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Autore: _nihonjin_    16/09/2013    3 recensioni
“Voglio sapere…” fa una breve pausa in cui vorrei mangiarmi le unghie e strapparmi i capelli, ma cerco di rimanere tranquilla. “se Harry e Louis sono omosessuali.”
Tiro un sospiro di sollievo. Vuole solo sapere se Harry e Louis sono…COSA?! VUOLE SAPERE SE SONO GAY?!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi veniva voglia di salire a casa sua e prenderlo a calci, e non potevo. Non potevo mostrare quello che avevo dentro.
E questo mi faceva incazzare e mi toglieva il sonno, mi rendeva nevrotica. Non riuscivo a stare ferma nel letto.
Francesco si girava assonnato e mi prendeva a gomitate.
“Ma vuoi stare ferma?”
“Sì, scusa. Non ho sonno. Non sono più abituata ad andare a letto presto.”
“Allora vattene di là, non mi fai dormire.”
“Sì, magari mi guardo un po’ di tv, e mi faccio una canna… Da quant’è che stanno insieme?”
“Ma chi?”
“Alfredo e quella.”
“Ah, ecco che cos’è che ti tiene sveglia.”
“Ma va’, era per sapere.”
“Boh, saranno un paio di settimane.”
“Hanno scopato?”
“Che cazzo ne so, chiediglielo a lui.”
Piuttosto mi sarei fatta tagliare la lingua. Ma non lo dissi, mi limitai a pensarlo.
Accartocciai il lenzuolo ai piedi del letto e mi alzai. Volevo una canna e una birra. E la televisione accesa per non pensare a niente.
“Oh, Bea.”
“Che c’è?”
“Sei sicura che non ci stai un po’ male?”
“Per che cosa?”
“Per Alfredo e la ragazza.”
“No, non ci sto male. Perché dovrei?”
“Che ne so… Però secondo me un po’ male ci stai.”
“Chiudi la bocca e dormi, piantala con le cazzate.”
-Il rumore dei tuoi passi.
 
Capitolo 20


Dio, quanto è brutto sentirsi soli.
Ma alla fine è inevitabile. Ho toccato il fondo e mi sono pure scavata la fossa.
Le cose sono andate così.
Mariateresa ha raccontato ogni cosa a Zayn, io che sono una detective, io che mi sono intrufolata nelle loro vite per scoprire l’orientamento sessuale di Harry e Louis, io che ho usato la mia migliore amica, Boo e Denise, per i miei scopi, io che mi sono lasciata convincere da una ragazzina a fare la cosa sbagliata per soldi. Io. Io. Io.
La colpa non è né di Mariateresa, né di Jade. Mia, mia, mia e basta.
E pensare che lei si è scusata cento mila volte con me pensando che io fossi arrabbiata. Lei dovrebbe esserlo con me.
Non poteva tenere nascosto tutto questo alla persona più importante della sua vita. Ma lui l’ha lasciata. E Niall è con Amanda. E chissà cosa pensano tutti di me.
Guardo la lettera bianca poggiata sulla scrivania, ancora chiusa, e sospiro.
Forse l’aprirò stasera, oppure domani, o tra una settimana. Forse mai. Forse non voglio andarmene da qui, forse voglio essere cacciata a calci in culo dal mio ufficio.
Sospiro, guardando negli occhi Jade Smith.
E’ cresciuta, nonostante siano passati solo cinque mesi o giù di lì.
Sono successe tante cose in questo arco di tempo. Tante cose belle, tante cose brutte.
Cosa sarebbe successo se non avessi accettato quella proposta? Licenziata, sotto un ponte.
“Ebbene?”
Gioco un po’ con la penna nera che ho in mano, guardandola con l’intenzione di riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Ho quasi paura che mi esca un altro singhiozzo, ho paura di scoppiare in lacrime di fronte a questa ragazzina.
Ed è molto probabile che abbia notato tutta questa insicurezza, dato che ho gli occhi rossi e gonfi per il troppo pianto, i capelli spettinati e sporchi raccolti in un disordinato chignon, il viso senza un filo di trucco. Indosso una vecchia tuta che mi ero dimenticata da tempo nell’armadio e le scarpe da ginnastica.
Sul mio volto stanco appare una specie di piccolo ghigno, e ripensando a tutti gli insegnamenti di Enzo e Carla mi viene da ridere. E’ la prima volta dopo molti anni che indosso scarpe e tute da ginnastica in pubblico. Dai diciotto anni in poi i tacchi sono sempre stati una mia mania, insieme alle ballerine, che poi con gli anni sono scomparse del tutto dal mio guardaroba.
Scuoto il capo, sorridendo tristemente a Jade.
“Ho scoperto la verità.”
Silenzio.
“Sono gay?”
Mi ricordo la promessa fatta quando tutto questo ha avuto inizio. Mi aveva promesso che non lo avrebbe riferito a nessuno.
Ci ho pensato molto su cosa risponderle, un secco no o un malinconico si.
E indovinate un po’ chi ha avuto la meglio?
“Sono gay.”
“Davvero?”
“Davvero.”
Ride, ride finché non ha le lacrime agli occhi. Se le asciuga e si alza. Mi poggia un foglietto sulla scrivania. “Grazie. Come promesso, non dirò nulla a nessuno.”
“Non vuoi le prove?”
“Non mi servono le prove. Io lo sapevo già.”
E ha ragione. Lo sapevo anche io. Eccome.
Non le rispondo, ci guardiamo e sembra quasi la conosca da tutta la vita. Solidarietà tra fan.
Un po’ di felicità si fa spazio nel mio cuore. E’ da molto che non provo tutto ciò. E’ da molto che mi tengo lontana dalle directioners. Sono felice di essere tornata a far parte di quella famiglia.
“Mi riprendo l’assegno?”
E’ più un’affermazione che una domanda.
Annuisco. Improvvisamente non voglio più quei soldi.
Non li voglio per davvero.

Il telefono squilla insistentemente. Sembra voglia uccidermi le orecchie. Non voglio rispondere, ho un brutto presentimento.
“Taci, taci stupido telefono.” Biascico a denti stretti.
In questo momento odio chi ha inventato il telefono. Le lettere non erano un gran bel metodo? Erano perfette, punto.
Alzo la cornetta e metto il viva voce.
“Pronto.”
“Sei una stronza.”
E’ Harry.
La sua voce bassa ora è acuta e allo stesso tempo pungente come uno spillo.
Sento le lacrime impossessarsi dei miei occhi e continuo a ripetermi di essere forte. ‘non qui, non ora’.
Immagino i suoi occhi in questo momento, non più verde smeraldo, ma neri, neri di rabbia.
“Una puttana.”
Basta, Harry. Basta. ‘non qui, non ora.’
“Io dovevo essere sincero con te? Proprio con te che mi hai ingannato per tutto questo tempo?!”
‘non qui, non ora.’
“Troia.” Sembra quasi lo sussurri. “Sei una persona cattiva, sporca, infame, non meriti nulla. Mi fai schifo.”
“Io mi fidavo di te.”
Cinque parole che ammazzano, uccidono, ti fanno morire dentro.
“Ti odio.”
Cado a terra poggiando la schiena al muro. Tento di non far sentire i miei singhiozzi ad Harry coprendomi il viso con le mani. Potrei semplicemente chiudergli il telefono in faccia, ma merito tutto quello che mi sta dicendo. Merito ogni insulto, parolaccia, disprezzo.
“Io ti volevo bene, ti consideravo mia amica.”
Aspetto che la smetta, ma non cede.
“E pensare che volevo aiutarti con Niall. Fanculo, stronza.”
Si ferma un attimo. “Sei solo ridicola.”
Posa.
Caccio tutta l’aria che ho trattenuto nei polmoni.
Vorrei urlare, strapparmi i capelli, vomitare. Tutto affinché questo dolore al petto e allo stomaco si plachi.
Mi alzo e apro tutti i cassetti, prendo uno scatolone e ci infilo la mia roba dentro. Foto, cartelline, fogli di ogni tipo. Mi trascino da una parte all’altra della stanza, cercando inutilmente di reprimere le lacrime. Cancello ogni file del computer.
Mi avvicino alla porta e do un ultimo sguardo al mio ufficio. Mi mancheranno questi mobili grigi impregnati di fumo.
Lascio la lettera sulla scrivania, abbandonata al suo destino.
Finalmente me ne vado da questo posto.

2 settembre 2018.
Mi avvicino allo scaffale della mia cameretta con sopra tutti i libri accumulati negli anni precedenti.
Avvicino il dito alla copertina del mio romanzo preferito, accarezzandolo come se fosse una persona.
Mia madre entra in camera piangendo disperata.
“Vuoi portarti via anche i libri?”
Sono miei, mamma. Non posso lasciarteli.
Annuisco, prendendone un paio e infilandomeli in borsa.
“Temo che dovrete spedirmeli.”
“Non puoi portali tutti via!”
“Perché?”
“Perché altrimenti quando ritorni dovrai portarti di nuovo tutto dietro e sarebbe un cas…”
Non capisce. Continua a non capire.
Vive nella convinzione che tra qualche anno tornerò di nuovo qui, a casa. Nella mia stanza rosa e lilla piena di vecchi poster.
“Mamma io non torno più.”


Alcuni uomini vestiti completamente di nero entrano nel mio appartamento. Indossano degli occhiali da sole e hanno costantemente il muso e la faccia seria. Sono tre.
Li faccio accomodare in salotto, sul divano rosso.
Gli chiedo se vogliono il the.
Loro rispondono che non sono qui per fare salotto.
Hanno una valigetta tra le mani, la poggiano sul tavolino. La aprono con estrema calma e ne tirano fuori un blocchetto per gli appunti.
“Quanto vuole?”
“Cosa?”
Fingo di non capire a cosa si stanno riferendo.
“Oh, insomma. Lo sa bene.”
“No, non lo so.”
“Sappiamo che è a conoscenza del segreto tra Harry Styles e Louis Tomlinson.”
Sorrido.
“Sì.”
“Bene.” L’uomo si allunga verso il blocchetto, e con una penna ci scrive dei numeri sopra.
“Le va bene questa cifra affinché mantenga il segreto?”
Prendo per gioco il foglio in mano e lo osservo compiaciuta. Bastava così poco per riuscire ad avere dei soldi in più?
Che strano il destino.
Mi mordicchio il labbro inferiore e rido. Rido per non piangere più.
Dalla loro espressione turbata capisco che stanno pensando che sono una pazza. Ed hanno perfettamente ragione.
“Perché non mi avete denunciato?”
Si guardano come se non ci avessero pensato prima. Ho sganciato la bomba.
“Voleva essere denunciata.”
La mia risposta? No, assolutamente no. Eppure è strano. Anche se il pensiero che più mi ha ucciso in questi due giorni non è stato questo, mi sono preoccupata lo stesso.
Non avrei dovuto dirlo.
“Mi fate ribrezzo.” Sputo. “Siete cattivi. Nascondete l’amore per guadagnare più soldi.”
“Lei non è nessuno per parlarci in questo mod…”
“Io sono una persona.” Ribatto. “E ho il diritto di amare chi cazzo voglio, così come Harry e Louis.”
Se potessi li prenderei a parolacce ma non vorrei peggiorare la situazione.
“La gente schifosa come voi non merita nulla, solo odio. Voi non meritate niente.”
Si alzano dal divano.
“Mi pare di capire che non vuole nulla.”
“Lasciate in pace quei due, voglio solo questo.”
Ghignano divertiti. “Altrimenti?”
Siamo arrivati quasi alla fine. Il mio piano sta per completarsi. Le bugie finiranno, le stronzate non saranno più buttate all’aria. E’ il momento che sto aspettando da tanto. Funzionerà.
“Altrimenti sarò costretta a dire al mondo la verità.”
Adesso sono fottuti. Per davvero.


EHILAAAAAAAAAA'
Questo capitolo è stato proprio un parto, Dio mio. Alla fine sono abbastanza soddisfatta di come è uscito.
Adesso quei brutti cattivi babbani che vogliono tenere nascosta la relazione tra Harry e Louis sono finalmente fottuti. Perché se li lasciano stare loro potranno dire a tutto il mondo che sono gay, e se non li lasciano, Ross lo dirà a tutto il mondo. Cattiva, eh? Non ve lo aspettavate, eh? EH, EH, EH? Muahahahahahahah, che idee geniali che ho. Non vedo l'ora di scrivere il ventunesimo capitolo, che poi sarà anche l'ultimo.
E niente, è iniziata la scuola (sob), per cui non avrò molto tempo per scrivere, ma cercherò di farvi avere l'ultimo il più presto possibile.
Vi voglio tanto tanto bene, v.v
-R. xx

 
  
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