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Autore: LovleySev394    16/09/2013    3 recensioni
Era rosso in viso, ma gli occhi gli brillavano:
“Oh mio dio…”, mormorò, “Ho dato il mio primo bacio!!!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Finn/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kurt rientrò in casa sul tardi, dato che aveva passato il pomeriggio insieme a Quinn.
Gettò la sua borsa sul letto e preso l’ultimo numero di ‘Vouge’ si stese sul divano per distarsi un po’.
Subito però la sua quiete fu turbata: difatti la porta di camera sua venne aperta e sulla soglia comparve Burt con indosso un lungo grembiule e un espressione confusa dipinta sulla faccia:
“Kurt! Era ora che tornassi a casa! Mi vuoi spiegare che diavolo vuol dire ‘sbattere le uova’? Devo rigirare la scodella?”, chiese additando il libro di cucina che teneva in mano.
Kurt abbassò la sua rivista alzando un sopracciglio:
“Come mai questo spirito culinario? Perché non ti limiti al solito hamburger con l’insalata?”.
Burt rispose con enfasi:
“Questa sera ho invitato Carole a cena, è un po’ giù in questi giorni e mi è sembrato carino…”.
“HAI INVITATO CAROLE A CENA?!”, sobbalzò Kurt, “QUINDI VIENE ANCHE FINN?!”.
“Certo”, disse Burt stupito della richiesta, “Comunque, sto cercando di cucinare questa frittata con le verdure e…”, ma Kurt non  lo stava già ascoltando perché era schizzato in bagno gridando:
“E tu me lo dici solo con tre ore di anticipo?!! Mi devo preparare!!”.
“Ma Kurt pensavo volessi aiutarmi in cucina”, piagnucolò Burt.
“Non c’è tempo ora!”, esclamò Kurt uscendo dal bagno solo per prendere gli asciugamani della doccia e la quantità esorbitante di creme, shampi e balsami, “E comunque… sbattere un uovo significa rigirarlo con la frusta!”.
Burt stava per dire qualcosa, ma Kurt lo precedette:
“La frusta è quella cosa che l’altro giorno volevi usare per sturare il water!”.
“Aaaaaaa ok”, disse Burt finalmente convinto dirigendosi in cucina.
Kurt si fece la doccia più velocemente che poteva e cercò di limitare il numero si shampi, facendosene SOLO tre. Un record per lui. Uscì dalla doccia e passò una mezzora facendo avanti e indietro dalla cabina armadio a camera sua, uscendo con un outfit, ma poi ritornare dentro per prendere altri vestiti.
Alla fine si guardò allo specchio mentre passava un leggero strato di gel tra i capelli: pantaloni grigi, maglietta sempre grigia e giacca stile militare. Aveva provato a vestirsi un po’ meno eccentrico del solito… anche se non era facile!
Dopo poco qualcuno suonò alla porta. Kurt corse nel soggiorno, facendo una giravolta senza nemmeno accorgersene da quanto era felice e eccitato.
Aprì la porta forse con un po’ troppo foga, esibendo un sorriso a trentadue denti e esclamando ‘Benvenuti!’ con una voce che risultò incredibilmente stridula.
Finn sbatté le palpebre un po’ di volte per riprendesi dallo shock, poi abbozzo un sorriso, mentre sua madre era entrata e aveva abbracciato prima Kurt poi Burt, che intanto gli aveva raggiunti, e aveva iniziato a fare i convenevoli complimenti per la casa.
Finn restò un po’ imbambolato sulla porta, finché non si decise ad entrare e quasi senza accorgersene fu portato da una forza più forte di lui, a portare un braccio dietro la schiena di Kurt e avvicinarlo dandogli un bacio sulla guancia, per poi subito, imbarazzatissimo, lasciarlo andare per rivolgersi a Burt. Che diavolo gli era successo? Da quando dava ai suoi amici baci sulla guancia? Da quando dava baci sulla guancia a Kurt?
Da parte sua Kurt era alquanto sconcertato di questa iniziativa così poco naturale e nello stesso tempo così incredibilmente naturale dell’altro, tanto che vacillò leggermente passando imbarazzato da un piede all’altro, mentre suo padre invitava Finn e Carole ad accomodarsi.
“Kurt che ne dici di portare Finn in camera tua così gli fai vedere un po’ la casa, mentre io offro un aperitivo a Carole?”, esclamò Burt mentre Carole si sedeva sul divano.
“Ok papi!”, annuì Kurt battendo le mani, “Vieni Finn, da questa parte!”.
 
“WOW KURT!”, esclamò Finn un po’ spaesato, “Com’è grande camera tua! A confronto la mia è una tana per topi!”.
“Eh si mi ricordo…”, commentò Kurt ridacchiando.
“Cosa?”, chiese Finn stupito, “Tu non sei mai stato in camera mia….”.
Kurt spalancò gli occhi, si era quasi dimenticato che Finn non ricordava nulla… neanche quello che avevano fatto mentre erano in camera sua probabilmente…
“Non ti ricordi, ma per un compito del Glee abbiamo fatto un lavoro assieme e sono venuto a casa tua”.
“Ah”, disse Finn poco convinto, “E perché eravamo in camera mia?”.
Kurt iniziava a essere davvero imbarazzato, così balbetto armeggiando con i bottoni della sua giacca:
“Ah… emm… aspettavamo Brittany per iniziare la coreografia e abbiamo… umm…. ascoltato della musica dal tuo computer”, concluse sollevando lo sguardo, ma senza riuscire a nascondere il rossore del suo viso.
Finn si sedette vicino a lui sul piccolo divanetto con aria concentrata:
“E’ davvero strana questa cosa che non mi ricordi nulla, davvero. Sento qualcosa, sento che questi ricordi sono dentro di me, ma non riesco a… metterli a fuoco”, mentre parlava non si era accorto che la sua mano era scivolata verso quella di Kurt, ma appena le loro dita si erano toccate, l’aveva ritratta come spaventato.
Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare.
“Cosa ne pensi di quello che ha cantato oggi Quinn al Glee?”, chiese Finn così dal nulla, lo sguardo fisso sul tavolino che avevano davanti.
“Oh”, disse Kurt, “Credo che lei sia innamorata”.
“Di Rachel?”.
“Si. Penso di si”.
“Pazzesco”, disse Finn sconcertato.
“Cosa? Che una ragazza ami una ragazza?”.
“No”, disse Finn scuotendo la teta, “Che si possa amare con la consapevolezza di non poter mai essere ricambiati”.
Rimasero un po’ in silenzio finché Kurt non disse:
“Non si perde mai la speranza…”.
“Piangi?”, chiese Finn guardandolo.
“Si”.
“Perché?”.
“Non lo so”, ripose Kurt asciugandosi gli occhi con la manica della giacca, “Comunque, chi te lo dice?”.
“Cosa?”.
“Che non verrà mai ricambiata?”.
Finn sospirò:
“Non lo so”.
“Tu hai mai amato qualcuno sapendo che non sarai mai ricambiato?”, chiese Kurt guardando Finn.
“No. O forse è meglio dire che non ho mai amato davvero in generale”.
A Kurt gli si spaccò il cuore in due, ‘no Finn io e te ci siamo amati davvero’.
“E tu?”, disse Finn prendendolo di sprovvista e finalmente incrociando lo sguardo di Kurt.
“Si”, disse Kurt ‘Si, ho amato te’, ripeté dentro di se.
La conversazione si stava facendo molto profonda e personale e entrambi erano molto in imbarazzo. Fortunatamente in quel momento entrò Burt che gli avvertì che era pronta la cena.
 
A tavola Kurt si sedette vicino a Carole di fronte a Finn che stava vicino a Burt.
I loro genitori chiacchieravano amabilmente e parevano anche molto affiatati, Finn non aveva mia visto sua madre ridere in quel modo dopo che il padre era morto, e Kurt non aveva mai visto suo padre che si sforzava così tanto di animare la situazione, non lo aveva mai visto così sorridente e, a dire il vero, non aveva mai mangiato qualcosa di così ‘mangiabile’ cucinato da lui.
“Non sono un asso in cucina”, aveva infatti iniziato a dire Burt mentre serviva la frittata, “Ma mi sono impegnato un bel po’ e questa volta ho fatto tutto senza Kurt!”.
Kurt sorrise vago, mentre Carole lodava il fatto che la frittata fosse proprio cotta al punto giusto.
“Mamma è brava in cucina”, aveva detto Finn, “Da noi e l’incontrario: sono io quello assolutamente negato!”.
“Be allora io e te Finn dovremo prendere lezioni da Kurt e Carole!”, aveva esclamato Burt dando a Finn una pacca sulla spalla.
La cena andò avanti, Burt entusiasta sfornava un argomento dietro l’altro, Finn e Kurt erano più silenziosi, mangiavano e ogni tanto si ritrovavano a fissarsi tanto che Kurt era costretto ad abbassare la testa sul piatto per nascondere il rossore del suo viso. Stava ancora ripensando a ciò che aveva detto Finn: come si può amare una persona con la consapevolezza di non essere mai ricambiati? E si disse che ora la domanda che si stava ponendo era un'altra: come si fa ad amare una persona con la consapevolezza che potresti venire ricambiato anche se non sai in che modo farlo capire all’altro?
“E’ stata proprio un ottima cena, Burt!”, aveva detto Carole soddisfatta, dopo aver appoggiato il cucchiaino della musse al cioccolato.
“Si tutto buonissimo!”, aveva ribadito Finn servendosi un'altra porzione di musse.
“ E’ bello avere qualche soddisfazione in cucina!”, commentò Burt entusiasta.
Dopo poco Kurt si alzò e iniziò a sparecchiare, ma Carole lo fermò:
“Non ti preoccupare Kurt, ci pensiamo io e Burt tu e Finn andate pure in camera”, e così dicendo aveva fatto un sorrisetto d’intesa a Kurt.
 
“Ok non mi piace il modo in cui mia madre e tuo padre si guardano”, aveva iniziato a dire Finn mentre scendevano le scale.
“Che c’è di male Finn? A me sembra si trovino molto bene assieme…”.
“Si appunto questo!”, proseguì Finn, “Sai io non ho mai sopportato quando qualcuno cerca di mettersi al posto di mio padre…”.
“Nessuno sta cercando di prendere il posto di tuo padre, come nessuno sta cercando di prendere quello di mia madre! Solo lasciamo che avvenga quello che deve avvenire…”, aveva detto Kurt.
“Immagina se diventassimo fratelli!”, disse Finn ridendo, “Be fratellastri…”.
“Wow…”, mormorò Kurt immaginandosi come sarebbe stato bello vivere con Finn.
“A me piacerebbe essere tuo fratello”, disse Finn in tono affettuoso scompigliandogli i capelli.
“Ummm si anche a me”, mormorò Kurt.
Finalmente entrarono in camera.
“Kurt ti dispiace se uso il bagno?”, chiese Finn.
“No vai pure!”, esclamò Kurt.
Mentre aspettava Finn, si sedette al pianoforte e cominciò a suonare il pezzo che aveva appena finito di studiare con il suo insegnante di paino ‘My heart will go on’.
E proprio mentre suonava l’introduzione si ricordò: si ricordò che quando Finn l’aveva chiamato a casa per la prima volta dopo il loro bacio, lui stava suonando quel pezzo! In un momento si rifece mentalmente tutto il dialogo che avevano avuto: Finn gli aveva detto…
“Suoni il pianoforte?”, Kurt sobbalzò: Finn era uscito dal bagno ed era in piedi dietro di lui.
“Si…”, mormorò.
“Ah… emm… figo! Che cosa suonavi?”.
“ ‘My heart will go on’ da Titanic…”, disse Kurt senza parole: non ci poteva credere che stavano avendo la stessa conversazione.
Finn stava per dire qualcosa, ma si fermò:
“Ma tu me l’hai già detto…”.
“Si Finn ti ricordi?”, disse Kurt speranzoso, “Mi hai chiamato e io stavo suonando questo pezzo…”.
“Non lo so”, disse Finn tornando confuso, “Non so…”, ripeté sedendosi sullo sgabello del pianoforte di fianco a Kurt.
Lui lo guardò: guardò Finn che fissava i tasti del pianoforte come se potessero dargli la risposta a tutte quelle domande che aveva in testa.
Era bello, era bellissimo, e Kurt aveva una gran voglia di dirgli tutto e di poterlo baciare, di poter sentire il suo caldo abbraccio, di potersi stringere contro il suo petto e di potere baciarlo, baciarlo fino a….
“Ti va di cantare?”, Kurt si riscosse sbattendo le palpebre e svegliandosi da quel sogno ad occhi aperti.
“Cosa?”, chiese confuso.
“Cantiamo! Qua hai lo spartito, tu suoni e poi cantiamo una strofa a testa e il ritornello insieme! Come facciamo al Glee! Io e te non abbiamo mai duettato…”.
“D’accordo”, disse Kurt stupito appoggiando le dita sui tasti e iniziando a suonare.
Finn lanciò uno sguardo a Kurt per fargli capire che doveva iniziare lui, così cominciò con la voce tremante:
“Every night in my dreams
I see you. I feel you.
That is how I know you go on.”, Kurt smise di cantare si concentrava al massimo per non sbagliare qualche nota con il pianoforte e non fare brutta figura con Finn .
“Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on.”, Finn cantava con la voce più bassa e sommessa seguendo il testo della canzone sullo spartito.
“Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on”, avevano cantato la prima strofa del ritornello esattamente assieme, Finn che faceva una parte più bassa e Kurt le note sopra…. Non avevano mai duettato assieme prima, ma le loro voci si fondevano perfettamente.
“Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on”, con grande sorpresa di Kurt, Finn mise le mani sul pianoforte e cominciò a suonare gli accordi sotto, facendo qualche errore, ma cercando di stare dietro a Kurt. Si voltò verso di lui lanciandoli un sorriso sghembo, mentre Kurt iniziava a cantare:
“Love can touch us one time
And last for a lifetime
And never let go till we're gone”, mentre Kurt cantava la mano di Finn e la sua si sfiorarono leggermente sul pianoforte e Finn sollevò di nuovo lo sguardo verso di lui, ma questa volta lo guardò in un modo stranissimo che Kurt non riuscì a decifrare, prima di mettersi lui a cantare:
“Love was when I loved you
One true time I hold to
In my life we'll always go on”, Kurt non poteva credere che quelle parole che Finn cantava erano infondo così vere, perché loro le avevano davvero vissute.
“Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on”, Finn si fermò di colpo. Improvvisamente finito il ritornello, nonostante la canzone non fosse finita tolse le mani dal pianoforte voltandosi verso Kurt. Anche quest’ultimo smise di suonare alquanto stupito.
“Kurt”, mormorò Finn, “Non me ne ero mai accorto….”, fece una pausa fissandolo… a Kurt in cuore sobbalzò in petto… “Sei veramente bravo a cantare! Davvero! WOW! Sembri quasi un professionista!”, esclamò Finn con enfasi.
Kurt rimase un po’ deluso, dato che forse si aspettava una dichiarazione d’amore improvvisa o chissà cosa come accade nei film… comunque sorrise:
“Grazie Finn, anche tu sei bravo… comunque…”, proseguì mettendo le dita sui tasti del pianoforte, “Come sai detesto lasciare le cose a metà, quindi:
“You're here, there's nothing I fear,
And I know that my heart will go on”, riprese a cantare con la voce soffiata le dita che leggermente tremavano sul pianoforte.
Finn si unì a lui per cantare le ultime strofe della canzone, appoggiando le mani sul pianoforte sopra quelle di Kurt e suonando in contemporanea a lui
“We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on...”
“Will go on and on…”, ripeté Kurt prima di suonare la cascata finale di note con estrema dolcezza.
Finn e Kurt rimasero a guardarsi in silenzio per un po’, finché Finn non esclamò:
“Bhe… è stato bello!”.
“Si….”, mormorò Kurt.
“Dovremo rifarlo!”, esclamò Finn alzandosi e dandogli un amichevole pacca sulla spalla.
Kurt sorrise accarezzandosi il palmo della mano dove Finn aveva poggiato la sua poco prima per suonare il pianoforte.
 
 

Aggiorno ora perché domani comincierò la scuola, quindi poi CIAO ci si vede alle vacanze di Natel... no ok ovviamente scherzo, vi giuro che anche se sarò impegnata con la scuola farò minimo un aggiornamento a settimana... Coooomunque era da un po' che volevo scrivere un capitolo tipo questo e... che ne dite? Volevo un po' riprendere lo stile iniziale della fanfiction e metterci un po' di Furt (che ci vuole sempre) un po' di Fluff e un po' di comicità che era da un po' che non se ne vedeva nemmeno l'ombra... io sono abbastanza soddisfatta però dai ^^ (cosa strana dato che sono sempre iper-critica) Fatemi sapere!!! 
 
 
  
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