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Autore: _ems    15/09/2013    3 recensioni
(...) "Non ti mangio, lo giuro." aveva proseguito, alzando, con un dito sotto il mento, il viso di Albus. "A meno che, beh, tu non voglia essere mangiato."
[La Fan-Fiction è arrivata seconda al contest "First Date - Il primo appuntamento!" di SilverKiria sul Forum di EFP]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nome su FFZ: _Nips
Coppia Scelta: Albus Severus/Lorcan.
Tipo di testo: One-Shot.
Obbligo richiesto: Bacio improvviso, uno dei due non se l’aspetta.

«Ehi, green eyes».
Ad Emme&Ellies, che hanno l’Albus ed il Lorcan  più belli del mondo
ed a Meli&Nym, che hanno l’Albus ed il Lorcan più pazzi del mondo.

“Io più te fa noi, la somma.
Io distratto e tu perfetto, tu.¹”

Il primo passo era stato opera di Lorcan.
Il Corvonero aveva meditato più volte, e a lungo, su quella richiesta. Conosceva Albus né più né meno di quanto conoscesse gli altri Potter – Weasley, ad eccezione di James che era suo migliore amico e Dominique, con la quale condivideva la casata. Fino all’anno prima, per lui Albus era un ragazzo come un altro, il fratello del suo migliore amico – che era stato smistato inspiegabilmente a Serpeverde – , il ragazzino impacciato e goffo che più volte aveva visto rincorrere uno strano gatto e, per ultimo, ma non meno importante, un Serpeverde davvero attraente. Albus, per Lorcan, era semplicemente bello. I capelli corvini perennemente spettinati, l’aria trasognante e speso stanca… Il balbettare per l’imbarazzo o, ancora, l’arrossire erano tutte caratteristiche che l’avevano sempre attratto, ma mai incuriosito più di tanto.
Poi Albus aveva fatto quella cosa lì.
Era pieno febbraio quando il Corvonero s’interessò all’altro. Era rimasto chiuso in biblioteca diverse ore quel giorno, a causa di un tema che credeva finito ed un ripasso che credeva fatto ed aveva deciso – al termine di tutte quelle cose che, a sua detta, erano già state fatte – di svagare un po’ la testa. Si era quindi diretto verso le rive del Lago Nero, dove da qualche tempo sospettava l’insolita presenza di Plimpi d’acqua dolce.
Non aveva trovato Plimpi, quelli proprio no, ma un Albus bagnato fradicio e tremante, quello sì. Il Serpeverde si era buttato in acqua trascurando un piccolo dettaglio: non sapeva nuotare².
Lorcan non capiva neanche il perché l’altro si fosse buttato in acqua! Era giunto in quella precisa porzione di riva nel momento esatto in cui il ragazzino, con una paura non indifferente, si era buttato. Aveva spalancato gli occhi – consapevole della mancanza dell’altro grazie agli innumerevoli sfottò di James a danni del fratello – e si era precipitato in acqua, a sua volta. Si era tuffato ancora vestito, ancora vagamente impaurito e sperando, sperando con tutto se stesso, di non aver agito troppo tardi.
Aveva riportato Albus a galla, l’aveva guardato come se fosse impazzito tutto d’un colpo e, gonfiando le guancie, si era preparato ad una sfuriata.
Non era riuscito neanche ad aprire bocca.
Si era voltato verso Albus, sgonfiando le guancie di colpo: il Serpeverde si stava abbracciando da solo, stringendosi le ginocchia al petto, e lo guardava ancor più impaurito di quanto il Corvonero si aspettasse.
Lorcan si era sentito disarmato.
Davanti a quegli occhi verdi, sorprendentemente grandi per quel visino delicato, ed impauriti, il colorito così pallido ed il terrore nel tremolio del corpo, le parole gli erano venute meno e lui aveva solo potuto avvicinarsi all’altro e poggiargli una mano sulla spalla con delicatezza.
«Come stai?»
Gli aveva chiesto, esitante.
Erano ben altre le domande che avrebbe voluto porgergli, tra cui alcune assai retoriche e d’ammonimento.
«I-i-io…»
Lorcan aveva visto le guance del altro colorirsi appena, mentre con uno scatto si sollevava da terra ed andava ad afferrare la tracolla.
«Bene, sto bene».
Gli aveva sentito sussurrare prima di vederlo sparire, correndo verso il Castello, ancora fradicio ed impaurito.
Lorcan aveva battuto più volte le palpebre sorpreso, ed aveva guardato la figura dell’altro sparire in lontananza. Era rimasto lì per un po’, ancora vagamente confuso e stordito, prima di alzarsi a sua volta e decidere che, prima di qualsiasi altra cosa, avrebbe messo sotto i denti un po’ di cibo.
Il giorno dopo Albus gli comparve davanti.
Lorcan stava discutendo con James sul Quidditch – sostenendo che non era uno sport così bello, che sicuramente c’erano cose meno violente e/o impegnative, che non era poi così un delitto non farselo piacere – quando Albus comparve stroncando la loro conversazione. James aveva dato una pacca vigorosa sulla spalla del fratello, pronto ad aprir bocca e dire chissà quale scemenza, quando Albus – torturandosi copiosamente la manica del maglione della divisa – aveva preso parola.
«Ciao James…» aveva iniziato. «Ehm… posso parlare un attimo da solo con Lorcan?»
James si era accigliato, incuriosendosi giusto un po’, spostando lo sguardo da suo fratello al suo migliore amico.
«È per la pozione, vero?»
Aveva mentito Lorcan, notando il disagio palese dell’altro – disagio che James pareva non aver notato per niente – e afferrandolo per un braccio l’aveva trascinato via.
Si erano fermati in prossimità delle scale che conducevano alla Torre di Astronomia, in quel momento il corridoio era deserto, non essendoci nessuna lezione in programma.
«Ciao Albus».
Aveva esordito Lorcan, sorridendo.
Albus continuava a torturarsi la manica del maglione, tenendo gli occhi bassi e balbettando parole incomprensibili di tanto in tanto. Lorcan sapeva che non era sempre così, aveva visto Albus affrontare intere discussioni e rispondere a tono ad insulti, e proprio non riusciva a capire cosa lo intimidisse tanto… Salvo che…
«Ehi, green eyes, ti intimidisco così tanto?»
Sbottò scherzosamente, dandogli di gomito mentre l’altro spalancava gli occhi.
«Non ti mangio, lo giuro» aveva proseguito, alzando, con un dito sotto il mento, il viso di Albus. «A meno che tu, beh, non voglia essere mangiato».
Lorcan aveva visto gli occhi dell’altro divenire ancora più grandi, come se ciò fosse possibile, ed il rossore impadronirsi del viso del Serpeverde ad una velocità impressionante. Albus aveva iniziato a balbettare senza ritegno, sconvolto, senza riuscire a venire a capo di quella situazione assurda.
“A meno che tu, beh, non voglia essere mangiato”, gli aveva detto!
Albus stava per fare dietrofront di nuovo, già mezzo passo indietro rispetto a prima, pronto a tornarsene nel proprio Dormitorio e magari provare, in un secondo momento, un nuovo approccio con Lorcan, che questo l’aveva già bloccato per un braccio.
La presa non era salda, Albus avrebbe potuto liberarsi in qualsiasi momento ed andarsene, ma preferì restare lì. A guardare il Corvonero negli occhi, continuare ad arrossire in modo vergognoso, ma con la bocca chiusa. Lorcan continuava a sorridergli, sicuro di sé, aveva lasciato il braccio dell’altro portando entrambe le mani sulla cinghia della tracolla.
Era venerdì.
Albus ci pensò subito dopo aver udito le parole di Lorcan.
«Hogsmeade» stava dicendo. «Domani, con me».
Albus aveva annuito.
Nulla di più e nulla di meno. Aveva mosso appena la testa in un sì, esitante. A Lorcan era bastato. Aveva allargato il proprio sorriso, avvicinate le labbra ad una guancia di Albus – e quindi il proprio corpo a quello dell’altro – e dopo avergli mormorato un “non ti mangio, piccolo Potter”, era andato via.
Ora si trovavano lì.
Albus e Lorcan stanno seduti uno di fronte all’altro, tra di loro una candela già mezza consumata, e tra le mani una Burrobirra ormai tiepida. Albus guardava ovunque, tranne che verso Lorcan. Ha posato gli occhi più volte sulle mani dell’altro, percorso il profilo delle sue braccia, soffermatosi sulla curva delle labbra…
«Albus».
La voce dell’altro l’aveva fatto sobbalzare, soprendendolo.
Da quando in qua faceva certi pensieri su Lorcan? Il migliore amico di suo fratello? Il Corvonero da strapazzo che, solo il giorno prima, gli aveva detto “A meno che tu, beh, non voglia essere mangiato”? Qualcosa era concretamente cambiata.
Era mutata, evoluta… Che il sentimento di stima ed affetto, che nel corso degli anni aveva creduto di provare per Lorcan, fosse ben altro?
«Sì?»
Lorcan aveva pensato che quello, rispetto ai tanti balbettii precedenti, era un gran passo avanti. Aveva sorriso, quindi, incoraggiando quel miglioramento ed aveva bevuto un altro sorso della sua Burrobirra – facendo poi una smorfia scoprendola ormai fredda – nell’intento di guadagnare tempo.
«Volevo chiederti una cosa…» aveva iniziato, incerto.
Albus si era incuriosito, chinandosi con il busto superiore in avanti, per udire meglio le parole dell’altro, lo osservava finalmente in volto da quando avevano varcato la soglia dei cancelli di Hogwarts.
«L’altro giorno, al lago…»
Lorcan si era stoppato, lanciando un’occhiata indicativa ai vestiti che il Serpeverde ora indossava – alludendo ad una divisa alquanto zuppa, e ad un atto alquanto imprudente.
«Non stavo tentato il suicidio, volevo imparare a nuotare».
Era stata la replica, istantanea, di Albus.
Era riuscito a non balbettare per due semplici motivi: uno era che, dannazione, doveva chiarire quella questione prima che gli sfuggisse di mano e, due, l’aria incerta che aveva assunto l’altro gli aveva dato il coraggio necessario per smetterla, fino ad un certo punto, di sentirsi intimorito da Lorcan.
Era Lorcan, dannazione, il migliore amico di suo fratello! Il bambino che da piccolo andava a scovarlo nello sgabuzzino quando era particolarmente contrariato con qualcuno (di solito James), e con il quale aveva discusso più volte sull’esistenza o meno di creature strane come i Nargilli o i Gorgospazi³, insomma… quegli animali lì.
«Come facevi a sapere che non so nuotare?»
Gli aveva chiesto poi, visibilmente sbalordito.
Albus sapeva, almeno da parte sua, di non aver informato nessun altro essere umano che non fosse un Weasley-Potter-Delacour e d’intorni della sua piccola mancanza.
Lorcan scosse la testa, ridendo.
«Non hai idea di quel che dice tuo fratello quando non ci sei, vero?»
Disse semplicemente, facendo sì che l’altri divenisse, ancora, porpora ed imprecasse a mezza voce il nome di James.
Erano visibilmente più rilassati.
Lorcan se ne era reso conto dal modo di camminare dell’altro, ora più sciolto e disinvolto, e dalla vicinanza che era riuscito a conquistare. Quella mattina avevano percorso la strada da Hogwarts a Hogsmeade distanti, tanto da indurre a credere che, in realtà, fossero semplicemente due ragazzi che si recavano da soli al paese e non assieme. Ora invece, così vicini da potersi sentire anche in un sussurro, mentre uno accanto all’altro ridevano all’ennesima battuta di Lorcan, seguita da un complimento e, in seguito, dall’arrossire di Albus, nessuno avrebbe avuto dubbi: quei due ragazzi, il biondo e il moro, erano nel pieno del loro primo appuntamento.
Seduti, ora, su una panchina ai bordi del sentiero, gamba contro gamba, potevi vedere Lorcan allungarsi in avanti, prendere le mani gelide dell’altro tra le sue e portarle all’interno del proprio mantello così da riscaldarle con il proprio calore.
E potevi vederli lì, seduti su quella panchina, gli occhi spalancati di Lorcan e le labbra di Albus adagiate su quelle dell’altro, in un minimo sfregamento, ma così intimo e deciso da sbalordire l’altro. E avresti potuto vedere solo un attimo dopo, l’esplosione di mille colori e sapori, tutti racchiusi in un unico bacio, da prima inaspettato e poi desiderato.
Ecco, ora lì, su quella panchina avresti potuto vedere un amore nascere.


Note:
1. Sappi amore mio – Biagio Antonacci. La frase originale è: “Io più te fa noi, la somma.
Io distratto e tu perfetta, tu.”
2. Allora, come il gatto e il “green eyes” (che non ho fatto presente, perdonatemi), la caratteristica del non saper nuotare appartiene ad un Albus che ho “conosciuto” nel Fakeworld. Vorrei linkare il suo profilo, ma non avendo una connessione, posso solo dirvi il nome di EFP. (E visto che ci sono dico anche le altre <3)
- Codex
- Ellies
- MeliChoco36
- Nymeriah
3. Il nome è scritto volutamente male.
4. Ovviamente anche Meli e Nym hanno gli Alburcan belli, ma poi la dedica diventava lunga :v E ho dedicato questa OS a tutte e quattro, le quattro che mi fanno amare la coppia ogni giorni di più, perché a differenza delle altre questa mi soddisfa di più.
La vedo più completa, in un certo senso, e lo devo a voi. Vi voglio bene ragazze. <3 

   
 
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