I
personaggi di Naruto sono © di Masashi Kishimoto e gli aventi
diritto.
~
Kiss
from
a Shadow ~
©
Coco
Lee
La
pioggia tagliente che violenta cade sui tetti delle abitazioni, riempie la notte
col suo suono ritmico e continuo. Una gracile figura calpesta con forza le
pozzanghere che riempiono fastidiose le strade del villaggio; il suo respiro
veloce e cadente si condensa in piccole nuvole opache di vapore che prepotenti
escono dalla sua piccola bocca rosa, così dannatamente invitante per gli uomini
che la bramano con avidità, così dannatamente familiare per lui.
I suoi
capelli bagnati e bellissimi, così chiari che alla luce del sole sembrano
trasparenti, sono coperti da un pesante cappuccio nero appesantito dalla
pioggia.
Ino alla
fine della sua lunga corsa, si appoggia violentemente alla porta di casa,
guardandosi un’ultima volta alle spalle: i suoi occhi cristallini si perdono
nell’oscurità, nelle ombre. Entra in
casa trafelata, cercando di nascondere le guance imporporate di rosso non per la
corsa, non per il freddo pungente. Per una passione che ha appena finito di
consumare.
Si sfila
dalle gracili spalle il pesante mantello che lascia una scia sconnessa di
goccioline sul pavimento.
Sente, ma
non ascolta la voce roca e severa di suo padre; sente, ma non percepisce
veramente la sua mano grande e callosa che le colpisce la guancia con
forza.
Ino si
sente chiamare sgualdrina, figlia ingrata, puttana. Parole che le percorrono il
corpo come le gocce di pioggia, ma che non si soffermano troppo a lungo sulla
sua pelle.
Sale
distratta le scale che portano alla sua stanza, ascolta di sottofondo ai suoi
passi i battiti del cuore che le sembrano troppo veloci, e sorride piano per
questo: felice e leggera.
Si chiude
la porta di camera sua alle spalle e si sfila di dosso ogni indumento con
innaturale lentezza, il suo corpo nudo viene avvolto dall’oscurità intorno: può
sentire l’aria fredda dell’esterno che prepotente entra dalla fessura della
finestra e si insinua tra le sue gambe, che sfiora il suo seno e fa muovere
leggermente i lunghi capelli.
Ancora
umida, ancora sognante, si sistema sotto le calde coperte del letto, lasciandosi
andare a un sospiro di piacere mentre i suoi occhi brillanti si
chiudono.
Sogna
della sua Passione, consumata poche ore fa in un prato bagnato, sotto un cielo
che aveva appena dato il benvenuto alla notte; si ricorda dei suoi capelli
mescolati all’erba verde, delle sue dita lunghe che ne accarezzavano altri castani.
La
finestra della sua stanza si spalanca di botto, mentre un lampo fuori taglia in
due il cielo.
Ino non
può vedere, ma percepisce il movimento fluido di qualcosa che le si avvicina, un
qualcosa di strettamente familiare, un profumo che ama, che appartiene a lui, che le lascia addosso tutte le
volte che fanno l’amore, che indossa anche adesso.
Un tocco
leggero e fresco le sfiora la caviglia e la ragazza non può che rabbrividire
leggermente, aprendo gli occhi azzurri nella speranza di vederlo.
Il tocco
le sale lungo la gamba, soffermandosi un po’ di più sul suo interno coscia. Ino
torna a respirare veloce, la schiena s’inarca e sorride alle ombre della sua
stanza.
La mano
dell’oscurità sale ancora, toccando ogni centimetro della sua pelle
bianchissima, soffermandosi sulle rotondità del suo seno, salendo accarezzando
il collo, le guance, le labbra.
Ino
vorrebbe vedere, oltre che sentire, vorrebbe guardarlo negli occhi, ancora,
infinite volte. Perdersi nei suoi occhi scuri, più scuri dei suoi, e rimanerci
per sempre.
Protende
il viso verso l’oscurità, cercando di sussurrare il suo nome, proibito in quella
casa.
“Shikama..”,
ma le parole rimarranno chiuse nella sua bocca. L’ombra le bagna le labbra, la
bacia, la assapora.
Ino
risponde ignara, sentendo la sua lingua che le stuzzica leggermente il palato,
che le fa accelerare i battiti cardiaci fino all’invero simile. Crede di morire
per un suo bacio.
L’ombra
la desidera, come l’ha desiderata ore fa. La vorrebbe amare ogni momento, alla
luce del sole, ma solo il buio può essere testimone di quel
peccato.
L’ombra
si stacca, ma sembra rimanere sospesa a guardare le labbra di lei, forse
incapace di allontanarsi, forse per altri motivi.
Ino sente
il suo respiro caldo sul collo e vorrebbe provare a toccarlo, ma sa che lui non
approverebbe, scaccerebbe il suo tocco. Lo sfiorare dell’ombra ritorna sui suoi
passi e veloce, silenziosa, esce dalla finestra, sotto la
pioggia.
Ino ride,
e sente le sue labbra bagnate da lui, dalla pioggia.
Un bacio
da un’ombra.
Note
Autore:
è corta
volutamente. A me personalmente piace, poi fate voi. Dedicata a tutte le Mosche
Bianche, sperando che apprezziate il gesto. Buona Pasqua!