Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: Gin Yoru    15/09/2013    2 recensioni
"Ah, un cubo di Rubik!" esclamai prendendo l'oggetto e iniziando a girare i quadrati scombinati in un caos di colori.
"Lo odio." decretò Sehun senza guardarmi "-perchè non sono in grado di farlo." si accigliò con aria pensierosa. "Però...però penso che la persona che starà al mio fianco per tutta la vita, di cui mi innamorerò, la mia anima gemella o come la vuoi chiamare, dovrebbe essere in grado di completarlo quel cubo. Per me è importante. Anzi, una caratteristica fondamentale direi!" annuì compiaciuto dalle sue stesse parole.
"Ah..." senza farmi notare troppo appoggiai il rompicapo, risolto, dove l'avevo trovato e lo raggiunsi sedendomi accanto a lui sul divano.
[HUNHAN] [KaiSoo] [accenni BaekYeol]
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10_Ghosts
 
 


Kyungsoo’s view


“Vedi i…fantasmi?”
Capii di aver fatto una domanda inutile nel preciso momento in cui pronunciai quelle parole. Lo sguardo di Chanyeol non lasciava alcuno spazio ai dubbi. Non stava scherzando. Nonostante l’assurdità di quello che aveva detto, mi sentivo io quello stupido.
“Emmh…” balbettai mentre Chanyeol mi guardava come se fosse la cosa più ovvia del mondo andare in giro a dire che vede i fantasmi.
“Beh…” iniziò, spostando per qualche secondo lo sguardo sul suo pranzo “non è che vedo proprio i fantasmi fisicamente, quello non mi succede quasi mai… intendevo dire che percepisco cose di cui nessuno si accorge…”
“Perdonami ma faccio un po’ fatica a capire…”
“Mmmh…per esempio… quando ti ho visto all’incrocio l’altro giorno mi è venuto estremamente naturale pensare che fossi il fidanzato di quel ragazzo, ne ero praticamente certo, e poi…” Chanyeol aggrottò le sopracciglia fissandosi le mani.
“E poi?” chiesi esitante.
“Ho sentito una voce. Non la conoscevo ma ho pensato si trattasse di Kim Jongin”
“C-cosa…cosa ti ha detto?”
Non è colpa tua” sussurrò con un filo di voce.
La vista mi si offuscò di un velo umido e forse iniziai a tremare. Come potevo credergli? Era assurdo.
“Hey, hey Kyungsoo…stai bene?”
Ricacciai indietro le lacrime deglutendo un paio di volte. I pugni serrati fremevano per la rabbia. Lo stava facendo ancora. Non faceva altro che sparare un sacco di cazzate senza senso. Con quello sguardo innocente poi, come se fosse naturale.
“Non ti credo! Sono solo cazzate! Cosa speri di ottenere eh?” gli gridai contro con tutta la forza che riuscii a trovare, alzandomi di scatto dalla sedia, i palmi aperti con rabbia sul tavolo.
Il silenzio  attraversato dagli sguardi allarmati e offesi di clienti e passanti, si tramutò velocemente in un indifferente brusio.
Proprio quando stavo per spaccargli occhiali e naso assestandogli un bel destro in piena faccia, Chanyeol iniziò a parlare. La voce bassa aveva un’intonazione fin troppo malinconica e una vena di rassegnazione sbiadiva le sue parole. “”Kyungsoo…ti amo” sono queste vero? Le ultime parole che ha pronunciato Jongin mentre aveva la testa appoggiata sul tuo grembo…in mezzo alla strada. Tu gli hai risposto dicendogli di non scherzare, non è vero?” alzò la testa fissando lo sguardo greve dritto nei miei occhi. “Kyungsoo, io conoscevo il tuo nome ancora prima che ti presentassi…”
“Non è possibile…non poteva sentirlo nessuno…” mormorai accasciandomi mollemente sulla squallida poltroncina leopardata del ristorante.
“E’ iniziato la notte in cui è morto Baekhyun” ricominciò sospirando Chanyeol “Il giorno dopo stavo girovagando per strada, senza meta. Ero come svuotato, capisci no? Non riuscivo a pensare a niente che non fosse lui. E stavo così male che pensai di uccidermi. Non avevo più niente per cui vivere. Allora andai al fiume. A Baek era sempre piaciuto il fiume Han, ci andavamo spesso al tramonto, ad ammirare i giochi di luce che si creavano sulla superficie scintillante dell’acqua. Pensai che buttarmi dal ponte fosse il modo migliore per mettere fine alla mia patetica esistenza. E lo stavo per fare, te lo giuro, ma una voce sottile mi interruppe. Mi spaventai e mi sentii colpevole. Mi girai e vidi un bambino. Avrà avuto cinque anni, era piccolo e sorrideva come se fosse nato per farlo. “Ciao, come ti chiami?” mi chiese allegro. Dopo lo stupore iniziale riuscii ad articolare qualche parola e gli chiesi dove fossero i suoi genitori e come si chiamava lui piuttosto. “Mi chiamo Yuki” mi disse. Non ebbi il tempo di chiedergli se era giapponese perché un macchina si accostò al mio fianco. “Ti senti bene ragazzo?” mi chiese un uomo di mezza età in giacca e cravatta, scrutandomi dal finestrino. “Si, è che questo bambino si è pers-” iniziai. Ma quando mi girai non c’era più nessuno. Il bambino era sparito nel nulla. Pensai che fosse caduto dal ponte o qualcosa del genere e mi precipitai verso il parapetto. Non c’era niente. Allora ritornai verso l’automobile e cominciai a chiedere al conducente se avesse visto il bambino andare da qualche parte. Non capii il suo sguardo compassionevole e tantomeno la sua risposta, mentre cercava di convincermi a salire in macchina dicendo con tono cauto “Al bambino pensiamo dopo ok?”. Alla fine mi portò in ospedale e spiegò ai dottori di avermi trovato in evidente stato confusionale mentre parlavo da solo. Cominciai anch’io a pensare di essere pazzo ma poi al notiziario passò una notizia strana “Bambino giapponese muore annegato nel fiume Han. Il piccolo Yuki Masamune stava giocando nei pressi del fiume quando i genitori l’hanno improvvisamente perso di vista.” E il tutto era successo un po’ di ore prima che io vedessi il bambino. Non ero pazzo, avevo solo visto una persona che era già morta...”
Fece una pausa scrutandomi attraverso le lenti lucide dei suoi occhiali troppo grandi. Non dissi niente, non ne avevo la forza e forse nemmeno la voglia. Mi limitai a ricambiare il suo sguardo con la bocca semiaperta, aspettando il seguito. Chanyeol lo prese come un consenso e continuò.
“All’inizio fu difficile abituarmi perché mi accadeva spesso di sentire voci o avere degli specie di flashback. Era un problema soprattutto al lavoro. Quando avevo di fronte i cadaveri provavo…le loro sensazioni al momento della morte. Era…terribile. Ma adesso ho imparato a gestirlo…non mi lascio più travolgere così tanto dalle sensazioni, è più facile. A volte riesco ad aiutare i parenti o gli amici delle vittime, come ho cercato di fare con te… ”
Cominciai a dondolarmi malamente sulla sedia soppesando una ad una le parole che aveva appena pronunciato. Non avevo nessun motivo per non credergli. Nessuno oltre a me aveva sentito le ultime parole di Jongin, nemmeno il maledetto automobilista. E poi che motivo avrebbe avuto di inventarsi tutto il resto della storia?
Ma era comunque così surreale…
“Kyungsoo…mi credi adesso?” sussurrò Chanyeol appoggiando pesantemente le braccia sul tavolo.
Annuii piano facendo scorrere lentamente lo sguardo sulla superficie liscia di legno chiaro fino ad arrivare ai suoi occhi scuri. “Ma c’è una cosa che non capisco…”
Chanyeol iniziò a mordicchiarsi nervosamente l’unghia del pollice aspettando la mia domanda.
“Ti stavi per suicidare quel giorno, giusto? Poi però hai visto il fantasma del bambino e ti sei fermato, e capisco che tu l’abbia fatto. Ma perché dopo esserti reso pienamente conto di questa tua, chiamiamola capacità, non ti sei ucciso? Voglio dire, io ne sarei stato terrorizzato e nella tua situazione l’avrei quasi sicuramente fatto. Allora perché? Perché tu no?”
Chanyeol sorrise e i suoi occhi brillarono un pochino.
“Baekhyun” disse “A volte, soprattutto di sera, sento Baekhyun cantare. Qualche volta sento anche la sua risata cristallina risuonarmi nelle orecchie, quando attraverso luoghi che eravamo soliti frequentare, come la pista di pattinaggio o il piccolo negozio di musica vicino a casa sua. È per questo che sono riuscito ad andare avanti. Dopotutto lui è ancora con me.”
Aggrottai la fronte. Se solo anch’io avessi avuto la possibilità di sentire la voce di Jongin, anche se solo per un’ultima volta.
“B-Baekhyun cantava?” borbottai mestamente, senza prestare troppa attenzione alle mie parole.
Il viso di Chanyeol si illuminò tutto d’un tratto. Ma la sua espressione era malinconica. Mi ricordava il rosso intenso del sole che tramonta. “Baekhyun aveva la voce più bella del mondo. Lo vidi per la prima volta mentre cantava in un locale, ne rimasi stregato. Il modo in cui chiudeva gli occhi per raggiungere le note più alte, le sue piccole dita strette con delicatezza attorno all’asta del microfono. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Gli chiedevo spesso di cantare per me. Amavo sentire Baekhyun cantare più di qualsiasi altra cosa al mondo.”
Un brivido mi percorse la schiena. Baekhyun. Mi ricordai improvvisamente di aver già sentito quel nome.
“Chanyeol…in quale locale cantava Baekhyun?”
“Proprio nella caffetteria di fronte all’incrocio dove ti ho trovato la prima volta…curioso non credi?”
Allora ricordai quel ragazzino minuto che sistemava con attenzione il microfono tra le mani, mezzo seduto sullo sgabello traballante di legno d’abete. Era il locale preferito di Jongin, la piccola caffetteria del nostro primo appuntamento. Lo sentivamo spesso cantare quando andavamo là, anche se non c’era proprio tutte le sere. Ogni volta concludeva con una canzone particolarmente triste che si chiamava Baby Don’t Cry, e dopo aver pronunciato l’ultima strofa spesso posava lo sguardo vivace sul tavolo dove ci trovavamo io e Jongin e ci rivolgeva un sorriso timido.  All’inizio mi faceva andare fuori di testa, pensavo che ci volesse provare con Jongin o qualcosa del genere. Ma una sera l’avevo visto fuori dal locale mentre baciava un ragazzo di diverse spanne più alto di lui e allora avevo realizzato che probabilmente il suo era un sorriso di solidarietà, gli stavamo semplicemente simpatici. Da allora avevo cominciato in qualche modo ad affezionarmi alla sua bella voce e al suo sguardo allegro ma non avevamo mai condiviso niente oltre a quei fugaci sorrisi tra una canzone e l’altra. Poi, un anno fa, il ragazzo dalle belle mani venne rimpiazzato da una vivace ragazzina dalla voce troppo piatta e troppo acerba. Mi ricordo il disappunto mio e di Jongin nel vedere che il nostro familiare cantante era stato sostituito, ma certamente nessuno dei due si aspettava che fosse morto.
“Io e Jongin andavamo sempre là a bere la cioccolata calda. Io…credo di averti visto una volta Chanyeol, ma avevi i capelli più chiari”
“Si, li avevo quasi biondi tempo fa” annuì convinto.
“Allora eri tu, stavi baciando Baekhyun fuori dal caffè… Mi stava simpatico sai? E aveva una bella voce, hai ragione…”
L’avevo fatto notare anche a Jongin una volta. “Bella voce questo ragazzo, vero Jongin?” esclamai ammirato, guardando di sottecchi il giovane seduto in maniera davvero precaria sullo sgabello.
“Mah, non saprei…secondo me la tua è centomila volte meglio” ammiccò lui sorridendomi e io arrossii, come sempre, facendolo scoppiare in una piccola risata compiaciuta.
Erano sempre le piccole cose che ci scaldavano il cuore. Erano anche quelle che mi mancavano di più
“Anche a me manca molto…” bisbigliò appena Chanyeol fissando un punto indefinito nel mezzo delle sue scarpe.
“Scusa” sospirai abbandonandomi sullo schienale imbottito della sedia “scusa se sono stato così duro con te. I-io…non credo che te lo meriti. È solo che è tutto così surreale…”
La mia gola si strinse in un singhiozzo strozzato mentre  gli occhi pungevano fastidiosamente al disotto delle palpebre. “È solo che è tutto così sbagliato” singhiozzai mentre il mio tentativo di trattenere le lacrime fallì miseramente. Mi portai le mani al viso cercando di controllarmi ma sentii delle grandi mani che, strette sui miei polsi, le allontanavano delicatamente. Confuso dietro ad un velo bagnato, scorsi il viso di Chanyeol, contornato dalle sue buffe orecchie a sventola. Era inginocchiato al fianco della mia sedia, gli occhi al livello dei miei. Mi aspettavo che da un momento all’altro mi dicesse qualcosa come “So come ci si sente” o “Passerà” ma non disse niente del genere, anzi, non disse proprio nulla. Ma mi abbracciò. Mi strinse forte cingendomi il collo e appoggiò il mento sulla mia spalla. Non c’era niente da dire. Ricambiai l’abbraccio rifugiandomi nella sua stretta calda e mi abbandonai ad un pianto incontrollato, aggrappandomi disperatamente al suo maglione.
Mi lasciò andare solo diversi minuti dopo che avevo smesso di singhiozzare. Si allontanò guardandomi con sguardo indagatore, per assicurarsi che non ricominciassi a piangere da un momento all’altro. Poi sorrise in modo idiota e osservò stupito la macchia bagnata che si allargava sulla spalla del suo maglione.
“Grazie” mugugnai passando una manica della felpa sugli occhi arrossati.
“Mi hai bagnato tutta la maglia!” esclamò ridacchiando.
“Scusa”
“È più originale così e poi si asciugherà, quindi non importa”
“Originale?” chiesi cimentandomi in una debole risata, un po’ patetica.
“Si, certo” spiegò Chanyeol sistemandosi a gambe incrociate sul pavimento “Chi può dire di avere un maglione con una grande macchia di lacrime sulla spalla? Io credo nessuno”
“Chanyeol, non è che potresti alzarti per favore? Credo che il gestore stia seriamente valutando di sbatterci fuori” sussurrai avvicinandomi un po’ alla sua faccia sorridente.
“Oh, si, forse hai ragione” rifletté aggrottando la fronte in un cipiglio serio e andò a sistemarsi sulla sedia.
Un silenzio un po’ imbarazzato cadde tra noi due. Almeno, era così per me perché in realtà Chanyeol non sembrava conoscere l’imbarazzo.
“Kyungsoo?” la sua voce sorprendentemente profonda interruppe la nostra bolla di mutismo.
“Mmh?”
“In realtà volevo dirti una cosa, per questo ti avevo chiesto di incontrarci”
“Una cosa oltre alla storia dei…emh, fantasmi?” mi sentivo ancora decisamente a disagio sull’argomento.
“Ah si certo, quella era solo un’introduzione!” rise lui.
Un’introduzione? Alla faccia dell’introduzione, pensai.
“Beh, allora sentiamo…” dissi incerto. Avevo un po’ paura di quello che avrebbe potuto dirmi.
“Forse, potresti avere un’ultima possibilità di vedere Jongin”
“Cosa?” strillai, attirando nuovamente gli sguardi infastiditi di clienti e personale.
“Cosa?” ripetei più piano scrutando Chanyeol.
“Ci sarà un fenomeno particolare, una specie di congiunzione astrale, diciamo così. Se ci saranno le condizioni adatte, probabilmente sarai in grado di vedere qualcosa. È un evento che si verifica ogni cento anni.”
“Ma dove? E quando?” non riuscii a trattenermi dal domandare.
“Dopodomani. E per il dove, penso proprio che sia all’incrocio della caffetteria.”
“Ma di cosa si tratta? Riuscirò veramente a vedere Jongin?”
“Io…non ne sono sicuro. Ma ho avvertito che tra te e quel luogo c’è un certo legame e penso che probabilmente qualcosa accadrà.”
Feci per parlare ma poi mi fermai a riflettere. Sembrava un’altra delle surreali storie senza senso di Chanyeol ma dopotutto, cosa ci perdevo?
“Anche tu speri di vedere qualcosa? Qualcosa legato a Baekhyun?” domandai piano.
Chanyeol si rabbuiò un po’, ma il suo sguardo era luminoso. “In realtà si. Credo che ci saranno le condizioni adatte per entrambi, lo spero.” Sorrise.
“Allora dopodomani?”
“Si” confermò “Fatti trovare all’incrocio almeno una decina di minuti prima dell’alba, diciamo alle cinque di mattina ok?”
Era presto, tanto presto, ma in realtà non mi importava.
“Va bene”
“Ottimo!” sorrise entusiasta “E non dirlo a nessuno. Bene allora, adesso devo-”
“Adesso devi andare?” lo interruppi prevedendo il seguito.
“Ahahahah si!” esclamò “Ma visto che ti ho fatto piangere questa volta pago io!”
“È un ragionamento stupido sai? Mi hai fatto piangere anche l’altra volta” gli feci notare.
“Ah, è vero! Va beh, pagherò lo stesso”
“Se proprio insisti” risi io.
Osservai Chanyeol dirigersi alla cassa per poi lasciare una discreta somma alla cassiera, che sembrava decisamente esasperata dalla sua ingombrante presenza.
Infilandosi il giubbotto, Chanyeol mi stava già salutando agitando la mano dalla porta. Io, ancora seduto sulla mia sedia, ricambiai con un cenno. Rimasi lì, pensieroso, osservando la sua schiena allontanarsi.
“Aspetta!” gridai d’un tratto, prima di vederlo scomparire. Mi affrettai verso di lui, una strana sensazione che si agitava nel petto. Non volevo separarmi da lui, non ancora.
“Kyungsoo?” chiese sorpreso quando gli afferrai il braccio per trattenerlo. Non mi aveva sentito, le sue enormi orecchie erano già occupate da due auricolari di un bel verde acceso.
Avevo il fiato corto. Rimasi ad annaspare per qualche secondo, appoggiato al braccio di Chanyeol.
“Tutto a posto?” chiese lui a un certo punto.
“Posso…posso accompagnarti per un po’ di strada?” chiesi a fatica. La corsa non era mai stata il mio forte.
Sul viso di Chanyeol si allargò uno dei suoi sorrisi inquietanti e dopo qualche secondo iniziò a ridere davvero di gusto.
“Certo” esclamò “Certo che puoi!”
“Allora andiamo” sorrisi lasciandogli andare il polso.
Mentre camminavamo fianco a fianco in silenzio mi chiedevo se l’appuntamento all’incrocio fosse uno scherzo.
Quando Chanyeol mi salutò davanti all’impresa di pompe funebri chiedendomi anche, vedendomi immobile, se volevo stare con lui al lavoro, capii che se anche fosse stato un bugiardo patologico e io, correndo impaziente quella mattina verso l’incrocio, avessi fatto la figura dello stupido, non me ne sarebbe importato. E anche se non fosse accaduto niente, anche se fossimo rimasti l’uno accanto all’altro a osservare il pigro sfrecciare del lento traffico mattutino, sarebbe stato piacevole, dopotutto. Mi sarebbe bastato.

 
            
 
*Gin Corner* Eccomi, sono tornata! Scusate la lunghissima attesa *si nasconde in un angolino* ma per una serie di motivi non sono riuscita ad aggiornare prima... Tra l'altro adesso è anche iniziata la scuola (perchè? Vi prego uccidetemi) ma non vi preoccupate che non vi trascurerò per questo!
Va bbeh...che dire? Aaaallora, per prima cosa mi sembra giusto dirvi che (ahimè) siamo alle fasi finali...teoricamente il prossimo capitolo sarà il penultimo *piange* ma ho già in mente delle altre  fanfiction in questo fandom, in particolare una, quindi non temete (invece mi sa che dovete temere proprio per questo) xD
Questo capitolo, anzi un po' questa parte della storia, è ispirato al bellissimo racconto "Moonlight Shadows" di Banana Yoshimoto quindi se l'avete letto e trovate delle somiglianze, ecco, è tutto nella norma!
Bene, vi ringrazio sempre tutti (chi legge/segue/preferisce/recensisce/ricorda insomma ormai avete capito no?<3) e se ne avete voglia e vi fa piacere lasciatemi pure la vostra opinione!
E ultima cosa! Ho fatto una pagina facebook ufficiale 
https://www.facebook.com/pages/Gin-Yoru-EFP/504174869677399?ref=ts&fref=ts *ta daaan* e sarei tanto tanto contenta se metteste "mi piace" :D
Bene, adesso ho finito veramente quindi ciao ciao, alla prossima! *agita manina*
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: Gin Yoru