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Autore: Ulvinne    16/09/2013    5 recensioni
Un tempo i draghi dominavano il mondo.
Terribili signori e padroni di ciò che li circondava, riuscirono a ridurre tutti gli altri esseri viventi in schiavitù, governando con la loro ferocia e la loro voce.
Ma un giorno,finalmente, qualcuno si fece avanti per fermare questa tirannia: il Sangue di Drago, colui che da loro servitore divenne il loro carnefice e riportò la libertà nel mondo. Senza pietà affrontò i draghi e, uno per uno, li distrusse. La sua eredità camminò nei secoli attraverso il sangue dei Prescelti degli dei, finché le leggendarie creature si estinsero.
E con i draghi sparì anche lui, l'eroe, il Sangue di Drago.
Le sue imprese divennero racconti, i racconti divennero canti, i canti divennero leggende.
E la gente finì per considerare i Draghi ed il Sangue di Drago solo una storia.
Ma cosa succede quando la storia torna, più vendicativa che mai?
Cosa succede quando la più antica eredità di Skyrim ti viene offerta?
Semplice: puoi solo accettarla.
Note: attenzione, il titolo è lo stesso, ma la storia è cambiata. Mi sono resa conto che proprio non andava e l'ho modificata. Spero che così vi piaccia :)
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter XXVII
Ancient heritage
 
Non credeva che avrebbe trovato dei Thalmor, nonostante l'avvertimento dei ladri.
Estrae la spada dal corpo dello stregone, pulendosi il rivolo di sangue con la mano, sputando il resto, nonostante quel sapore rugginoso le piaccia.
Oramai è il silenzio a fare da padrone lì, nei sotterranei del Ratway.
Si alza in piedi e ripone l'arma nel suo fodero,ignorando le mani un po' appiccicose a causa del sangue, poi sorpassa il corpo ed arriva all'ultima stanza dove, secondo le indicazioni di Brynjolf, dovrebbe trovarsi Esbern.
L'ultima porta è diversa dalle altre, marce e, a volte, scardinate: è robusta, alta, con diverse serrature in ferro ed anche uno sportellino per vedere all'esterno. È ovvio che, a differenza del resto dei poveracci che vivono in quell'inferno, l'uomo che abita in quel buco si sia chiuso lì volontariamente.
Così, anche se un po' titubante dal momento che non sa cosa aspettarsi, si avvicina alla porta e bussa.
-Sparisci!- lo sportellino si apre così rapidamente da farla sobbalzare appena ed indietreggiare per la sorpresa, ma è rapida a riprendersi, non ha fatto tutta questa strada per niente, dopotutto.
-Esbern, apri la porta.- dice, utilizzando un tono calmo ma deciso -Non sono un nemico.
Gli occhi, unica parte del corpo del vecchio visibile, si accigliano tradendo inquietudine, ma quando parla il tono non è spaventato.
-Cosa? Non sono io! Non conosco nessun Esbern...
-Va tutto bene, avanti.- insiste, facendo un passo verso la porta, ma quello la ferma.
-Non ti avvicinare!- allora si ferma, inspirando per cercare di contenere il fastidio di tutta quella scenata.
Insomma, ha anche ammazzato altri tre Thalmor per arrivare a lui!
-Mi manda Delphine.- tenta di nuovo, sperando che il nome della Blade possa aiutarla.
-Delphine?- per un attimo pare che l'uomo si stia convincendo, un lampo di sollievo nell'udire il nome della bretone passa nei suoi occhi, ma altrettanto rapidamente sparisce per tornare alla diffidenza, ed ora anche alla rabbia.
-Dunque l'avete trovata, alla fine...e da lei siete risaliti a me, lasciandomi come un topo in trappola.
-No, non è così. Sono dalla tua parte, sono...
-So benissimo chi sei e sappi che se vuoi portarmi via dovrai farlo da morto!- vecchio testardo e pazzo!
Inspira e solleva di nuovo lo sguardo, fulminando gli occhi grigi dell'uomo.
-Esbern, non ho torto un capello a Delphine...- assicura -Anzi, mi ha lasciato un messaggio pe te “ricordati il 30 della Gelata”.- non ha idea di cosa significhi, ma quelle parole che la Blade le ha lasciato per il vecchio sembrano coglierlo di sorpresa.
Ed infine tranquillizzarlo.
-Quelle parole...- lo sente sospirare appena, indeciso, combattuto, ma alla fine... -Entra, svelta. Alcuni Thalmor sono stati visti girare nel Ratway.
-Ed ora ce ne sono ancora meno.- lo rassicura, e dopo averle gettato uno sguardo rapido, l'uomo chiude lo sportellino -Ma cosa...?
-Ci vorrà solo un attimo.- la informa la sua voce da dietro la porta, e subito un rumore di serrature, lucchetti, catene copre il resto delle parole dell'uomo, che finalmente le apre la porta -Presto!
Ubbidisce e non appena entra Esbern chiude la porta alle sue spalle: attaccate al legno, innumerevoli catene e lucchetti che le fanno alzare un sopracciglio.
-Hai davvero fatto un lavoro del genere?
-Risparmia i commenti, se davvero Delphine ti ha parlato di noi allora sai da cosa siamo costretti a nasconderci.- lei annuisce con un cenno del capo, osservando l'uomo che ha davanti.
È oramai vecchio, le rughe sul viso, i capelli radi e grigi e la barba corta ma incolta lo rendono, all'apparenza, innocuo. Gli osserva le mani prive di cicatrici, mani da intellettuale e studioso, la corporatura magra, insolita in un Nord e l'uomo continua -Ma dimmi una cosa: perché ha mandato proprio te?- ci pensa un attimo, indecisa se dire la verità o meno, ma alla fine perché no?
Se davvero Esbern è l'unico in grado di far luce su questo mistero, è meglio instaurare un rapporto di fiducia con lui, per quanto le risulti difficile.
-Stando a quello che mi ha detto Delphine mi avete cercato per anni.- fa una pausa -Sono la figlia di Iansen...e il Sangue di Drago.- l'uomo spalanca gli occhi, incredulo.
Improvvisamente i suoi occhi si fanno quasi lucidi. Le mette le mani sulle spalle, una reazione così inaspettata che non riesce a scansarsi, non le passa nemmeno per la testa.
Il viso di Esbern adesso sembra quello di un'altra persona, così speranzoso e luminoso...niente a che vedere con il vecchio impaurito di prima.
-Se...se sei davvero tu allora c'è una speranza! C'è, eccome!- e ride anche, una risata che sa di sollievo, e non di allegria -E io che credevo fosse tutto finito, credevo che il nostro destino fosse oramai segnato!- e ride ancora, senza mai lasciarla, quasi aggrappandosi a lei, tanto che alla fine la ragazza cerca in qualche modo di allontanarlo, turbata da una reazione così accorata.
-Il ritorno dei draghi è così preoccupante, allora?- chiede, ora allontanandosi dal Nord, che storce la bocca.
-Draghi? Puah!- scuote la testa, poi si allontana e inizia a cercare qualcosa sopra la sudicia scrivania stracolma di libri e pergamene ammuffite -Quelli si possono uccidere. Le Balde ne hanno uccisi a centinaia quando ancora erano degli Ammazzadraghi. I draghi sono solo l'ultimo segno della Fine dei Tempi.- d'accordo, ora tutto ciò inizia ad avere dell'assurdo.
-Fine dei Tempi? Capisco che stare chiusi qui dentro non sia stato piacevole, ma non credo che le cose vadano così male...
-Apri bene gli occhi, Sangue di Drago.- l'uomo non la guarda, mentre continua a cercare e cercare -Le antiche Profezie elencano chiaramente i segni che precedono la fine dei tempi, ed io li ho visti avverarsi uno per uno.- finalmente trova quello che cerca, un libro, un vecchissimo libro con un drago sulla copertina, e glielo porge.
Sembra assurdo, ma le ricorda chiaramente il drago nero che ha attaccato Helgen.
-Alduin è tornato, come diceva la profezia.
 
-Le antiche Profezie parlano chiaro. Solo il Sangue di Drago può fermare Alduin.- ancora non riuscivo a crederci.
E così era quello il mio destino? Scontrarmi con un drago leggendario tornato chissà come ed in grado di divorare il mondo?
-Sono stufa di dire che tutto ciò ha un che di assurdo, ma non posso fare a meno di pensarlo. Potrò anche essere il Sangue di Drago, ma non conosco che un minimo dei miei poteri. E sono pur sempre un semplice umano.- feci notare alle due Blade.
Oramai avevo imparato a riconoscere la stanzetta di Delphine a memoria. Lì, io, la Bretone ed Esbern ci stavamo accordando su come agire.
Baeron non era lì con noi: nonostante le rassicurazioni che io e persino Delphine avevamo dato a Esbern, il Nord non ne aveva voluto sapere di coinvolgere qualcun altro oltre me e la sua ex compagna d'armi.
Il mago l'aveva presa bene, anche perché era ancora stordito e risentito dopo la lotta con la Gilda dei ladri: l'avevo trovato vicino all'uscita delle fogne, quasi abbracciato ad un vagabondo che puzzava di Skooma. Non era stato certo un piacevole risveglio per lui, ma per me era stato sicuramente divertente.
Avevo continuato a prenderlo in giro per la maggior parte del viaggio, anche se il clima, con Esbern al nostro fianco, era rimasto per la maggior parte serio e teso dal momento che l'anziana Blade non ne voleva sapere di fidarsi di Baeron e non c'era stato verso di smuoverlo.
-È vero, ma sei anche la nostra unica speranza.- continuò Esbern -Hai dimostrato di poter essere all'altezza del compito uccidendo quel drago nei pressi di Witherun e...
-Eravamo in trenta a combatterlo.
-Ma sei stata tu ad abbatterlo ed assorbire i suoi poteri.
-Sì, ma lui non era Alduin. E da quello che ho visto e sentito dire, questo è molto più potente.
-Altroché.- Esbern prese un libro ed iniziò a sfogliarlo -Alduin è chiamato anche Divoratore di Mondi per un motivo, ma le profezie non mentono, con i giusti mezzi ce la farai, ne sono sicuro.
-Sì, ma questi mezzi non li ha.- intervenne Delphine, intenta a lucidare la lama della sua spada.
-Sono qui per questo, Delphine.- replicò Esbern, poi sorrise -Trovato!- fece cenno ad entrambe di avvicinarci e, seppur riluttante, abbandonai il muro a cui mi ero appoggiata per posare gli occhi sul libro del Nord dove una figura occupata due pagine.
Era una mappa.
-Che cos'è?- chiese la Bretone.
-Il Tempio del Rifugio Celeste.- mormorò il vecchio, carezzando le pagine del volume -Costruito intorno ad uno accampamento Akaviri del Reach, durante la conquista di Skyrim.
-Di cosa...?- cominciai, ma lui mi zittì con un cenno della mano, proprio come si fa con una bambina impudente.
-Lì fu Eretto il Muro di Alduin, per incidere sulla pietra tutte le conoscenze sui draghi affinché si tramandassero nei secoli.
-Cosa che non è avvenuta.- osservò Delphine.
-Infatti. La sua posizione andò persa in pochi secoli, ed ho faticato davvero tanto per rimediare questo libro e ritrovarla. Ma questo è un grande passo...
-Esbern...- lo chiamò Delphine, ma quello continuò.
-Se riuscissimo ad arrivarvi...
-Esbern...
-Lì sicuramente troveremmo il modo di uscire da questa situazione. E ora che il Sangue di Drago è con noi potremo farcela!
-ESBERN!- stavolta il tono della bretone ebbe il potere di attirare l'attenzione dell'uomo -Metti da parte i tuoi ragionamenti e spiegati meglio: cos'è questo Muro di Alduin, e cosa centra con il fermare i draghi?- lui spalancò gli occhi.
-Volete dire che non ne sapete nulla?- entrambe scuotemmo la testa -Nemmeno tu?
-Ho scoperto di essere il Sangue di Drago solo da un paio di mesi, cosa pretendi?
-Per i Nove, come...ah, lasciamo perdere!- esclamò quando vide l'occhiataccia della donna, poi riprese -Il Muro di Alduin è dove le antiche Blade hanno trascritto tutto ciò che sapevano su di lui e il suo ritorno. Una parte è storia, un'altra profezia.
-Quindi potremmo capire come sconfiggerlo...- mormorò Delphine, ma io non ero convinta.
-Aspettate, non possiamo basarci su una profezia. Insomma, sappiamo tutti che non dicono mai niente di certo, potremmo esserci sbagliati. E se quel drago nero non fosse Alduin, ma un altro? Potrei provare a sconfiggerlo e...
-Iris.- mi interruppe Delphine -Capisco la tua diffidenza, ma non possiamo rischiare. Lo capisci che c'è in gioco qualcosa di più grande e che sei l'unica che può evitare la catastrofe?- sentire quelle parole mi spaventò.
-Sei il Sangue di Drago.- mi ricordò Esbern -Credevi forse che il tuo posto fosse con i Barbagrigia a terminare la tua esistenza, lontana dal mondo?
-Semplicemente non avevo idea di dovermi gettare in un'impresa del genere. Temevo qualcosa di grosso ma...non questo.- sentii una mano sulla spalla, ma non dovetti alzare lo sguardo per riconoscere l'odore di Esbern.
-Sei nata per questo. Sei stata scelta tu in tutto il mondo, i Nove ti hanno dato una missione. Significa che puoi farcela. E poi sei figlia di tuo padre, e il sangue non mente.- ancora quei riferimenti a mio padre, questo continuo evidenziare il legame che lo aveva unito alle Blade.
-Quindi andrò lì?
-Andremo lì.- mi corresse Delphine, che nel frattempo era rimasta in silenzio -Io ed Esbern verremo con te. Tu avrai bisogno del Muro per sconfiggere Alduin, ma noi lo useremo per recuperare la nostra storia.- annuii.
-Quando si parte?
-Due giorni. Il tempo di permettere ad Esbern di recuperare le forze e poi andremo.
 
-Questo viaggiare per tutta Tamriel mi sta uccidendo.- ammisi una volta fuori, sulla sponda del fiume, nella foresta vicino Riverwood.
Lanciai il sasso che tenevo in mano, che con un tonfo finì nel fiume.
-Beh, almeno stavolta abbiamo un giorno in più per riprendere le forze.- disse Baeron, leggendo un libro, steso sull'erba -È una faticaccia seguire il Dovahkiin.- bloccai il movimento del braccio a quella parola, guardandolo -Cosa c'è?
-Nessuno al di fuori dei Barbagrigia mi ha chiamata Dovahkiin...mi fa uno strano effetto.- ammisi, poi scossi la testa, un mezzo sorriso sul volto -Questa storia mi sta dando alla testa. Non credo ci farò mai l'abitudine.
-Eppure te la sei cavata bene con quei ladri, e all'Ambasciata.
-Contro Alduin sarà diverso. Lui è un drago, il più potente di tutti.
-E tu sei quella che lo sconfiggerà.- si alzò in piedi e chiuse il libro con uno scatto -Sei una leggenda, sei il sogno che per secoli ha allietato i canti e le leggende dei Nord. Devi esserne consapevole. E non sei una semplice umana, ricordatelo.
-Non sono più umana da tre anni, oramai. E forse non lo sono mai stata.- rigirai un paio di volte il sasso in mano, poi lo lanciai.
Un piccolo “pluf” e la pietra scese a fondo, sparendo nel fiume.
-Beh, non è poi così grave: gli Elfi, gli Argoniani e i Khajiit non sono proprio umani, eppure...
-Non è la stessa cosa, non guardarmi con quel sorrisetto.
-Allora smettila di ridere anche tu.- gli battei un pugno sulla spalla, non troppo forte.
-Fossi bravo con la spada come nelle parole non avresti bisogno di quei trucchetti da due soldi per cavartela.
-Stai forse mettendo in dubbio la mia abilità?
-Io non metto in dubbio niente. Senza quella magia ad Ustengrav avresti avuto la peggio.
-Questa è una sfida al mio orgoglio Nord, e nemmeno il Sangue di Drago può restare impunito.- si slacciò il mantello ed estrasse la spada dal fodero -Niente magia, niente Thu'um, niente lupo, Iris: solo spade.- una sfida?
Perché no?
Presi anche io la spada e mi misi in guardia.
-Attento, non vorrei vederti piangere per la sconfitta.- lo provocai.
-Sto aspettando.- attaccai.
Un colpo semplice e soprattutto rapido, seguito da un mio indietreggiare. Una stoccata per punzecchiarlo e mettere alla prova i suoi riflessi. Lui parò e cercò di contrattaccare, ma trovò solo il vuoto, dal momento in cui ero indietreggiata.
Poi attaccò lui, incalzandomi con un assalto, un colpo che fui costretta a parare con entrambe le mani ed indietreggiando ancora. Vedendomi in difficoltà Baeron fece un ulteriore passo avanti cercando di farmi cadere, ma io fui veloce a spostarmi per ottenere la visuale del suo fianco destro scoperto ed attaccare di nuovo.
Per parare Baeron barcollò appena.
-Sei veloce.- ammise, allontanandosi per riprendere terreno, ma non glielo permisi.
-Ho avuto un buon maestro.- replicai, senza osare pensare che era stato Vilkas ad avermi insegnato tutto sul combattimento con la spada.
 
-Stammi bene a sentire.- esordisce l'uomo, squadrandola con aria fredda dall'alto dei suoi trenta centimetri in più -Io non piaccio a te e tu non piaci a me, perciò prima imparerai, meno avremo a che fare l'un l'altra. Chiaro?
-Cristallino.
-Bene.- le lancia il bastone, che lei afferra goffamente e con un colpo di fortuna, poi lo guarda stralunata.
-Un bastone?
-Non penserai mica di iniziare con una spada vera? Non riesci nemmeno a sollevarne una. Fai almeno un paio di allenamenti prima di morire.- spalanca appena la bocca, indignata.
-Sei un illuso, ho la pelle dura, io.
-Allora fatti avanti. Parla di meno, agisci di più!- afferra il bastone con entrambe le mani, una posizione scomoda e scorretta, ma non vi bada.
Si lancia all'attacco, ma Vilkas si limita a schivare spostandosi di lato, quasi un giochetto per lui. Con quel movimento arriva fuori dalla sua portata e...
-NGH!- una botta fortissima le arriva sulla schiena e cade a terra.
Non è abituata al dolore ed è bastato quel colpo a farle vedere le stelle, a farle pulsare le ferite ancora fresche della punizione di qualche giorno prima.
-Morta.- a fatica tira su il busto, guardando Vilkas furiosa -Con una vera spada non potresti guardarmi in questo modo, novellina.
-Non chiamarmi così!- trova rapidamente il bastone e lo riprende, rialzandosi ancora dolorante, ma non meno determinata di prima -Sono...pronta.- quanto non sopporta essere guardata in quel modo, con quell'arroganza!
Gli farà vedere di cosa è capace, poco ma sicuro!
-Allora sistema la tua postura. Avvicina il bastone al corpo e piega appena la ginocchia.
-Cosa? Ma così...
-ADESSO!
 
Quasi persi la spada al colpo di Baeron, distratta dai miei stessi ricordi.
-Accidenti...- indietreggiai e dovetti spostarmi di nuovo per evitare di perdere l'arma.
-Non distrarti, non sono così debole.- gli sorrisi a mo' di scusa, e continuammo a combattere.
-Cosa pensi di fare dopo?- parai e contrattaccai.
-Dopo?
-Dopo Alduin, intendo.- parò il mio attacco ed indietreggiammo entrambi, prendendo un attimo fiato.
-Non so nemmeno se ci sarà un dopo.- gli feci notare, prima di scattare in avanti, puntando la spada all'altezza del suo fianco destro, ma all'ultimo abbassai la traiettoria, costringendo l'uomo a piegarsi appena e barcollare a causa della posizione scomoda, ma fu rapido a volgere a suo vantaggio il momento con uno sgambetto che mi fece cadere.
-Ma se ci fosse?- rotolai rapidamente via e mi rialzai, deviando la lama che Baeron intendeva puntarmi alla gola, probabilmente.
-Non ci ho pensato.- ammisi -Non riesco a pensare a niente che non sia Alduin e questa storia. Ultimamente gli eventi si sono fatti così caotici...ma non credo che rimarrò a Skyrim.- le nostre spade si incrociarono di nuovo, feci appena un po' di forza per illuderlo che cercassi di competere e non appena lo sentii mettere più pressione indietreggiai appena, ma lui non si fece sbilanciare, doveva aver capito il mio trucco.
-Dove pensi di andare?
-Ovunque. Qui non c'è posto per me.
-Potresti prendere in considerazione nuove alternative.
-Tipo?- con un mezzo giro gli arrivai alle spalle e lui si girò, così cercai di indietreggiare.
Una radice sporgente mi fece perdere l'equilibrio, spingendomi indietro, ma prima che cadessi terra il braccio di Baeron mi circondò i fianchi, impedendomi di cadere ed attirandomi sul suo petto.
Ora la sua spada mi puntava la gola, sfiorandomi la pelle con l'acciaio, ma non ero preoccupata, perché sapevo che non mi avrebbe ferita. Ero del tutto concentrata sui suoi occhi, quegli occhi che privi di inibizione, mi stavano spogliando e non combattendo. Abbassò la spada fino a lasciarla cadere sull'erba con un piccolo tonfo, e poco dopo anche la mia la seguì.
-Tipo me.- sussurrò lui.
Chinò il suo volto sul mio lentamente, quasi avesse paura di spaventarmi, e alla fine le sue labbra si posarono sulle mie. Trattenni il respiro.
Un brivido mi percorse la schiena. D'un tratto, tra le sue braccia, mi sentii del tutto vulnerabile e malleabile, e lui lo capì: delicatamente ma con fare deciso mi invitò a schiudere le labbra ed io lo assecondai, ritrovandomi a ricambiarlo, a desiderare quel contatto con foga e quasi senza accorgermene gli passai le mani tra i capelli, trattenendolo, invitandolo a continuare quel bacio.
Mi ritrovai stesa sull'erba. Il calore del corpo di Baeron, il suo respiro, tutto mi stava dando alla testa. Le sue mani, che sfacciatamente mi accarezzavano le gambe, salendo sempre più su, mi facevano sospirare come in preda alla febbre.
 
Non è mai stata così emozionata, così insicura, eppure è questo il momento più bello della sua vita. È quando, vincendo la paura del dolore e l'imbarazzo lo accoglie in sé, quando i loro corpi si uniscono del tutto.
Fa male, eppure è bello.
Non si è mai sentita così completa, non ha mai provato un tale senso si appartenenza a qualcuno. Perché lui è il primo, lui è l'unico. Lui è Vilkas.
E lei è sua.
 
Rivivere quel momento fu come una doccia gelida e realizzare che l'uomo che mi stava toccando e baciando non era Vilkas mi fece male.
-Fermati...- gli dissi, in maniera così lieve che Baeron non mi sentì, o forse volle far finta di non sentire, ma non poté ignorare quando con la mia mano fermai la sua, che stava risalendo la coscia -Fermati.- ripetei, con voce più alta, ma non meno insicura, non meno a disagio, disagio che il Nord colse e si fermò.
-Che ti prende?- mi chiese.
Si allontanò per permettermi di alzarsi e lo feci rapidamente, allontanandomi da lui per raccogliere la spada, il tutto senza guardarlo in faccia.
-Iris?
-Lasciami stare...scusami, ma non voglio.- mormorai.
Non mi ero mai sentita in quel modo.
Avevo avuto altri uomini da quando avevo lasciato Skyrim, e anche se avevo sempre pensato a lui, a Vilkas, questo non mi aveva impedito di avere rapporti con altri, mai. Eppure la situazione era diversa: ero di nuovo lì, a casa, lui era vicino e al tempo stesso lontano da me, ma io non ero disposta a lasciarlo andare, almeno non quello che provavo ancora per lui e Baeron rischiava davvero di mettere in crisi tutto questo.
In poco tempo era riuscito ad avvicinarsi, a guadagnarsi un posto nel mio cuore. Non lo amavo, non provavo per lui niente di quel che provavo per Vilkas, ma lo stimavo e sentivo che potevo anche fidarmi di lui...e poi era un uomo attraente, e sapeva come trattare il mio caratteraccio.
-Sei vergine?- la schiettezza di quella domanda non poté non causarmi fastidio, ma non c'era scherno, ironia o niente di simile nel tono di Baeron, e quando mi voltai a guardarlo il suo viso era altrettanto serio.
A vederlo con i capelli scompigliati ripensai alle effusioni che io stessa avevo interrotto e sentii una colpevole fitta di desiderio che repressi a fatica.
-No.- risposi seccamente -Solo...non mi piaci, va bene?- feci una pausa, scansandomi con un gesto frustrato i capelli dalla fronte -Non credo sia il caso e...
-Iris...- mi interruppi quando lui pronunciò il mio nome, intrappolata in un discorso senza capo né coda, ed abbassai lo sguardo finché lui non mi sollevò il mento con una mano -Se non vuoi mi sta bene, non ti costringerò a fare qualcosa contro la tua volontà.- fece una pausa -Ma non trattarmi come un ragazzino confuso, perché non lo sono. Non venirmi a dire che non ti piaccio, o che non c'è niente tra di noi sapendo di mentire.- mi allontanai dalla sua presa e lui non me lo impedì.
-È solo attrazione fisica, va bene?- gli dissi allora -Non...- mi passai una mano sul viso.
-Se è davvero solo questo cosa ti fa paura?
-Io non ho paura!- la rabbia con cui pronunciai quelle parole fu sufficiente a smentirmi, ma Baeron non replicò niente.
Si limitò a raccogliere la spada da terra e riporla nel fodero.
-Fai come credi.- mi disse -Ma almeno abbi il coraggio di ammetterlo, non c'è niente di male in...
-Non ho bisogno che tu mi faccia la predica, va bene? Lasciami in pace!- detto questo mi allontanai.
-Iris, aspetta!- lo ignorai, correndo più veloce che potei verso il bosco, allontanandomi senza guardarmi dietro.
Mi fermai solo quando non ebbi più fiato.
Appoggiai la schiena ad un albero e mi lasciai cadere lungo esso, lentamente, fino a sedermi a terra con le ginocchia al petto: non era cambiato nulla.
Avevo deciso di non scappare più, credevo che accettare definitivamente la mia missione mi avesse cambiata, mi avesse resa più coraggiosa, più disposta a rischiare, ma la verità era che la vecchia Iris, quella che aveva paura di soffrire, di scottarsi ancora una volta, era ancora lì, sotto la mia corazza, spaventata e debole.
Avrei voluto essere più forte, dimenticare Vilkas e guardare avanti, ma non ci riuscivo, non riuscivo a dimenticare cosa c'era stato tra noi, soprattutto quella notte che avevo rievocato solo pochi minuti prima, quando avevamo fatto l'amore per la prima volta...
Tirai su con il naso, rapidamente, ed inspirai con la bocca per cercare di placare il nodo alla gola che non ne voleva sapere di sciogliersi...
Ero piena di rabbia nei miei confronti, e la Bestia ringhiò appena.
Perché non lasciarla andare, per una volta?
Avevo bisogno di distrarmi, di correre solo per cacciare, non per fuggire come sempre. Per una volta sarei stata io ad usare la Bestia e non il contrario.
Mi spogliai e lasciai le mie cose vicino all'albero. Non sarei andata lontano, i miei sensi mi avevano già permesso di percepire qualche cervo e volpe, per quella notte me li sarei fatti bastare. Chiusi gli occhi e lasciai che il lupo prendesse il sopravvento, rinchiudendo le mie preoccupazioni umane nel profondo della mia mente.
Ma sarebbero, tornate, lo sapevo. Alla fine tornavano sempre, tanto che nemmeno io, lupo mannaro e Sangue di Drago, potevo sfuggirgli.
 
Il Tempio del Rifugio Celeste era stato abbandonato alla natura da secoli.
L'entrata, raggiungibile solo dopo aver percorso una caverna scura e stretta, era “protetta” da un leggero strato di ragnatele che spostai appena con un gesto schifato, ricordando i grandi ragni incontrati alla Tomba di Ysgramor, ma per fortuna nessuno di quei cosi ostacolò il nostro cammino, e potemmo ammirare le rovine di quello che,una volta, doveva essere una costruzione straordinaria: colonne altissime in pietra erano ricoperte di edera ed altre piante rampicanti che lo avvolgevano creando un bellissimo disegno che tuttavia sapeva di vecchio e desolato, così come le scale rese appena scivolose dall'umidità della zona.
Ogni tanto qualche goccia cadeva a terra da un'altezza più o meno alta, creando una melodia che al mio orecchio non sfuggì, ma non seppi dire cosa mi trasmettesse, se solennità oppure angoscia.
Nel complesso, però, rimaneva uno spettacolo bellissimo.
-Accidenti...- Baeron ed Esbern alzarono le braccia in modo che il globo luminoso che galleggiava poco sopra le loro mani potesse illuminare meglio l'ingresso del tempio, permettendo alla luce di creare contrasti più o meno forti -È immenso.- ammise il mio compagno di viaggio, ed Esbern sorrise, incantato e soddisfatto.
-E questo non è che l'ingresso, presto vedrai il vero tesoro di questo tempio.- replicò l'anziana Blade, facendo strada con Delphine.
In quei giorni di viaggio sembrava aver attutito la sua antipatia nei confronti di Baeron, ma ogni tanto gli gettava un'occhiata sospettosa e non abbassava mai la guardia...inoltre credo avesse notato la tensione che si era creata fra di noi dopo quel bacio che ci eravamo scambiati a Riverwood.
Non avevamo più affrontato l'argomento, non con Delphine ed Esbern costantemente a portata d'orecchio, ma era ovvio che la storia non fosse affatto chiusa, ma solo rimandata. Baeron non cercò più di avere approcci con me, ma ogni suo gesto tradiva il fatto che non era disposto a lasciar perdere ed una certa urgenza che, a volte, coinvolgeva persino me. Perciò era un bene che non avessimo viaggiato soli, ma mi chiesi quanto quella situazione avrebbe retto prima di crollare.
-Procediamo con cautela.- intervenne Delphine, sollevando la torcia, mentre lo sguardo si spostava da una parte all'altra -Potrebbe essere pieno di trappole.
-Ottima notizia...- mormorai, riprendendo a camminare, nella mano destra una spada, nella sinistra una torcia accesa poco prima.
Nonostante tutti e quattro avessimo a disposizione una fonte di luce, il luogo continuava ad essere particolarmente buio.
-Dove andiamo?- chiesi.
-Le scale.- Esbern mi indicò con un cenno del capo di guardare in alto e lo feci -La struttura sale verso l'alto, vedi quei corridoi in pietra? Devono sicuramente portare da qualche parte.
-L'esperto di draghi sei tu, facciamo come dici.- concessi, e la teoria del vecchio si rivelò adatta, peccato che dopo la prima rampa di scale trovammo un ostacolo: il ponte che avrebbe dovuto permetterci di passare all'altra rampa era sollevato e rendeva impossibile proseguire.
-Grandioso!- esclamai.
-Non scaldarti troppo.- mi disse Baeron, poi si chinò accanto a tre piccoli pilastri che non avevo notato.
Li sfiorò con la mano, li studiò e si alzò in piedi.
-Dobbiamo farli ruotare.
-Come?
-Ha ragione.- disse Esbern, poi indicò i tre simboli incisi sopra di essi -Il simbolo del destino- indicò un uomo incappucciato rozzamente inciso nella pietra -...della conoscenza, rappresentato da un occhio e...- toccò l'ultimo simbolo e mi guardò -Il simbolo del Sangue di Drago.- concluse, allontanando la mano dallo stilizzato teschio di drago che decorava il pilastro.
-E qual'è il simbolo giusto?- chiese Delphine, osservando il ponte sollevato.
-Cerchiamo di ragionare come i nostri antenati, cara.- le fece notare Esbern -Chi era il punto di riferimento, qual'era il loro dovere più grande?
-Proteggere il Sangue di Drago...ma certo.- ragionò Delphine, poi si avvicinò ad uno dei pilastri -Aiutatemi a spostarlo verso il teschio, sono sicura che quella è la combinazione giusta.
-E se non lo fosse?- chiese Baeron, ma la Bretone gli gettò un'occhiataccia -Come non detto, ti do una mano.- i pilastri vennero spostati ed il meccanismo scattò, facendomi trattenere il fiato.
Il ponte si abbassò.
-Ottimo, la deduzione era corretta.- Esbern diede una pacca alla vecchia pietra come fosse un suo amico di sempre -Teniamo in considerazione questo simbolo, sento che ci servirà parecchio...- quell'uomo forse non era un guerriero, ma fu solo grazie a lui che superammo le numerose trappole che il Tempio frappose tra noi ed il suo segreto, trappole mortali, insidiose, ma alla fine, eccezion fatta per qualche ferita, ce la cavammo tutti.
-Quanto mancherà per arrivare?- sussurrai tastandomi la ferita al braccio, con un leggero fiatone a causa della corsa a cui l'ultima trappola, un corridoio così burlone da restringersi a metà strada, ci aveva costretti.
-S-secondo la....mappa...- Esbern era il più affaticato di tutti, con le mani appoggiate alle ginocchia e con la schiena piegata mentre Delphine gli batteva qualche pacca sulle spalle -L-la prossima stanza...è...l'ul...ultima. Per i Nove, saranno...p-p passati minimo trent'anni...dall'ultima volta che...ho corso così!
-Coraggio vecchio mio, oramai è fatta.- lo incoraggiò Delphine, permettendogli di appoggiarsi al suo braccio -Siamo quasi arrivati.
In quanto a me frugai nella mia bisaccia e ne estrassi una pozione di cura per rimarginare la ferita. Non era molto profonda e con metà boccetta me la cavai, e quando la riposi mi trovai Baeron davanti.
-Avrei potuto curarti io.
-Non serve, ero attrezzata. Non ho bisogno che tu mi faccia da balia.- dissi con tono brusco e distante, ma senza guardarlo in faccia, e rapidamente mi allontanai da lui per rivolgermi a Delphine ed Esbern -Possiamo procedere?
-Sì.- Esbern si allontanò da Delphine, respirando più normalmente, poi indicò il corridoio che scendeva un po' in pendenza rispetto a dove ci trovavamo -Per di là, siamo oramai arrivati.- procedemmo con cautela, stanchi del viaggio e guardinghi a causa delle continue trappole, ma l'ultima stanza si mostrò a noi senza altri inconvenienti.
Era una stanza vecchia, enorme e spoglia. Persino le pareti erano spoglie di ogni ornamento o incisione a differenza del resto delle rovine da noi attraversate, gli unici ornamenti lì presenti erano una specie di piattaforma circolare incisa sul pavimento, al centro della stanza, ed un volto scavato nella pietra grande abbastanza per permettere ad una persona alta due volte Baeron di passarci senza problemi. Aveva gli occhi chiusi ed il viso rivolto appena verso il basso.
La stanza era senza uscite.
-Ed ora?- chiesi.
Feci attecchire la mia torcia con quella di Delphine, rimasta miracolosamente accesa, poi iniziai ad esaminare la stanza, tastando le pareti dove mi sembravano più o meno mosse, cercando tracce di passaggi segreti, ma niente da fare.
Eppure sentivo chiaramente una corrente d'aria fischiare, quindi la stanza doveva essere collegata a qualcos'altro, non era l'arrivo, era un passaggio.
Ma per dove?
-Umh, ma guarda un po'...- la voce di Esbern mi costrinse a voltarmi verso di lui, chino verso la piattaforma rotonda vista poco prima -Deve essere vecchissimo...
-Non toccarlo troppo, non sappiamo cosa potrebbe succedere.
-Non temere, Sangue di Drago, quest'oggetto è del tutto innocuo. Si tratta di un sigillo di Sangue che si attiva solo con una determinata persona.
-E immagino che quella persona sia io.- lo anticipai, e chissà perché non ero nemmeno sorpresa -Mi sento così importante...- aggiunsi con sarcasmo, avvicinandomi alla piattaforma.
-Sei sicura di volerlo fare?- mi chiese Baeron, ma io non gli risposi nemmeno, chinandomi vicino la piattaforma, accanto ad Esbern, che mi passò un pugnale.
-Basterà un piccolo taglio.- mi disse.
-Detto fatto.- replicai, poi con un movimento deciso mi feci un taglio diagonale sulla mano sinistra, gemendo appena quando la ferita si aprì e subito il sangue iniziò a rendere la mano appiccicosa.
Successivamente allontanai la mano dal pugnale per poi spostarla sopra la piattaforma. Strinsi il pugno in modo che qualche goccia di sangue cadesse sulla pietra: una fonte di luce partì dal centro e si espanse per tutto l'aspirale che componeva il disegno del cerchio, finché una vera e propria colonna luminosa non sembrò spezzare in due la stanza.
Mi affrettai ad allontanarmi mentre le pareti iniziavano a tremare, ma non per accogliere un pericolo: il grande volto scavato nella pietra iniziò a sollevarsi lentamente, perdendo polvere e terra accumulata in anni di stasi ed in pochi secondi un corridoio si mostrò a noi, indicandoci la via per proseguire.
-Ottimo, ottimo davvero!- esclamò Esbern, affrettandosi ad andare avanti, poi fece ricomparire il globo luminoso e diede un'occhiata al corridoio scavato rozzamente nella pietra -Beh, a te l'onore di andare per prima, Sangue di Drago.- lo guardai sorpresa e accigliata, pensando subito a qualche trappola, ma l'uomo stava sorridendo e non percepivo alcuna tensione in lui.
Mi stava semplicemente onorando, almeno secondo il suo punto di vista. Così accettai il suo invito, percorrendo il corridoio piccolo e stretto, fino ad una grande porta di pietra dove, ad una grandezza tale da occupare tutta la superficie, c'era il simbolo del Sangue di Drago, lo stesso visto su quei pilastri, nascosto in gran parte dalle stesse piante rampicanti che decoravano il resto della costruzione.
Quella porta non veniva aperta da secoli, e sarei stata io la prima a farlo.
Mi gettai un'occhiata alle spalle e vidi i miei tre compagni pronti ad agire, ma negli occhi di Delphine ed Esbern c'era un'emozione che né io né Baeron eravamo in grado di capire o condividere.
Avvicinai le mani alla superficie di pietra, gelida, e la spinsi. Stranamente non trovai molte difficoltà, mi bastò sforzare appena i muscoli per ottenere l'accesso al Tempio buio, enorme e deserto.
Tesi al massimo il mio udito per captare qualche rumore che potesse insospettirmi, ma a parte il lieve zampettare di insetti e il cadere di qualche goccia niente rompeva quel silenzio che sapeva di antico, di solenne.
A differenza degli altri passaggi e stanze, questa era enorme e soprattutto doveva sbucare fino alla superficie data la presenza di un grande portone e delle finestre che rendevano possibile osservarla senza l'aiuto di torce, così mi persi in ogni dettaglio di quel tempio immenso e vecchio: delle scale portavano ad un piano rialzato dove, al centro, un grande tavolo con fogli e libri vecchi, gran parte rovinati, giacevano ancora come erano stati abbandonati dai loro padroni. Colonne altissime e scure tenevano in piedi l'intera struttura, e diverse scalinate dovevano portare ad altre stanze e corridoi immersi nel buio.
-Finalmente, eccolo...- sussurrò Esbern, entrato subito dopo di me -Il Tempio! È tutto vero, è tutto qui!
-Le origini delle Blade...tutto è partito da questo posto.- sentii dire Delphine, e rapidamente le due Blade si separarono per osservare la zona.
-È splendido.- ammise poi Baeron, mettendosi accanto a me e facendo luce con un globo uguale a quello di Esbern.
-È vero...ed è immenso. Non credevo esistessero posti così qui a Skyrim...
-Ti stupirebbe sapere cosa Skyrim è in grado di nascondere.- replicò l'uomo, poi distolse lo sguardo -Do un'occhiata in giro.- io feci lo stesso.
Le pareti erano tutte decorate: c'erano targhe con incisi i nomi di tutte le Blade fino al momento della caduta in disuso del tempio, pezzi di stoffa sporchi che una volta dovevano essere splendidi arazzi erano stati mangiati da qualche skeever o rovinati dal tempo e l'umidità, ma una parete in particolare attirò la mia attenzione.
Era quella più illuminata dalla luce delle poche finestre presenti, ed era anche quella più grande. Da lontano non mi era possibile capire cosa ci fosse inciso, così mi avvicinai.
-È incredibile come tutto si sia conservato bene...- stava dicendo Esbern, poco più in là.
-Siamo qui per il Muro di Alduin, ricordatelo.- gli fece notare Delphine, mentre io arrivavo ai piedi dell'immensa parete da me notata.
Sembrava una storia, o comunque le figure dovevano essere collegate: sul lato sinistro alcuni draghi scolpiti in maniera perfetta e dettagliata, così come i poveri umani che, spaventati, si davano alla fuga, troneggiati dalla figura di un drago più grande e cattivo.
-Umh, vediamo un po'...- la luce dell'incantesimo di Esbern per un attimo rese l'occhio di granito del drago vivo e dovetti inspirare per placare l'attimo di soggezione scaturita al ricordare il vero Alduin -Sì, è questo...questa parte risale all'inizio del tempo, quando Alduin ed il suo culto del Drago regnavano su Skyrim.
-Un vero regno del terrore, mh?- osservai, proprio quando Baeron ci raggiungeva e forniva più luce per illuminare il muro.
-Esattamente. Infatti qui, nel pannello successivo...- ci spostammo per permettere al mago di indicare un altro pezzo del muro -Gli umani si ribellano, dando inizio a quella che fu conosciuta come Guerra dei Draghi.- mentre ci spostavamo gli uomini spaventati lasciavano spazio a feroci guerrieri in armatura, che osservai quasi rapita pensando che quei volti tutti uguali e senza nome avevano fatto ciò che io avrei dovuto fare da sola o quasi -E poi la Sconfitta di Alduin, che occupa la parte centrale del muro.- socchiusi la bocca.
Il drago era stato scolpito in caduta. Dava le spalle al terreno su cui stava per schiantarsi a terra, la bocca spalancata in un ultimo ruggito di rabbia, mentre ai suoi piedi le figure di tre umani gli urlavano contro qualcosa, probabilmente delle parole del potere a giudicare dai disegni che l'artista aveva aggiunto vicino le loro bocche di pietra.
-Ecco, qui sta cadendo. Le lingue dei Nord, i maestri della Voce, sono contro di lui.- Esbern sfiorò il muro con una mano, iniziando a leggere degli antichi segni - “Cade colui che regnò nel cielo per tutte le ere. Cade e porta con sé la disfatta della sua specie. Cade Alduin, signore del mondo, cade. Finisce l'era dei draghi, inizia l'era degli uomini”.
-Quindi l'hanno sconfitto.- osservai.
-Sì, ma come?- chiese Delphine, poi si rivolse ad Esbern.
Notai che non riusciva a staccare gli occhi dal muro, ma a differenza mia non doveva essere il contenuto ad impressionarla quanto coloro che l'avevano commissionato. I suoi occhi, per quanto conservassero una piega dura e marziale, erano lucidi.
-Siamo qui per questo, dopotutto.
-Pazienza, Delphine, pazienza: gli akaviri erano tutto, fuorché un popolo diretto. Tutto ciò che ci hanno lasciato, lo hanno fatto con simbolismi ed allegorie.
-Ma noi non abbiamo tempo!- esclamai -Sei stato tu il primo a dirlo, ricordi?
-Sì, tuttavia non possiamo bruciare il poco che abbiamo con la fretta.- replicò il vecchio, poi tornò a guardare il Muro -Questi segni...sì, è chiaro: è con questa simbologia che gli akaviri indicano un urlo.
-Un urlo...il Thu'um?
-Ha senso.- mi fece notare Baeron -Dopotutto le cronache dicono chiaramente che gli umani riuscirono a sconfiggere i draghi con la loro stessa voce.
-Ma addirittura rivoltarla contro Alduin stesso? E se fosse un'altra allegoria?
-No, ne parlano troppo.- l'uomo si concentrò e il piccolo globo che galleggiava sopra la sua mano iniziò a spostarsi, probabilmente controllato da lui -Lì, laggiù e anche qui, sotto l'ala di Alduin. Non ne avrebbero parlato così tanto se non fosse stato importante. E poi il muro è stato costruito per le future Blade...
-In modo che la conoscenza non andasse perduta. Quindi è così!- dissi, ora entusiasta.
-Frena il tuo ottimismo, Sangue di Drago.- mi fermò Delphine -Questo non è un urlo qualsiasi. Guarda.- avvicinò la torcia, in modo che il drago in caduta fosse più in evidenza -Alduin sta cadendo dal cielo. Non esiste un urlo così, in grado di abbattere un drago mentre vola.
-Solo perché tu non lo conosci non significa che non possa esistere.- le fece notare Baeron, guadagnandosi un'occhiata d'acciaio dalla Bretone -Non guardarmi così. È vero. Voi Blade sarete grandi guerrieri ed eruditi, ma c'è qualcun altro in grado di superarvi in conoscenza sulla voce.- sobbalzai a quelle parole.
-I Barbagrigia...- sussurrai, e vidi Baeron sorridere appena, soddisfatto che ci fossi arrivata.
Delphine ed Esbern si gettarono un'occhiata, poi la donna sospirò.
-Effettivamente i Barbagrigia potrebbero sapere qualcosa a riguardo.- storse la bocca -Speravo di non doverli coinvolgere.
-Ho bisogno di tutto l'aiuto possibile in questa missione, non credo sia il caso di fare la schizzinosa, mh?- feci una pausa -E poi cosa avete contro di loro?
-Punti di vista terribilmente troppo diversi per andare d'accordo.- intervenne Esbern -Sia le Blade che i Barbagrigia si occupano della formazione dei Sangue di Drago, ma secondo il loro arcaico punto di vista il “Dovahkiin”...- per la prima volta sentii quell'appellativo pronunciato con disprezzo -Dovrebbe marcire con loro per osservare la via della Voce, lontano da tutto e tutti. Sono estranei agli eventi. Non mi stupirei se loro fossero già a conoscenza del ritorno di Alduin. E poi usare la lingua dei nostri oppressori. Non va bene, per niente...- stavolta fummo io e Baeron a gettarci un'occhiata, prima che tornassi a guardare Esbern.
-Se avessero saputo qualcosa me l'avrebbero detto. Ho passato con loro quasi tre settimane, a Hrothgar Alto.
-E quante risposte ti hanno dato, nel frattempo?- incalzò l'uomo -Hai mai sentito parlare di Alduin, del suo obiettivo o del tuo ruolo nella ricomparsa dei Draghi? Credi che i Nove ti abbiano scelta per capriccio? Che il tuo titolo serva per esaltare le taverne ed i nobili? No, Iris: tu sei la nostra unica speranza di sopravvivere alla nuova apocalisse di Draghi, sei l'ultima difesa tra noi e le fauci di quel mostro. E se per questo dovrai far tremare i cieli, allora fallo! Hai il potere dei nostri carnefici, rivoltaglielo contro!- più Esbern continuava a parlare, più il tono si faceva sentito e rabbioso -La Voce non è un mezzo per venerare Kynareth, Iris, è il mezzo per uccidere quelli che un tempo furono i nostri oppressori. E secondo la filosofia di quegli eremiti, dovremmo accettare di tornare in schiavitù, nella paura, come un tempo.- si fermò, poi fece spostare il globo di luce -Guarda qui, l'ultimo pannello. Le Blade originali si inginocchiano mentre l'ultimo Sangue di Drago, tu, combatte contro Alduin alla fine dei Tempi. Tu sei questo!- toccò la figura del guerriero solitario contro Alduin, senza mai abbandonare il mio sguardo -Sei l'eredità di un ordine che ha dato tutto per permetterti di compiere il tuo Destino.
Ancora quella parola, destino...
-Parli di destino, ma la verità è che potrebbe essere tutto un caso.- gli dissi, e mi accorsi che la voce mi tremava.
-Caso? Oh, no. La profezia ha parlato chiaro.
-Ancora con questa profezia? Cosa ti fa credere che sia stia riferendo proprio a questa situaz...?
-Quando il malgoverno si insedia negli otto angoli del mondo.- mi interruppe Esbern, cominciando a recitare -Quando la Torre d'ottone cammina e il tempo viene rimodellato. Quando il tre volte benedetto fallisce e la Torre Rossa trema.- lo vidi agitare appena la mano ed il globo affievolirsi, come se stesse perdendo la concentrazione -Quando il Sovrano Sangue di Drago perde il suo trono e la Torre Bianca crolla. Quando la Torre Innevata giace separata, senza re e sanguinante.- il globo si fermò proprio accanto al muso spalancato di Alduin, e per un attimo le sue fiamme mi parvero più vive che mai -Il Divoratore del Mondo si risveglierà e la ruota poggerà sull'ultimo Sangue di Drago.
Mi accorsi di aver trattenuto il fiato per gran parte del suo discorso e che stavo tremando appena, tanto che quando Baeron appoggiò la mano sulla mia schiena, come aveva fatto fuori dall'Ambasciata Thalmor, non mi scansai.
-Calmati Esbern. Sono sicura che Iris saprà come agire.- avevo la gola secca, così mi limitai ad un cenno del capo mentre Delphine metteva una mano sulla spalla al vecchio, che non mi staccava i suoi occhi lucenti di dosso -Bene. Fortunatamente ti avevano già accettata nella loro piccola setta, altrimenti non credo che avremmo avuto molte possibilità...beh, sicuramente meno di adesso.
-Quindi immagino che non verrete a Hrotgar Alto.- lei annuì.
-Non siamo i benvenuti. E poi Esbern non potrebbe affrontare un altro viaggio con quei ritmi. Resteremo qui, nella speranza di trovare qualcosa che ci dica di più.
-L'accompagnerò io, come sempre.- intervenne Baeron, gettandomi un'occhiata che evitai, senza dire nulla -Quanto ci vuole per arrivare a Hrotgar Alto?
-Dieci giorni per arrivare a Ivarstead e almeno due per scalare la montagna. Dobbiamo sbrigarci.- risposi infine, e realizzai che, in una situazione come la nostra, quei giorni potevano essere un'eternità.
Alduin quando sarebbe ricomparso? Avrebbe raso al suolo città come aveva fatto con Helgen? Era già in azione? Quanti draghi aveva già richiamato?
All'improvviso ebbi di nuovo paura e la sensazione di non potercela fare iniziò a pesare su di me come un macigno mentre le parole della profezia recitata dalla vecchia Blade risuonava ancora nella mia testa...avrei affrontato Alduin, prima o poi, ma se volevo almeno sperare di avere una possibilità contro di lui dovevo sbrigarmi e raggiungere Hrotgar Alto e costringere i Barbagrigia a parlare.
Capii che oramai ero del tutto immersa nel vortice di quegli eventi, e che l'unico modo che avevo per sopravvivere era solo uno: lasciarsi trascinare.
 
Note dell'autrice
Bene, e anche stavolta ce l'ho fatta.
Capitolo un po'..piatto? Forse l'inizio è più interessante, ma per il resto è stato abbastanza tranquillo. Il prossimo sarà decisamente movimentato..sotto diversi punti di vista, ma non dico altro,preferisco lasciarvi nel dubbio.
Intanto sono sicura che alcuni vorranno uccidermi per le effusioni che ho fatto scambiare ad Iris e Baeron all'inizio del capitolo...o forse per la mancata consumazione, chissà XD
*fugge all'estero*
Ah, forse toglierò il bacio che Brynjolf ha rubato a Iris nell'ultimo capitolo...boh, mi convince poco xD
Per ora buona lettura, al prossimo capitolo.
Lady Phoenix
  
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