= L’ombra
dell’avventatezza =
-
…e non mi piace che
circolino simili voci su un membro del clan Cold. Spero di essere stato
chiaro,
Freezer. Fino adesso non sei mai stato motivo di vergogna per il clan,
vedi di
non cominciare a esserlo ora.
« no, padre.
Risolverò ».
- ci conto.
Non è
ammissibile che un intruso possa prendersi gioco in tal modo di mio
figlio.
Re Cold
teneva più
alla reputazione del suo clan che a qualunque altra cosa, forse ci
teneva più
di quanto tenesse ai suoi stessi figli, quindi era chiaro che quando
gli erano
arrivate voci su qualcuno che stava bellamente ricoprendo di vergogna
-o meglio,
di pece e piume- il suo figlio prediletto, Cold avesse ritenuto
opportuno
intervenire.
- sai almeno
di chi si
tratta?
Stavolta Freezer esitò nel
rispondere. « è una shadowjin »
disse piano « l’ultima shadowjin rimasta
».
Se aveva esitato era
perché immaginava benissimo quale
sarebbe stata la reazione di suo padre nel venire a conoscenza di tale
notizia.
-
l’ultima icejin di
razza Shadow?
Freezer fece mentalmente il
countodown.
Cinque…quattro…tre…due…uno…
-
costringila a
sposarti, il più presto possibile.
Zero.
Il tiranno fece un sospiro.
« padre, in verità non so dirti
se sia una buona cosa perché…»
-
cos’è che vado
dicendo da quando hai l’età per capire? Che
è stato un peccato che tutti gli
Shadow si siano estinti perché se se ne fosse salvata almeno
una, dall’unione
di un membro del clan Cold ed una shadowjin sarebbe venuto fuori un
icejin
estremamente potente con in più il potere degli Shadow!
« con tutto il rispetto,
padre, ma non intendo sposare una
donna che-»
- e invece
lo farai e
come. Così smetterà anche di ricoprirti
pubblicamente di vergogna -
aggiunse Cold - quando metterà al
mondo
vostro figlio potrai fare di lei quello che vuoi, ma adesso pretendo
che vi
uniate in matrimonio. Certo, se non ti senti in grado posso chiedere a
Cooler
di fare quel che dovresti fare tu, non avrebbe obiezioni.
Re Cold conosceva bene il suo
secondogenito, e dunque sapeva
benissimo che per fargli fare qualcosa bastava semplicemente tirare in
ballo
Cooler. L’accesa rivalità tra i suoi due figli
tornava molto utile a volte,
doveva ammetterlo.
Pensò che avrebbe anche
potuto ordinargli semplicemente di
catturarla e metterla incinta, ma che figura avrebbe fatto un membro
del clan
Cold ad avere un figlio illegittimo da una schiava? Non se ne parlava
proprio,
c’era un’immagine che dovevano mantenere.
« e va bene! Non
c’è bisogno che tu chieda nulla a Cooler,
sono in grado di gestire la cosa da solo. Entro breve la
poterò da te, così
potrai unirci in matrimonio ».
- scelta
ragionevole.
Se poi fosse la figlia dello Shadow che gestiva tutte le ricchezze
della loro
razza ci rivelerà come trovare ed aprire la camera in cui
hanno nascosto tutti
i loro tesori. Mi pare di ricordare che la moglie di Morgan
Shadowhidden avesse
avuto proprio una bambina da poco tempo, quando
c’è stata la guerra.
« non penso che lei lo
sappia, se finora ha vissuto rubando
» lo disilluse Freezer « e i suoi genitori non li
ha mai conosciuti, ha solo
quest’anello » glielo fece vedere « con
incisi i loro nomi, ma nient’altro…
tuttavia, ho visto che uno dei due nomi incisi è proprio
Morgan, quindi
potresti avere ragione ».
Re Cold sogghignò
all’ottima notizia. - le hai preso
l’anello per far si che resti lì. Buona mossa.
Ma…aspetta, se hai l’anello e sai tutte quelle
cose devi averla catturata! E
allora com’è possibile che lei continui
a…non mi dirai che te la sei lasciata
scappare! - lo guardò quasi con disprezzo, e
Freezer rimpianse che le
comunicazioni non fossero solo audio - sei
una delusione. Vedi di non fallire in questa missione che ti ho
affidato.
Detto questo, interruppe la
comunicazione senza nemmeno
salutarlo…
« lo prossima volta che
papà chiama digli pure che non ci
penso neanche a sposare Moira Orfei con un pitone infilato nel sedere
».
…e, prevedibilmente, ecco
Zoisite che metteva il carico da
undici. Freezer era talmente furioso che strinse i pugni infilando
così
profondamente le unghie nel palmo delle mani da farli sanguinare,
mentre sul
volto aveva un sorriso tiratissimo. Forse se l’era presa
tanto anche perché non
sapeva chi fosse Moira Orfei, oltre che per il discorso di suo padre.
Lo aveva deluso, Rischiava di perdere
lo status di figlio
prediletto, e non voleva assolutamente che accadesse, per cui doveva
trovare un
modo per far uscire Zoisite fuori dalle ombre, o per sorprenderla nei
momenti
in cui per mancanza di energie doveva ridiventare necessariamente
solida.
In tre giorni che erano passati
dall’ultima “pecepiumata”,
la scatenata shadowjin non aveva dato tregua a lui, alla Squadra Ginew,
e
nemmeno a Zarbon e Dodoria. Oltretutto erano tre notti che non lo
faceva
dormire.
“
ciao sono Mario, ha
quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio cane si chiama c-cioncion
ciao
sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio gatto si
chiama
c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il
pomeriggio amo guardare un programma che si chiama c-cioncion ciao sono
Mario
ho quarantadue anni e soffro di amnesia, ho dei vicini adorabili che si
chiamano c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia,
ogni mattina vado al lavoro, e lavoro come centralinista in
un’azienda che si
chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia, per
ricordarmi le cose le registro nella mia segreteria telefonica,
ascoltate: ciao
sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia…”
Zoisite era in grado di andare avanti
tutta la notte con
quella solfa, e nemmeno le più orribili minacce di morte, le
più oscene
prospettive di torture con annessi stupri e tutto quel che era venuto
in mente
a Freezer in quei frangenti erano servite a farla tacere. Era
un’ombra, che le
importava? Finché fosse rimasta tale, e lui non
l’avesse presa, avrebbe potuto
minacciarla quanto voleva; tanto sarebbe stato sempre tutto molto
campato per
aria.
Adesso poi, con
quell’ordine che gli aveva dato suo padre,
era fuori discussione che la uccidesse. Certo, le faceva ancora una
paura
terribile. Certo, se fosse stato attento a non ucciderla avrebbe potuto
torturarla. Certo, se non l’avesse rotta in due avrebbe
potuto usarle violenza,
e magari da quello sarebbe potuta venire fuori una gravidanza. Se
però lei non
avesse fatto mosse stupide…
Il tiranno si tolse
l’anello, guardandosi attorno, ed iniziò
a giocarci lanciandolo per aria. « e dai Zoisite,
perché non provi a prenderlo?
» la sfidò.
La shadowjin vide che
l’anello si era sporcato del suo
sangue. Quanto lo odiò per questo, quel bastardo che
allordava con il suo
sangue l’anello di Morgan. Già, suo
padre…se non altro adesso ne sapeva un
po’di più, in primis il cognome. Morgan
Shadowhidden, il custode dei tesori
degli Shadow, che erano stati nascosti chissà dove. Di certo
non nel pianeta
degli icejin, che era andato distrutto. « solo
perché sono stata avventata una
volta non significa che sia patologicamente cretina come qualcuno di
mia
conoscenza che, pur essendo di gran lunga più potente di
lui, si fa comandare a
bacchetta da papà ».
L’insolenza di Zoisite
aumentava in modo esponenziale quando
sapeva di non poter essere toccata. Era fatta così: non una
di quelli che
strisciavano davanti ai propri avversari se scoperta e presa, ed era
molto
arrogante e sfacciata quando era un’ombra. Anche troppo.
« attenta a quel che dici,
piccola shadowjin. Non potrai
rimanere nelle ombre per sempre, e a quel punto terrò fede a
quanto ti avevo
promesso che avrei fatto. Dubito che mio padre ti voglia mutilata al
matrimonio, purtroppo, ma sottomessa e supplicante di sicuro
» continuò a
giocherellare con l’anello « e stai tranquilla che
non lo deluderò. Inoltre,
una volta che mi avrai dato un figlio potrò procedere alla
tua eliminazione. Un
meraviglioso programma, non trovi? Non vedo l’ora di poter
mettere in pratica
tutto quel che ho detto ».
« se tiri troppo la corda
finirò per lasciarti quell’anello
ed andarmene » lo avvisò con un sibilo la bella
shadowjin, consapevole di stare
mentendo a lui e se stessa.
Freezer se lo rimise al dito.
« ma certo. Sicuramente ».
Zoisite si nascose in
un’ombra più vicina a lui. « sei
veramente patetico ».
« sei tu quella patetica,
che rischia la vita per l’anello
di un morto » replicò spietatamente
l’icejin.
« avresti potuto ridarmi
l’anello e lasciarmi andare, così
che papino non ti avrebbe sgridato».
« sei proprio stupida se
non riesci a capire perché non
posso né voglio farlo. Continuo a tenerlo perché
mi hai sfidato, perché hai
messo il naso nei miei documenti privati, e non posso permettere che tu
vada a
dire ai quattro venti quel che c’è scritto sopra.
Avrei potuto semplicemente
ucciderti tempo fa, ma non ho ritenuto che una morte veloce fosse
sufficiente; finché
avrò questo anello che ti legherà a me
tu rimarrai, e avrò ottime possibilità di fartela
pagare cara per quel che hai
osato fare al grande Freezer! ».
L’eco della sua voce
risuonò nella stanza. Zoisite per un
po’non si fece sentire, al punto che credette se ne fosse
andata, ma non era
così.
« è vero, non me
ne andrò senza il mio anello » la sentì
ammettere « ma finché rimarrò qui ti
renderò la vita impossibile. Starò attenta,
e tu non mi prenderai. E comunque mi hai legato a questo posto, non a
te»
puntualizzò la shadowjin « il problema in
realtà è che il fatto di non riuscire
a controllarmi nemmeno con questo ricatto ti fa impazzire, per questo
ti sei
impuntato tanto. L’onnipotente Freezer terrorizza chiunque,
distrugge interi
pianeti con un gesto, ma è del tutto incapace di tenere a
freno una ragazza
icejin di razza Shadow… »
Zoisite osò perfino
ridere, cosa che fece solo arrabbiare
Freezer ancora di più, perché era
vero.
Era tutto schifosamente vero, e odiava che lei l’avesse
capito così facilmente;
la conoscenza è potere, ed il potere spettava a lui, lui
soltanto. « stai zitta!
» sbottò il tiranno,
desideroso solo di prenderla e chiuderle la bocca in qualche modo.
Le avrebbe tagliato la lingua, se non
avesse pensato che
potesse essere utile in altri modi che non riguardassero il
“parlare”.
«
sono una variabile
incontrollabile della tua vita ultra controllata, e tu questo lo
detesti »
continuò Zoisite « e magari sotto sotto non ti
dispiace neppure l’idea del
matrimonio. Ti aiuterebbe a fingere
di non essere solo come un cane » aggiunse, spietata
com’era stato lui nel
dirle che rischiava la vita per l’anello di un morto.
« BASTA
COSì!
» l’icejin lanciò un raggio
letale contro un’ombra, quella sbagliata, e comunque non
sarebbe servito
nemmeno se Zoisite fosse stata lì.
« datti una guardata,
Freezer! A tuo padre non frega nulla
di te, se ti dà corda è solo perché
fai tutto quello che vuole lui; Cooler, tuo
fratello, non ti può vedere; i tuoi sottoposti non cercano
di ucciderti solo
perché sono spaventati a morte da te, e non per
fedeltà; in verità, tu sei
completamente solo. E non mi stupisce! » aggiunse «
nel mese in cui sono stata
qui, prima che mi spedissi dietro la Squadra Ginew, prima delle
minacce, delle
botte, prima che avessi la conferma che sei veramente un bastardo,
avevo
cominciato a pensare di presentarmi a te diversamente. Di rivelarmi,
prima o
poi, senza necessariamente dover arrivare al punto in cui siamo
arrivati...»
Questa Freezer non se
l’aspettava proprio.
«
sai, io sola, tu
solo. Nulla vietava di cercare di avere un rapporto migliore di questo.
Se non
fossi così stronzo mi faresti anche pena ».
« tu… avere pena
di
me? » il tiranno si fece una risata «
è di te stessa che dovresti avere
pena, perché sei l’ultima Shadow rimasta, e per il
tuo destino. Per non parlare
del fatto che non cerco compagnia. Io sto bene da solo e, chiariamoci,
non ho
bisogno nemmeno di uno psicologo, quindi non provare mai più
a dirmi perché
agisco in un modo e non in un altro ».
« hai ragione, non hai
bisogno di uno psicologo, ma
direttamente di una bella camicia di forza. E io dovrei sposare un
simile… »
fece uno sbuffo « ma anche no ».
« molte sarebbero onorate
di diventare mia moglie » ribatté
Freezer. Il netto rifiuto di Zoisite lo piccava parecchio, come tutto
quel che
gli aveva detto, ed era strano, perché cosa importava a lui
delle opinioni di
quella piccola shadowjin?
« vorrai dire le schiave
dei tuoi capricci perversi ».
« di’ pure quel
che vuoi, il senso è quello. Specie perché
lo scopo del nostro matrimonio si collega strettamente a tali
capricci…fattene
una ragione, sei completamente impotente ».
« mi sa che potrei dirti la
stessa cosa. Ma non
preoccuparti, forse è una questione di con chi ti rapporti,
magari con un uomo
funzionerebbe…»
Freezer odiava poter solo crepare di
rabbia senza avere
alcun potere per fermare quella linguaccia affilata come un rasoio.
« sappi che
non è il modo per sopravvivere a lungo questo, piccola
insolente shadowjin ».
Qui Zoisite fece una cosa che lo
sconvolse completamente…
«
“oh no not I! I will survive! Oh as
long as I
know how to love I know I’ll stay alive, I got all my life to
live, and I got
all my love to give, and I will survive…I will survive! Eh- ehi!” »
Mai in tutta la vita si era sentito
preso così poco sul
serio, e non era una sensazione piacevole. « non è divertente
».
«
“that’s all they really
waaa-aa-ant, some
fuuu-uu-un, when the working day is done, girls, they want to h ave
fu-un…o-oh
girls just want to have fuuuuun!” »
« le pagherai tutte! Te le
farò pagare tutte! »
« “parole,
parole
parole…parole, parole, paroleee…parole, parole,
parole, parole, parole,
parole, parole,
parole, soltanto
parole tra noooi!”»
« giuro che una volta che
ti avrò sposata ed avremo avuto
quello stramaledetto mezzo shadowjin che vuole mio padre ti
farò fuori nel modo
più atroce possibile! »
« “ci
sono cento modi
per mori-re! Il primo modo di morire è quando stiri, i panni
e le mollette
s’intrecciano tra i fili, magari ti sbilanci per prendere un
maglione, si
stacca lo stendino e cadi giù dal balcone; per questo io non
stiro, a volte
neanche lavo se c’è l’acqua e la
corrente che mi fulmina dal cavo!” »
C’era da diventare
veramente matti, al punto che il tiranno
se ne uscì con una frase per lui assolutamente senza senso.
« hai detto che
tutto questo me lo sono voluto io, ma mettiti nei miei panni trenta
secondi! »
…ma perché voleva che capisse?! « mi
trovo in camera uno sconosciuto che non so
cosa voglia, uno sconosciuto che poi attacca i miei uomini migliori e
mi getta
addosso pece e piume, come avrei dovuto reagire secondo te?! »
« hai preso
l’anello dei miei genitori e non fai che
minacciarmi di morte, stupri e violenze varie psicologiche e non, come
dovrei
reagire io?! »
«…e poi comunque
non devo spiegazioni a nessuno, tantomeno a
una schiava ».
« schiava a’
soreta,
se ce l’avessi! Libera sono nata e libera voglio morire!
»
« “a’
soreta”? »
non l’aveva mai sentito dire prima. Probabilmente era un modo
di dire di…beh,
di qualche posto in cui Zoisite era stata.
« a tua sorella. Che non
hai ».
Freezer riprese a giocherellare con
l’anello. « ti si è fuso
qualche neurone o cosa? »
« che tu sappia cosa sono i
neuronji è sorprendenji,
visto quanto sei ignoranji
».
Freezer c’era andato
abbastanza vicino. La stanchezza di
essere rimasta un’ombra per tre giorni e tre notti intere si
stava facendo
sentire, ormai: Zoisite sapeva di dover trovare al più
presto un posto più
sicuro in cui andare a dormire in forma solida, altrimenti avrebbe
finito per
cadere svenuta ai piedi di Freezer, e decisamente non era il
caso…però voleva
resistere ancora un po’. Ormai la stanchezza, la paura e lo
stress l’avevano
messa in modalità da presa in giro, e non voleva smettere
proprio adesso.
Non si rendeva conto che sarebbe
stata la sua rovina, e non
si rendeva conto che molti icejin di razza Shadow erano morti proprio
per aver
compiuto gesti così sciocchi ed avventati, per aver
oltrepassato i propri
limiti.
« ma che vai
blateran...»
«…ji.
Io vanji bateranji
tante conji! »
Freezer a quel punto
cominciò a collegare, e fece un
sorrisetto sarcastico. Zoisite non ce la faceva più, e a
breve avrebbe fatto
qualche gesto stupido. Da quel che aveva potuto vedere, normalmente non
era una
sciocca, ma non sapeva quando fermarsi, purtroppo per lei e
fortunatamente per
lui. Quindi si trattava di tenerla occupata ancora per un po’.
« sei fortunata che la tua
lingua mi serve ».
« dato che sei uno psiconji
isterico nevroticheggianji con
tendenze schizomaniacanji sublimanji nonché stronji non intendo chiederti per
cosa…già, coglionedicecosa?!
»
« cosa?...»
« nienteeeeeeeeeh…»
la “e” si affievolì sempre
più, e
Zoisite comparve dalle ombre, crollando a terra.
Freezer rise. Si trattava solo di
aspettare, proprio come
aveva previsto.
@@@
Zoisite aprì lentamente
gli occhi senza capire dove
accidenti si trovasse.
Era così stanca. E non
ricordava niente degli ultimi
avvenimenti, ricordava solo la chiamata di re Cold al suo psicotico
isterico
nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate
nonché stronzo
figliolo…
Lampi improvvisi di ricordi le fecero
sgranare gli occhi
dall’orrore.
Lo aveva fatto ancora.
Aveva di nuovo consumato tutte le
energie.
Aveva di nuovo superato i limiti,
quanto era stata stupida!
Perché gli shadowjin
dovevano diventare quasi incapaci di
ragionare quando si stancavano particolarmente, perché?! E
la cosa peggiore era
che l’aveva fatto con Freezer presente, e ci aveva dato
giù parecchio, tra gli
insulti veri e propri, i “ciao sono Mario”,
le canzoncine, la parlata in “enji”,
e coglionedicecosa.
Ma dove si trovava adesso?!
Poi pian piano realizzò.
Era buio. Sotto di sé
c’era qualcosa di morbido. Sopra di
lei c’era qualcos’altro di morbido e caldo.
Un braccio era libero, ma il polso
dell’altro era legato con
delle manette, di nuovo. Una coda era intrecciata alla sua…
e lei non aveva più niente addosso.
Realizzando di trovarsi nei casini
come non mai, realizzando
di poter aver perduto l’integrità
-perché era vero che c’era stato uno Shadow
maschio, ma non aveva mai detto di esserci andata a letto- realizzando
di
essere ancora in trappola, e che probabilmente quel suo
“destino” di cui
parlava Freezer si sarebbe avverato sul serio, iniziò a
tremare come una
foglia.
Provò a muovere il braccio
ammanettato, ma inutilmente.
L’altro braccio a cui era stata ammanettata era molto
più forte del suo.
« ben
svegliata…»
Quando poi lo sentì
sussurrarle all’orecchio quel “ben
svegliata” in quel maledetto tono sarcastico quasi
sobbalzò.
«…piccola
shadowjin ».
« tu…cosa mi hai
fatto?!..m-mi hai… »
« credo proprio che ti
lascerò nel dubbio. Visto, che ti
dicevo…era solo questione di tempo ».
Zoisite doveva trovare il modo di
cavarsela anche stavolta,
a qualunque costo.
Ma quale?