Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Drakets    15/09/2013    0 recensioni
"I suoi errori gli venivano rinfacciato soprattutto dagli animali con cui conviveva, i suoi compagni, lui gli riprometteva di non commetterli più, ma a loro poco importava, l’importante per essi era farlo soffrire e non farglieli dimenticare"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un ragazzo diverso

 

 
Michael shephard, un ragazzo diverso.
 
Il piccolo Michael shephard, 14 anni, alto e schiena goffa, capelli neri, lucidi…costantemente in stato pietoso.
I suoi pensieri non si incentravano in altro che nell’avere un amore e degli amici, che più volte, lo avevano portato a commettere sbagli.
Un giorno come tanti, Michael intravide un cucciolo ferito nella strada per la scuola, sembrava affamato non che dolorante, lui lo prese e lo mise dentro una scatola con un pezzo della sua merenda; contrariamente a quanto gli altri potessero pensare, Michael era buono e gentile, ma ciò era costantemente coperto da una maschera di rabbia.
Arrivato nella sua scuola, Michael non potette fare a meno di sentirsi a disagio in mezzo alla folla di ragazzi e ragazze dalle menti malvagie e contorte, lui sentiva questa atmosfera di malvagità sulla sua pelle.
Sembrava che tutti guardassero lui ai suoi occhi, che tutti fossero pronti a giudicare ogni sua minima mossa, così cercava di reprimere ogni comportamento che a lui risultasse dannoso alla sua immagine.
Michael, come tanti altri ragazzi, non faceva altro che pensare alle ragazze, stilandosi persino una sua classifica tra quelle che conosceva e che gli piacevano di più.
Entrato nel ventre della balena, il giovane si sentì soffocare dalle decine di voci che soffocavano persino il suo respiro, rendendolo invisibile agli altri.
Vide la sua classe, che ai suoi occhi rappresentava una mandria di animali con un solo pensiero, fare casino.
Lui andava però dal suo amico Jimmy, Jimmy stewart, anch’esso con tendenze all’isolamento dal mondo.
Con lui Michael parlava bene, sembrava un'altra persona mentre con i suoi compagni rimaneva sempre taciturno ed attento ad ogni parola, ad ogni mossa, ad ogni singolo cambiamento che avrebbe potuto attirare attenzione su di lui.
Quando era in classe, Michael si sentiva in gabbia, non poteva fare nulla di ciò che avrebbe voluto fare per sentirsi meglio…alle medie, era del tutto diverso, aveva degli amici cari che lo sostenevano che ora, vedeva si e no una volta al mese.
Michael non è mai uscito dalla sua casa per incontrare una persona al di fuori della sua famiglia ma solo per altro: commissioni, scuola ecc.
Non si sentiva male quando usciva per la città, tuttavia qualche attenzione doveva prenderla per non attirare comunque attenzione.
Michael odiava la sua scuola, odiava i suoi compagni, odiava parte della sua vita mentre l’altra rimaneva “accettabile”.
Sicuramente se gli sbagli che aveva commesso non fossero mai successi, se i suoi sogni si fossero realizzati la sua vita sarebbe stata migliore, “vivibile”.
I suoi sogni erano 3: avere degli amici,avere un amore ed infine diventare un mangana, uno che disegna i manga.
Michael aveva la passione per la scrittura di storie, ne aveva scritte quasi 30 di vario tipo e ciò lo faceva sentire bene.
Ogni tanto si chiedeva però se in lui non ci fosse qualcosa di sbagliato, perché la sua vita era così miserevole?
Maggior parte degli sbagli che Michael aveva commesso erano a scuola, lui immaginava più volte un suo ipotetico ritorno al passato, per cambiare tutto, la sua depressione aumentava quando ci pensava.
Michael aveva l’intera collezione di Resident Evil e Silent Hill, i suoi giochi preferiti…Silent Hill aveva personaggi tristi e cupi e più volte ci si rispecchiava in essi ed immaginava cosa gli sarebbe successo semmai ci si fosse ritrovato in quella città.
Michael amava anche film come Saw l’enigmista, lui pensava che semmai fosse stato Jigsaw avrebbe punito tutte le persone che gli avevano fatto del male con diabolici giochi che li avrebbero fatti ricredere.
Più di una volta Michael andava sulla montagna che si affacciava sul suo paese a pensare e riflettere, considerava quella montagna come un’isole sperduta del pacifico dove nessuno lo avrebbe potuto trovare e dove poteva rimanere solo con i suoi ricordi nella quale ci si perdeva per ore.
La sua famiglia tuttavia non era male, ma non ci si trovava comunque a suo agio…si chiedeva il perché anche di questo ma quasi sempre senza risposta.
Michael capiva che tutto il male della sua vita era in qualche modo colpa sua, e dei suoi sbagli, che lo avevano condizionato a tal punto da odiare il mondo.
Lui odiava tutti, li disprezzava, li riteneva a volte inferiori a lui, trovava ripiego per queste affermazioni nell’evidenza, nella realtà quotidiana.
Michael aveva voluto parlare con qualcuno di tutto ciò ma nessuno lo capiva perfettamente, forse perché al mondo non esistevano persone come lui […]
Scaricava la sua rabbia sulle persone care invece di riversarla su chi gli aveva fatto del male, perché? Perché non ne aveva il coraggio.
Sin da bambino Michael aveva ricevuto dei piccoli traumi infantili che con l’andar del tempo divenivano indimenticabili e li nascondeva nella sua mente.
Tutte le sue esperienze lo avevano portato a reprimere la sua rabbia rendendolo un pappamolle senza la spina dorsale di ribellarsi di farsi sentire.
I suoi errori gli venivano rinfacciato soprattutto dagli animali con cui conviveva,i suoi compagni, lui gli riprometteva di non commetterli più, ma a loro poco importava, l’importante per essi era farlo soffrire e non farglieli dimenticare"
Lui avrebbe voluto ribellarsi all’oppressione che subiva ma in che modo? Non ne aveva ne la forza ne il coraggio necessari allo scopo e ciò lo rattristava sempre di più.
Un suo compagno di nome Stephan, più volte, aveva offeso pesantemente sua madre ma lui non aveva il coraggio di RIBELLARSI!
Cosa c’era di sbagliato in lui, cosa lo aveva reso così innocuo, cosa lo aveva reso uno stupido, lui avrebbe voluto lasciare il lavoro sporco di punire i suoi compagni ad altri ma sarebbe stato da perfetto codardo ai suoi occhi.
Lui era solo, non aveva nessuno con cui parlare, nessuno a cui confidare i suoi segreti…i suoi veri amici se ne erano andati per causa maggiore: il tempo.
Lui aveva molti amici: Aicha, la sua prima migliore amica; lui parlava con lei amabilmente, non si separavano mai.
Robert, un ragazzo più grande di lui ma con cui tuttavia parlava di tutto:giochi,manga ecc. era stato l’ultimo amico che gli era rimasto.
Alex, un ragazzo molto ironico ed intelligente, con la quale Michael condivideva molte ore di divertimento tra i banchi.
Daisy, il suo primo vero amore, purtroppo non contraccambiato ma rimanevano comunque grandi amici, era molto comprensiva e dolce e Michael provava ancora qualcosa per lei che cercava di mostrarle in ogni modo senza successo.
E poi tutti gli altri della sua vecchia classe con la quale si conosceva da una vita e dal quale non avrebbe mai voluto separarsi, ma il tempo era contrario.
Michael voleva cambiare.
Michael doveva cambiare.
Ma non sapeva come fare!
Se fosse cambiato molte cose sarebbero cambiate, e lui avrebbe vissuto meglio la sua deprimente vita.
Michael aspettava “l’esperienza”, un fatto che a suo avviso sarebbe stato così scioccante o triste che lo avrebbe maturato.
Ma il tempo scorreva e lui non faceva altro che rimanere com’era senza ne miglioramenti ne peggioramenti.
Aveva vissuto diverse esperienze e tutte gli sembravano adatte per cambiare ma non era affatto così, lui provava e riprovava ma il suo stile di vita era così attrattivo che gli risultava impossibile staccarsene.
Michael un giorno realizzò un fatto sconcertante: gli errori che aveva commesso non li avrebbe mai fatti nessuno che conoscesse perché lo avrebbero ridicolizzato.
Lui lo sapeva, ma li fece lo stesso per poi fallire, e questo gli aveva fatto capire che lui era diverso, che era un punto bianco nel disegno nero.
Lui era se stesso e nessuno doveva giudicarlo per ciò, ma spiegarlo al mondo era davvero difficile.
La scoperta lo rassicurava ma spiegarlo agli altri lo intristiva, dipendeva tutto da lui il cambiamento, dipendeva dal suo coraggio di affrontare la realtà da cui si era sempre nascosto, per un futuro migliore.
Dio!
Non ci riusciva… necessitava di aiuto ma chi lo avrebbe capito.
In questi casi avrebbe voluto distruggere il mondo! Così avrebbe estirpato tutto il male che vi ci abitava…
Si rassegnò.

 

Morale

con questa storia ho voluto indicare ragazzi, che vivono ogni giorno il dramma dell’essere giudicati per gli errori che hanno commesso, per la loro immagine, per ogni cosa.
E che non hanno il coraggio di dire Basta! Perché non ricevono il supporto morale di nessuno…
Finche continuerete a ragionare: “ehi, quello ha fatto questo, questo e quello! Evitiamolo!” le cose non cambieranno affatto.
Forse un giorno queste persone disagiate spariranno dalla vostra vista, chissà per quale orribile motivo! Riflettete prima di giudicare, RIFLETTETE!
Cosa ci guadagnerete a distruggere psicologicamente una persona, a rovinare la sua vita, cosa?!
Provate solo per un momento ad immedesimarvi in loro, provate solo un momento ad immaginarvi soli e senza amici, poi capirete come stare con i piedi sulla terra!
Non ragionate come gli altri, non confondetevi con la massa ma andate dal depresso e chiedetegli se vuole uscire o se vuole parlare un po’,non è vergogna credetemi anzi vi farà onore! Dimostrerà che siete più maturi di voi di qualsiasi altro stupido ragazzo! Allora si che sarete davvero uomini… perché ricordate, prendere in giro una persona disagiata non vi rende uomini, vi rende dei coglioni!
Concludo la mia morale invitandovi caldamente a riflettere prima di aprire la bocca.
Quindi invece di infierire sulla loro sofferenza, aiutateli.
Riflettete, pensate, agite con la vostra testa.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Drakets