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Autore: xhisdimples    15/09/2013    2 recensioni
Sono Eleanor Jane Calder, e state pronti, perché ne ho avuto abbastanza.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Sabrina, with all my love.
A Bianca, spero apprezzerai :)


 
*Se siete qui solo per scrivere
"Larry è reale1!1! hihihi lol xD", quella freccia
in alto a sinistra è la soluzione.
Lots of love xx*
 
ROAR
 
 
Stringo le mani intorno alla tazza in porcellana colorata, cercando invano di trattenere un pochino del calore regalatomi dal the. Con lo sguardo accarezzo il profilo delle montagne innevate, corro tra gli alberi fitti e scuri per poi scontrarmi, nuovamente, con il vetro spesso che mi separa dalla libertà là fuori.
Sono chiusa in casa da ore, ormai, e sto davvero diventando pazza.
Libby, la mia coinquilina, ha tentanto di fermarmi dal lavare tutto ciò che poteva essere lavato, o dal passare l'aspirapolvere, o, addirittura, dal cambiare il vaso al nostro ciclamino arancione. Dopo un paio d'ore di grida al vento, è uscita, annunciando di non riuscire più a sopportarmi: la capisco, davvero.
Ramoso, il primo gatto potterhead della storia, fa irruzione del mio campo visivo scivolando sul parquet, andando poi a schiantarsti inevitabilmente contro il mobile del salotto. Quando Libby era tornata a casa con quel fagotto di pelo tra le braccia, avevo subito annunciato che non avremmo potuto tenerlo. Insomma: entrambe andiamo all'Università, lavoriamo e riusciamo a stento a sfamare noi stesse, come avremmo mai potuto badare ad un gatto?! Eppure, due vaschette di gelato ed un film di Harry Potter dopo, avevo accettato l'adozione dell'animale, condannandomi inconsapevolmente a pigre domeniche sul divano intenta a grattargli lo spazio tra le orecchie.
Come a voler attirare la mia attenzione, Ramoso soffia leggermente, ricordandomi che forse è ora di lasciarlo uscire per la sua passeggiata pomeridiana. Assolutamente controvoglia mi alzo dal divano, avvertendo tutte le articolazioni schioccare al benchè minimo movimento.
Appena apro la porta, quel piccolo ingrato del mio gatto sfreccia verso il giardino, senza neanche voltarsi a salutare: stai certo che ti comprerò ancora il cibo più costoso, oh sì.

Fuori, il cielo inizia ad assumere un colorito bluastro, tendente al viola chiaro in alcuni punti: per quanto tempo sono stata ferma ad osservare le montagne? Sembra passata un'eternità da quando stamattina ho poggiato i piedi nudi sul pavimento freddo, pentendomene subito dopo e tornando a cercare un pochino di calore tra le lenzuola stropicciate del mio letto matrimoniale.
Un filo di vento mi fa rabbrividire appena, e, quando realizzo che sono ancora ferma sulla porta di casa, il mio one-piece grigio leggermente aperto e i capelli legati in una crocchia disordinata, decido che è tempo di rientrare. La porta sbatte, pesante, con un rumore sordo che rimbalza sulle pareti della stanza: sono davvero sola, adesso.
Musica, ho davvero bisogno di musica.
La radio, un vecchio pezzo di ferro color azzurro tiffany avuto in regalo dalla madre di Libby, prende vita gracchiando sotto il mio tocco pesante. Io odio questo aggeggio! Non che voglia uno stereo ultimo modello, intendiamoci, ma neanche uno che, più che vintage, potrebbe essere definito da collezione!
"E questa era Kiss You, degli One Direction." La voce di Nick Grimshaw giunge forte e chiara, squillante e fastidiosa come solo lei sa essere. Io davvero non riesco a capire come la gente possa ascoltarlo alla radio. Okay, Nick è davvero simpatico ed i suoi ospiti sono sempre più famosi, ma quella voce non da mai fastidio a nessuno? Bah. "Parlando appunto degli One Direction, mi è appena giunta voce che Louis, l'unico dei cinque ad aver intrapreso anche una carriera calcistica, si è fatto male durante la sua ultima partita. Rimettiti presto amico!" Ed in questo preciso istante, qui, su questo divano malconcio e consumato da serate di film e patatine, posso giurare che se il mondo si fermasse non me ne accorgerei.
Le immagini di Louis steso a terra mi tornano in mente più dolorose che mai.
Ricordo ogni singolo istante di quella partita: il suo parlottare nervoso negli spogliatoi, il suo sorriso nell'entrare in campo, la delusione nel sentire i fischi del pubblico, la felicità nei suoi occhi alla sola idea di poter fare qualcosa di bello ma, soprattutto, ricordo la caduta: le mani corse veloci al ginocchio, la smorfia di dolore sul suo bel faccino. Poi, tutto diventa confuso. Ricordo vagamente di aver cercato il suo sguardo, dagli spalti, ma di non averlo trovato. Ricordo l'espressione confusa di Johannah, anche lei spiazzata da quanto avevamo appena visto. Infine, ricordo il mio piccolo ed indifeso Louis che lascia andare tutto il suo nervosismo ai piedi del campo.
In quel momento, cosa abbastanza divertente, ad essere onesta, ricordo di aver pensato alla scena di High School Musical in cui Troy cade e Gabriella canta per dargli la forza di tornare in campo. Ricordo di aver desiderato di non essere stonata e di aver desiderato che la vita fosse un film. Subito dopo, ricordo solamente la mano grande e calda di Paul, che mi strattonava verso gli spogliatoi.

"Quanto possiamo amare Ed Sheeran, qui a BBCR1? Eccolo con la sua Kiss Me." La voce di Nick interrompe i miei pensieri, costringendomi ad ascoltare una delle canzoni più tristi della storia.
Nonostante io ami Ed, mi allungo verso la manopola della radio ed inizio a fare zapping tra le varie stazioni radio: Demi Lovato, Taylor Swift (che io adoro, ma non mi sembra il caso), One Direction e poi, ancora, Taylor Swift. In preda all'ennesimo attacco di nervoso della giornata, spengo quell'ammasso di metallo e mi dirigo in cucina, il frigo come unica fonte di interesse. 
Una delle cose che ho sempre amato e sempre amerò della vita universitaria, è la quantità apparentemente infinita di schifezze che un frigo può contenere. Libby, grande fan del gelato in vaschetta, sembra assicurarsi che in casa ce ne sia sempre una scorta, e, in questo momento, non potrei esserle più grata.
Armata solamente di un cucchiaio e una vaschetta gigante di gelato al pistacchio, mi siedo all'enorme tavolo della cucina, il computer acceso e pronto a soddisfare ogni mia richiesta.
Do una controllata al cellulare, il mio iPhone ultimo modello che Louis non ha saputo resistere dal comprarmi, e lo trovo vuoto, silenzioso. Nessuna chiamata persa. Nessun messaggio. Niente.
Accedo a twitter, ancora più frustrata, solo per informare i miei 3,057,758 followers della bontà del gelato. Il numero di persone che mi segue è assolutamente assurdo: io non sono nessuno, solo una studentessa di Londra che ha avuto l'immensa fortuna di incontrare Louis Tomlinson, membro della band più famosa del momento, ed innamorarsene follemente. Non mi merito questa moltitudine di persone che dice di essere mia fan: a parte studiare ed andare avanti a pasta e caffè, io non faccio niente di speciale.
Appena qualche secondo dopo la pubblicazione del mio intelligentissimo tweet, il cellulare inizia a vibrare sul tavolo, come in preda ad una crisi epilettica. Il numero delle interazioni sale a vista d'occhio: chi retwitta, inserisce tra i preferiti, mi prega per un follow, mi insulta.
Gli insulti sono l'unica cosa che ancora non riesco a tollerare. Dovrei superarli, ormai: è più di un anno che io e Louis stiamo insieme e credevo di essermi abitutata alle critiche. Oggi, però, mi sento come se ogni singola lettera scritta da quelle ragazzine gelose fosse in grado di trafiggermi da parte a parte, all'altezza del cuore.
"Eleanor puzza." "Elounor non è reale." "Louis ama Harry." "Tu non te lo meriti." 
Il fiume di parole mi si rovescia addosso, inondandomi, travolgendomi come uno tzunami. Me ne sto qui, ferma, impassibile, mentre il mio cellulare mi regala tutta la cattiveria di cui un'adolescente può essere capace.
Perché è così difficile da capire? Io amo Louis più di ogni altra cosa al mondo.
Amo il suo sorriso, così bello e spontaneo che è in grado di illuminare il mondo intero. Amo i suoi capelli sempre perennemente disordinati, che però gli danno un'aria dolce e malandrina allo stesso tempo. Amo il suo profumo, fragole, che mi inebria ogni volta come fosse la prima. Amo la sua voce, così sotttile e delicata, unica al mondo. E poi, soprattutto, amo i suoi occhi: quelle sue iridi così dannatamente blu, tanto profonde da poterci annegare. Amo Louis WIlliam Tomlinson perché mi fa sentire speciale, unica al mondo, anche a kilometri di distanza.
*BZZ BZZ* La vibrazione del cellulare mi distoglie dai miei pensieri innamorati, rivelando il nome dell'ultima persona che mi aspetterei di vedere.
"Harry?" "Ciao El." La sua voce è roca, distraccata, lontana, quasi. Harry non mi chiama mai El. Sinceramente, Harry non mi chiama mai e basta.
"E' successo qualcosa?" Ridacchia appena, ed io mi rendo conto di aver usato un tono altamente preoccupato, dopo tutto come biasimarmi? L'unica volta che Harry mi ha chiamata sul cellulare era per chiedere il mio aiuto per riportare a casa un Louis parecchio ubriaco e malconcio. "No.. non proprio. Volevo solo aggiornarti sulla situazione di Louis." Al solo suono di quella parola, il cuore perde un battito.
Louis. Come sta? Dov'è? Il ginocchio?
Il mio cervello lavora, frenetico, immaginando tutti gli scenari possibili, ovviamente uno più critico dell'altro.
Stai calma Eleanor, respira.
Louis sta bene, è a casa con Jay, quindi non può accadergli niente di male.
E se si fosse alzato troppo in fretta, facendosi male di nuovo? Se il ginocchio gli impedisse di fare il prossimo concerto? Dopo tutto è già successo che cantasse con dolore alla gamba, ma questa volta è diverso.
"El?" La voce di Harry arriva ovattata, ma riesce comunque a fermare il vorticare confuso dei miei pensieri. "Sono qui. Spara, Harry." Il riccio prende un respiro profondo e riesco quasi ad immaginarlo, seduto al bancone della cucina, la mano destra a massaggiarsi le tempie. "Sta bene, il ginocchio gli fa ancora un po' male ma Jay e le ragazze sono lì con lui." Tiro un sospiro di sollievo, sorridendo appena, per poi tornare a prestare attenzione al ragazzo dall'altro capo del telefono. "Solo che.. i, ehm, manager non vogliono che lo vediamo. Né io né tu. Ho chiamato Fizzy e mi ha detto che controllano casa sua: vogliono che le fans lo vedano solo con la famiglia." 
Harry tace, aspettando che io assorbisca il colpo.
Non vogliono che lo vediamo.
Le parole "manager", "no" e "controllo" mi rimbalzano da un lato all'altro del cervello, senza trovare pace. E' così dannatamente ingiusto!
Prima vogliono che io sia sempre disponibile, così che se le fans dovessero ri-iniziare a "tifare" per Larry Stylinson le nostre foto possano farle demordere. Poi vogliono che Harry mi segua su twitter, così da far pensare che siamo amici e noi non siamo amici, lo sanno tutti. Ci tolleriamo appena, a causa di Louis, ma il riccio non è sulla lista delle persone che inviterei al mio compleanno.
Ora, invece, vogliono che io stia lontana da Louis.
Sono così dannatamente stanca.
Mi lascio sfuggire un singhiozzo, cercando poi di cammuffarlo con un colpo di tosse, ma Harry se ne accorge. "Lo so. Posso fare qualcosa per te?" Sorrido tra le lacrime, pensando che forse Harry Styles non è così male.
"No grazie Harry, me la caverò." Ridacchia per poi annunciare che partirà per l'Australia, ma di chiamarlo non appena saprò qualcosa. Lo rassicuro e interrompo la telefonata, esausta.

Mi risiedo al computer, accendendo a YouTube: magari prima non ha funzionato, ma la musica è sempre la migliore medicina.
Libby, che sembra vivere su YouTube, mi ha passato il vizio di cercare una canzone che mi piaccia inserendo le lettere dell'alfabeto, ovviamente in ordine, nella barra di ricerca del sito: è così che avevamo scoperto gli One Direction.
Quando arrivo alla lettera "R", mi appare una canzone che non ho mai sentito nominare prima: "Roar", di Katy Perry. Probabilmente è il suo nuovo singolo, uscito qualche tempo fa, ma che non ho mai avuto il tempo di ascoltare.
Faccio partire la canzone, tornando poi a dedicarmi alle mie interazioni impazzite: a quanto pare la notizia che Lou è a casa da solo è trapelata, scatenando una nuova serie di insulti nei miei confronti in quanto "una vera fidanzata" dovrebbe essere al suo fianco.
Continuo a leggere le cattiverie, quando nella mia testa sto urlando, dando sfogo a tutta la mia rabbia, al mio nervoso e alla mia tristezza. Possibile che non capiscano? Possibile che nessuno arrivi all'idea che non siamo noi a decidere cosa fare delle nostre vite?!

 
Get ready cause I’ve had enough
I see it all, I see it now 

La voce di Katy arriva sicura, arrabbiata quasi, esattamente come me in questo momento. 
Improvvisamente mi accorgo di voler ascoltare questa canzone, di voler recepire il messaggio che mi sta mandando.
Con una rabbia che non credevo mi appartenesse, apro la finestra di YouTube, dimenticandomi di Twitter e di tutte le cattiverie, gli insulti o le smancerie iprocrite dei miei followers.

 
I got the eye of the tiger, a fighter, dancing through the fire 
Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR 
Louder, louder than a lion 
Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR 

Mi ritrovo ad annuire, convinta, colma di un'energia frenetica, malata, quasi.
Ora ho capito cosa devo fare. Ora lo so.
Sorrido allo schermo, ad una Katy Perry versione Tarzan e, dentro di me, la ringrazio infinitamente.
Spengo tutto, preparandomi ad uscire: lascio un biglietto a Libby dicendole di non aspettarmi per cena e che le ho rubato gli stivali, mi uccderà, appena torno. Indosso il mio cappottino blu e mi dirigo verso la porta: il mio iPhone bianco tra le mani tremanti.

Nuovo tweet: Sono Eleanor Jane Calder, e state pronti, perché ne ho avuto abbastanza.


Ho sempre amato la casa dove i Tomlinson si sono trasferiti, dopo The XFactor.
All'occhio, potrebbe sembrare una normalissima villetta tipicamente inglese: esterno color mattone, due piccole finestre che danno sul vialetto curato, una semplice monovolume grigia parcheggiata fuori. Nessuno, passando per questa via, potrebbe immaginare che uno dei componenti degli One Direction vive qui. Eppure, oggi, questa casa è circondata da 3 enormi macchine nere, in tutto e per tutto somiglianti a quelle usate dall'FBI nei film.
Parcheggio la mia insignificante 600 gialla appena dietro uno di questi carri armati e deglutisco, spaventata. Quando Harry mi ha detto "controllano casa sua" pensavo di aver trovato Paul, o, al massimo, Jack fuori dalla porta, non tutto questo.
Forse non sarei dovuta venire. Insomma, io peso sì e no 50 kili, Paul è almeno tre volte me e non credo che i proprietari di queste auto saranno da meno.
Deglutisco ancora, pentendomi amaramente di non avere una bottiglietta d'acqua di riserva, in macchina.

 
You held me down, but I got up 
Get ready ’cause I’ve had enough 

Le parole di Katy mi tornano in mente, dandomi la forza di scendere dall'auto.
Io sono una guerriera.
Ne ho davvero abbastanza di tutte queste persone buone solo a manipolarmi.
A 21 anni non posso vedere il mio ragazzo perché le fans devono vederlo attaccato alla famiglia? Che idiozia.
Apro la portiera con forza, come a voler dimostrare le mie intenzioni e aspetto che qualcuno venga a bloccarmi, ma non succede. Scendo dall'auto, la schiena dritta e lo sguardo fiero: provate a fermarmi, se ci riuscite.

Sono costretta a suonare tre volte, prima che la piccola Daisy mi apra la porta.
"Ciao Eleanor!" Squittisce sorridente: deve esserle appena caduto uno dei dentini davanti, e questo rende la scena ancora più buffa. "Ciao Daisy." Sorrido, perché questa è la reazione che le gemelle Tomlinson provocano a tutti: non puoi fare a meno di sorridere. "Louis è in casa?" La bambina annuisce, invitandomi ad entrare.
La casa è calda, accogliente e c'è un invitante profumo di pane appena sfornato, nell'aria. La voce di Johannah arriva allegra dalla cucina, sta canticchiando una canzone che non conosco.
Percorrendo il corridoio, verso la porta della sala da pranzo appena accostata, sento l'adrenalina scorrere veloce nel corpo: dietro quel pezzo di legno potrebbero esserci Louis e tutti i maggiori esponenti della Modest! Management.
In questo esatto momento mi sento come Katniss Everdeen: pronta a sifdare Capitol City e la dittatura, pur di salvare il suo amore.
Avanzo decisa, Daisy che mi trotterella al fianco sorridente mentre mi racconta la sua giornata: inutile dire che non la sto minimamente ascoltando.
Daisy mi tira per la manica della giacca: non mi ero nemmeno accorta di essermi fermata. "Andiamo El, Louis è di là." Sorride, mostrandomi nuovamente la piccola fessura tra i denti. Annuisco e la seguo, un po' rigida nei movimenti.
La prima persona che vedo è Lottie, accovacciata sul divano, il telefono all'orecchio: mi fa un cenno con la testa, per poi tornare alla sua conversazione. Fizzy, in assoluto la mia sorella Tomlinson preferita, si alza dal pavimento e viene ad abbracciarmi: i suoi capelli profumano di fragola, ricordandomi immensamente Louis. Lui, in tutto il suo splendore, siede sul divano color panna: il ginocchio ferito appoggiato ad un pouf, il ghiaccio come unica coperta e, ovviamente, uno splendido sorriso che mi fa tremare le ginocchia.
"Ciao piccola." Sussurra. "Ciao." Ripeto io, la voce roca per l'emozione.
Oh su, non fare la stupida Eleanor: l'hai visto due giorni fa, l'ultima volta.
Faccio per avvicinarmi, quando quell'enorme montagna di muscoli che è Paul mi blocca la strada. "Cosa ci fai qui, Calder?" Sorrido sprezzante: da fuori, quest'uomo potrebbe sembrare tutto zucchero e cannella, in realtà credo sia il figlio illegittimo di Hitler. "Non hai ricevuto il messaggio in cui ti dicevo di non uscire di casa?" "No." Mento spudoratamente.
Quell'sms, ricevuto appena 12 ore fa, è stata la ragione della mia "uscita di testa", se così si può chiamare. Quando ho sentito il cellulare vibrare, questa mattina, mi sono alzata sperando in un messaggio di Louis, invece era Paul che mi obbligava a chiudermi in casa per ragioni di marketing. Non era la prima volta che ricevevo ordini del genere, ovvio, ma questa volta mi sono sentita prigioniera nel mio appartamento.
"Volevo sapere come stava Louis." Il ragazzo scuote la testa, sconfortato, per poi mimare, con le labbra sottili, uno "scusa" silenzioso. Gli sorrido cercando di fargli capire che non ce l'ho con lui, per poi tornare a Paul. "Non potevi chiamare?" Ribatte, secco e veloce. "Sono la sua ragazza, ho il diritto di vederlo." La guardia del corpo rimane shockata dalle mie parole, è la prima volta che mi oppongo apertamente ai suoi ordini: credo avessi dimenticato di avere una scelta. "Certo."  Sussurra prima di dirigersi verso la cucina.
Louis mi osserva, stupito, prima di spalancare le braccia muscolose: non me lo faccio ripetere due volte e mi tuffo su di lui, attenta a non colpire il ginocchio malandato. Infilo la testa nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo a pieni polmoni, e decido che potrei rimanere in questa posizione per sempre. Non mi servono nè cibo nè acqua per sopravvivere: mi basta Louis.
"Sono fiero di te, mia piccola leonessa." Sorrido, a contatto con la sua pelle calda, e lascio un bacio leggero appena sotto la sua mascella definita. "Grazie." Louis prende il mio volto tra le mani e porta le nostre fronti a combaciare perfettamente. I nostri nasi si sfiorano appena, prima che io elimini la minima distanza che ci separa: non potevo più aspettare. Le labbra di Louis sono calde, morbide, sanno di casa. La sua lingua accarezza leggermente il mio labbro inferiore, prima di incontrare la mia, con una fretta delicata di chi si ritrova dopo troppo tempo.
Sorrido nel bacio, per poi avvertire Louis sussurrare "Grazie Eleanor." Scuoto la testa, confusa: grazie di cosa? Sono io che devo tutto a questo ragazzo.
Lui mi sfiora dolcemente le labbra, prima di riprendere a parlare. "Grazie di essere rimasta con me, nonostante tutto." "Ti amo, Louis." Lui annuisce e mi bacia di nuovo, facendomi perdere completamente in senso della realtà. "Anche io. E grazie per aver combattuto per me, piccola leonessa." Questa volta sono io a sorridere. "Stai pronto Tomlinson, presto mi sentirai ruggire."





 





 
SPAZIO AUTRICE

 
Prima di "cominciare" vorrei ricordarvi, ancora una volta, che
se siete qui per affermare l'esistenza di Larry potete anche uscire.

Tornando a noi: io non sono una "Elounor Shipper" (si chiamano così
le fan di Lou e El insieme? D:) ma, l'altro giorno, ero su twitter mentre ascoltavo
"Roar" di Katy Perry e ho visto una ragazza che insultava la Calder, pesantemente.
Quindi ho pensato: qualcuno si è mai messo nei panni di quella ragazza?
Non lo so, quindi l'ho fatto io ed è uscita questa storia.
Non so se è bella, non so se ha un senso, so solo che mi è uscita così e spero piaccia a qualcuno :)

Se lasciaste una piccola recensione per darmi il vostro parere sarei assolutamente felice :D
pace e amore, F.

TWITTER - @xhisdimples

p.s. per i non fan di Harry Potter: Ramoso è il "soprannome" del padre di Harry e, per i non fan di Hunger Games, Katniss Everdeen è la protaginista della serie :)
p.s.2 non ho assolutamente niente contro Nick Grimshaw e non ho mai ascoltato il suo programma alla radio
p.s.3 non ho niente contro Paul.. mi serviva un antagonista ;)
p.s.4 non so se una delle guardie del corpo dei ragazzi si chiama Jack
p.s.5 probabilmente Daisy e Phoebe sono troppo grandi per perdere i denti ma, sinceramente, non mi interessa: faceva tenero.
   
 
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