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Autore: Sikki    15/09/2013    2 recensioni
Brian era forte. Alto, muscoloso, intelligente, tutte qualità invidiabili, che qualsiasi ragazzo vorrebbe avere. Qualsiasi meno lui stesso. Viveva costantemente sul filo del rasoio, non aveva certezze.
Zacky era un ragazzo normale. Capelli castani, occhi di un colore a metà tra il verde e l'azzurro, non era particolarmente alto ne muscoloso, era normale, proprio come tanti altri.
Due ragazzi così diversi. La persona giusta, al momento giusto.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve Salvino!
Bene, eccoci arrivati all'ultimo capitoletto di questa ff...
Non ho niente di particolare da dire a riguardo, spero soltanto che vi sia piaciuta almeno un pochino...
Poi, chissà, potrebbe avere un seguito... Chi vivrà, vedrà!

Il titolo del capitolo è preso da "Lost it all" dei Black Veil Brides

*Me saluta* alla prossima






 

I can see behind your eyes

III. Then I lost it all, my back's against the wall,
because I built this monster watching crumbling down

 






Come c'era finito all' Highway 6661? 
Ricordava di essere stato a casa di Zack, avevano riso e scherzato per un po' poi… poi lui l'aveva abbracciato.
Perché? Perché l'aveva fatto?!
Si sentiva terribilmente male in quel momento, aveva la certezza di aver rovinato tutto, un'altra volta, Zacky sarebbe scomparso dalla sua vita, così come avevano fatto tutti. Non avrebbe dovuto farlo, aveva abbassato la guardia per pochi secondi, così pochi, eppure abbastanza da permettere al moro di strappare la pesante camicia di forza che racchiudeva il suo cuore da molto tempo. Era uno stupido, ora avrebbe sofferto di nuovo…
Non voleva soffrire, il vuoto è spaventoso…
Si alzò barcollando dal bancone afferrando il Black Berry mentre raggiungeva l'uscita sul retro cercando di non ritrovarsi faccia a faccia con il pavimento. Nel suo cervello era in corso una lotta all'ultimo sangue tra ragione e sentimento riassumibile brevemente in " Lo chiamo o non lo chiamo?". Voleva essere lui il primo a chiudere ogni contatto con Zack, catalogando quella loro uscita come evento puramente casuale, illudendosi del fatto che così avrebbe sofferto meno quando il moro se ne fosse andato.
- Guarda chi si rivede, Gates - una voce proveniente dal vicolo vicino lo fece voltare di scatto provocandogli un forte giramento di testa. Doveva smettere di bere così tanto. Conosceva bene la persona che aveva parlato, non rimase neanche tanto stupito dell'incontro, a dire il vero.
- Michael - alzò il mento in segno di saluto Syn per poi tornare alla sua lotta interiore.
- Non così di fretta Gates - il ragazzone biondo lo raggiunse con pochi passi per poi bloccarlo con una mano sulla spalla - ricordi che abbiamo una faccenda in sospeso? -
Brian scosse via malamente la mano di Michael dalla sua spalla, certo che si ricordava del conto in sospeso. Qualche giorno prima, inutile dire che non si ricordava ne come ne perché, avevano cominciato ad insultarsi arrivando in poco tempo alle mani; il tutto si era concluso con un Brian messo piuttosto male, ma non troppo, Michael infatti sapeva che avrebbe dovuto suonare da lì a qualche giorno, quindi aveva preferito concludere un'altra volta. Michael non era un bravo ragazzo, non lasciatevi ingannare dai suoi rari momenti di tenerezza, ma non gli piaceva infierire sulla vita privata delle persone, soprattutto di Brian. Michael considerava il chitarrista una specie di amico, i due erano molto simili, entrambi avevano bisogno di sentire il dolore, di vedere il sangue per sentirsi vivi.
Senza che neanche se ne accorgesse Brian si piegò in due dal dolore tenendosi lo stomaco.
Michael l'aveva colpito.
Sferrò un destro al volto del biondo colpendolo allo zigomo.
Il cellulare ancora stretto in mano, poi tutto divenne confuso.
 
 
 
- Zack! Per l'amor del cielo, smettila di fissare lo schermo del tuo cellulare e vieni a darmi una mano! - urlò Hellei da dietro una pila di bicchieri di carta che minacciava di caderle addosso da un momento all'altro.
- Zack! - tuonò nuovamente la rossa risvegliando Zacky dal suo torpore che corse ad afferrare i bicchieri prima che cadessero. Zachary James Baker, paladino di tutti gli Starbucks.
Da quando lui e Brian si erano salutati qualche ora prima non era riuscito a far altro che perdersi e perdersi di nuovo nel turbinio di sensazioni che l'abbraccio del ragazzo gli aveva lasciato sulla pelle girovagando come un'anima in pena per il bar con un sorriso ebete stampato in faccia. Sentiva ancora il suo odore addosso, la sua maglia ne era impregnata.
- Alleluya, eh! - sbuffò Hellei guardandolo male, ma Zacky non reagì al suo sguardo perso com'era nei suoi pensieri. Fortunatamente quella sera non c'erano molti clienti, il locale era stranamente vuoto, l'unica cosa che si sentiva era la radio in sottofondo che passava vecchi successi disco degli anni ottanta. Zacky decise di concedersi un cappuccino, lo preparò con molta cura poi uscì sedendosi vicino alla vetrina con la scusa di fumarsi una sigaretta.
Voleva rivedere Brian, era combattuto, voleva chiamarlo o mandargli un messaggio, ma poi sarebbe sembrato troppo opprimente…
Sbuffò estraendo delicatamente il cellulare dalla tasca del grembiule verde.
"Okay, ora lo chiamo" si disse mentalmente fissando con sguardo di sfida lo schermo dell' iPhone.
Aprì la rubrica, selezionò il contatto, ma prima che potesse anche solo pensare di fare altro, il cellulare prese a vibrare tra le sue mani.
Una chiamata. Una chiamata di Brian.
- Ehi Bri! - rispose al settimo cielo mentre le guance gli si coloravano di una tenue tinta color rosso. Lo aveva chiamato lui! Non poteva essere più felice; in quel momento non fece neanche caso a Hellei che lo prendeva in giro dall'interno della caffetteria, preso com'era dal trattenersi dal saltare di gioia.
- Zacky, giusto? Sono Jensen, il barista dell'Highway 6661 - sentendo quella voce tutto l'entusiasmo di Zacky si spense, il suo cuore fece un tonfo sordo, cadde a terra senza tante cerimonie. Cosa diavolo stava succedendo? Non seppe neanche dove trovò le parole per rispondere al ragazzo dall'altro capo del telefono.
- Mi dispiace averti chiamato, ma non sapevo chi altro contattare, nei contatti recenti c'era il tuo numero, così… -
- Che è successo? - chiese senza troppi giri di parole Zack interrompendo il fiume di parole di Jensen.
- C'è stata una rissa e Syn ci si è ritrovato in mezzo - il moro sbiancò a quelle parole, immagini di sangue e ossa rotte cominciarono a corrergli davanti agli occhi, come se lui fosse realmente stato lì. Si dovette tenere con una mano alla maniglia della porta della caffetteria prima che le sue gambe cedessero lasciandolo lungo e disteso sul marciapiede.
- Arrivo - sibilò Zacky prima di chiudere la chiamata impedendo al barista di dire altro. In quel momento non gli interessava di dover abbandonare di nuovo Hellei da solo in caffetteria, si limitò a prenderle le chiavi della macchina ripromettendole di riportargliela la mattina successiva mentre correva alle Range Rover parcheggiata dall'altro lato della strada ancora stretto nella sua divisa da cameriere.
 


Infranse tutti i limiti di velocità possibile, bruciò tutti gli incroci e i semafori rossi, probabilmente Hellei non sarebbe stata contenta delle multe, ma in quel momento tutto quello a cui riusciva a pensare era raggiungere il prima possibile l'Highway 6661 e Brian.
Dieci minuti dopo era davanti all'entrata posteriore del locale, quella che dava direttamente sul parcheggio. Lì vide una piccola folla di persone radunate a ridosso del muro, in un angolo un ragazzo biondo dal naso sanguinante affiancato dai suoi amici tentava di rialzarsi imprecando ogni volta per il dolore. Zacky si fece spazio tra la gente raggiungendo la porta sul retro del locale e, quando si rese conto di quello che aveva davanti agli occhi, quasi non scoppiò in lacrime. Brian era seduto a terra, poggiato scompostamente al muro, gli occhi color cioccolato chiusi, il respiro debole… Zack si inginocchiò davanti a lui prendendogli delicatamente il viso tra le mani fredde cercando di fargli il minor male possibile; gli scostò una ciocca di capelli dagli occhi e notò che il moro aveva un sopracciglio spaccato dal quale usciva ancora del sangue.
- Bri, Bri rispondimi, sono Zack - lo chiamò il più piccolo senza smettere un secondo di accarezzargli la fronte. Aveva così tanta paura di perdere il ragazzo di cui si era innamorato senza nemmeno rendersene conto che, in quel momento, sentiva le mani tremargli per la paura e il freddo, ma non se ne curò, prima di tutto veniva Brian. Chiamò il ragazzo un altro paio di volte prima che questo rispondesse mugugnando il nome del più piccolo con un tono lamentoso.
- Zacky… - sussurrò il chitarrista contro la sua spalla quando il ragazzo cercò di sollevarlo delicatamente da terra facendosi aiutare da Jensen.
- Sono qui Bri, non me ne vado, rimango qui - disse in tono deciso Zacky mentre gli accarezzava di nuovo il volto macchiato di sangue. Era una visione davvero terrificante, il cuore di Vee era andato in frantumi quando l'aveva visto in quello stato, l'aveva praticamente ucciso.
Con non poca fatica riuscì a caricare il corpo privo di forze di Brian in macchina, lo fece stendere sui sedili posteriori sistemandolo in modo tale che non si facesse male di nuovo e partì diretto al suo appartamento.
 
 
Superare la rampa di scale per arrivare al terzo piano fu una vera e propria impresa per Zack.
Perché non aveva preso l'ascensore come qualsiasi comune mortale avrebbe fatto? Era guasta… come lo era le altre trecento quattordici volte in cui ne aveva avuto bisogno. Quindi, dopo aver imprecato in tutte le lingue possibili e, lì dove non era abbastanza, aver coniato nuovi e divertenti insulti, si passò un braccio di Brian sul collo e facendo la massima attenzione cominciò a salire le scale. Per tutto il tragitto il chitarrista non aveva fatto altro che lamentarsi, affermando che ce l'avrebbe anche potuta fare da solo ma, puntualmente dopo aver detto le suddette parole, inciampava nei suoi stessi piedi rischiando di cadere e trascinare con se anche il povero Zacky.
- Aspettami qui, vado a vedere se ho del disinfettante - disse Vee aiutando il moro a sedersi sul divano in pelle mentre Majesty stava accucciata in un angolo con gli occhi fissi sul chitarrista.
- Ehi bello, dagli tu un' occhiata - sussurrò il più piccolo al "cucciolo" affrettandosi a salire le scale mentre con la coda dell'occhio vedeva Majesty spostarsi vicino al divano per poi sedersi con il muso appoggiato al petto di Brian.
 Cercò freneticamente nell'armadietto sotto il lavandino per cinque minuti buoni, non accorgendosi di aver preso in mano almeno due volte il disinfettante e averlo posato subito dopo. In realtà non si era ancora ripreso dagli avvenimenti dell'ultima ora, aveva ancora l'immagine insanguinata di Brian che gli toglieva il respiro. Non doveva pensarci oppure non sarebbe riuscito a trattenere oltre le lacrime. E' una sensazione bruttissima vedere soffrire la persona che ami e non poterla aiutare.
Tornato in salotto, Zacky constatò che Brian si era addormentato, o almeno così sembrava. Il respiro del maggiore era tornato regolare, i tagli non sanguinavano più… sembrava quasi rilassato, come se non fosse appena uscito da una rissa.
Facendo il minor rumore possibile Zack prese il disinfettante e cominciò a passarlo lentamente sul viso del chitarrista: gli spostava le ciocche di capelli dagli occhi, accarezzava delicatamente quei lineamenti spigolosi mentre vi toglieva il sangue rappreso… lo toccava con così tanta delicatezza, come se si dovesse rompere da un momento all'altro, come se dovesse scomparire come una manciata di sabbia al vento.
- Perché ti sei ridotto così, Bri… - sospirò il moro prendendo un batuffolo pulito di cotone togliendo gli ultimi residui di sangue dal sopracciglio del ragazzo per poi avvicinare delicatamente le labbra alla sua fronte e lasciargli un piccolo bacio.
 
 
 
Zackera talmente sovrappensiero da non accorgersi neanche che Brian aveva riaperto gli occhi e lo stava fissando, inchiodandolo alla parete alle sue spalle con quello sguardo che gli mozzava il fiato. Piano, mosse una mano in direzione di quella tatuata del più piccolo cercando di ignorare il male che quel piccolo quanto complesso movimento gli causava all'avambraccio. Quando gli strinse dolcemente la mano pallida, Zacky sussultò spaventato alzando lo sguardo su di lui.
Diavolo quanto si sentiva bene in quel momento…
Intorno a lui tutto era sparito, non sentiva più la cassa toracica bruciare insopportabilmente, la testa non gli girava più… in quell'istante esisteva solamente Zack.
Zack con i suoi profondi occhi color acquamarina, Zack con la sua espressione a metà tra il sorpreso e il preoccupato.
Appena aveva sentito il ragazzo vicino, quando ancora era accasciato scompostamente contro il muro freddo dell' Highway 666, il suo cuore era esploso di gioia inondandolo di una sensazione del tutto nuova per lui. Aveva capito che Zacky non lo aveva abbandonato come aveva fatto tutta l'altra gente dopo aver passato un po' di tempo con Synyster Gates.
Si diede dello stupido, avrebbe dovuto accorgersi prima di aver lasciato conoscere al più piccolo il vero Brian Haner, avrebbe dovuto accorgersi che Zack si era innamorato di Brian e non della maschera di Synyster…
Si alzò piano dal divano in pelle, passò una mano dietro al collo di Zack avvicinandolo leggermente a se, gli occhi ancora fissi nei suoi…
Poi lo baciò.
Si buttò e basta. Al diavolo le conseguenze.
Le loro labbra si incontrarono delicatamente, disinfettante e cioccolato. Le mani di Vee si posarono dolcemente sulla maglia stropicciata di Brian portandoselo più vicino, voleva toccare quella pelle che l'aveva perseguitato per tutto il giorno. Syn circondò il più piccolo con le braccia, chiudendolo in un abbraccio mentre le loro lingue giocavano tra di loro non volendo mettere fine a quel momento d'incanto.
- We can be together, I promise you* - sussurrò Brian sulle labbra del moro dopo essersi divisi in cerca di ossigeno, prima di scoccargli un dolce bacio a stampo. Sentiva ancora il freddo del metallo degli Snakebites sulle sue labbra, una sensazione del tutto inspiegabile che l'aveva destabilizzato.
Dio, avrebbe passato tutta la serata a baciare Zack…
- Nessuno mi aveva mai rimorchiato con i Megadeth - rise Zacky facendo arrossire Syn dopo avergli regalato un altro bacio.
- Però devo ammettere che ha funzionato -







* "Promises" Megadeth
  
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