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Autore: P e n g u i n s    15/09/2013    2 recensioni
[Alle (Little Holly) e Iris (_I r i s) allegramente fuse sotto un unico account (?)]
Questa Fanfiction avrebbe dovuto partecipare al contest ‘Between Heaven and Hell’ indetto da FaGammaVoloso e Flame Ettard, ma ahimè abbiamo commesso un'infrazione del regolamento. Sarà per la prossima volta çwç
~Dal testo~
-Tu vuoi la libertà che ti manca, lo so. Come so benissimo che hai paura delle conseguenze di questo tuo desiderio. Affida la parte della tua anima che ti impedisce di essere come vuoi, Gakuya. Potrai finalmente provare le emozioni che cerchi-. Le labbra di Yuuto si muovevano appena, ma il suono che ne usciva era forte e chiaro. Si passò la lingua sul labbro superiore e sorrise maliziosamente.
Gakuya, dal canto suo, rimase in silenzio. Gli angeli non potevano provare le emozioni di cui erano in possesso i demoni o gli umani. Loro dovevano essere uguali, senza scopi se non di portare la pace nel mondo. Potevano assaggiare le emozioni dell'anima soltanto venendo a contatto con creature demoniache, come stava accadendo in quel preciso istante.
Sospirò un paio di volte. Era tentato.

Buona lettura a tutti quelli che, gentilissimi, apriranno questa FIC.
Iris e Alle
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Gakuya Otomura, Jude/Yuuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore/i: P e n g u i n s -ovvero Iris (_I r i s) e Alle (Little Holly)-
Titolo: équilibre
Pairing: Kidou Yuuto x Otomura Gakuya // Jude Sharp x Cadence Soundtown perché poi metto anche la coppia in nomi di doppiaggio lo so solo io.
Parole: 2180 -ma non fidiamoci troppo dei contatori online ewe-
Prompt: //


° ~ ° ~

Gakuya trovava il mondo un posto splendido. Osservava, da un piccolo promontorio, le colline che si estendevano verso l'orizzonte. Teneva stretta fra il pollice e l'indice una piccola margherita appena colta da terra. A lui piacevano i fiori. Pensava fossero piccoli miracoli racchiusi in cinque, graziosi petali. Il sole stava nascendo a oriente, in direzione opposta alle colline, colorando il cielo di un lieve rosa pesca. Era lì da tutta la notte, ma non si sentiva neanche lontanamente stanco. 
L'angelo si accucciò sull'erba cogliendo un altro fiore. Esaminò entrambi sul palmo della mano e ancora una volta si stupì di tale magnificenza. Non poté fare a meno di sorridere. Quelle erano le uniche due margherite che avevano aperto i petali così presto, catturate dai deboli raggi del sole pallido mattutino. Il vento soffiava dolcemente, accarezzando i prati bagnati di rugiada e scivolando tra gli alberi, facendo ondeggiare le loro fronde verdi e rigogliose. Era la prima melodia del giorno, la dolce musica dell'alba, il lieve sbadiglio del mondo. Gakuya riusciva a percepirlo perfettamente: il ritmo di quel risveglio era puro, semplice e incredibilmente bello. Ancora non si capacitava del fatto che ritmi e melodie così raffinate e piacevoli non fossero udibili in Paradiso. Certamente, il suono delle arpe, i cori angelici e le voci degli angeli stessi erano afrodisiaci per il senso dell'udito, ma i ritmi che aveva il mondo erano qualcosa di assolutamente meraviglioso, unico. Inoltre, anche gli stessi umani aveva ritmi deliziosi. Li aveva osservati a lungo e questi avevano suscitato in lui un certo interesse. 

- So bene che cosa vuoi, Gakuya- irruppe una voce alle sue spalle. -E sai che non è un desiderio impossibile, per quanto proibito-. Quelle parole suonavano come centinaia di unghie che grattavano su una lavagna. L'angelo sentì il piacevole venticello che gli scompigliava i capelli, trasformarsi in un aspro tifone violento. La figura che aveva davanti a sé era senza dubbio un demone. I sottili occhi rossi mettevano terrore, mentre i capelli rasta erano racchiusi in una coda di cavallo. Infine, a incorniciare quella tetra figura, v'era un mantello scuro che copriva le spalle del demone e scendeva fino ai suoi piedi.
-Salve, Yuuto- mormorò Gakuya. 
-Salve, Yuuto- ripeté il demone in un filo di voce, al fine di schernirlo. 
-Sì, salve- ribadì ancora l'angelo, distogliendo lo sguardo.
Kidou ridacchiò lievemente, inclinando il capo d'un lato e, senza pronunciare una parola, si sedette al fianco dell'altro.
Fra i due, si insinuò un pesante silenzio, che a Gakuya pareva quasi soffocante, ricco di tensione e malessere. Per un istante, si sentì quasi mancare l'aria.
-Ebbene, Gakuya- disse ad un tratto Kidou, per poi sospirare con aria quasi annoiata -Sei disposto a contrattare con me, o sei come i tuoi compagni angeli, totalmente chiusi al dialogo?- concluse, sorridendo con una punta di malizia.
Aveva classe, era più che evidente. Gakuya sapeva bene che i demoni, Kidou Yuuto in particolare, erano capaci di far perdere totalmente la razionalità a chiunque. 
"Uno dei motivi per cui, di solito, preferiamo non intrattenere una discussione con loro", pensò l'angelo. In fondo aveva paura. Temeva di perdersi in quegli occhi rossi e profondi, di commettere qualche atto poco raccomandabile per lui. Eppure, non riuscì a non guardarlo ancora. Rimase in silenzio, con un'espressione persa. Quando riprese il controllo, seppure parziale, della sua mente, si convinse a parlare. 
-Cosa vuoi, Yuuto?-. La domanda non fu più di un sussurro sommesso, ma il demone capì bene ogni singola parola.
-Cosa voglio, dici?- domandò in tono sarcastico, per poi proseguire con un'espressione divertita dipinta in volto -Allora è proprio vero, ciò che si dice da dove vengo io: voi angeli siete un branco di idioti. Non vi hanno proprio dotato di intuito, eh?- ridacchiò, sfiorando il mento del suo interlocutore. 
-Dimmi cosa vuoi- si limitò ad ordinare l'altro, con una voce che, però, non esprimeva minimamente forza o capacità di imporsi.
-Voglio proporti un interessante accordo, diciamo- biascicò il demone, sorridendo. -Ascoltami attentamente, ti conviene- concluse, rialzandosi in piedi. 
Gakuya venne scosso da un brivido d'inquietudine, mentre quei due rubini continuavano a fissarlo. Sapeva di non potersi fidare, ma non poté, ancora una volta, far a meno di ascoltarlo.

-Tu vuoi la libertà che ti manca, lo so. Come so benissimo che hai paura delle conseguenze di questo tuo desiderio. Affida la parte della tua anima che ti impedisce di essere come vuoi, Gakuya. Potrai finalmente provare le emozioni che cerchi-. Le labbra di Yuuto si muovevano appena, ma il suono che ne usciva era forte e chiaro. Si passò la lingua sul labbro superiore e sorrise maliziosamente.
Gakuya, dal canto suo, rimase in silenzio. Gli angeli non potevano provare le emozioni di cui erano in possesso i demoni o gli umani. Loro dovevano essere uguali, senza scopi se non di portare la pace nel mondo. Potevano assaggiare le emozioni dell'anima soltanto venendo a contatto con creature demoniache, come stava accadendo in quel preciso istante. 
Sospirò un paio di volte. Era tentato.
-Affidare... Parte della mia anima...?- balbettò incerto, con voce rotta dall'angoscia.
Kidou annuì, curvando le labbra in un ghigno. 
-Cosa ne pensi, angioletto?- lo schernì poi, dopo qualche istante di pesante silenzio.
-Penso che... P-penso che sia una proposta che non posso minimamente prendere in considerazione!- esclamò, con le gote leggermente arrossate.
-Ne sei sicuro, Otomura?- sibilò, ridacchiando tra sé.
La di Gakuya bocca diventò asciutta, arida, e le parole gli morivano prima ancora di prendere forma.
L'idea che avrebbe potuto bruciare nella passione, essere travolto dall'ira o inondato dalla tristezza lo affascinava, molto. Sapeva che non tutte le emozioni e gli avvenimenti che coinvolgevano gli umani non erano esattamente positivi, ma per un angelo come lui non rappresentavano la normalità, ma un desiderio pericoloso e impossibile da realizzare; impossibile, o quasi. 
La proposta che gli aveva appena fatto era la concreta realizzazione di tale voglia, ma era qualcosa di proibito, non avrebbe mai potuto accettare: era un gesto folle.
L'angelo avrebbe voluto mettersi in piedi ed iniziare ad elencargli ogni rischio, ogni svantaggio di quel patto ridicolo, ma non ne trovò la forza. Le gambe sembravano essere immobili, congelate in una lastra di ghiaccio. Per fare ciò che l'ultimo lume della sua ragione gli suggeriva, servivano coraggio, forza e convinzione, e Gakuya mancava di tutte e tre, soprattutto della convinzione.
-No... non ne sono sicuro.- sussurrò infine, abbassando gli occhi al terreno. Kidou lo guardava divertito. Percepiva la sua insicurezza e la sua tentazione. Vedeva la paura negli occhi dell’angelo, che celava l’immensa voglia di poter realizzare il suo desiderio. 
-Insomma, Gakuya. Tu, in realtà, non ci rimetti nulla. Lo sai, è inutile fare il difficile- mormorò Yuuto all’orecchio dell’altro. -Devi solo dire che cederai a me la parte della tua anima che ti rende così... Angelico e senza emozioni-. L’atmosfera di scherno si stava lentamente perdendo in una forte tensione. 
-Io... Non posso- mormorò Gakuya. Era incerto, lo sapeva anche lui, come però sapeva che non poteva fidarsi di un demone del calibro e dell’esperienza di Kidou Yuuto. 
L'altro gli scoppiò letteralmente a ridere in faccia. Era una risata di gusto, che alle orecchie di Gakuya pareva simile allo scoppio di milioni di proiettili.
-Oh!- esclamò il demone, dopo aver riassunto la solita espressione fredda e meschina. -Ma certo che puoi, devi soltanto volerlo...- sorrise furbo, facendo ondeggiare lievemente il mantello -E tu lo vuoi, non è vero, Otomura?-
Gakuya deglutì a vuoto, in cerca della convinzione necessaria per dire un secco 'No'. Inutile dire che quella fiammella di determinazione che aveva finì per spegnersi totalmente, diventando appena un mucchietto di cenere. 
-'Non lo voglio', è solo questo che devi dire, Otomura- sibilò Kidou, mentre i suoi occhi si illuminavano di una luce maligna.
Gakuya rimase zitto ed immobile, il suo sguardo puro puntato sull'altro.
-Allora?- lo canzonò, facendo qualche passo a destra, a sinistra e di nuovo a destra.
Ancora nessuna risposta.
Yuuto sbuffò, continuando a fissarlo. 
Poi, lentamente, avvicinò le sue labbra all'orecchio dell'altro e, sfiorandolo con la lingua, chiese ancora una volta: -Lo vuoi, o no?- . 
Gakuya sentì il suo viso infiammarsi. Il contatto con Kidou, anche se minimo, gli aveva provocato una forte fitta allo stomaco. Aprì le labbra e le richiuse subito. Non emise alcun suono, non ci riuscì. In seguito, come se qualcuno gli avesse strappato le parole di bocca, mormorò: -Sì-. 
Si pentì subito di ciò che aveva fatto, ma non poté far a meno di sentire dentro di sé un eccitazione crescente. "Finalmente potrò provare emozioni!", diceva una parte del suo subconscio. In cuor suo, però, sapeva che sarebbe dovuto tornare indietro. "È questo quello che vuoi Gakuya, non devi pentirti di seguire i tuoi sogni" diceva la voce di Yuuto nella sua testa.
Ben presto, il tono fiero e lineare che caratterizzava la voce del demone iniziò a diventare sempre più distante, sino a risultare un suono ovattato, poco più di un sussurro o uno squittio. Ad un certo punto, Gakuya smise completamente di percepirlo.
Probabilmente, perse conoscenza. 
Quando riprese controllo di sé, il sole splendeva alto nel cielo azzurro, mostrandosi orgoglioso e conscio della sua luce. Doveva essere all'incirca mezzogiorno. 
I raggi caldi gli arrossavano un poco il viso, mentre sulla sua fronte scorreva qualche goccia di sudore. Strinse gli occhi dalle tonalità rosate e cercò di capire in che situazione si trovasse. Dopo svariati minuti, capì che il discorso con Kidou Yuuto e il patto corrispondevano alla realtà, e non a qualche sogno o visione di fantasia, come aveva immaginato all'inizio. 
Perciò, tirando le somme, ora, era in grado di provare emozioni vere, e non sentimenti appena accennati, prodotti dal contatto con una creatura demoniaca. Credeva che sarebbe stato a suo agio, in simili condizioni; pensava che la bocca si sarebbe allargata in un radioso e allegro sorriso di felicità. Ciò che provava in quel momento, però, era tutto meno che felicità. La sensazione che stava vivendo era fastidiosa, pesante da sopportare: sentiva il suo cuore pulsare sempre più veloce, la gola era diventata all'improvviso secca. Un tremito lo aveva scosso da capo a piedi, facendogli venire la pelle d'oca. Aveva certamente paura, per quanto era spaesato.
"Ora anche io posso provare emozioni", questa frase continuava a rimbombargli in testa, superando anche il rumore delle sue pulsazioni cardiache. 
La perplessità gli stava annebbiando la mente, quando, d'un tratto, Gakuya riuscì a scorgere la figura elegante di Kidou.
-Ora anche io posso provare emozioni- sussurrò, schiudendo appena le labbra.
-Esattamente, Otomura- confermò Kidou, annuendo con un lieve movimento del capo.

-E... Quindi?- si attentò a chiedere in un fil di voce.
-Quindi cosa, Gakuya?- 
-Quindi... Ora che si fa?- domandò, con la voce piena di dubbi.
Kidou gli scoppiò a ridere in faccia.
-Insomma, Otomura, ci ho appena resi capaci di provare emozioni come gli umani e tu non muori dalla voglia di sperimentare cose nuove?-
"Come se fosse facile". Non sapeva da che parte cominciare. E poi, perché anche Yuuto? Perché quel ci?  La testa gli pulsava e gli faceva male. Per la prima volta, capì cos'erano l'angoscia e l'insicurezza. 
-Perché anche tu?-
-...Cosa?-
-Per qualche motivo anche tu sei qui... ma non riesco a capire per quale motivo, che altro vuoi da me? C'è ancora parte di me che devi distruggere, per caso?- chiese, con voce rotta e debole.
L'altro sorrise. Non era il solito ghigno, era un sorriso sincero.
-Perché voglio stare con te, Gakuya- Yuuto abbassò il capo e osservò il terreno -Da demone, non mi avresti mai accettato, però... Forse, ora che anche io sono degno, ecco... noi potremmo... be', sì, insomma... stare insieme-.
-D-degno? S-stare insieme?- Non capiva, continuava a non comprendere cosa stava succedendo.
-Certo che sei lento- cominciò Kidou, leggermente annoiato –Hai presente la legge dello Yin e dello Yang? Ho applicato lo stesso principio. La parte angelica e della tua anima completa la mia da demone e viceversa-.
-Lo Yin e lo Yang?- sgranò gli occhi, mentre un nodo gli si formava all'altezza della gola. 
-La legge cosmica, genio.- sbuffò -Credevo che almeno le cose basilari, le insegnassero, in Paradiso-.
-Io non capisco- affermò Gakuya, alzandosi da terra.
-Non devi capire. Agisci e basta. Sperimenta ciò che vuoi sperimentare. Tutto questo te lo spiegherò quando avrai imparato qualcosa dal mondo degli umani- tagliò corto Kidou, scocciato dal dialogo con l'ex-angelo.
-Agire?- 
-Sì, agire- la bocca di Yuuto si incurvò in un sorrisetto velato di malizia -Sei capace, o devo insegnarti anche ad agire?- lo canzonò.
-Prima, voglio capire. Io ho affidato la parte più pura della mia anima a te, portandomi praticamente alla distruzione, e tu hai usato questa parte per... essere degno di me?- sussurrò, gesticolando nervosamente.
-Sì- fu la risposa, secca, decisa. 
-Mi hai distrutto, Kidou Yuuto- mormorò poi Gakuya, dopo lunghi attimi di silenzio. -Ero un angelo, ero puro. Tu mi hai corrotto-.
-Tu l'hai voluto- affermò l'ex-demone, senza che le affermazioni dell'altro lo sfiorassero minimamente, poi proseguì: -Ma, che ci vuoi fare? È la legge cosmica: in ogni anima casta c'è un pizzico di malizia e in ogni anima maligna vi è una goccia di bontà.- una pausa -Se così non fosse stato, non avresti mai accettato il mio patto, ti pare?- concluse, girandosi verso l'altro.
Gakuya non si mosse di un millimetro.
-Allora? Andiamo a fare un giro nel mondo vero, Yang?-


° ~ ° ~


Note:
Salve a tutti, ragazzi e ragazzi! Qui è Alle che parla a nome di entrambe. 
Allora, c'è qualcosa da spiegare e non troppo tempo, giusto? Giusto. 
Prima di ogni cosa, io ed Iris ringraziamo Fra e Saw per averci dato la possibilità di partecipare a questo contest, li ringraziamo di averci concesso la proroga e ci scusiamo per gli eventuali, piccoli disagi che abbiamo causato. Grazie ragazzi ♥
Ok, ora spendiamo due parole sulla FIC. La pairing non è formata da un demone e un angelo ufficiali (?), per tanto è una AU!. Ma che ci vogliamo fa'? Io ed Iris dovevamo scrivere sulla nostra OTP. A parte questo... Nella nostra Fanfiction, gli angeli non provano emozioni "forti" -insomma, no tristezza, no angoscia, no felicità vera, no queste cose (?)- se non stimolati, diciamo, dalle creature demoniache. Alcuni angeli -tra cui quell'uke di Gakuya- hanno il fprte desiderio di provare emozioni. Ecco che arriva il bello (?): il nostro demone/Kidou fa un patto con lui, per fargli provare emozioni. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla FIC, direi. Se c'è qualcosa che non capite, che è poco chiaro, che non vi convince, comunicatecelo. Ci fareste un grossissimo favore. ♥
Per quanto riguarda il titolo, è stata totalmente un'idea di Iris -sebbene sia in francese, uh (?)-. Gli avvertimenti, i generi, le note e il codice HTML sono state, invece, curate da me. Tuttavia, io sono una vera e propria catastrofe nel selezionare i generi, quindi se avete qualche correzione o qualcosina da ridire su qualcosa... fatelo! Ve ne sarei grata a vita çuuç
Speriamo vivamente che non ci siano errori e che i giudici apprezzino il nostro elaborato. Grazie a chiunque ha avuto la forza di arrivare sino a questo punto. ♥ 
Che altro dire? E vinca la FIC migliore!

Le due pinguine (?) Alle e Iris salutano (?)



 
Attenzione! A causa di un'infrazione del regolamento, questa Fanfiction non è partecipante al contest ‘Between Heaven and Hell’, come specificato nell'introduzione. Ci scusiamo con Fra e Saw per il disagio causato e con tutti coloro a cui abbiamo causato dei problemi. Scusate se vi avvisiamo di tutto questo con una modifica in grassetto, ma Alle è troppo pigra per modificare tutto l'angolo delle autrice.
-nota inserita da Alle a nome di entrambe
   
 
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