Stricken - Disturbed
You walk on like a woman in suffering
Won't even bother now to tell me why
You come alone, letting all of us savor the moment
Leaving me broken another time
You come on like a bloodstained hurricane
Leave me alone, let me be this time
You carry on like a holy man pushing redemption
I don't want to mention, the reason I know
That I am stricken and can't let you go
When the heart is cold, there's no hope, and we know
That I am crippled by all that you've done
Into the abyss will I run
You don't know what your power has done to me
I want to know if I'll heal inside
I can't go on with a holocaust about to happen
Seeing you laughing another time
You'll never know why your face has haunted me
My very soul has to bleed this time
Another hole in the wall of my inner defenses
Leaving me breathless, the reason I know
That I am stricken and can't let you go
When the heart is cold, there's no hope, and we know
That I am crippled by all that you've done
Into the abyss will I run
Into the abyss will I run
You walk on like a woman in suffering
Won't even bother now to tell me why
You come alone, letting all of us savor the moment
Leaving me broken another time
You come on like a bloodstained hurricane
Leave me alone, let me be this time
You carry on like a holy man pushing redemption
I don't want to mention, the reason I know
That I am stricken and can't let you go
When the heart is cold, there's no hope, and we know
That I am crippled by all that you've done
Into the abyss will I run
Into the abyss will I run
I can't let you go
Yes I am stricken and can't let you go
Colpito
Vai in giro come una donna
sofferente, non ti scomodi neanche a dirmi perché. Vieni da sola, facendo
assaporare il momento a tutti noi, lasciandomi a pezzi un’altra volta. Arrivi
come un uragano macchiato di sangue, lasciami da solo, lasciami in pace questa
volta. Ti trascini come un sant’uomo che insiste per
la redenzione. Non voglio menzionare il motivo per cui
so che sono colpito e non posso lasciarti andare, quando il cuore è freddo non
c’è speranza e sappiamo che sono storpiato da tutto ciò che hai fatto, correrò
nell’abisso. Non sai cosa mi ha fatto il tuo potere, voglio sapere se guarirò
dentro, non posso andare avanti con un olocausto che sta per avvenire, mentre ti
vedo ridere un’altra volta. Non saprai mai perché il tuo volto mi ha
tormentato, proprio la mia anima deve sanguinare questa volta, un altro buco
nel muro delle mie difese interiori che mi lascia senza respiro. Il motivo per cui so che sono colpito e non posso lasciarti andare,
quando il cuore è freddo non c’è speranza e sappiamo che sono storpiato da
tutto ciò che hai fatto, correrò nell’abisso. Non posso lasciarti andare, si,
sono colpito e non posso lasciarti andare.
COLPITO
I suoi gemiti strozzati, le
sue mani sulla mia schiena…barlumi di ricordi di una notte bruciante di
passione, che neanche l’acqua fredda riesce a smorzare.
Vorrei spaccare tutto ciò che
mi sta a tiro, sono confuso ed amareggiato per questo.
Cos’era quella piacevole
sensazione capace di farmi tremare, di condurre le mie mani sul corpo morbido
di quella terrestre…le scruto accigliato: sono grandi e robuste, adeguate per
distruggere ed impartire dolore, ed invece con mia sorpresa sono riuscite a
dare piacere.
Ho abbandonato il letto
macchiato del nostro peccato, prima di lei…mi sono chiuso nella Gravity Room, ho preteso che mi si portasse da mangiare
all’interno del trainer pur di non vederla; ma sono conscio che non potrò
evitarla per sempre, non in casa sua.
Chiudo il getto della doccia,
appoggio i piedi sul lustro pavimento noncurante di bagnarlo tutto, sporgendomi
leggermente afferrò un asciugamano di spugna bianco, che mi avvolgo sui
fianchi.
Entrando nella mia camera, mi
accorgo con sollievo che è vuota: mi infilo un paio di pantaloncini e mi
corico.
Mi giro su fianco, dando le
spalle alla porta e chiudo gli occhi: sto quasi per prendere sonno, quando
percepisco il tocco di due labbra morbide su una mia scabra guancia.
Riapro gli
occhi infastidito e mi giro per accogliere la mia visitatrice:
<< E tu che ci fai qui?
>> la incenerisco con gli occhi.
La terrestre in tutta
risposta fa un largo sorriso e si rannicchia al mio fianco appoggiandomi il
capo nell’incavo tra collo e spalla.
E nuovamente la sensazione
della sera precedente mi travolge sconvolgendomi, mentre il suo profumo mi
inebria tutti i sensi…mi riscuoto trovando il mio apparente autocontrollo.
<< Che pensi di fare?! >>
Lei solleva i suoi grandi
occhi per incontrare i miei, mi sembra che li scruti, le sue sopracciglia sono
aggrottate.
<< Io..io…pensavo di dormire qui
con te! >> la sua voce risulta alle mie orecchie
rattristata e straordinariamente innocente.
<< Ma come ti viene in
mente?! >> le chiedo cinico e freddo.
Con uno scatto felino si alza
abbandonando il mio letto, si tormenta il labbro inferiore senza staccare gli
occhi dai miei.
<< Sei…sei… >>
Non finisce la frase, mi
volta le spalle precipitandosi fuori dalla stanza,
probabilmente in lacrime.
Sospirando mi sdraio di
schiena, incrocio le mani dietro il capo e fisso il soffitto…me ne sono
liberato forse una volta per tutte, ma allora perché mi sembra di avere un peso
sul petto?
***
Disattivo momentaneamente il
trainer, ho la gola troppo secca, non riesco neppure ad inghiottire.
A grandi passi mi dirigo in
cucina, sulla soglia scorgo una figura femminile davanti la finestra, intenta a
guardare fuori, riconosco che è la donna dai capelli azzurri: ha i gomiti sul
davanzale, il mento appoggiato delicatamente sulle mani, il suo sguardo si
perde nel vuoto…ha l’aria triste, ed io non capisco perché.
Ad un tratto si accorge di
me, i suoi occhi sembrano sofferenti, si porta una mano alle labbra, come per
nasconderle.
Smettendo di darle la mia
attenzione mi avvicino al frigorifero estraendone una bottiglia di aranciata,
l’apro e finalmente metto a tacere la sete.
Lancio la bottiglia ormai
vuota nel cestino, facendo un canestro perfetto senza dirle nulla me ne torno
ai miei allenamenti.
Regolo al massimo la gravità, e comincio a
correre facendo del riscaldamento: avanzo senza troppa fatica, ormai sono
abituato ad una tale gravità, l’unico ostacolo che incontro è la figura snella
di quella terrestre che continua ad apparirmi prepotente davanti gli occhi.
Con il fiato corto mi
appoggio al muro: non capisco come possa esercitare un simile potere su di me,
mi riduce a brandelli, entra dentro di me come un uragano macchiato di sangue, un fitta mi trapassa il petto…premo una mano all’altezza del
cuore, sono sicuro di avere un’espressione dolorante dipinta sul volto: mi
chiedo se mai riuscirò a guarire.
Ansito sperando di riuscire a
regolarizzare il respiro…non posso andare avanti così.
***
M’impongo di presentarmi a
tavola, e di desinare con i terrestri senza che la presenza di quella stramba
donna dall’insolito colore di occhi e capelli mi condizioni.
Le sono seduto di fronte, la osservo mentre tiene il capo chino, fissa il piatto
stranamente silenziosa: non riesco minimamente a capire se è davvero sofferente
come cerca di apparire, e poi per cosa?
Smetto di chiedermelo
quando vedo il piatto straripante di cibo dinnanzi a me.
Quando mi reputo sazio, mi
accorgo che la giovane donna ha lasciato la cucina, suo padre già sonnecchia su
una sedia mentre sua madre canticchia uno stupido
motivetto rassettando la cucina, li guardo allibito: questi terrestri sono
proprio strani.
Nel cuore della notte mi
sveglio, ho caldo e quel peso continua a sopprimere il mio petto: non capisco
cosa diavolo mi succeda e ciò mi manda in bestia.
Decido di alzarmi, magari
prendo una boccata d’aria rinfrescandomi le idee, ma poi in corridoio la porta di Bulma è socchiusa, riesco ad intravedere il letto e non so
per quale motivo decido di varcare la soglia della sua stanza.
Mi avvicino al letto, la vedo
rilassata dormire rischiarata dalla tenue luce lunare: sono orgoglioso e fiero
ma non posso negare la sua bellezza.
Ma non vuol dire che la
metterò al corrente di come il suo viso mi abbia tormentato, di come la mia
anima sanguini, del nuovo buco nel muro nelle mie difese che mi lascia senza
respiro.
Improvvisamente apre gli
occhi, mi fissa sconcertata issandosi a sedere:
<< Vegeta,
ma cosa….? >>
Non le dirò il motivo per cui so che sono colpito e perché non posso lasciarla
andare; le metto un dito sulle labbra facendole intendere di restare in
silenzio…chiudo gli occhi e percorro di nuovo, l’abisso.
Come sempre i vostri commenti
mi hanno fatto un immenso piacere, con questo nuovo capitolo colgo l'occasione
di augurarvi una buona Pasqua e per dirvi che sarò fuori città sprovvista di
computer fino a mercoledì prossimo.
nana987: ma che recensione lunga... mi ha fatto molto piacere
riceverla, in quanto hai analizzato il capitolo in modo molto dettagliato rendendomi
molto felice.
Grazie, davvero tanto.
Sweetbulma: lieta di aver soddisfatto una nuova lettrice, sono
contenta che si piaciuto anche a te il mio modo di descrivere Vegeta.
Lilac: sapere che hai apprezzato, oltre ai personaggi e
all'ambientazione, anche il anche il mio stile mi ha fatta sorridere per cinque minuti buoni...Grazie davvero, sopratutto per
l'interesse che rivolgi alla mia fan fiction.
Folg_89: grazie anche a te
per la bella recensione, ho sempre il timore che Vegeta sfoci nell'OOC , trovare tanti pareri che mi dicano l'opposto mi fa davvero
felice.
Bulma90: ma sei sempre troppo
gentile, io che ti ho catturata con il mio stile??
davvero?! Sono più sorpresa di te...Grazie mille, non posso che chinarmi ai
tuoi applausi.
Calorosamente vi saluto
Maryana