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Autore: ofarrowsandbows    15/09/2013    2 recensioni
Blaine e Kurt si amano, sono giovani e hanno una lunga vita da passare insieme. Santana nasconde un segreto e non ha intenzione di svelarlo. Finn e Rachel stanno per sposarsi, ma Quinn non è molto felice di questo. Sam sta con Quinn, vuole sposarla, ma non sa che anche lei nasconde un segreto davvero molto grande, e che la risposta è la loro bambina nata da poco. Sebastian può vedere Beth solo quando Sam è via per lavoro e questo lo distrugge perché non può realizzare a pieno uno dei suoi desideri: dare a sua figlia la famiglia che lui non ha avuto. Una festa, un gioco finito male, un incidente.. la morte di Blaine. Tre anni dopo Kurt trova una busta gialla con dentro un CD indirizzato a tutto il gruppo.
Dal primo capitolo: C’era un CD. Lo mise nel lettore DVD che Blaine gli aveva regalato qualche anno prima e un urlo di paura fuoriuscì dalle sue labbra. Blaine era seduto su uno sgabello, o forse stava in piedi, un ghigno crudele  in volto. « Vi sono mancato? »
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Sam Evans, Sebastian Smythe | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel, Quinn/Rachel, Santana/Sebastian
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Note: Salve a tutti e scusate l’immenso, infinito ritardo, ma questo mese e mezzo è stato difficile, ho subito un lutto in famiglia e purtroppo pochi giorni dopo ho perso anche una delle persone che stimavo di più al mondo, quindi questo capitolo voglio dedicarlo a Cory, anche se non apparirà nei panni di Finn, perché ho capito che non posso abbattermi, che in qualche modo la vita va avanti e.. niente, magari qualcuno non se lo aspettava, ma inserire il punto di vista di Blaine nel primo flashback mi sembrava abbastanza carino, per quanto lugubre. Almeno così i lettori possono capire anche cosa provava per loro oltre a quell’affetto di cortesia che doveva mostrare quando era presente anche Kurt. Beh, buona lettura.
P.S. Magari voi vi siete già fatti un’idea di come Blaine si presenti nel video.. se non ce l’avete.. beh, immaginatelo seduto su uno sgabello – o in piedi, tanto non c’è molta differenza(?) lol – magari con un libro di cuoio bordeaux(?) in mano tipo narratore. Fa davvero un grande effetto. Volevo anche fare presente(?) che per ogni personaggio ci sarà una canzone che identificherà un po’ il carattere. A fine storia posterò il link della suddetta canzone, tante volte vogliate sapere di che parla xD Per quanto riguarda questo simbolo (*) il significato è semplice, è uno dei quartieri di Manhattan. Se non avete chiaro o volete sapere qualcosa di più basta cercare su Wikipedia(?)  Okay adesso buona lettura davvero xD







Immagino che qualcuno si stia chiedendo cosa abbiano fatto di così terribile per meritare i recenti avvenimenti. Io, Blaine Anderson, voglio portare un po’ di luce nel tunnel di curiosità in cui vi trovate in questo momento. Perché lo so che siete curiosi, forse anche più di loro. Partiamo dalla persona che ha fatto iniziare tutto: Quinn Fabray.
 
 

-Upper East Side, tre anni prima.-

Quinn Fabray non badava a spese in quanto a feste, e questo era ben noto a tutta l’élite dell’Upper East Side, che ora festeggiava con i calici in alto la grandezza di questa potente donna, che a dirla tutta, era figlia di un reverendo che maltrattava la moglie ma che comunque non veniva contestato, nonostante le voci sul suo conto, per via della “divisa”.

Per quello che ricordo Quinn era una vecchia amica del liceo di Kurt, quasi come tutti quelli che si aggregarono alla combriccola un anno prima. Ma abbiamo abbastanza tempo per parlare di ognuno di loro. Beh, in realtà abbiamo tutta la vita per parlarne.

Come stavo dicendo, Quinn Fabray aveva organizzato l’ennesimo party nel suo super-mega-gigante appartamento, come diceva Sam Evans, fidanzato storico della nostra protagonista, che per qualche ragione sconosciuta non era presente al momento dei fatti.

Io e Kurt entrammo nella gigantesca sala adibita per la festa e un tizio vestito da cameriere venne subito a portarci un calice di.. qualcosa.

«  Champagne, Quinn ha scelto la cosa giusta stavolta. È il più costoso. » dichiarò Kurt arricciando il naso in una stramba smorfia.

«  Ovviamente, se non lo prende lei il più costoso, chi può farlo? »

«  Sai, Blaine.. voglio tutto quindi mi prendo tutto. Funziona così da queste parti, a Chelsea* è lo stesso? »

La vocina stridula della Fabray mi mandava sui nervi. Eravamo amici, ma da ubriaca era davvero peggio di Rachel Berry, il che è tutto dire.

Partì una canzone, il dj probabilmente doveva sapere che alla bionda piaceva, ma del resto era la “sua” festa, quindi ovviamente c’era tutto quello che piaceva a lei.
 
 

Ammettetelo, non ci credete. Quinn Fabray, la tenera Lucy Quinn Fabray che gioca amorevolmente con la piccola Beth è così egocentrica? Beh, visto che quella sera ci rimise la popolarità con un personaggio mille volte più egocentrico di lei possiamo solo dedurre che la dolce Bettany (Smythe) Evans sarà l’arma di distruzione dell’autostima di milioni di persone.
 

 
Quinn salì sul palco, accompagnata niente popò di meno che Sebastian Smythe. Si esibirono in quella canzone di dubbio gusto, volgare e tremendamente stupida, un insulto alla musica insomma. Proprio come loro due, solo che loro erano un insulto alla vita.

Presero a limonare tra una parte “strumentale” e l’altra, fino a che non scesero dal palco quasi senza vestiti, lo champagne e la torta che rendevano i loro abiti e i corpi appiccicosi.

Riuscii a vederli un’ultima volta, mentre sparivano in una delle stanze che aveva l’appartamento.
 
 
 
Non che le importasse tanto, me essere stata letteralmente cacciata da Rachel urtava molto la Fabray. E si, era incoerente come cosa, ma tanto lei era Quinn Lucy Fabray, poteva permetterselo, e poi non aveva detto niente di che, solo la sua più sincera e matura opinione.

La bionda guardò l’orologio e affrettò il passo, notando di essere in ritardo per l’uscita dei bambini dall’asilo. Arrivata al cancello della struttura, notò una macchina a lei familiare, e un cipiglio rabbioso comparì sul suo viso.

« Che diavolo ci fai qui? » sussurrò all’uomo girato di spalle, che si voltò verso la sua interlocutrice con un  sorriso sul volto.

« Visto che non posso vedere mia figlia quando voglio, cerco di trovare degli escamotage. »

Quinn abbassò lo sguardo verso il ghiaino, mordendosi il labbro pensierosa.

« Credevo di essere stata chiara, Sebastian. Quello che è successo tre anni fa non ti riguarda più. » asserì gelida.

« Quindi posso vedere te ma non lei? Perché continui a prendere in giro Sam? »

« Non lo sto prendendo in giro, io lo amo. » disse avvicinandosi al portone della scuola, con Sebastian che la seguiva a passo spedito.

« Però non ti sei fatta troppi problemi tre anni fa, e tutti i mercoledì e venerdì della settimana da tre anni a questa parte. »

« Infatti, penso che dovremmo chiudere tutto quello che c’è adesso. »

Quinn schiuse le labbra in un’espressione supplicante, per poi sospirare quando vide Beth correrle incontro. La donna la prese in braccio e si allontanò da Sebastian, che intanto guardava Beth con gli occhi amorevoli di un padre per la propria figlia, anche se tecnicamente per la legge non lo era.

« È per lui, vero? Hai paura che venga a saperlo, in qualche modo? Credi davvero a quella storia? »

La bionda si voltò di nuovo verso il francese, la tristezza che le veniva nel guardare l’uomo con gli occhi lucidi e i pugni serrati. Annuì. Non fece altro, se non mimare un silenzioso “mi dispiace”.
 
-Upper East Side, tre anni prima.-

« Sono incinta. »

Sebastian scosse il capo velocemente, la bocca spalancata, gli occhi sgranati e un misto di rabbia e irritazione in corpo.

« Deve esserci una spiegazione. Non sono io il padre. »

Quinn abbassò lo sguardo.

« Sei tu, Sam era fuori per lavoro.. e i nuovi test sono in grado di dire anche da quanto sei incinta, le date corrispondono. È tutto fottutamente sbagliato.. »

Il francese si lasciò cadere sulla poltrona del suo ufficio con nonchalance.

« No, non lo è. Siamo in questo casino entrambi, e ne usciremo insieme. »

« Non possiamo. E io non voglio. Sam è un uomo stimato in città, non posso compromettere la mia relazione per colpa tua, Sebastian. Faremo finta che non sia mai successo nulla, quando Sam tornerà, farò in modo che lui possa credere alla mia gravidanza. » disse, indossando gli occhiali da sole per poi uscire velocemente dall’ufficio di Sebastian.

Quella sera Sebastian gettò via la sua “seconda agenda” e cancellò i suoi numeri di telefono “post lavoro”. Non le importava niente, di cosa pensava e diceva Quinn, se quel bambino era suo, lo avrebbe cresciuto, ad ogni costo.

Si avvicinò al muro-finestra dell’ufficio e vide la bionda salire su uno dei taxi fermatisi sul ciglio della strada.

« Blaine, sono Quinn. Possiamo vederci a Central Park, tra venti minuti? »
 
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Angolo dell’autrice: e anche il quarto è andato, io ci tenevo a dirvi che vi ringrazio tanto per aver continuato a leggere la fanfiction, per aver recensito, siete davvero fantastici <3
Questo è il link della canzone a cui, tra l’altro lol è ispirato anche il titolo del capitolo: https://www.youtube.com/watch?v=xS2fbEt37F4 beh.. spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima :)
JustAWarbler
   
 
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