Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Lady Five    16/09/2013    1 recensioni
Mayu è cresciuta e, contravvenendo ai desideri di Tochiro, fa ad Harlock una richiesta a cui il capitano non riesce proprio a dire di no, perché, in fondo al cuore, anche lui ne è felice.
Ma lei non è più una bambina. E niente può più essere come prima.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo un tempo imprecisato, Harlock ebbe la sensazione di emergere da un gorgo. Aprì gli occhi, ma dovette richiuderli immediatamente, perché gli girava la testa. La testa... non ricordava che potesse fare così male...Con fatica si portò una mano alla tempia. Pulsava in modo insopportabile. Per non parlare della nausea che gli artigliava lo stomaco. Cosa aveva fatto per ridursi così? L'ultimo suo ricordo era la seconda bottiglia di whisky stretta nella sua destra... però era riuscito a sdraiarsi sul letto, quindi non doveva essere poi così sbronzo... solo che non rammentava assolutamente di averlo fatto.
Cercò di mettersi a sedere, ma qualcosa lo bloccava. Con uno sforzo che gli parve sovrumano si girò lentamente. E restò paralizzato dalla sorpresa.
Questa volta non era solo. Qualcuno stava dormendo con la testa reclinata sulla sua spalla, il corpo quasi aderente al suo. Qualcuno con una massa di lunghi capelli scuri, che nascondevano in parte il suo viso... ma non aveva bisogno di vederlo, per sapere di chi si trattava.
Che cosa ci faceva lei lì? E, soprattutto, che cosa era successo? La mente annaspava disperata alla ricerca di un appiglio, di un barlume di memoria che lo rassicurasse. Si tastò istintivamente il torace e constatò con sollievo che era vestito. E anche lei... almeno, così sembrava. Si guardò intorno, lottando contro i capogiri, e vide sgomento la sua tuta appoggiata su una sedia. Tornò a osservare la ragazza e, chiedendo perdono non sapeva nemmeno lui a chi, scostò appena le coperte: indossava una delle sue t-shirt. Era sempre più perplesso. Deglutì a fatica, la bocca era completamente secca e aveva una sete tremenda. Effetto del troppo alcol. Non reggi più come una volta, vecchio mio! Doveva alzarsi a tutti i costi. Scivolò lentamente su un lato, per non destarla. Ormai era lì, non era il caso di fare tragedie. Avrebbero chiarito tutto più tardi.
Quando però uscì dal bagno, dopo essersi rinfrescato e aver bevuto dell'acqua, Mayu si era svegliata e lo guardava con apprensione.
“Harlock! Come ti senti?”
“Da schifo, grazie.”
“Ci sono delle aspirine sul tavolo. Il dottore ha detto di prenderle quando ti svegliavi...”
“Il dottore? Che cosa c'entra il dottore? Che diavolo è successo qui?”
“Ero passata a vedere come stavi e ti ho trovato praticamente svenuto. Mi sono spaventata, visto che avevi detto a tutti che non si sentivi bene, e ho pensato di chiamare il dottore...”
“Non era il caso! Avevo solo bevuto un po' troppo! E' una cosa che ogni tanto fanno gli uomini, e soprattutto i pirati. E la cosa non ti riguarda affatto, ragazzina!”
Subito dopo si pentì della sua durezza. Perché scattava sempre come un serpente a sonagli ogni volta che qualcuno gli mostrava un po' di gentilezza?
Ma Mayu si aspettava una reazione del genere. Sospetto invece che la cosa mi riguardi, eccome! Ma non lo disse.
“Bella riconoscenza per essermi preoccupata per te!”
E non era nemmeno vero che stavi male! Volevi solo sbronzarti in santa pace! Ma decise di soprassedere anche su quello.
Harlock avrebbe anche voluto chiederle che cosa ci faceva nel suo letto, ma aveva paura della risposta. L'unico pensiero confortante era che, ridotto in quello stato, anche volendo non sarebbe stato in grado... di combinare nulla. In teoria... Adesso però non sapeva come comportarsi. Non era ancora il momento di alzarsi, si sentiva uno straccio e quindi desiderava molto tornare a sdraiarsi, e non gli sembrava opportuno che lei restasse. Ma non sembrava nemmeno carino cacciarla. Sperò tanto che se ne andasse di sua iniziativa.
“Su, da bravo, prendi un'aspirina e vieni a dormire. Tra un po' starai meglio.”
L'uomo inghiottì l'aspirina, ma, quanto a mettere in pratica l'altro consiglio, non sapeva decidersi.
“Eddai, non ti mangio mica!” lo canzonò la ragazza, che non manifestava alcuna intenzione di muoversi da lì.
Esitando, lui finalmente si decise a stendersi di nuovo, ma non si sentiva a suo agio. Lei avrebbe voluto tanto potersi addormentare tra le sue braccia, ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Si limitò a sistemargli le coperte e si ritirò nella sua metà del letto, dopo avergli fatto una carezza quasi materna, che ebbe l'unico effetto di fargli tremare il cuore e aumentare il suo turbamento. Poi Harlock pian piano si rilassò, anche grazie all'effetto del farmaco che dissolse il mal di testa.
“Come va?”
“Meglio, grazie... Perché sei qui?”
“Non mi sentivo tranquilla a lasciarti solo, non ce l'avrei fatta a dormire... e non sarei riuscita a riposare in poltrona! E' tanto grave?”
Harlock sospirò. Certo che era grave. Grave. Inopportuno. E pericoloso. Ma si rese conto di non avere né la lucidità né la forza per mettersi a discutere. Quindi mentì.
“No, non è così grave...”
Mayu tacque per alcuni minuti.
“C'è qualche cosa che ti preoccupa?” chiese dolcemente.
“No, niente. Davvero, stai dando troppa importanza alla cosa... sono solo vecchie abitudini dure a morire. E' già capitato e capiterà ancora. Non te ne devi dare pensiero.”
Ma la ragazza era determinata ad andare fino in fondo.
“Ho avuto l'impressione che stessi facendo dei brutti sogni. Eri molto agitato e parlavi nel sonno...”
Harlock si irrigidì. Beveva fino alla sfinimento proprio per non sognare, o almeno per non ricordarsi i suoi sogni...
“Non me lo ricordo... Ma... che cosa dicevo?” chiese con voce incerta.
A Mayu venne istintivo non dirgli la verità. Intuiva oscuramente che non gli avrebbe fatto piacere saperlo davvero.
“Non si capiva nulla, erano solo parole inarticolate. Ora cerca di dormire ancora un po'.”
“Buonanotte....”
“Buonanotte.”
Harlock si girò su un fianco, per non guardarla, per non sentire il suo respiro, per non pensare che era lì, a pochi centimetri da lui, che gli sarebbe bastato allungare una mano per poter concretizzare il suo sogno... sempre che lei fosse d'accordo... ma che diamine stai pensando? Tu NON DEVI concretizzare quel sogno! Speriamo che questa notte finisca presto!
Anche Mayu si girò dall'altra parte, per non guardarlo, per non sentire il suo respiro, per non percepire il calore del suo corpo, per non immaginare le sue carezze...

Quando, alcune ore dopo, Harlock si svegliò, scoprì con sollievo che Mayu se n'era già andata. Così avrebbero evitato altri imbarazzanti dialoghi. La sua presenza lì lo metteva troppo a disagio. Per un istante, dubitò addirittura di essersi immaginato tutto. Ma l'impronta sul materasso, accanto a lui, lo riportò alla realtà. Constatò anche che il mal di testa non si era ripresentato e che nel complesso stava abbastanza bene. Fisicamente. Perché moralmente si sentiva uno schifo. Sotto la doccia, cercò di razionalizzare.
Non è successo niente, lei è rimasta qui solo per controllarti, perché - per sua fortuna - non conosce ancora tutti i meandri oscuri della tua anima, che ti spingono a certi comportamenti. Infatti, il problema non è lei, dannazione, Harlock, il problema sei tu! Sono i tuoi pensieri, le tue maledette fantasie!
Ma che cosa fare? Lo sapeva anche lui che bere non avrebbe risolto nulla, e continuare a evitarla neppure. Anzi, forse era proprio questo ad alimentare certe idee... In fondo, lui non era abituato alla sua presenza quotidiana nella propria vita. Ma, una volta assuefatto...
Devo provarci. Devo tentare di comportarmi con lei in modo normale. All'inizio sarà difficile, ma prima o poi tutto tornerà come prima.

La vita sembrò riprendere a scorrere come sempre. Nessuno venne a sapere che cosa era successo quella notte, e né il dottore né Mayu ne fecero più parola con lui. Superati i primi momenti di tensione, i suoi rapporti con la ragazza tornarono quelli di sempre. Facendo un notevole sforzo su se stesso, il capitano riprese a cenare con lei, facendo di tutto per apparire tranquillo e sereno. Gli incubi a poco a poco scomparvero, con sua grande soddisfazione, e il whisky tornò sotto chiave nell'armadietto.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Lady Five