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Autore: ary_gg    15/09/2013    1 recensioni
Storia che cercherò di rendere il più corale possibile con una trama sovrannaturale in sottofondo.
Sono stati inseriti due nuovi personaggi. Due sorelle Selene e Diana.
Le due arrivano in città all'inizio dell'anno scolastico, non sono però delle studentesse. La storia si svolge come nel telefilm, dopo quattro mesi dalla fine della seconda stagione. Ci saranno nuovi problemi oltre agli alfa e i problemi saranno causati proprio dalle due ragazze, che nascondono una natura sovrannaturale, oltre che un piano segreto. Probabili spoiler se non seguite la programmazione americana. Dateci un'occhiata se vi va -Ari
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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You Are My Wonderwall 

 

 

CAPITOLO TERZO

Selene si difese dall’attacco posizionando il bastone in modo orizzontale di fronte a sé, riuscendo a contrastare il colpo. Fece sempre più pressione finchè il bastone del ragazzo che aveva di fronte a sé non cadde per terra. Approfittò della situazione e lasciò cadere il suo alle spalle del ragazzo molto velocemente, nel frattempo si chinò e quando fu all’altezza delle ginocchia riprese il bastone tirandolo verso di sé e facendolo cadere di schiena per terra. La ragazza poi premette leggermente il bastone al collo del suo avversario ormai arreso per terra.
“Vacci piano sorellina, non vorrai uccidere il nostro istruttore.”
Diana si fermò sulla soglia della porta del sotterraneo sotto la loro grande villa che era stato adibito a zona di allenamento.
Selene mollò la presa e si alzò, lo stesso fece il ragazzo per terra.
“Ormai non sono più il vostro istruttore. Selene è anche più brava di me.”
La ragazza sorrise appena.
“Scusa David, ci sono andata giù pesante.”
“Tranquilla, sono intero. Quando hai bisogno sai dove trovarmi”
Una volta che il ragazzo fu andato via, Diana si avvicinò alla sorella, che aveva preso un arco in mano.
“Possiamo parlare?”
“Se hai deciso di dirmi cosa sta succedendo realmente, si.”
Disse Selene scoccando una freccia che colpì perfettamente il centro del bersaglio. Diana sospirò.
“Lo sai già”
“Ah davvero?”
La ragazza mollò l’arco malamente sul tavolo lì vicino e guardò male la sorella.
“Scusa se non ti credo molto, ultimamente non mi hai dato motivo per farlo”
Selene la superò dirigendosi verso la porta.
“Selene dove vai”
“Fuori. E’ sabato, non c’è scuola oggi”
La ragazza una volta in camera sua, si buttò sotto la doccia del suo bagno persa ancora nei suoi pensieri. Giorni prima aveva convinto Scott a dirgli dove potesse trovare Derek, ma ancora non aveva deciso cosa fare. Inoltre era certa che il ragazzo lo avesse avvertito, sicuramente si aspettava una sua visita prima o poi. Era confusa. In realtà se le avessero chiesto il perché fosse tornata a Beacon Hills avrebbe risposto che non lo sapeva. La ragazza sbuffò animatamente e dopo essersi cambiata e aver asciugato i lunghi capelli scuri uscì, si infilò in auto e cominciò a guidare. Dopo un po’ si ritrovò all’indirizzo che Scott le aveva dato. Rimase lì davanti, seduta in auto per molto tempo non sapendo davvero cosa fare. La verità era che stava rischiando molto presentandosi lì, ma non solo fisicamente.
Selene si fece coraggio e si avvicinò alla porta..beh porta era un eufemismo. Sembrava una camera blindata più che un loft. Nel momento in cui provò a bussare, la porta si aprì davanti a lei ancora prima che le sue nocche potessero appoggiarsi al freddo metallo.
“Attendo da giorni la tua visita”
“Questa si che è un’accoglienza!”
Disse ironicamente la ragazza dando un’occhiata veloce all’interno. Era solo, o almeno così sembrava.
“Possiamo saltare i convenevoli e andare dritti al punto?”
Selene sospirò e si fece seria.
“Ho bisogno di parlare con te”
“Chi sei?”
“Veramente sono io che avrei qualche domanda per te”
“Perché? Perché dovrei rispondere a delle tue domande senza niente in cambio?”
Derek incrociò le braccia al petto serio e scuro in volto. Non aveva intenzione di cedere, ma nonostante ciò Selene aveva l’impressione che non era esattamente nel suo essere comportarsi così. Aveva la sensazione che in altre circostanze avrebbe preso e sarebbe andato dritto dal “nemico”, cosa che non aveva decisamente fatto. E se lei poteva pensare che magari era dovuto a qualcosa in particolare, lui non aveva la minima idea del perché si stesse comportando a quel modo. Quando Scott era arrivato trafelato direttamente da scuola per dirgli quello che era successo, aveva sentito l’impellente esigenza di andare fuori e cercare quella ragazza per mettere fine alla questione, e in fretta anche. Ma poi qualcosa lo bloccò, qualcosa che non riusciva a spiegare e che sperava potesse venire fuori finalmente in quel momento. Erano giorni che non riusciva a riposare, la notte dormiva davvero poco e male, il sonno era disturbato più del solito e al mattino non riusciva a ricordare cosa lo disturbasse tanto.
“Potrei sempre provare in un altro modo”
Disse la ragazza impavida. Ostentare sicurezza era sempre un’ottima tattica. Derek alzò un sopracciglio scettico.
“Vuoi di nuovo utilizzare qualche trucchetto di magia da quattro soldi”
Selene sorrise appena.

 


“Non sono una strega Derek. Ritenta, sarai più fortunato”
Gli occhi della ragazza si velarono nuovamente di viola, una tonalità visibile ma delicata, quasi lilla, o indaco..quasi del colore dello strozza lupo. Quello fu l’ultimo pensiero volontario che Derek formulò. Improvvisamente si fece mansueto e non staccò nemmeno per un secondo gli occhi da quelli della ragazza.
“Quanti alfa ci sono nell’altro branco?”
“Cinque”
“Cosa vogliono esattamente?”
“Non..non lo so..”
Selene assottigliò lo sguardo.
“Cosa vogliono?”
Scandì meglio. Derek continuò ad avere gli occhi vacui e puntati in quelli della ragazza.
“Non lo so..credo vogliano me”
Dopo quell’ulteriore risposta Derek chiuse gli occhi e scosse la testa per riprendersi. Una volta che li riaprì il suo sguardo si fece minaccioso avanzò verso la ragazza imponendo la sua presenza e Selene fece un passo indietro. Ostentare sicurezza? Non era quello che in quel momento stava facendo.
“Come hai fatto”
Non era una domanda, né una richiesta. Era un ordine. Il ragazzo si accorse che la distanza tra lui e lei non si era ridotta, anzi tutt’altro. Questo a causa dello spostamento della ragazza.
“Hai improvvisamente paura di me?”
“No, non è così”
Derek afferrò Selene per le braccia con forza.
“Parla”
“Dovresti imparare a parlare di più e agire di meno”

“Dovresti imparare a parlare di più e agire di meno”

Questa frase sembrò risuonare di nuovo nella sua testa, sembrò quasi un deja vù.
“Davvero non vuoi capire”
Disse Derek mentre i suoi occhi si accesero di rosso.
“Sei tu quello che non vuole capire”
Affermò poi la ragazza mentre cercava di liberarsi dalla presa.
“Cosa? Dove sono finiti i tuoi trucchetti?”
Derek la sfidò ironicamente, Selene non fece altrettanto. Assunse un’aria incattivita e guardò attentamente il grande tavolo di legno in fondo al loft, poco dopo prese fuoco. Questo permise alla ragazza di distrarre il licantropo che alleggerì la presa su di lei permettendole di liberare un braccio. La ragazza aprì il palmo della mano e soffiò su di lui un po’ di polvere di strozza lupo.

Derek chiuse gli occhi e indietreggiò di qualche passo per poi finire a terra intontito. Nel momento in cui Selene si voltò per uscire davanti alla porta si materializzarono Isaac e Cora. Selene si bloccò cercando velocemente una via di fuga.
“Non..non lasciatela..andare”
Derek strinse ancora più forte gli occhi, sentiva le forze mancargli, tanto da non permettergli di alzarsi.
Cora ringhiò appena e Isaac tirò fuori gli artigli. Selene adocchiò un’asta per gli allenamenti posta in alto sopra di lei incastrata tra due colonne.
“Non sarà una sbarra per ginnastica artistica, ma andrà bene”
Disse fra sé e sé. Poi posò lo sguardo sui due e sul pavimento. Velocemente un cerchio di fuoco appena accennato di colore viola, si disegnò intorno ai due ragazzi.
“Che diamine..”
Una volta che il cerchio fu completo il fuoco si spense e restò solo dell’apparente cenere nera. Purtroppo per loro non era semplice cenere. Isaac e Cora capirono di essere bloccati davanti all’ingresso senza poterci fare nulla. Intanto Selene saltò afferrandosi alla sbarra e dopo aver acquisito un po’ di spinta si lasciò andare e atterrò proprio dietro di loro così da poter andare via.
Ecco a cosa sono serviti quindici anni di ginnastica artistica. Pensò prima di lanciare un ultimo sguardo a Derek che si stava riprendendo, poi si dileguò. Una volta fuori si precipitò alla sua macchina. Prima di salire però si guardò intorno. Si sentiva osservata. Non scorgendo nessuno salì in auto e partì velocemente per tornare a casa. Intanto Peter, nascosto in un angolo la osservò andare via.
“Dannazione!”
Derek imprecò cercando di rimettersi in piedi. Lentamente si avvicinò finchè poteva ai due che erano bloccati all’interno del cerchio. Poi si piegò sulle sue gambe.
“Che facciamo ora?”
Disse Isaac sospirando. Derek alzò lo sguardo su di lui.
“Chiamiamo rinforzi.”

 


“Quindi cosa hai intenzione di fare?”
Scott sospirò mentre avanzava nei corridoi della scuola con Stiles al suo fianco.


“Non lo so ok? Non è che Derek muoia dalla voglia di avere il mio aiuto..insomma non me lo ha chiesto, anzi, mi ha palesemente detto di starne fuori”
“Andiamo Scott, lo sai tu, lo so io, lo sanno anche i muri che non ne starai mai fuori”
Scott si fermò improvvisamente quasi fosse esausto. Stiles non era pronto ad arrestare la corsa così si fermò un po’ più avanti strisciando le suole delle scarpe al pavimento.
“Che c’è ora?”
Disse Stiles allargando le braccia.
“Hai ragione”
“Oh, grazie..Aspetta cosa?”
“Hai ragione. Non ne starò mai fuori”
“Ok, quindi cosa facciamo?”
“Facciamo?”
“Andiamo Scott. Cosa faresti senza il tuo fidato braccio destro, completamente umano, senza un briciolo di forza nelle braccia, con ossa fragili, molto fragili, ma con un gran cervello?”
Scott scosse la testa.
“Cosa proponi?”
Stiles prese Scott per le spalle e lo fece girare su se stesso fino a che gli occhi di Scott non furono puntati sulla figura di una ragazza alta, castana, magra, slanciata.
“Allison? Sei impazzito?”
Disse Scott scrollandosi le mani dell’amico di dosso.
“E’ l’unica che può aiutarci a scoprire cos’è quella donna, perché di sicuro non è umana”
“E come?”
“Hai presente quelle duemila pagine di un certo libro, racchiuse in una minuscola pen-drive?”
“Quelle stesse duemila pagine che tu hai cancellato per sbaglio dal tuo portatile?”
Disse Scott scocciato.
“Oh andiamo Scott, è successo, me lo rinfaccerai per sempre?”
Scott scosse la testa e prese la direzione opposta a quella di Allison e Lydia che continuavano a chiacchierare davanti all’armadietto di quest’ultima.
“Non se ne parla chiediglielo tu”
“Scott, tu hai sicuramente più possibilità di me ok? Lo sai che il bestiario è ciò che ci serve”
Scott si bloccò nuovamente e si voltò. Fissò Allison da lontano e prese un gran respiro.
“Ok. Hai ragione. Andiamo”
Stiles si trovò per l’ennesima volta spiazzato e incredulo.
“Co-cosa? Aspetta!”
Il ragazzo raggiunse l’amico e insieme si avvicinarono alle due ragazze.
“Ehi..”
Lydia ed Allison guardarono perplesse Scott che era stato il primo a parlare ed era palesemente orientato verso Allison.


“Ehi..”
Disse Allison rispondendo seppur in modo stranito.
“Posso, posso parlarti un momento?”
Prima che Allison potesse declinare, Scott incalzò.
“E’ importante..davvero importante”
Allison dopo qualche secondo di titubanza accettò allontana dosi di poco con Scott.
“Come stai?”
Allison si guardò intorno cercando di non sembrare nervosa per quello che doveva essere un semplice scambio di battute con un suo..ma chi voleva prendere in giro?
“Improvvisamente ti importa come sto? Non mi pare che quest’estate ti sia sprecato molto”
Scott corrucciò la fronte spiazzato dall’acidità della ragazza.
“Sei stata tu a lasciarmi”
Allison lo guardò quasi sconcertata.
“Cosa avrei dovuto fare?”

 


“Cosa state combinando voi due idioti?”
Disse Lydia a Stiles una volta che Allison e Scott si furono allontanati un po’.
“Grazie per l’idiota, innanzitutto. In seguito ti dirò qualcosa che ti sconvolgerà, non stiamo agendo per il bene dello Scallison”
Lydia sbattè le palpebre guardandolo stranita.
“Di cosa stai parlando?”
Stiles sospirò.
“Lascia stare. Abbiamo solo bisogno di informazioni. Informazioni che solo la famiglia di Allison può darci..forse”
Lydia che si era distratta per un attimo, chiuse l’armadietto e cominciò a prestare davvero attenzione a Stiles nel momento in cui qualcosa di quel discorso catturò la sua attenzione.
“Cosa intendi? Sta succedendo qualcosa vero? Allison non vuole essere coinvolta..”
“Lo so ok? Deve solo, non deve essere coinvolta. Ci serve solo il bestiario tutto qui”
Lydia guardò il suo interlocutore con attenzione scrutandolo con i suoi grandi occhi verdi.
“Perché non chiedete a Derek?”
“Perché dovremmo?”
“Perché gestisce questa roba sovrannaturale da più tempo di noi, Stiles. La sua famiglia era una famiglia di licantropi giusto? Perché le ovvietà per voi sono così assurde?”
“Derek non vuole che Scott sia coinvolto. Ma sai che Scott non starà mai a guardare”
“Quindi coinvolgete anche chi non vuole essere coinvolto?”
“Da che parte stai?”
Lydia sorrise come si sorride ad un bambino che non comprende qualcosa.
“Stiles, Allison è la mia migliore amica, sto solo cercando di proteggerla.”
“E io cerco di proteggere Scott. E cerchiamo di proteggere anche voi”
“Di che si tratta esattamente?”
Chiese poi la ragazza incuriosita.
“Non lo sappiamo.”
Lydia alzò le sopracciglia convinta del contrario. Stiles sospirò e cominciò a raccontarle a grandi linee quel poco che sapeva.

 


“Perché ti serve il bestiario? Non ne avevate già una copia? Pensavo che durante la storia del Kanima lo aveste conservato”
Disse Allison confusa.
“Diciamo che quello che avevamo ha avuto un piccolo incidente.”
Allison non comprese molto di quello che Scott cercava di dirle, ma lasciò perdere.
“Scott, non..non voglio più essere coinvolta in questi affari ok?”
“Allison devi solo darmi una copia..è come se ti stessi chiedendo una copia del libro di chimica che ho perso”
“Sai che non è la stessa cosa”
“Allison, potremmo essere tutti in pericolo”
La ragazza sospirò. Aveva voglia di fargli un milione di domande, ma decise di non farne, anzi se lo impose.
“E va bene. Ti porterò una copia lunedì. Ora scusami, ma devo andare. Eravamo passate solo per recuperare un libro per Lydia. A proposito che ci fate a scuola di sabato?”
“Allenamenti”

 


“La nostra nuova consulente scolastica potrebbe essere un qualche essere malvagio? Ma cos’ha questa diavolo di città che non va?”
Sbuffò Lydia sconvolta.
“Cos’è un rifugio per licantropi affetti da solitudine o per branchi di Alfa fanatici? E’ la mecca del sovrannaturale?”
Stiles ascoltò lo sproloquio della ragazza senza dire nulla, infondo anche lui spesso si chiedeva le stesse assurde cose. E lei era ancora “nuova” in quel mondo. La ragazza smise di parlare quando Allison si avvicinò di nuovo a loro con Scott poco dietro di lei.
“Andiamo?”
Disse Allison all’amica che annuì. Accennò un sorriso a Stiles e Scott e seguì l’amica, prima di ciò però bisbigliò qualcosa a Stiles.
“Tienimi aggiornata”
Stiles annuì e guardò l’amico.
“Allora?”
“Me lo farà avere lunedì”
Scott si incamminò verso lo spogliatoio maschile mentre Stiles lo seguiva affannosamente.
“E?”
“E cosa?”
“Non vi siete detti nient’altro, niente silenzi imbarazzanti, niente immersione nei bei ricordi, di quando facevate squadra insieme..?”
“Bei ricordi? Vediamo, sua zia è morta, sua madre è morta, oh suo nonno è morto”
“Andiamo Scott, hai capito cosa intendo.”
I due furono interrotti dal suono del cellulare del ragazzo. Scott lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni e guardò lo schermo sorpreso.
“Che c’è?”
Chiese curioso Stiles.
“E’ Derek”

 


I due si precipitarono a casa di Derek e una volta davanti alla pesante porta di acciaio, ancora aperta, rimasero lì ad osservare per qualche secondo la scena. Isaac e Cora erano confinati in piedi in una piccola parte di pavimento racchiusa dal sorbo, mentre Derek si aggirava intorno a loro senza poter fare un granchè.
“Non ci provare”
Non appena il momento di confusione nei due passò, Derek puntò il dito verso Stiles che sembrava stesse per sfoderare una delle sue espressioni da presa in giro.
“Ehi ho tutto il diritto di ridere dato che qui l’unico a poter far qualcosa sono io”
Disse con fare strafottente, cosa che non durò molto. Infatti oltre allo sguardo minaccioso di Derek, Stiles si sentì pericolosamente osservato anche da Cora e Isaac che non sembravano per niente divertiti.
“Ok, ok. Messaggio ricevuto.”
Il ragazzo si avvicinò a loro e spezzò il cerchio, così che i due poterono finalmente muoversi in libertà.
Intanto Scott si era avvicinato a Derek.
“Che è successo? Di sicuro non è lo stile di un licantropo o di un Alfa.”
Disse il ragazzo con ovvietà.
“No infatti.”
Derek guardò Scott per qualche secondo, poi iniziò a raccontargli quello che era successo.

 


Il sole stava calando rapidamente e una leggera brezza agitava le foglie adagiate al suolo tutte intorno agli alberi che avevano abbandonato. La riserva di Beacon Hills non era esattamente il luogo più invitante del mondo quando si avvicinava la sera. Ma era tranquillo e alcune famiglie che cercavano un po’ di tranquillità, costruivano villette nei pressi della riserva. Nessuno si era mai sognato di chiedere il permesso di poter costruire qualcosa troppo all’interno, o almeno non recentemente. C’era solo una casa così addentrata ed era quella degli Hale. Tutti in città sapevano chi erano, tutti erano convinti fossero una famiglia benestante che voleva distinguersi dal resto creandosi il proprio territorio. Quello che non potevano immaginare era che davvero avevano bisogno del loro territorio.
Derek camminava pensieroso e imbronciato in mezzo agli alberi. Era ancora un po’ arrabbiato con i suoi. Stava imparando a controllare al meglio la sua natura, ma a volte le loro pretese gli sembravano esagerate. Era o non era solo un bambino? Cosa pretendevano? Si sarebbero arrabbiati incredibilmente non appena si fossero accorti che era sgattaiolato via dalla finestra della sua camera.
La sua attenzione fu catturata da un lamento incessante. Derek cercò di affinare l’udito come gli stavano tentando di insegnare e dopo qualche tentativo riuscì finalmente a sentire chiaramente. Più che un lamento era un singhiozzare. Il bambino si incamminò verso la direzione da cui proveniva il suono e scorse una bambina seduta per terra che tentava di asciugarsi le lacrime. La cosa buffa era che aveva le mani sporche di terra che insieme alle lacrime aveva un effetto poco carino sulla sua faccia.
“Smettila hai la faccia piena di terra”
La bambina smise improvvisamente di singhiozzare e sbattè le palpebre osservando quel bambino un po’ più alto del normale davanti a sé.
“Ti sei perso anche tu?”
Disse lei speranzosa di ricevere aiuto da qualcuno e poter così abbandonare quel senso di disperazione che ormai l’aveva pervasa.
“Io non mi sono perso.”
Disse con orgoglio.
“La mia casa è dopo questi alberi. Tu che ci fai qui? Non credo proprio che la tua casa sia qui”
La bambina si imbronciò. Un po’ per l’atteggiamento poco amichevole del bambino, un po’ perché sperava che lui potesse aiutarla, ma non sembrava così.
“Io..io abito prima del bosco..”
Disse un po’ incerta
“Stavo giocando con il mio gattino, ma..poi qualcosa lo ha spaventato ed è corso nel bosco e..mi sono persa”
La bambina cercò di spiegare al meglio la sua situazione tra un singhiozzo ed un altro. Poi Derek allungò una mano.
“Dai alzati, ti porto a casa mia, la mia mamma ti porterà a casa”

 


“Chissà dove sarà andato!”
Talia Hale uscì fuori sul portico della grande casa nella riserva, trovandosi di fronte solo una grande distesa di alberi.
“La voglia di indipendenza si fa sentire”
Suo marito la seguì e cercò di sdrammatizzare la situazione.
“Oh andiamo non puoi non essere preoccupato. Ha solo sei anni.”
“E stiamo calcando un po’ la mano, ora è arrabbiato, queste sono le conseguenze. E’ un Hale, sarà sempre impulsivo.”
“L’impulsività l’ha presa da te. Domani inizia la scuola, dovrà stare a contatto con un sacco di bambini, deve imparare a controllarsi”
L’uomo sospirò.
“Talia sa già farlo. Così come ha fatto Laura, così farà anche lui.”
“Cerchiamolo ok?”
La donna tagliò a corto la conversazione e si concentrò sull’ambiente intorno  lei. Poco dopo sentì dei passi, erano molto più vicini di quanto potesse pensare. Guardò davanti a lei e dopo un po’ vide il figlio sbucare dalla fitta foresta.
“Derek!”
La donna gli corse incontro e lo abbracciò.
“Mamma sto bene!”
Disse scocciato il bambino dopo aver lasciato, per forza di cose, la mano della bambina che, impaurita, aveva fatto qualche passo indietro.
“Mi hai fatto preoccupare, Derek! Non farlo mai più, intesi?”
Il bambino alzò gli occhi al cielo, ma si trattenne dallo sbuffare.
“Va bene.”
Talia sospirò di sollievo e poi si accorse della bambina, era così preoccupata che non ci aveva fatto caso.
“E lei chi è?”
Disse poi sorridendole cercando di non spaventarla.
“Oh..l’ho trovata nel bosco. Si è persa. Ma mi sono dimenticato di chiederle come si chiama”
Disse con molta disinvoltura il bambino. Talia trattenne una risata e si avvicinò alla bambina.
“Tesoro stai bene? Ti sei fatta male?”
La bambina scosse la testa muovendo i lunghi capelli scuri. Ad occhio e croce doveva avere la stessa età di suo figlio. La pelle era diafana e gli occhi grandi e azzurri. La faccia era impiastricciata di terra e lacrime e il vestitino era altrettanto sporco.
“Come ti chiami?”
“Selene”
“Ok piccola, sapresti indicarmi dove abiti?”
La bambina si guardò indietro.
“Dopo il bosco”
“Forse è meglio se chiamiamo lo sceriffo”
“Mamma non possiamo accompagnarla noi?”
Talia guardo prima suo marito, poi Derek.
“Va bene. Ci sono una paio di villette al di là del bosco, immagino sarà una di quelle. Non ci metteremo molto.”
“Vuoi che venga con te?”
Chiese l’uomo.
“No, non preoccuparti”
Talia insieme ai due bambini raggiunse in auto in breve tempo l’ultima casa prima della riserva. Talia si trovò davanti un’imponente villa elegante bianca come il latte.
Derek una volta sceso dall’auto alzò gli occhi sulla struttura e lentamente un’espressione di sorpresa si dipinse sul suo volto. La sua casa era grande, ma quella era..diversa. Era imponente e sembrava così eterea a causa del colore delle pareti, delle colonne, dei marmi. Il loro arrivo aveva attirato l’attenzione di una donna sulla soglia della grande villa, in preda al panico, una ragazzina di circa sedici anni, un’altra bambina  di circa nove o dieci anni e lo sceriffo.
“Selene!”
La donna si precipitò verso la figlia e la prese in braccio.
“Che fine avevi fatto eh? Stai bene? Sei ferita? Dove sei andata?”
La bambina era soffocata dalle troppe domande.
“Luna era scappata..”
“Il tuo stupido gatto è qui”
Disse scocciata la sedicenne sulla soglia della porta, lanciò un’occhiata al resto della gente che aveva intorno e rientrò nella grande casa.
“Sua figlia sta bene. Era solo molto spaventata. Mio figlio l’ha trovata diciamo e l’ha portata da me.”
“La ringrazio davvero. Sono Ginevra. Ginevra White, cioè Sullivan. Dimentico che dovrei dire quello da sposata giusto?”
“Ognuno fa come crede. Talia Hale. Derek, saluta Selene e andiamo. Penso che la rivedrai a scuola domani”
“Inizia anche lui? Dimostra più dell’età che ha. O forse è mia figlia che anticipa un anno e quindi mi sembra ancora piccola”
Talia sorrise senza aggiungere altro mentre Derek si avvicinò a Selene che accarezzava il suo amato gatto.
“Grazie”
Disse la bambina quando Derek le fu vicino. Il bambino alzò le spalle in un segno che voleva sostituire un semplice prego. Non appena però Derek si avvicinò di più il gatto si irrigidì e iniziò a miagolare in modo minaccioso come se stesse avvertendo un pericolo. Dopo poco graffiò il bambino sul braccio e poi saltò giù dalle braccia della padroncina per infilarsi in casa.
“Luna! Oddio piccolo ti sei fatto male? Se venite dentro lo disinfettiamo..”
Ginevra richiamata dall’accaduto si avvicinò ai bambini.
“Non si preoccupi, non abitiamo così lontano, farò io appena arriviamo a casa.”
Come spiegare ad una sconosciuta che di lì a breve quel graffio non ci sarebbe più stato? Talia recuperò suo figlio e aprì lo sportello posteriore per farlo entrare. Selene prima di rientrare in casa alzò la sua piccola mano e l’agitò in segno di saluto. Derek contraccambiò agitando la sua.

 


Gli occhi del ragazzo si aprirono improvvisamente e si colorarono di rosso contrastando con il buio assoluto della stanza. Sentiva un peso sul petto che non gli permetteva di respirare. Si mise a sedere di scatto sul proprio letto e cercò di respirare a fondo senza molto successo. La testa pulsava forte e la strinse fra le proprie mani.
“Derek? Stai bene?”
Cora irruppe in camera del fratello preoccupata dai lamenti che l’avevano svegliata. Gli si avvicinò e si chinò sulle proprie gambe e posò una mano sulla sua spalla. Era completamente sudato e aveva la testa tra le mani.
“Derek?”
“Sto bene”
“Non si direbbe..”
“Ho solo..tra poco passerà..”
“Qualcosa mi dice che non è la prima volta che succede..”
Derek sapeva che sua sorella aveva ragione anche se lei non ne aveva idea. Erano notti intere che si risvegliava a quel modo e poi passava il resto della notte in bianco. Non poteva più continuare così. La differenza questa volta era che ricordava il sogno. Uno strano sogno. Sembrava reale, troppo per essere un sogno notturno. Sembrava quasi un ricordo. Il ragazzo si passò una mano sul collo scoperto sotto la base dei capelli quasi come se si aspettasse di trovare dei segni di artigli. Se quello era davvero un ricordo, stava affiorando a livello conscio. Doveva però velocizzare il processo per poter poi affrontare i veri problemi che aveva davanti.

 


ANGOLO DI ARI

Sono tornata! E sono più convinta di prima (?) No ok seriamente, tra l’estate e..l’estate LOL non ho avuto modo, ma la storia è sempre qui ed è sempre mia intenzione continuarla! Poi dobbiamo aspettare fino a Gennaio quindi quale modo migliore? BTW come avevo già spiegato la storia avevo iniziato a scriverla prima che iniziasse la terza stagione, ma poi l’ho pubblicata dopo e quindi ho preso spunto per alcune cose (tipo l’introduzione di Cora), ma per il resto nulla subirà variazioni. Mi servirò di alcune cose apprese nella stagione andata in onda, ma nient’altro. La storia di Selene è sempre stata nella mia testa e non subirà alcun genere di variazione. Diciamo che avete avuto un piccolo assaggio, ma scoprirete molto di lei prossimamente e soprattutto del suo legame con Derek. Probabilmente alcuni un po’ più attenti non si ritroveranno con l’introduzione della storia, ma non temete, tutto avrà una spiegazione. Spero LOL
Basta così, ho detto già tanto. Avete conosciuto un Derek bambino, letteralmente. Aveva appena sei anni! I dialoghi ho cercato di renderli il più semplici possibili anche se spesso si ripetono le stesse parole, ma sono per l’appunto bambini. Comunque non sarà l’unico Derek del passato che vedrete ve lo assicuro! Basta davvero. Spero davvero che possiate lasciarmi un pensiero almeno riesco a capire se sto colpendo qualcuno o non ve ne importa nulla xD
Alla prossima, Ari.

   
 
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