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Autore: KellyWatchTheStars    15/09/2013    1 recensioni
Madre e figlio decidono di trascorrere le vacanze estive in una villetta vicino al mare, ma non tutto è tranquillo come appare.
Dal secondo capitolo:
« Hai sentito anche tu? » sussurrò impaurito.
La madre annuì. Qualcosa vicino a loro si stava muovendo. Marco accese la luce del telefonino e la
indirizzò verso il luogo dal quale proveniva il rumore. Si notava chiaramente che c’era qualcosa, o
forse qualcuno, in mezzo all’erba incolta. Rabbrividì ripensando agli occhi che aveva visto quel
pomeriggio, attraverso le persiane aperte.
Genere: Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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IL SEGRETO DELL’ESTATE

CAPITOLO TRE

Stefania stava preparando la colazione quando Marco era sceso dalle scale correndo, visibilmente agitato. Era così spaventato che quasi gli mancava il respiro, mentre cercava di raccontarle ciò che era successo.
« C’è una ragazza nell’altra casa…ho visto una ragazza.. » riuscì a dire finalmente.
« E allora? Sembra che tu non ne abbia mai visto una! » rise Stefania, prendendolo in giro.
« Era pazza mamma! Era strana e…e sapeva il mio nome! »
« Magari mi ha sentito mentre ti chiamavo e vuole solo fare amicizia… »
« O magari soffre di disturbi mentali e vuole uccidermi! Ti prego, vieni a vedere! »
Voleva dimostrarle che non mentiva, quella ragazza l’aveva vista per davvero ed era sicuro che non aveva buone intenzioni. Ma appena si furono affacciati alla finestra, l’immagine che si mostrò ai loro occhi fu quella di una casa malridotta e, almeno all’apparenza, vuota. Tutte le porte e le finestre erano chiuse, e della fantomatica ragazza non c’era nemmeno l’ombra.
« Marco, sei sicuro di non essertelo sognato? »
No, che non se l’era sognato! Lui quella ragazza l’aveva vista. E’ vero, quella mattina si sentiva strano e si era svegliato con un forte mal di testa, ma non stava così male da immaginarsi le cose.
« Mamma, ti giuro che l’ho vista… »
Gli venivano i brividi al solo pensiero. Aveva spostato la tenda ed eccola lì, seduta a guardare la televisione, di spalle, nella stanza che stava proprio di fronte alla sua finestra.  I capelli biondi e lisci le ricadevano morbidi sulle spalle, e indossava un semplice pigiama bianco. Forse si era accorta che la stava guardando, perché subito si era girata verso di lui. Sorrideva, ma il suo sguardo era spento, vuoto. I suoi occhi erano puntati su di lui, ma sembrava che nemmeno lo vedesse. Aveva riconosciuto i suoi occhi, gli stessi che l’avevano spiato il primo giorno in cui lui e sua madre erano arrivati; quegli occhi che sembravano guardarlo dentro, capaci di fargli provare una fottuta, tremenda paura. Era una sensazione orribile perché quelle due sole volte in cui i loro sguardi si erano incrociati lui si era sentito inerme, inutile, incapace perfino di dire qualcosa. E poi l’aveva salutato.
« Ciao Marco… » aveva detto, sussurrandolo quasi, ma lui l’aveva sentito chiaramente, come se lei fosse stata lì vicino a lui, nella sua camera. Marco era terrorizzato, avrebbe voluto gridare ma dalla sua bocca non era uscito alcun suono. Era rimasto lì, con gli occhi sgranati e le gambe ancorate al pavimento, come paralizzato.
« Marco, mi senti? » la voce di sua madre arrivò ovattata alle sue orecchie « sei sicuro di stare bene? Mi fai preoccupare… »
« Si, ho solo un po’ di mal di testa… »
« Senti, io devo uscire fra poco…così ti compro anche qualcosa per questo mal di testa, va bene? E poi chiedo in giro se  qualcuno ha perso un cane, magari lo stanno cercando… »
« E mi lasci da solo?! »
« Ma non eri tu che ripetevi che ormai sei grande per passare le vacanze con me? » gli chiese ironicamente « E ora non posso lasciarti neanche mezz’ora da solo? »
« Posso venire con te? » la implorò lui.
Non aveva paura di restare in casa da solo. Di solito. Ma non dopo aver visto quella ragazza. Forse si stava solo facendo delle paranoie inutili, ma sentiva che stava accadendo qualcosa di strano. Qualcosa di brutto.
 
Era passata appena mezz’ora da quando sua madre era uscita ma a Marco pareva un’eternità. Aveva acceso la TV, per distrarsi un po’ e perché c’era davvero troppo silenzio in quella casa, ma purtroppo non c’era niente di interessante e cominciava ad annoiarsi. Decise di prepararsi qualcosa da mangiare, ma proprio quando stava per andare in cucina, sentì quell’inquietante cantilena che l’aveva turbato la notte prima . Mano a mano che i secondi passavano la musica aumentava e sembrava quasi penetrargli il cervello, sentiva la testa pulsare e il suo mal di testa diventare sempre più forte. Preso dal panico, corse in camera sua e si rifugiò nel letto. Rannicchiato tra le coperte, strinse a sé il barboncino che ormai lo seguiva ovunque. Voleva soltanto che sua madre tornasse al più presto. Voleva che quell’incubo finisse.
 
NOTE:
Scusate davvero se posto il capitolo soltanto ora, ma ho perso l’ispirazione e anche questo terzo capitolo non mi convince molto. Mi piacerebbe sapere che ne pensate, e capire i miei eventuali errori…se vi va, lasciate una recensioncina. Al prossimo capitolo (spero), Kriss.
  
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