggiò la sua mano sulla mia che stava sulla sua guancia. La trattene qualche istante, poi la prese e la spostò sulle sue labbra.

Mi baciò il palmo con dolcezza.

 

"Perché...credo di amarti anch'io."

Gli diedi il tempo di assimilare la notizia, ma lui mi sorprese.

Si avvicinò a me, mise le sue braccia attorno ai miei fianchi e mi abbracciò forte, sospirando e facendo aderire perfettamente il suo torace al mio petto. La sua faccia era immersa tra i miei capelli.

 

Il mio cuore cominciò a battere più velocemente, e lui poteva sentirlo martellare come io sentivo il suo.

Poi lo sentii muovere, sentii le sue labbra vicino al mio orecchio e mi sussurrò lievemente:"Avril, posso baciarti?"

 

"Sì."

Con dolcezza, spostò i miei capelli dietro le orecchie, si avvicinò lentamente e mi posò un bacio sulla punta del naso. Si allontanò e mi fissò negli occhi.

Ero completamente senza fiato.

 

Si riavvicinò nuovamente, sfiorandomi appena le labbra. Quanto desideravo baciarlo!

Poi, intensificò quel contatto, appoggiando le sue labbra calde sulle mie e dandomi un bacio dolce, casto, delicato.

Era la sensazione più bella che avessi mai provato. Non aveva nulla a che fare con i baci precedenti. Era qualcosa di totalmente diverso.

Rimase fermo sulle mie labbra per un lungo ed infinito istante, per poi allontanarsi di nuovo. Mi accorsi che il mio corpo non voleva più scostarsi da lui. Abbracciata così, mi sentivo bene, al sicuro, protetta. Mi sentivo in paradiso.

 

Evan avvicinò di nuovo le sue labbra alle mie e mi baciò. Il mio cuore riprese a martellare a contatto con le sue morbide e calde labbra. Mi stava scatenando una valanga di emozioni che mi sconvolgevano completamente.

Le sue labbra si tuffarono sulle mie, avvolgendole.

La sua lingua impetuosa entrò nella mia bocca. Mi abbandonai al suo bacio con altrettanto ardore. 

Le nostre lingue ormai avevano preso confidenza. Le mie mani si posarono sulle sue guance e gli sostenni il viso mentre ci baciavamo, beandomi del caldo contatto con la sua pelle.

Le sue mani salivano e scendevano lungo la mia schiena accarezzandomela dolcemente, facendomi fremere ad ogni passaggio.

Mi strinse forte a sé senza mai staccare il contatto delle nostre labbra . Le nostre lingue si cercavano e si scontravano dolcemente.

La vicinanza pressante dei nostri corpi mi fece ansimare e meravigliare di me stessa.

Perché ogni volta che Evan mi baciava, io non capivo più niente? Per quale ragione, ogni volta che le sue labbra toccavano le mie, il mio cervello si scollegava ed andava totalmente in blocco?

 

Le mie mani scivolarono sulla superficie muscolosa del suo petto. Non riuscivo a ricordarmi come fossero arrivate lì.

Lo volevo. Mi piacevano i suoi baci, mi facevano girare la testa.

Desideravo baciarlo ancora ed ancora. Avrei passato la mia intera vita a baciare quelle labbra, a sentirlo così vicino.

Per la prima volta, mi lasciai guidare dal mio istinto. Annullai la ragione e tutta la mia razionalità, per immergermi in quel mare di sensazioni che mi facevano finalmente sentire viva.

Alla fine, mi staccai un po' da lui, per cercare di riprendere fiato.

 

Mi guardò dritto negli occhi e avvicinò la sua fronte alla mia. "Fidati di me, ti proteggerò da tutti e da tutto. Avril, io ti amo".

 

"Anch'io ti amo." Fu l’unica cosa che riuscii a dirgli in quel momento.

 

Lui sorrise e mi baciò la fronte, con dolcezza, come si bacia una bambina.

 

"Dai, torniamo a casa."

 

Montammo sulla moto, e allacciai senza indugio le mie braccia alle sue, proprio come all'andata.

Mi sentii completamente al sicuro. Volevo credere ad ogni parola che aveva detto, volevo fidarmi ciecamente e lasciarmi cullare da quella sensazione di beatitudine.

 

 

Pov Evan

 

Dopo un viaggio che mi sembrò più breve dell'andata, arrivai a casa sua.

Il mio cervello era completamente in stand-by, perso, scollegato, per quello che era successo.

Non avrei mai creduto che mi potesse ricambiare, e soprattutto non con la stessa intensità. Ma, per fortuna, mi ero sbagliato.

Scesi dalla moto, e, ovviamente, aiutai a scendere anche lei.

La guardai negli occhi, quegli occhi che mi avevano conquistato sin dal primo momento.

Desideravo baciarla, non resistevo più. Le presi una mano tra le mie, era ghiacciata. Forse, anche lei come me, era agitata.

 

"Signorina Lavigne, potrei mostrarle cosa intendo fare adesso, prima di darle la buonanotte?" Cercai di sdrammatizzare, per alleggerire la situazione.

 

"Certo, signor Taubenfeld." mi rispose.

 

Mi avvicinai piano, lei mi guardò con dolcezza ed accennò un piccolo sorriso.

Il mio cuore sussultò. Mi stava sorridendo anche con gli occhi e subito io ricambiai quel sorriso, che era tutto per me.

Che stupido, sciocco innamorato che ero.

 

Le accarezzai il viso con il palmo della mano, mentre non smettevamo di fissarci negli occhi. Quelle sue bellissime pozze color cielo mi guardavano, e potevo vedere la mia stessa emozione riflessa.

Lentamente, avvicinai le labbra alle sue e le assaporai, trattenendole e mordicchiandole lievemente con le mie per poi baciarla dolcemente con un tenero e casto bacio.

Sentii le sue labbra schiudersi appena: era l’invito che stavo aspettando.

Infilai la mia lingua in quella fenditura, piano, e cominciai ad esplorare la sua bocca. Muovendo lentamente la mia lingua, andai alla ricerca della sua. Non appena la trovai, cominciai ad accarezzarla dolcemente e lei rispose alle mie carezze.

Cazzo, avevo il cervello completamente in tilt. Era meraviglioso!

Persi completamente la cognizione del tempo e, quando ci staccammo, mi resi conto che quel bacio era stato straordinario. Come il precedente, non l’avrei mai dimenticato.

 

La fissai ancora negli occhi, prima di accarezzarle dolcemente la guancia, e di sussurrarle:"Buonanotte."

 

"'Notte." mi rispose, dopo essersi alzata sulle punte, ed avermi soltanto sfiorato le labbra.

 

Dopo che mi fui assicurato che fosse entrata, me ne ritornai a casa mia.

Feci meno rumore possibile, e, forse, riuscii a non svegliare nessuno.

Mi svestii velocemente e mi buttai sul letto, allegro come non mai.

 

Poteva un cuore solo contenere tanta felicità?

Beh, non mi restava che scoprirlo.

 

 

   
 
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