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Autore: SaraGleek    16/09/2013    3 recensioni
Breve OS ispirata al nome del mio profumo ‘Like a Walk in the Summer rain’
Parla di amore, e destino.
Di come la vita può tramutarsi in tragedia in un solo breve attimo e di come, spesso, non sappiamo come affrontare quello che il fato ci costringe a subire.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like a walk in the Summer rain.
Il vento era forte più del solito quel giorno, e il sole cominciava a calare lentamente, fino a farsi avvolgere dalle onde del mare che salivano e scendevano con un ritmo incalzante.
Eliana aveva sempre amato passeggiare sulla riva, togliersi le scarpe e sentire la sabbia massaggiare i suoi piedi che si bagnavano ogni volta che il mare inghiottiva un po’ di granelli.
Questa volta era diverso.
Questa volta era una disperata richiesta di aiuto, era una preghiera e una bestemmia insieme.
Il vento scombinava i suoi ricci biondi e attorcigliava le punte mentre l’odore di acqua e salsedine si intrecciava all’oro dei capelli.
E le gocce, ora rade, di pioggia cominciavano a rigarle il viso, si mischiavano alle lacrime.
Le impronte dei suoi piedi nudi rimanevano sul bagnasciuga giusto il tempo di un secondo, prima di essere cancellate dalle onde leggere.
La schiuma friggeva a contatto con il vento che riusciva a portare via anche qualche pensiero di troppo dalla mente di Eliana, ma mai tutti, mai quelli più importanti.
Come si può pensare di essere i padroni indiscussi del mondo, e un attimo dopo sentir crollare tutte le proprie certezze?
Questo era quello che la ragazza continuava a chiedersi ininterrottamente da qualche ora, da un po’ di giorni in realtà.
L’unica persona che riusciva a tenerla viva, che riusciva a farla sentire amata e voluta, se n’era andata. Per Sempre.
Sempre era una parola che aveva odiato con tutta se stessa fin da subito.
Niente è per Sempre. Né la felicità, né la fama, nemmeno la gloria e neanche l’amore. Solo la morte è per sempre.
La morte che si era portata via metà della sua anima, la metà più bella. E che mai l’avrebbe restituita.
Non aveva nemmeno potuto dire addio, o dargli l’ultimo bacio.
Uno stupido automobilista ubriaco se l’era portato via, l’aveva distrutto in un attimo.
Chissà se ha sofferto? Se si è reso conto di morire. Chissà se mi ha pensato? O se la sua mente si è solo svuotata di tutto nell’ istante fatale.
Nessuno potrà mai saperlo.
 
“Amore? Pronto?”
“Ehi Manu! Sono appena tornata a casa, tu dove sei?”
“In macchina, ma non ti preoccupare mi sono appena fermato in un parcheggio, contenta?
La ragazza sorrise dall’altro capo del telefono mentre rispondeva un debole “Si, bravo il mio guidatore che rispetta il codice della strada!”
Anche il ragazzo sorrise alla presa in giro.
“Cucciola per cena ho una tremenda voglia di pizza, cominci a chiamare il ristorante così per quando arrivo è pronta?”
“Certo! Non correre con la macchina tanto non morirai di fame per qualche minuto in più!”
“Oooooh questo lo dici tu ahahahh”
“Cretino!”
“Dai piccola ci vediamo tra un po’…. comincia ad apparecchiare!! Ti amo tanto”
“Anche io….tanto”
-tu tu tu
 
Il ritmo della pioggia aumentava minuto dopo minuto ed Eliana sperava soltanto che quelle perle d’acqua riuscissero a lavare via tutte le sue paure, tutti i suoi rimpianti e tutte le parole non dette.
L’unica conclusione che la ragazza aveva raggiunto è che la vita fa schifo.
La vita ti logora e ti prende in giro, ti osserva dall’alto mentre precipiti in un pozzo senza fondo e ride di te, mentre non riesci a risalire.
La vita fa schifo, la maggior parte delle volte.
Però, è anche sole e stelle, e vento e sabbia, ed Eliana ringraziava comunque il cielo o qualunque dio esistente di averle fatto incontrare l’amore e la felicità, di averle fatto incontrare il suo Sole.
 
*brrrrrrrrrrr brrrrrrrrrrr*
“S-si? Pronto?”
E quella sensazione orrenda non si decideva ad andare via, da quando aveva chiuso la telefonata con il suo ragazzo aveva quel pesante blocco sullo stomaco, e non riusciva a capire perché.
“Parla la signora Rodriguez?”
“Si, mi dica”
“Abbiamo trovato il suo numero come ultima chiamata nel cellulare del signor Emanuele Micheli, ci saprebbe dare i recapiti dei familiari?”
Una frase, una sola frase, e il mondo scivola sotto i tuoi piedi.
“Si, certo. Cos’è successo? L-lui c-come sta?” le lacrime cominciavano a spingere per uscire.
“In questo momento è in ospedale, non possiamo dirle di più.”
“Arrivo subito.”
L’ansia che saliva, perché in fondo, le catastrofi te le senti dentro già prima che accadano, già prima di averne la conferma, eppure quel barlume di speranza si ostina a brillare in te, si ostina a darti la forza di camminare e di raggiungere la meta.
 
Eliana ricorda, tutto. Ma vorrebbe ricordare niente, o quasi, di quella giornata.
Non vorrebbe ricordare l’ansia nel tragitto per arrivare in ospedale, non vorrebbe ricordare la paura nel salire le scale e chiedere informazioni per la stanza 727, non vorrebbe ricordare le sue mani che tremavano e la vista che si annebbiava.
Ci aveva provato.
Ci aveva provato davvero a lasciare solo i sorrisi e i baci caldi di quella giornata, aveva tentato di lasciare solo l’abbraccio sicuro che aveva ricevuto appena sveglia, aveva cercato di lasciarsi dentro il caffè mezzo bruciacchiato che gli era stato portato a letto insieme a un paio di biscotti, ma poi la voce di quel poliziotto era tornata nella sua mente.
E poi, più tardi, aveva sentito quelle due parole pronunciate da due medici in camice bianco, quelle due parole che in altre situazioni sarebbero state ben accette, ma che in quell’ambito erano come mille aghi che trafiggevano il suo petto.
“Ci dispiace”
Poi, più niente.
 
 
 
 
Ciao
Ultimamente, non sono molto in vena di scrivere cose allegre, perciò.. questo è quello che ne è uscito fuori.
Cosa ne pensate?
Fatemi sapere, anime buone.
-Sara-
 
   
 
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