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Autore: Dreamersan    15/09/2013    1 recensioni
«Questo è un giorno speciale per te, dico bene, Kakashi?» gli chiese retoricamente lo shinobi più anziano, sforzandosi come non mai di sorridere al bambino.
Il figlio annuì e i morbidi capelli argentati ondeggiarono leggermente a quel gesto.
«Otto anni non si compiono tutti i giorni, ragazzo» continuò, appoggiando la schiena contro la colonna in legno della veranda di casa.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakumo Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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The Legacy

 

«Mi avete chiamato, padre?» domandò rispettosamente un ragazzino, fermandosi a un metro da quello che sembrava essere un suo sosia più grande.

La schiena rigida e lo sguardo leggermente rivolto verso il basso, davano l’impressione che più che davanti a suo padre, il giovane si trovasse di fronte a un suo superiore; a quell’atteggiamento l’uomo più grande sbuffò e le sue labbra si incurvarono leggermente.

«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così, eh, Kakashi?» gli rispose poi con un sorriso, scompigliandogli i disordinati capelli argentatati e rompendo così la postura rigida del figlio.

Il bambino arrossì leggermente e distolse lo sguardo, suscitando così l’ilarità del genitore, un’ilarità che però non riuscì a raggiungere gli occhi.

Subito, lo sguardo di Kakashi si rabbuiò leggermente e dopo una sua occhiata preoccupata, Sakumo scosse la testa e, mettendogli una mano sulla spalla, riprese a camminare.

Era una bella giornata a Konoha, le strade erano illuminate dai caldi raggi del sole e ogni cosa sarebbe stata perfetta, se non fosse stato per i sussurri che, ad ogni loro più piccolo passo, parevano colpire le loro orecchie sensibili come un migliaio di fruste.

«Hai sentito, pare che abbia abbandonato la missione per proteggere i propri compagni, chissà cosa succederà ora… Quante persone moriranno per colpa sua? Che ne sarà di Konoha?»

«Già, che brutta situazione. Dicevano che fosse lo shinobi perfetto, beh, a quanto pare in fondo non è altro che feccia»

A quelle parole, il piccolo ninja serrò i pugni e la sua mano premette per raggiungere la sacca dei kunai; ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, la presa del genitore sulla spalla si rafforzò, impedendogli così di girarsi verso i loro calunniatori.

Gli occhi del padre e del figlio si incrociarono e Sakumo ebbe un sussulto.

«Va tutto bene, Kakashi» mormorò, in un goffo tentativo di rassicurare un bambino, troppo sveglio e maturo per credere alle sue parole.

Papà, perché non reagisci?

Come puoi lasciare che ti trattino così?

«Vattene Hatake, non ti vogliamo qui, traditore!» ringhiò uno di quelli che, paradossalmente, era fra gli stessi compagni che la Zanna Bianca della Foglia aveva salvato.

Sakumo strinse i denti, ma il suo viso rimase freddo e inespressivo.

«Torniamo a casa figliolo.» 

 

«Questo è un giorno speciale per te, dico bene, Kakashi?» gli chiese retoricamente lo shinobi più anziano, sforzandosi come non mai di sorridere al bambino.

Il figlio annuì e i morbidi capelli argentati ondeggiarono leggermente a quel gesto.

«Otto anni non si compiono tutti i giorni, ragazzo» continuò, appoggiando la schiena contro la colonna in legno della veranda di casa.

«Non è nulla di importante, papà» ribatté, guardando il suo più grande eroe con ammirazione.

«Minato-san mi ha detto che sei molto migliorato in questi ultimi mesi, dice che hai le potenzialità per diventare un grande shinobi, proprio come tuo padre…» disse con una nota d’orgoglio, anche se alle ultime parole la sua voce si incrinò visibilmente.

«Ho ancora molto da imparare» rispose il figlio con modestia, ma sotto la maschera le sue labbra andarono a formare un piccolo sorriso.

Sakumo annuì, perso per un attimo in chissà quali pensieri, poi la mano andò all'altezza del petto e afferrò la cinghia della sua spada, slacciandola.

Kakashi lo guardò in silenzio, senza capire.

Il jonin si rigirò l’arma fra le mani per qualche secondo, poi la porse al figlio.

Il giovane chunin spalancò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa, ma delle sue labbra non proruppe alcun suono.

Il suo sguardo era un misto d’incredulità e confusione e per un attimo, pensò di essersi immaginato l’intera scena.

«Mio padre la diede a me quando avevo la tua età e suo padre fece lo stesso con lui. Questa lama protegge gli Hatake da più di quattro generazioni e ora voglio che la abbia tu» finì con serietà, sperando con tutto il cuore che il figlio non avrebbe rifiutato quel dono.

Kakashi lo guardò per un attimo negli occhi, poi guardò la spada, non sapendo bene cosa fare, dato che l’arma era una delle cose più preziose che il padre possedesse.

Come avrebbe fatto lui senza?

«Va tutto bene, Kakashi. Avanti, prendila» lo incoraggiò, sorridendo leggermente quando il bambino raccolse delicatamente l’arma dalle sue mani, osservando affascinato il fodero della vecchia spada.

«Questa lama risponde solo al nostro chakra, solo un appartenente al nostro clan può sfruttare il suo pieno potere. Promettimi che la tratterai con cura.»

Il ragazzino annuì lentamente e nonostante in quel momento fosse stato preso dall’entusiasmo, non poté fare a meno di notare che ci fosse qualcosa di strano nel tono di voce del padre.

Kakashi, spero davvero che tu diventerai un ninja migliore di me.

Sei ancora giovane, ma non ho dubbi che presto sarai un degno successore e riscatterai il nome della nostra famiglia, il nome su cui io non ho potuto che versare disonore e vergogna.

«Avanti, non essere timido, provala» lo esortò ancora, cercando di nascondere al meglio il suo stato d’animo; Kakashi non aveva bisogno di sapere, non ora, non ancora.

Era un chunin da quasi due anni, un adulto nel loro mondo, perfettamente in grado di sopravvivere per conto proprio, senza avere feccia come lui al suo fianco.

«S-Sì, papà!» esclamò, balbettando leggermente e sguainando la lama di chakra, rimanendo abbagliato dal suo splendore.

È perfetta, pensò, ma quando il suo sguardo euforico incontrò quello spento di Sakumo, ebbe l’ennesimo sussulto.

Le sue piccole mani rafforzarono la presa sull’impugnatura della spada e nel momento stesso in cui lo fecero, Kakashi seppe che c’era qualcosa di terribilmente sbagliato.

 

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Salve a tutti, questa è la prima fanfiction che pubblico su Naruto e così ho scelto di postarla oggi, il giorno in cui Kakashi dovrebbe compiere gli anni, dando così un piccolo omaggio ad uno dei miei personaggi preferiti.

Ho sempre pensato che Sakumo, prima di morire, avesse affidato, insieme al destino degli Hatake, la sua preziosa spada al figlio e così, in breve, è nato questo piccolo racconto, dal tono forse un po' malinconico.

Beh, non mi viene più in mente nulla da dire, se non che spero che la storia vi sia piaciuta e che mi farebbe molto piacere se mi lasciaste un piccolo parere ;)

Alla prossima ;)

 

   
 
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