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Autore: Shade Owl    16/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Valentine condusse Bones lungo il corridoio, lontano dal suo ufficio, e per tutto il tempo il collega continuò a guardarsi alle spalle con aria perplessa, grattandosi la testa.
- Senti, dove la trovo una cintura come la tua?- chiese.
- Piantala di dire idiozie e concentrati.- rispose Valentine.
- No, sai, mi farebbero comodo un paio di aggeggi come quelli. Sai, se perdo le chiavi di casa, per esempio…-
- Questa roba è pericolosa, Bones. Il Friggitore emette scariche di entità variabile, e anche al livello minimo sarebbe uno strumento di tortura se usato su un essere umano… o un qualunque senziente dotato di conducibilità elettrica.-
- Beh, potrei usarlo su Malkovich…-
- Fingerò di non aver sentito.- lo gelò lei - Ora, muoviamoci. Il Ponte di Comando è di qua.-
Raggiunsero la plancia in silenzio, ma non entrarono, sbirciando prima oltre la porta aperta: l’equipaggio doveva essere già in branda, ma il personale androide era ancora in giro, e provvedeva a mantenere la nave in orbita attorno al pianeta. Dopotutto, era normale: la Ascendant era un vascello minerario a orbita sincrona, cioè svolgeva le proprie funzioni rimanendo sospeso in orbita attorno al pianeta e muovendosi attorno a esso con la stessa velocità che il pianeta impiegava per girare attorno al suo asse. Così, da terra, sembrava che fosse sempre fissa nello stesso punto, giorno e notte.
Ma per fare una cosa del genere serviva una vigilanza continua: gli imprevisti potevano essere molti, specie considerato che attorno a Cassandra V c’erano numerosi asteroidi orbitanti, e un loro movimento improvviso avrebbe potuto compromettere l’integrità dello scafo o dei macchinari esterni.
- Ce ne sono una dozzina, a occhio e croce.- disse Valentine, parlando piano.
- Beh, sono il grosso del personale non organico.- replicò Bones, nello stesso tono - Oltre a Brenda, ce ne sono altri diciotto a bordo, e di notte sei rimangono sul Ponte Meccanico, in sala macchine, mentre gli altri vengono qui, per assistere quelli che ci restano anche di giorno. D’altra parte, Brenda è la più sofisticata di tutti, essendo il Primo Ufficiale, il suo processore è più potente, e ha più funzioni. Può interfacciarsi a qualsiasi terminale presente sulla Ascendant, e potenzialmente a qualunque computer abbia un attacco compatibile o sia collegato alla rete Allnet. Loro no, invece… sono meno versatili.-
- Sai dirmi anche il modello?-
- Non è unanime, sono diversi tipi… ma credo che il più avanzato sia un CR-32. Perché me lo chiedi?-
- Non sono schermati dagli impulsi di alta intensità. Il Friggitore potrebbe metterli fuori uso, ma lo terrei come ultima risorsa. Credo che questo possa andare bene.-
Prese dalla cinta una sorta di trottola schiacciata, priva del classico perno sulla cima.
- Che roba è?-
- Nulla di mortale. Emetterà una scarica sonica in grado di inibire momentaneamente i centri motori degli androidi. Ma tappati le orecchie, nemmeno gli organici reagiscono bene.-
- Ufficiale Valentine, qui Primo Ufficiale Brenda Fletcher.  Abbiamo… un problema. Un enorme problema.-
La voce di Brenda risuonò nei corridoi, forse per tutta la nave, facendo sussultare entrambi.
- Raggiungete un terminale di comunicazione e collegatevi con me, immediatamente. Devo parlarvi. Ordino a tutto il personale di non ostacolare in alcun modo l'Ufficiale Valentine e il signor Bones.-
- Beh, questo sistemerà gli androidi, almeno per ora.- disse lei, mettendo via la “trottola” e correndo in plancia.
Gli androidi lì presenti parvero esitare vedendo lei e Bones sbucare fuori dal nulla ma, dopo un momento, tornarono a occuparsi delle loro mansioni, ignorandoli. Subito, Bones accese un terminale e lo sintonizzò sul canale di Brenda. L’immagine di un corridoio comparve sullo schermo, e il suono dei passi del Primo Ufficiale uscì dagli altoparlanti.
- Brenda, che succede? Perché cavolo stai svegliando tutta la nave?- chiese Bones, afferrando il microfono.
- Mi dispiace, ma c’è un cambio di programma.- rispose lei - Sono entrata nell’area di quarantena, e non c’è più nessuno.-
- Cosa?- esclamò Bones.
- Perché è entrata nell’area di quarantena?- chiese Valentine, togliendo il microfono di mano all’uomo - Cos’è successo?-
- Mentre correvo al Ponte di Comunicazione ho controllato l’impianto video. Le telecamere di questo settore avevano smesso di trasmettere. Sono corsa qui e ho visto che avevano forzato il blocco, e ormai le spore erano già diffuse per una vasta area dei dormitori. Ritengo che buona parte dell’equipaggio si sia già ammalata, e ormai è tardi per estendere il blocco.-
- Che ne è del Capitano Malkovich?-
- Non lo so ancora, ma il suo alloggio si trova un po’ più lontano dall’area di quarantena. Forse non è ancora stato infettato, ma è presto per dirlo. I sintomi ci mettono qualche ora per manifestarsi.-
- No. I sintomi sono immediati, quando le spore si attivano.- la contraddisse Valentine, scuotendo la testa.
Bones aggrottò la fronte.
- E tu che ne sai?- chiese.
- Il dottor Lassiter. Si è ammalato immediatamente, ricordi?-
- E allora i tre che ho arrestato? Nolan, Pablo e Kenny? E gli altri due?-
- Pazienza, Bones.- rispose lei - Dovevano salire a bordo, girare tra di voi, infettarvi. Forse persino il decorso normale non è poi così lento, potrebbe essere persino più rapido. Ci hanno teso una trappola. Non è stato difficile. La natura sa aspettare. È paziente. E trova sempre una strada, a prescindere dagli ostacoli.- sospirò, scuotendo la testa - D’accordo, cambio di programma. Dobbiamo considerare spacciati tutti quelli che si trovano sul Ponte Equipaggio, almeno per il momento. Ha idea di dove si trovino le persone fuggite alla quarantena?-
- No, non ne ho idea. Dovremmo cercarli?-
- Negativo. Esca di lì, imposterò un nuovo blocco di quarantena da qui, che comprenda tutto il ponte, e spero che basti almeno a trattenerli per un po’. Da questo momento, assumo a pieno titolo il comando. Non possiamo sapere se Malkovich è infetto oppure no. Comandante, lei concorda?-
- I miei processori non trovano argomenti per confutare questa tesi. Lei ha il comando della Ascendant, da ora in avanti. Chiuda pure i blocchi, posso aprirli in qualunque momento per uscire, e le assicuro che non lo farò per nessuno all’infuori di me.-
- Molto bene. Ponte, chiudo. Bones, hai idea di come trovare le persone fuggite dalla quarantena senza usare l’impianto video?-
- Credo di sì. Dammi un po’ di tempo.- rispose lui, correndo verso un terminale libero.
- Bene. Io mi occuperò del blocco di quarantena.- disse Valentine, sperando che riuscisse a tenere abbastanza a lungo: non era nemmeno certa che lei e Bones non avessero ancora inalato le spore, ad essere sincera.
 
Brenda udì la sirena che annunciava l’inizio del blocco di quarantena e accelerò il passo: doveva arrivare a una porta o a un montacarichi prima di un qualsiasi altro membro dell’equipaggio, o non sarebbe stato sicuro uscire.
Raggiunse rapidamente la parte più esterna del Ponte Equipaggio, dove si trovavano gli alloggi degli ufficiali. Quello più vicino all’uscita era per l’appunto occupato dal Capitano Malkovich, e non era passata di lì per caso: la prima cosa da fare era verificarne le condizioni. Se fosse stato realmente infettato avrebbe potuto seguire senza problemi le istruzioni dell’Ufficiale Valentine, in caso contrario avrebbe dovuto pensarci sul momento.
Raggiunta la soglia, la aprì con cautela e sbirciò all’interno: il Capitano era ancora nel proprio letto, e dormiva profondamente. Grazie al cielo, il messaggio che aveva diffuso per gli altoparlanti della nave (l’unico modo per contattare l'Ufficiale Valentine, in quel momento) non lo aveva svegliato. Anche la sirena di poco prima non pareva avergli dato troppo fastidio.
Non mostrava segni fisici dell’infezione ma, aumentando l’ingrandimento dei sensori ottici, vide uscire dal condotto dell’areazione le spore che la diffondevano. Non avevano ancora invaso tutta la stanza, e anzi dovevano essere arrivate da molto poco, ma d’altra parte sarebbe stato da sciocchi portarlo via: forse le aveva già respirate.
E poi, sinceramente, non aveva tutta questa voglia di salvarlo.
Chiuse silenziosamente la porta, sentendo già un certo chiacchiericcio in lontananza, dovuto agli operai svegliati dall’inizio della quarantena.
 
- Allora… ho setacciato la nave, e ho trovato solo un organico che si trova dove non dovrebbe.- disse Bones, seduto davanti allo schermo del terminale.
- E io ho allestito un blocco totale di quarantena.- rispose Valentine - E sto impostando i sensori interni della Ascendant per riconoscere le persone infettate e bloccarle nelle stanze in cui entrano, anche se ci vorrà del tempo. Soprattutto, dovranno mostrare sintomi visibili a occhio nudo, questa nave non è attrezzata per cose del genere.-
- Beh, meglio che ti sbrighi.- disse lui - Ci sono solo due persone a piede libero, a eccezione di noi due.-
- Hanno evitato la quarantena?-
- Sì.- rispose cupamente Bones - E si dirigono verso il Ponte Medico.-
Valentine si trattenne dall’imprecare: stavano andando a liberare i pazienti nella sezione di isolamento, accidenti!
 
I due operai malati uscirono dall’ascensore con movimenti rigidi, a volte anche un po’ scricchiolanti. Ad ogni respiro che facevano, piccoli sbuffi giallastri uscivano dalle loro bocche o narici, la pelle ormai piena di porzioni di corteccia, le dita allungate e contorte, in procinto di diventare ormai minuscoli rametti. Dalle orecchie e dal mento avevano già cominciato a sbucare tenere foglioline verdi, e gli occhi stavano perdendo velocemente colore.
Raggiunsero in perfetto silenzio la stanza di isolamento, senza emettere altro rumore che non fosse quello dei loro passi o della corteccia che si scheggiava. I sette pazienti prigionieri là dentro si erano già allineati in bell’ordine davanti al vetro, in silenzio, fissando i loro compagni venuti fin lì a liberarli. Il dottor Lassiter e il suo assistente non si erano ancora tolti di dosso la tuta di isolamento, ma l’infezione era prosperata là dentro come in un’incubatrice, arrivando a far crescere rami anche abbastanza grandi al di sotto del tessuto, tirandolo fino a lacerarlo. Adesso sembravano addobbi di plastica mal riusciti per una qualche festa di Halloween.
I due afferrarono la grande ruota di blocco all’esterno e cercarono di girarla, senza ottenere alcun risultato: qualunque cosa le avesse fatto l'Ufficiale Valentine, non si muoveva.
Senza scomporsi, i due andarono verso la parete e staccarono senza tanti complimenti un pannello dal muro, rivelando il quadro elettrico primario dell’area.
Il più vicino alla camera di isolamento allungò una mano e afferrò un intero fascio di cavi, strappandolo a mani nude.
Con un crepitio e un fiotto di scintille, le luci si spensero, e una voce preregistrata cominciò ad avvertire di un guasto nell’area di isolamento.
La porta si aprì con uno scatto, e Nolan Brody la spinse lentamente verso l’esterno, uscendo con il resto dei pazienti al seguito.

Mmmmh... non bene, proprio no.
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16 e Ser Balzo, che mi seguono. A domani!

   
 
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