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Autore: PepperandNihasKebab    16/09/2013    0 recensioni
Arrivo in salotto. È un putiferio. “C’è il nuovo video di Eminem. Voglio vederlo, molla il telecomando, Gin.” Le mie sorelle come sempre si stanno litigando la decisione sul programma da guardare. Niall, mangiando i pop, si gode lo spettacolo. Harry messaggia sul telefonino, facendo finta di ascoltare il discorso di Louis. Zayn, invece li guarda rassegnato: non cambieranno mai. Purtroppo vivo con due pazze, e io non sono da meno, e cinque coglioni. Ma è proprio per questo che amo stare qui: se mi allontanassi mi mancherebbero troppo. “Non se ne parla Tumble” il nomignolo di Annabeth, data la sua sbadataggine “c’è il concerto di Ed alla televisione, molla il telecomando.” Ed, Edward Sheeran, è l’idolo di Ginger. Lo chiama fratello rosso. Tutte le volte che si inizia un discorso con la lettera E, lei corre per casa urlando: “dov’è? Dov’è?”. È davvero buffa quando lo fa’, ma dopotutto è la mia sorellina, la adoro più di ogni altra cosa. Mi metto tra le due e afferro il telecomando.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We Are Who We Are
Che stanchezza. Dopo l’università la cosa più bella del mondo è tornare a casa e stendersi sul divano, prima di rimettersi a studiare. Quella mattina avevo sostenuto un esame importante, il primo di una lunga serie. Studio architettura a Londra ed mi mancano quattro anni per laurearmi. Non vedo l’ora di andarmene da questa grigia città. Voglio girare il mondo, vedere tanti posti nuovi, così come le mie sorelle: Annabeth e Ginger. L’una mora con occhi marroni come me, l’altra rossa (da notare il nome più che azzeccatissimo), riccia e con gli occhi chiari. Non si sa bene come sia venuta fuori questo suo strano tratto genetico: è esattamente uguale a nostro padre, in tutto e per tutto. Beth la definisce una questione di culo e, in effetti, devo darle ragione. Io sono la più grande delle tre. Ci distanziamo esattamente di un anno di età: io 19, Annabeth 18 e Ginger 17.  Nate da madre inglese e da padre irlandese, che aveva una certe fantasia per i nomi: il mio nome, Dafne, e quello della più piccola sono stati scelti proprio da lui. L’altra ci ha sempre prese per il culo, dato che l’unico nome normale era il suo, scelto, ovviamente, dalla mamma. Loro frequentano ancora il liceo. Viviamo nel centro di Londra assieme ad altri cinque ragazzi: Niall, il fidanzato di Annabeth, Zayn, il fidanzato di Ginger, Liam, Louis ed Harry. Niall per me è come un fratello. Lo conosco praticamente da sempre e abbiamo frequentato le stesse scuole, tranne all’università. Lui è andato ad odontoiatria. È un biondo dolcissimo e un grande mangione. Lui è quello che devi chiamare per spazzolare tutti gli avanzi che ti sono rimasti. Mangia qualsiasi cosa a qualsiasi ora. Un po’ come mia sorella Ginger. Si ingozzano come maiali e non ingrassano mai.  Zayn è un ragazzo taciturno. Non ama molto parlare, ma quando apre bocca è sempre schietto e il più delle volte ha ragione. Porta una cresta di capelli neri tenuti insieme da una quantità esorbitante di gel. Non ho la benché minima idea di dove tenga tutti quei prodotti per capelli. Liam è un castano saggio e dolce. È la spalla su cui tutti piangiamo quando siamo tristi o insoddisfatti per qualcosa. È il papà che io e le mie sorelle abbiamo lasciato a Mullingar, in Irlanda. Gli sono tanto affezionata, anche perché i primi tempi avevo una cotta per lui e forse, ce l’ho ancora. L’unica che sospetta qualcosa è Ginger: sembra tanto persa nel suo mondo, ma è meglio di Sherlock Holmes quando sente puzza di bruciato, non posso nasconderle nulla. Per ultimi ci sono quei due idioti di Louis, un castano dagli occhi azzurri, ed Harry, un riccio dagli occhi smeraldini. Il primo è gay fino al midollo, il secondo pure. Sono fidanzati da tre anni. Una coppia atipica, dato che il riccio non sembra per nulla gay, mentre Louis se potesse andrebbe in giro con la scritta “sono gay e Harry Styles me lo scopo solo io”, una volta ha tentato di farlo, ma prima che potesse uscire di casa io e Niall lo abbiamo tirato indietro e lo abbiamo costretto a non azzardarsi ad uscire. Nonostante sia il più grande, 21 anni, è quello che conserva più l’animo da Peter Pan. Liam, Niall, Harry e Zayn hanno 20 anni. Tutti studiano all’università, anche se Louis e Harry sono già entrati nel mondo del lavoro: fanno un praticantato presso lo studio della madre di Harry, un avvocato.  Ho conosciuto gli altri quattro perché le facoltà di aeronautica e lettere, frequentate rispettivamente da Liam e Zayn, sono accanto a quelle del biondino. Talvolta Liam e Niall hanno in comune delle lezioni di fisica e chimica. Si erano conosciuti in una di queste occasioni e poi il moretto aveva presentato al mio migliore amico gli altri della compagnia, che avevano tutti frequentato le scuole a Londra. Louis è il migliore amico di Ginger e quello con cui faccio un sacco di cavolate. Non usciamo mai senza di lui, anche perché senza Louis non ci si diverte. La cosa più esilarante è quando andiamo in discoteca e Harry liquida le ragazze che ci provano con lui con un “scusate sono occupato” e indica il suo ragazzo. Il più delle volte spalancano la bocca, pensando sia uno scherzo, ma quando li vedono ballare assieme e realizzano che stanno insieme per davvero, li mandano a quel paese.
Mi dirigo a casa con una flemma degna di un bradipo. Sono davvero provata per colpa di quello stupido esame di matematica. Ero rimasta sveglia fino all’una di notte su quello stupido libro e il mattino dopo ero stata svegliata da Liam e avevo fatto una corsa per riuscire ad affrontare in tempo l’esame. Benedetto sia quel ragazzo. Stronzi gli altri che, essendosi svegliati prima di me, non mi hanno avvertita. Non ho la forza di picchiarli uno per uno appena tornata: ho bisogno di dormire. Arrivo davanti alla porta. La casa che la nonna Rosalie ci ha lasciato alla sua morte è molto spaziosa. Perlomeno lo era quando vivevamo noi tre da sole. Poco dopo ci ha seguite Niall, che inizialmente stava in un piccolo monolocale. Ci sentivamo sole ad averlo così lontano da noi, per questo riuscimmo a convincerlo ad abitare con noi. C’erano anche altre stanza da riempire, ma, fino a quando non erano arrivati gli altri quattro, le avevamo lasciate vuote. Gli altri si erano aggregati a noi quando, dopo aver conosciuto Niall, erano alla disperata ricerca di un appartamento che li ospitasse tutti quanti. A Londra è quasi impossibile se non si vogliono spendere cifre astronomiche. Perciò avevamo proposto loro di venire a vivere con noi. Grazie alla buona situazione finanziaria di nonna Rosalie dovevamo limitarci a pagare solo le bollette, che dividevamo fra coinquilini. Avevamo deciso di tenere il denaro che ci aveva lasciato per le spese scolastiche per tutte e tre. Dopo la morte della nonna eravamo decisi a vendere la casa nella quale era cresciuta nostra madre, ma quando mi avevano offerto una borsa di studio a Londra ero corsa subito a preparare le valigie e, ovviamente, le mie sorelle mi avevano seguita a ruota. E ora siamo qui. Stare in questa città mi da’ delle possibilità che avrei fatto fatica a trovare in Irlanda. In un certo senso devo il mio futuro e la mia vita a Londra: non avrei mai vissuto in una casa che amo tanto con le persone che adoro più al mondo.
Apro la porta: sicuramente sono già tutti a casa. Infatti Niall e Ginger stanno litigando per l’ultima tavoletta di cioccolata, tipico. Poggio lo zaino ai piedi delle scale che portano alle camere da letto. Entro in salotto. Nessuno si accorge della mia presenza, almeno quei due. Entro in cucina dove Liam, Zayn e Louis stanno cercando di cucinare… non saprei nemmeno come definirlo. I primi due mi salutano con un bacio sulla guancia e arrosisco non appena Liam mi si avvicina, ma da brava testarda quale sono, lo nascondo passandomi la felpa sotto gli occhi non appena si allontana. L’altro si gira e mi guarda disperato. “Aiutami, ti prego Pepper.” Pepper non è altro che un soprannome che Ginger mi ha affibbiato perché attacco briga con Harry ventiquattro ore su ventiquattro. Il mio vero nome è Dafne, nome piuttosto strano. Scuoto la testa e mi metto ai fornelli. Non prendo neanche in considerazione la cosa di Lou. “Pepper!” Mi saluta Gin, appena varca la porta della cucina. Mi si aggrappa alla schiena e mi stringe forte. “Ciao Panda.” Rispondo senza spostare gli occhi dai fornelli, mentre penso a cosa cucinare. Lei è tanto tenera e affettuosa: la prima volta in cui nostro padre ci portò allo zoo: c’era un tenero panda aggrappato alla mamma, che mi ricordava tanto la mia sorellina che si era aggrappata al mio cappotto perché aveva paura degli uccelli, li ha sempre odiati. Ecco perché da allora il suo soprannome è Panda. “Cosa si mangia?” Tipica domanda di Niall. Nemmeno un “ciao come stai?”. È troppo complicato per lui: quando vede il cibo non ragiona più. “Non lo so.” Rispondo, poi mi accorgo che all’appello mancano Annabeth e Harry. “Ma gli altri?” Chiedo a metà tra lo stizzito e il rabbioso. Non tanto per mia sorella, che non è neanche capace di buttare gli spaghetti nell’acqua, quanto per quell’idiota di Harry. Escluse noi ragazze è l’unico che sa cucinare e pure bene. Con la fame e la voracità dei presenti, avrebbe potuto pensare lui al pranzo. Oggi ho appena appena avuto un esame, e non di una materia che amavo studiare, ma della materia che più odio al mondo. In più fare le ore piccole non aveva aiutato il mio umore già nero e ora Harry e la sua pigrizia mi rendono ancor piàù irascibile. Sono irascibile per definizione, soprattutto dopo un esame di qualunque tipo. Sono anche una persona abbastanza strana: odio i pomodori perché hanno un odore che mi fa contorcere lo stomaco, la coca cola mi fa dormire e durante il periodo mestruale sono la persona più dolce e disponibile del mondo. Batto il piede in attesa di risposta. “Annabeth è andata a vedere le date per Percy Jackson.” Tipico, mia sorella ama, se non venera, quel film, ma soprattutto Logan Lerman. Credo che se lo conoscesse, molerebbe tutto, perfino Niall, per sposarselo. Scuoto la testa: sanno bene che non è ciò che voglio sentire. “Riformulo la domanda. Dov’è quel cazzone del tuo ragazzo, Louis?” Gli chiedo guardandolo in cagnesco. Lui deglutisce: ha capito che il mio umore non è dei migliori. Non apre neanche la bocca che Harry scende le scale ancora in pigiama. Oggi è lunedì, dopotutto: lui e Louis oggi non vanno all’università. Doppiamente stronzo. “Buongiorno, quell’arpia di Dafne è già arrivata?” Tutti gli fanno segni per dirgli che io sono proprio davanti a lui con una padella in mano. “Padella in mano, brutto segno.” Sussurra Niall a Ginger, che annuisce divertita. Solo quando incotro le iridi terrorizzate di Harry, mi metto ad urlare “Tu sei il più grande stronzo della storia! Oggi non andavi all’università, potevi cucinare tu! In più io oggi ho avuto un esame e il mio umore è più che nero, quindi ti avverto: stammi lontano, se non vuoi che ti spacchi la padella in testa.” Da bravo spavaldo qual è alza gli occhi al cielo. Possibile che non capisca che peggiora solo le cose, così? Eppure il suo hobby preferito è quello di farmi arrabbiare. “Che stress. Dai qua, faccio io.” Serro la mascella: ora lo prendo a padellate. Viene salvato da Annabeth che entra saltellando e cantando “Logan Lerman, ti verrò a vedere!”. Si ferma sulla soglia della cucina e domanda “Ma il pranzo?” Il mio solito sorriso diabolico mi si allarga sul viso: comincio così a spiegarle per filo e per segno, forse perfino con troppa enfasi, quello che è successo. Lei non dice nulla, si limita a trucidare Harry con lo sguardo. Dopo aver finito il mio racconto mi volto nuovamente verso i fornelli: abbiamo ancora il cous cous, farò quello. Tutti sono usciti dalla cucina tranne Liam che mi guarda appoggiato all’isola della cucina. “Vuoi una mano?” Gli sorrido riconoscente. Come faccio a non adorarlo? “Sì, grazie. Dovresti prendere il cous cous e la carne.” Rispondo allegra. Lui sorride e si gira verso il frigo: grazie a Dio non ha visto le mie guance tinte di rosso. La testa rossa di Ginger spunta dal soggiorno. Non ha fatto rumore, l’unico motivo per cui l’ho vista è perché sono rimasta a guardare il castano mentre cerca le cosa in frigo. Mi sorride allusiva, indicando Liam e mi fa l’occhiolino. Subito dopo arriva Zayn, che mima un bacio con le labbra e mi fa l’okay. Io li uccido. L’unica persona di cui mi fido, oltre a Ginger è Zayn perché è muto come una tomba. Non perché non mi fidi degli altri, ma per le semplici reazioni che provocherebbe rivelare i miei sentimenti per Liam: Louis e Annabeth continuerebbero a darmi gomitate non appena Liam posa lo sguardo su di me, Niall non farebbe altro che metterlo in croce, dato che nei miei confronti è iperprotettivo, ed Harry non smetterebbe di fare battute allusive. Li guardo male prima che Liam si giri e mi passi gli ingredienti. Mi metto a cucinare sotto il suo sguardo attento. Mi mette una soggezione enorme. Alzo lo sguardo per tentare di intercettare il suo sguardo. Lui non mi degna di uno sguardo, troppo concentrato su quello che c’è nella pentola. Persa nei miei pensieri, non mi accorgo che il sugo schizza fuori e mi scotto il dito. È un attimo e Liam mi viene vicino. Mi prende il dito e lo mette sotto l’acqua fredda: reprimo un gemito di dolore, mordendomi il labbro. “Come mai così maldestra oggi?” Mi chiede tamponando la scottatura con lo scottex per asciugarlo. Arrossisco, sperando che la scottatura e il rossore sono dovute a lui. “L’esame mi ha proprio sciupata.” Mento spudoratamente, continuando a fissare quelle due calde nocciole. “Dovresti riposarti, ci penso io.” Sorrido, gli spiego cosa deve fare e lo ringrazio. Arrivo in salotto. È un putiferio. “C’è il nuovo video di Eminem. Voglio vederlo, molla il telecomando, Gin.” Le mie sorelle come sempre si stanno litigando la decisione sul programma da guardare. Niall, mangiando i pop, si gode lo spettacolo. Harry messaggia sul telefonino, facendo finta di ascoltare il discorso di Louis. Zayn, invece li guarda rassegnato: non cambieranno mai. Purtroppo vivo con due pazze, e io non sono da meno, e cinque coglioni. Ma è proprio per questo che amo stare qui: se mi allontanassi mi mancherebbero troppo. “Non se ne parla Tumble” il nomignolo di Annabeth, data la sua sbadataggine “c’è il concerto di Ed alla televisione, molla il telecomando.” Ed, Edward Sheeran, è l’idolo di Ginger. Lo chiama fratello rosso. Tutte le volte che si inizia un discorso con la lettera E, lei corre per casa urlando: “dov’è? Dov’è?”. È davvero buffa quando lo fa’, ma dopotutto è la mia sorellina, la adoro più di ogni altra cosa. Mi metto tra le due e afferro il telecomando. “Signorine Kocks, la volete piantare?” La mezzana mi guarda stizzita, l’altra speranzosa. Annabeth, però capisce che ciò che guarderemo dipenderà da me e fa’ la faccia da cucciolo. Mi dispiace Annabeth, io odio il rap. Ma per non darla vinta ad entrambe, giro su MTV. C’è Celebrity Style Story, il programma preferito di me e Louis, che si interrompe per gridare allegro “Questo sì che è un programma!” Le mie sorelle ammutoliscono e si siedono imbronciate sul divano. Mi metto comoda e dopo cinque minuti il pranzo è pronto. Rettifico: anche Liam sa cucinare. D’ora in poi saprò a chi chiedere per preparare il pranzo.


Salve! Prima fan fiction scritta a sei mani. Siamo Akita 97, SlimShadyViolet e Ginger_Sher. Speriamo che vi piaccia. Ci rivediamo domenica con il prossimo capitolo, un bacio!

Akita97

PS: In sequenza: Dafne, Annabeth, Ginger e gli One Direction :)

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