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Autore: Ann_Light    16/09/2013    2 recensioni
"Era una bella giornata a Holmes Chapel, il celo era azzurro e il sole splendeva raggiante.
Una famigliola felice stava passeggiando nella solita uscita domenicale.
Erano ormai arrivati di fronte a casa, dovevano solo attraversare la strada.
Tutto accadde all’improvviso."
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josh Devine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata a Holmes Chapel, il celo era azzurro e il sole splendeva raggiante.
Una famigliola felice stava passeggiando nella solita uscita domenicale.
Erano ormai arrivati di fronte a casa, dovevano solo attraversare la strada.
Tutto accadde all’improvviso.
I tre sulle strisce
pedonali.
Una macchina ad alta velocità.
La tragedia.
 
Un bambino con il viso rigato dalle lacrime entrò nella camera del suo papà. –Cos hai James?- -Mi manca la mamma- -Vieni qui, ti racconto la storia di come ci siamo conosciuti…-
 
*Tutto iniziò nel 2013, sai quell’anno io e gli altri abbiamo fatto il primo concerto ufficiale lì.
Era il 20 maggio, me lo ricordo ancora, durante ‘Back For You’.
Eravamo tutti e cinque sulla piattaforma che stava tornando verso il palco, e decisi di guardare in basso.
Vidi una ragazza bellissima, dall’alto le mandai una bacio e mi ricordo che mi divertì il fatto che lei alzò il cartello con scritto ‘GRAZIE’ e solo dopò mi baciò a sua volta. Mi resi conto che mi ero innamorato e per sempre.

I mesi passarono senza che avessi sue notizie.
Ma poi, un giorno d’inverno, girovagando su twitter trovai un profilo con un icon familiare. La guardai per diversi minuti, dopo capii. Era la bellissima ragazza di Milano. Decisi di seguirla e di inviarle un messaggio diretto per non fare ingelosire le altre Directioners: ‘Hi, you know who I am.
I think you saw me on the 20th May in Milan, right? I kissed you when I was on the platform. From that moment I loved you, and I still love you. Excuse me if I tell you this thing in this way but is the only I can use. Please answer me :) ’.*
-E lei cosa rispose?- -Bhè mi ricordo che pensai sembrasse emozionata, aspetta che lo vado a cercare…-
*’You love me? OMG I remember the moment when you kissed me, I was very happy and very excited. Now I’m crying for the fact you love me. I think you don’t know my name and so I’m Anita and this year I’ll be 17 :')
Da quel momento ci scrivemmo e parlammo spesso su skype. Lei non disse mai a nessuno che aveva il mio indirizzo, mi fidai subito di lei, avevo la sensazione di conoscerla da una vita. L’unica cosa brutta era che non riuscivamo a vederci di persona.
Arrivò luglio e lei partì per Brighton in vacanza studio.
Avevamo un po’ di giorni liberi, quindi decisi di raggiungerla facendole una sorpresa. Mi informai sui suoi orari e una mattina mi feci trovare sotto casa sua. Mi misi d’accordo con la ‘mamma’ per farla venire con me in macchina fino al punto d’incontro. In quel momento lei scese e non appena mi vide scoppiò in lacrime di gioia e, lo ammetto, mi commossi anche io. Mi corse incontro, mi abbracciò e poi io la baciai. Fu un bacio appassionato e pieno d’amore, le sue labbra erano morbide e la sua bocca sapeva di muffin al cioccolato. Quando ci guardammo negli occhi vidi che era sincera e seppi che non stava con me solo perché ero Harry Styles dei One Direction, ma perché ero Harry di Holmes Chapel. Andammo fino alla macchina tenendoci per mano. Quando fu il momento di salutarci le diedi un pacchetto e le dissi di aprirlo una volta arrivata a casa, la sua vera casa.*

-Papà, cosa c’era nella scatola?- -Sei molto curioso, eh? Adesso lo scoprirai.- -Va bene, ti ascolto.-
*Potevo stare con lei ancora tre giorni soltanto e quindi in ogni momento libero cercavamo di vederci. Arrivò il giorno della mia partenza per l’America. Fu uno dei peggiori della mia vita, della nostra vita.
Nella scatolina c’erano un biglietto aereo e un biglietto per il nostro concerto.
Non seppi mai se apprezzò i regali perché successe una cosa terribile,il nostro rapporto era peggiorato, per colpa della distanza, ma anche per colpa mia. Infatti in America, in una discoteca, avevo bevuto e baciai un’altra ragazza, no, voglio dirti la verità, andammo a letto insieme e dei paparazzi ci scoprirono.
Quando tua mamma lo venne a sapere mi chiamò su skype e mi insultò, poi pianse e mi disse che si fidava di me e io l’avevo tradita. Mi sentii ancora più in colpa di prima e la pregai di perdonarmi ma lei senza dirmi niente chiuse la comunicazione.
Non volevo stancare gli altri ragazzi con i miei problemi e quindi decisi di non dire niente a loro. Fu un grosso errore e così facendo mi stressai ancora di più, cantai male e delusi le mie Directioners.
Non potevo sopportare tutto quello da solo.
Iniziai a bere tutti i giorni, mi ubriacavo sempre più spesso, i miei amici mi evitavano o mi urlavano contro, fummo sul punto di sciogliere la band.
Finalmente trovai il coraggio di parlare con loro. Dopo che ebbi finito la storia mi dissero che mi avrebbero aiutato. Grazie ai One Direction abbandonai l’alcool. Un giorno sentii suonare il campanello e andai ad aprire. Quello che vidi mi rese il ragazzo più felice del mondo, Anita, tua mamma, era venuta a Londra ed era davanti a me, in carne ed ossa. Piansi, di gioia, ma anche di dolore, dolore per quei mesi passati lontani. Lei venne avanti e mi abbracciò, disse che mi aveva perdonato, anche se forse era servito troppo tempo. Disse anche che non aveva mai smesso di amarmi e per questo era stata così dura con me. Dormimmo insieme quella sera. Il giorno dopo uscii presto e quando tornai trovai tutti ansiosi che mi aspettavano all’ingresso. A quel punto sorrisi, andai davanti a tua madre e mi inginocchiai. Presi una scatola dalla tasca della giacca e pronunciai queste esatte parole: “My only love, would you marry me?”. Per l’ennesima volta la vidi piangere, ma per la prima volta da tempo erano lacrime di pura felicità.
Ci sposammo l’anno dopo a maggio.
La tua mamma mi seguì in tutti i miei viaggi in giro per il mondo, era diventata molto amica degli altri ragazzi ma io non ero geloso. Le cose andarono sempre meglio e arrivò il nostro primo anno di pausa dai tour mondiali.
Io e Anita avevamo molto più tempo per noi.
Rimase incinta, di te, aveva 22 anni.
E ora dopo 11 anni io sono qui a raccontarti la nostra storia travagliata.*

-Wow, quante ne avete passate tu e la mamma!- -Eh sì, veramente tante...-
 
Un uomo di 36 anni era in coma, in un letto di ospedale.
Sentì delle voci.
Si svegliò.
Vide la sua amata moglie e il suo figlioletto.
I due lo fecero alzare e lo accompagnarono a casa.
Di fronte all’abitazione il bambino parlò: -Finalmente, ora che siamo tutti insieme, ora possiamo entrare in paradiso.-
  
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