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Autore: DrEaM_    15/09/2013    2 recensioni
Lui e lei erano così. Un giorno si parlavano, quello dopo no. Erano in guerra, in guerra aperta contro lo stesso nemico: la nostalgia. Perchè quando qualcuno ti manca, altre braccia non servono. E loro erano così, lontani e incazzati, con una malinconia che di notte veniva a cercarli, per ricordargli quanto bello era stato godere di quell'abbraccio..
Duncan e Courtney, forse, non avevano ancora capito, che bastava un loro sguardo per riuscire ad innamorarsi di nuovo, ancora e per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 11: Un addio imprevisto


“Buon viaggio ragazze, e veniteci a trovare più spesso!” la ragazza alla reception stava recitando le frasi di un copione che non la soddisfaceva più, ma uno stipendio come quello non lo trovava da nessuna parte. Era pur sempre una bella ragazza, nel tempo libero si divertiva sicuramente!
“Volentieri, arrivederci!” rispose Courtney che in realtà pensava di non volerci tornare mai più!
Nello stesso istante vide la ‘coppietta felice’ che faceva la sua uscita trionfante: lei sempre come ad un passo dal paradiso e lui sempre con la faccia da frustato che non ne può più della solita routine. Il suo sguardo cadde su quello di lei, ma subito si scostò sentendosi gli occhi pungenti sulla schiena ad esaminare ogni suo movimento.
Courtney non ne poteva più di quel maschilismo cinico e vigliacco che lo rendeva così dannatamente irritante, ma così sfacciatamente sexy e invitante. Era contrastante quello che provava per lui, mentre avrebbe voluto prenderlo a calci e pugni, lo avrebbe anche accarezzato e riempito di baci ovunque facendolo suo, come se fosse un peluche. Ripensando al dolore provato durante il reality che li aveva condannati alla separazione e collegandolo a quello che provava di affettuoso verso di lui, le veniva da piangere, urlare e sbraitare contro quella donna che gli aveva strappato dal petto un pezzo del suo cuore.

“Gwen che ne dici di partire??” chiese impaziente con le borsette in mano.
“Quanta fretta.. chi ti sta rincorrendo?” rispose ironica aprendo il baule della macchina.
“Nessuno, vorrei solo tornare a casa, sono stanco morto.”
“Ma ieri mi avevi promesso che mi avresti portato a pranzo fuori Duncan, è il mio compleanno!”
I nervi di Duncan erano a fior di pelle, tanto che se non l’avrebbe accontentata subito così da farla stare zitta, avrebbe operato ad un omicidio. Non la sopportava più, quella sua vocina acuta che continuava a impartirgli ordini o a ricordargli fatti o avvenimenti noiosi.. Non sapeva più come trattarla, però le voleva bene, non le avrebbe fatto del male; avrebbe preso il suo tempo per dirgli esattamente come stavano le cose, senza fretta. In tutta questa decisione il nome ‘Courtney’ non appariva per niente, infatti voleva solo divertirsi un po’ per conto suo o con gli amici e non pensare per un po’ all’amore.. Faceva bene? Sarebbe resistito alla tentazione Courtney?
Un volta entrato in macchina e arrestato i pensieri accese la radio e si concentrò sulla musica che passava di stazione in stazione, facendo riposare l amente e rilassare il corpo. Accanto a lui Gwen guardava il panorama dal finestrino con un sorriso stampato sul volto e gli occhi luminosi e sorridenti: era proprio per questa sua semplicità e bellezza che non riusciva a trattarla male, non riusciva a lasciarla come faceva con le sue altre ragazze avute in precedenza. O meglio, come aveva fatto con Courtney.
“Gwen, dove vuoi andare a mangiare?”
Gwen si girò pensierosa e consigliò una trattoria non distante dalla loro abitazione così da non stancarsi troppo. Duncan annuì e la portò a destinazione.
La trattoria era molto confortevole e familiare, si sentiva un buon profumo di pane fresco e di cibi deliziosi. Il cameriere li fece accomodare in un tavolo difronte ad una finestra che dava sulla città.
“Bello qui vero?”
“Si, molto carino..” rispose Duncan guardandosi intorno.
Ordinarono un menù di carne e uno di pesce, così da spizzicare da entrambi.
“Duncan, senti, io volevo chiederti scusa per come mi sono comportata quella notte.. Insomma non avrei mai dovuto fare… Tu eri ubriaco e io… Sono una stupida… Volevo aspettare per dirtelo, ma mi sento in colpa.. Vorrei solo che capissi che non è colpa mia…”
Il ragazzo non capiva quello a cui si stava riferendo Gwen, e si spaventò leggermente. Corrugò la fronte e Gwen, notando questo atteggiamento, prese aria e spiegò “Quella notte, tu eri ubriaco, qualcuno ti ha portato in camera e io.. Beh ecco, prima di perderti avevo incontrato un ragazzo molto gentile che mi aveva invitato a bere qualcosa con lui. Pensavo fosse una cosa innocente, ma purtroppo non finì proprio cosi.. Capisci ora?”
Duncan non riusciva a credere alle sue orecchie, ama soprattutto ai suoi occhi dato che Gwen non aveva perso la minima compostezza mentre narrava quell’accaduto: questo stava a significare che poco le importava se lo aveva tradito o meno. Allora perché i sensi di colpa?
“Gwen tu vuoi scherzare? Sei andata a letto con un altro la notte del tuo compleanno e me lo dici ora mentre pranziamo per festeggiare questa merda del tuo compleanno?? Sai cosa ti dico? Che mi fai schifo! Mentre io ero sbronzo da solo in una camera condivisa fino a poco tempo prima con te, tu eri in un’altra camera con uno sconosciuto!! Non me lo sarei mai aspettato da te, anzi si invece! Alla fine sei sempre la Gwen che ha fatto soffrire la sua migliore amica per aver baciato nel bagno di uno schifoso aereo il suo ragazzo!”
Gwen rimase colpita da quell’ultima frase che rispose: “Duncan stai dando i numeri! Ti rendi conto di quello che stai dicendo?? Io non penso di essermi baciata un invalido muto, ma penso di essermi baciata te che hai contribuito al cento per cento! Non scaricare ora la colpa su di me. E poi questa cosa è accaduta tempo fa e non ne ho voglia di riparlarne. Comunque sia è stata colpa tua, era la sera prima del mio compleanno e tu invece di stare accanto a me sei andato a sbronzarti chissà dove e chissà con chi! Sai, ti ho visto mentre baciavi Courtney in cortile oggi!!”
Colpito e affondato.

Gwen guardava la scena come se fosse un automa, con la bocca spalancata e le braccia distese lungo i fianchi, le mani strette a pugno e il cuore che decelerava. ‘Quella grandissima…!’ pensava mentre il volto di Duncan non si staccava da quello di Courtney. Una voglia matta di correre verso di loro e strapparle via tutti i capelli dalla testa le balenò in mente, ma rimase calma e continuò a vedere quella scena disgustosa. Non le salirono neanche le lacrime agli occhi, soltanto una rabbia mai vista, che avrebbe nascosto per bene, per quanto tempo non sapeva ancora..

Duncan appoggiò il tovagliolo al tavolo, si alzò facendo un rumore assordante con la sedia e disse: “Non ti voglio veder e mai più, tra noi è finita! Ti lascio le tue cose nel garage e riportami il doppione delle chiavi di casa. Gwen, è finita la partita.”
Gwen abbassò lo sguardo e annuì con la testa. In un certo senso si sentiva libera di un peso che aveva nel petto..
Era a tavola seduta da sola quando arrivò il cameriere con i piatti pronti e invitanti.
Si sedette nel posto dove prima era seduto Duncan e baciò la mano di Gwen che imbarazzata sorrise.
“Ce ne hai messo di tempo, tesoro.”












NdA:
Saaaalveee a tuttiiiii/eee haha, sono in vena di allungare le vocali! Allora che succede qua? Finalmente si sono lasciati, la ‘coppietta felice’ ha scritto THE END alla sua storia.. Contente? Beh, come vedrete Duncan non correrà subito da Courtney, passerà almeno un po’ di tempo.. poco.. o forse tanto… o forse niente.. hahaha vedrete!
Comunque sia, la cosa che mi piace di più di questo capitolo è l’apparizione del cameriere, o meglio del finto-cameriere! In realtà, come avrete ben capito, era il ragazzo che aveva corteggiato Courtney e Gwen in un’unica serata. Che bella cosa :’)
Beh ragazze ringrazio tutte voi che mi seguite, che leggete e che recensite, a presto e per qualunque chiarimento chiedete pure ;)
-DrEaM_
  
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