Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Rory_chan    21/03/2008    7 recensioni
La pioggia batteva insistentemente su quei capelli rosa che, freneticamente, si muovevano al ritmo della ragazza a cui appartenevano, in quel momento intenta a curare chissà chi. Le gocce di pioggia scendevano lungo il mento delicato, impregnandole il viso e le ciocche rosee. Ma nulla di tutto quello sembrava poterla distrarre dal suo obiettivo.
{SasukexSakura}
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tum tum

Sasuke & Itachi Uchiha e Sakura Haruno © Masashi Kishimoto.

 

 

It's more than just words: it's just tears and rain.

 

Tum tum.

 

Tum tum.

 

Il cuore batteva.

 

La pioggia batteva insistentemente su quei capelli rosa che, freneticamente, si muovevano al ritmo della ragazza a cui appartenevano, in quel momento intenta a curare chissà chi.

Le gocce di pioggia scendevano lungo il mento delicato, impregnandole il viso e le ciocche rosee. Ma nulla di tutto quello sembrava poterla distrarre dal suo obiettivo.

 

Tum tum.

 

Tum tum.

 

Ce la poteva fare. Era ancora vivo.

 

Sakura Haruno si guardò velocemente intorno, osservando puntigliosamente le rovine in pietra che le si presentavano davanti agli occhi. Massi ovunque, pietre sparse sull’erba. Erba sporca di sangue.

Posò lo sguardo sulle sue mani e strinse le labbra alla vista del liquido vermiglio che copriva la sua pelle. Ben presto, alzò l’attenzione sui corpi che aveva davanti.

 

Itachi Uchiha era morto e con lui, tutti i desideri di vendetta di Sasuke.

 

Affianco a quel corpo, stava quello dell’Uchiha minore.

 

Il battito cardiaco era flebile ma si udiva distintamente nel petto, il torace si alzava e abbassava irregolarmente. I polmoni tentavano di incamerare più aria possibile ma la stanchezza impediva in buona parte anche quel movimento involontario.

 

Sakura aveva tentato di non piangere alla vista di tutto quel sangue coprire il volto di Sasuke. Aveva tentato di imporsi un autocontrollo del tutto inesistente, in quell’occasione.

Irrimediabilmente, le stille salate giunsero a coprire l’intenso verde bosco degli occhi fino a trovare libertà lungo le gote arrossate dal freddo. Si congiunsero alla pioggia, in un’unica scia disperata.

 

Le mani pallide, impregnate di sangue, si andarono a posare delicatamente sullo sterno di Sasuke ed un bagliore verdastro si propagò per tutta la figura matura dell’Uchiha, illuminando anche il viso di Sakura poco distante.

 

Avrebbe curato ogni sua ferita, una ad una, dando il meglio di se stessa. Dopotutto, non le era mai importato di poter perdere la vita per Sasuke. Lo aveva dimostrato molte volte e nemmeno in quella, si sarebbe tirata indietro.

 

Impresse nella mente il volto di Sasuke, quasi rilassato in un’espressione serena. I lineamenti erano stesi, delicati come lo erano sempre stati. Il sangue scivolava via insieme alla pioggia permettendo all’Haruno di fissare quelle palpebre pallide e chiuse che nascondevano le iridi nere. Le labbra erano schiuse, imploranti di respiro.

 

Ci mise più veemenza nel suo lavoro, tentando di concentrarsi come meglio poteva e cercando di eliminare la riluttante presenza del corpo morto di Itachi [così dannatamente simile a lui], cercando di dimenticare per almeno un istante Naruto che lottava da solo contro quel membro dell’Akatsuki e che le intimava di seguire Pakkun alla ricerca di Sasuke. Voleva solo avere la mente libera sebbene l’angoscia stesse prendendo man mano il sopravvento. Sebbene il cuore sembrava voler scoppiare.

 

Ripeté mentalmente le regole fondamentali per essere un ninja. Ripeté la venticinquesima dottrina a mo’ di cantilena nella sua testa, cercando la concentrazione giusta.

 

Un ninja non deve esprimere i propri sentimenti in nessuna circostanza. Un ninja deve dare assoluta priorità alla missione e non mostrare mai il proprio dolore.

 

Un ninja non deve esprimere i propri sentimenti in nessuna…

 

Un ninja non…

 

Gli occhi si schiusero lentamente, lasciando intravedere sotto le palpebre eburnee le iridi scure velate dalla fatica. Uno strano contrasto fra nero e bianco che diede vita ad una colorazione cenere.

In quel momento a Sakura non importava assolutamente nulla. Sasuke aveva aperto gli occhi e la stava guardando. In silenzio, forse un po’ stordito, ma stava guardando lei.

 

«Sas’ke…Sas’ke, mi riconosci?» la voce le uscì dalla gola come un gemito strozzato, innaturalmente acuta e incrinata dal pianto. Probabilmente si era anche dimenticata di aggiungere quel “-kun” tanto la gioia di rivederlo, tanto il timore di perderlo nuovamente.

Lo vide battere ciglio e gli spostò premurosamente i capelli zuppi di pioggia dalla fronte, passandoci la mano col chakra curativo per rimarginare quella ferita profonda sulla pelle.

 

«…ah. Sak…» un rigurgito di sangue lo costrinse ad interrompersi, voltandosi dalla parte opposta a quella della ragazza e sputando il grumo vermiglio a terra. Tossì numerose volte chiudendo gli occhi e crucciando le sopracciglia. Sentì la mano bagnata di Sakura infilarsi nella sua sporca di sangue, tenergliela dolcemente, attenta a non procurargli dolore. Forse perché doveva stringere qualcosa, forse perché aveva bisogno di avere un qualsiasi contatto umano, la strinse di rimando. 

 

«Itachi è morto. È morto» sussurrò Sakura osservando il profilo di Sasuke tendersi in una smorfia di sofferenza fisica per poi voltarsi verso di lei. La fissò per qualche istante negli occhi riuscendo a distinguere i segni del pianto che glieli incorniciavano. Scrutò il verde divenuto opaco con la pioggia scorgendo una vena di paura, dolore, ansia e, chissà, rabbia.

 

«do…dov’è?» sibilò facendo per tirarsi a sedere ma una fitta all’addome lo costrinse a terra come la mano della ragazza che, allarmata dai suoi movimenti, si premurò di rassicurarlo con il suo tocco.

 

L’acqua piovana scivolava sulle loro mani congiunte, penetrando nelle parti in cui la pelle non riusciva a toccarsi. Poteva somigliare ad un incastro pressoché perfetto, con la pioggia che li univa o che forse, tentava di dividerli.

 

«è qui, ed è morto. Invece tu sei vivo. Sei vivo» servì ripeterglielo una seconda volta, sottolineandone il significato. E come se lui non l’avesse mai abbandonata e mai fatta soffrire, si lasciò cadere sul suo corpo, indifferente alla probabilità di ricevere un rifiuto, e premette come aveva sempre desiderato le labbra contro quelle di lui. Senza lasciargli un secondo di esitazione.

 

Quelle labbra non erano come le aveva catalogate nei suoi sogni di bambina. Non erano né calde né morbide, non sapevano di zucchero né di amore. Avevano l’incontrastato sapore di sangue e morte, fredde a causa della pioggia e screpolate dal freddo. Ma non le importava niente, erano pur sempre sue.

 

Sentì la mano del ragazzo infiltrarsi nelle sue ciocche bagnate, carezzarle distrattamente la testa e i suoi ciuffi ebano aderire alla spaziosa fronte. Si allontanò da lui, mordendosi il labbro che aveva ancora il suo sapore e strinse più forte la mano che le permetteva di avere un contatto diretto con lui.

 

«fra poco arriveranno anche Naruto e Kakashi-sensei. Poi, torneremo a casa» promise Sakura tentando di far spazio ad un sorriso tenue, ignorando l’affaticamento che le avevano procurato le tecniche curative. Sasuke sospirò, socchiudendo gli occhi e limitandosi a guardarla dal basso.

 

«a casa. Anche con mio fratello…è finita» mormorò ineluttabilmente, lasciando che gli occhi si chiudessero stancamente, l’espressione contrita ma rilassata. Sakura annuì guardandosi intorno, osservando il corpo di Itachi affianco a loro.

 

Corrucciò le sopracciglia nel vedere quelle labbra pallide forzate in un sorriso debole e spostò velocemente lo sguardo su Sasuke. Sulla bocca, lo stesso sorriso del fratello. 

 

Sasuke, occhi chiusi, labbra alla ricerca di respiro, sorrise, mentre stringeva la mano di Sakura. Pensò a suo fratello, pensò alla sua famiglia, pensò alla reazione di Naruto e per ultimo, pensò a lei che gli era lì vicina. Nonostante l’avesse già ringraziata una volta si ritrovò a farlo nuovamente, nella sua testa, pensando che adesso, a suo merito, aveva un’altra ragione per vivere.

 

 

Ok, qui c’è bisogno di una spiegazione.

Dopo un bel po’ di tempo eccomi tornata con una one-shot decisamente…strana. L’ispirazione mi è venuta ieri notte e ieri notte l’ho scritta. Dopo aver letto il capitolo spoiler 394 avevo l’assoluta urgenza di buttare giù qualcosa. Itachi è morto e Sasuke non sembra dell’idea di rimanere vivo. Ovviamente la presenza di Sakura è opera mia, spero solo che Kishimoto capisca che quel dannato ragazzo ha bisogno di lei! Lo so, è OOC, ma fa niente, avevo bisogno di SasuSaku ç_ç

Ps. Il titolo è preso da un pezzo di una canzone di James Blunt (trovato nella playlist, lol!) Tears and Rain.

 

Dedicata in primis a Silvia, la mia Itacchan decisamente di cattivo umore. E mi sembra giusto porgerti le mie più sentite condoglianze. (anche da parte di Gaara, sebbene si voglia unire ad Itachi a suonare con l’arpa la sigla di ‘tempesta d’amore’ quindi…ndRory)(ç_ç ndGaara)

Dedicata a Laura perché senza di te ogni giorno non sarei piegata dalle risate e non mi divertirei a sfottere tu-sai-chi, because SasuSaku is better XD.

Alla nee-chan Giò (ho voglia di sentirti! T.T), al mio genio Saki, a Cami-senpai, a Terra-chan e alla Takara Sae, perché vi voglio bene. Ed ovviamente, a tutti i fan SasuSaku che vorrebbero vedere questa scena realizzarsi u.u

 

Ps. Per chi seguisse “Sakura’s Honey” è momentaneamente interrotta per mancanza d’ispirazione/tempo e perché mi sto concentrando sul concorso ShikaTema e su una piccola fic a due capitoli per il compleanno di Sakura. Tenterò comunque di aggiornare appena posso.

 

Alla prossima, Rory.

 

 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Rory_chan