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Autore: cybilbennett    16/09/2013    1 recensioni
'Caro Diario..
Ho sempre creduto che la mia vita fosse perfetta, che nulla potesse andare storto, fino al giorno in cui ho conosciuto loro.
Mi hanno tolto tutto, ora mi chiedo, come si può continuare a vivere se non ti è rimasta più nemmeno una spalla su cui piangere?"
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Leandro Diaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo IX
True love never dies.’


 
 
POV Antonella


Bruno lasciò da sola Babi nel bel mezzo della pista da ballo, avanzando lentamente verso di me: sentivo gli occhi di tutti puntati addosso, dovevo esserci abituata oramai, ma in realtà avevo il cuore che batteva come impazzito e la pelle d’oca per l’emozione. Io scesi dalla postazione del Dj e gli andai incontro, mi prese le mani e ci guardammo per qualche istante negli occhi prima che le nostre labbra si incontrassero in un bacio.  La gente attorno a noi continuava ad applaudire, come se stessero guardando un film a lieto fine, mentre Babi, la ‘strega cattiva’ se ne usciva furibonda fuori dal locale.
“Ti amo Antonella, ti amo tantissimo mia divina.” Mi sussurrò all’orecchio, io rabbrividii. Lo presi per un polso e lo trascinai via dalla confusione, mentre tutti quanti, compresi Pia e Gonzalo, riprendevano a ballare.
“Ti amo anche io Bruno.” Gli dissi abbracciandolo, una volta fuori dal locale. “E non puoi sapere quanto mi faceva star male il fatto che tu uscissi con Babi questa sera.” Poggiai la testa sulla sua spalla, mentre lui mi carezzava i capelli.
“Lo so Antonella, e riconosco che sono stato un cretino ad invitarla al posto tuo.” Alzai la testa ed annuii. “Ma devi riconoscere che se io non avessi invitato Babi la tua gelosia non ti avrebbe fatto venire qui stasera a riprendermi..” Sorrisi. “.. e di conseguenza non staremmo qua, io e te, abbracciati sotto il cielo stellato.”
“Se allora le cose stanno così considerati perdonato, Bruno Molina.” Mi alzai sulle punte dei piedi per dargli in bacio sulla punta del naso.
“D’accordo, signorina Lamas Bernardi.” Mi prese per i fianchi e mi strinse a se, baciandomi dolcemente. Ero felice, felice come non lo ero mai stata.
E intanto Babi, furiosa, osservava la scena da lontano, finchè non salì su un’auto nera che sparì velocemente verso la direzione di casa sua.
Quando tornai a casa era mezzanotte passata e Fito e mio fratello già dormivano beatamente. Senza fare rumore indossai il pigiama e mi infilai sotto alle coperte del letto, stanca ma felice.
 
 


POV Bianca
 
-Alcuni giorni dopo-
 
I raggi del sole che penetravano dalle tende della mia camera mi svegliarono; aprii lentamente gli occhi, mettendo bene a fuoco l’ambiente e osservando l’orologio sulla parete: erano le nove e tre quarti. Poggiai la testa sul cuscino guardando il soffitto, rigorosamente bianco. Ero tutta intorpidita e facevo fatica a muovermi, sentivo dolore ovunque ma agli occhi di Antonella e Fabio cercavo di non esternarlo troppo, mi limitavo ad un semplice ‘sto bene, non preoccupatevi’. Avevano già troppi problemi per conto loro, soprattutto Antonella e non volevo farli preoccupare ancora di più.
Appena sentii qualcuno bussare alla porta della camera abbandonai i miei pensieri e tornai con la mente nella realtà, in una camera di uno dei migliori ospedali di Buenos Aires. “Avanti” la porta si aprì, rivelando Leandro con in mano una busta bianca e una tazza fumante di cappuccino.
“Ti ho portato la colazione.” Sorrise, poggiando tutto nel mio comodino.
“Grazie.” Sorrisi, afferrando al tazza ed iniziano a sorseggiarne il contenuto.
“Di nulla.” Rispose lui, sorridendo a sua volta. “Qui ci sono due cornetti, ho pensato che ti facesse piacere fare colazione come si deve per una volta.”
“Tu vuoi farmi ingrassare!” Gli dissi ridendo.
“Se per colpa di un cornetto si ingrassa allora mia moglie Carmen dovrebbe essere più o meno delle dimensioni di una balena, ne mangia due al giorno!” Scoppiò a ridere anche lui.
Già Carmen, sua moglie. Se solamente quella capra patagonica non si fosse intromessa fra di noi ora Antonella e Fabio avrebbero un padre ed una vera famiglia.
“Tutto apposto Bianca?” Mi chiese, vedendo che ero persa nei miei pensieri.
“Si, si, tranquillo.” Lo rassicurai, poggiando la tazza sul comodino, accanto ai cornetti.
“Di la verità, ti sto trattando come una principessa, non è vero?” Annuii, sorridendogli. Lui sorrise di rimando e rimase a fissarmi negli occhi. Rimanemmo in silenzio per un minuto che parve interminabile, aspettando l’uno la prima mossa dell’altro, poi fu Leandro a rompere il silenzio. “Io ora devo andare, torno tra poco, quando ho finito di sbrigare alcune faccende.” Si chinò per darmi un bacio sulla guancia. “A dopo, principessa.”
“A dopo Leandro.” Rimasi interdetta, con la mano poggiata sulla guancia paonazza. Lui mi fece l’occhiolino, ma prima che potesse chiudere la porta lo richiamai.
“Cosa c’è?” Mi chiese.
“Ti voglio bene Leandro.” Lui rimase impacciato, come sorpreso da questa mia dichiarazione, poi senza dire nulla chiuse la porta e se ne andò.
Mi buttai fra i cuscini, sospirando profondamente: ero stata una stupida, un’emerita stupida. Cosa pensavo? Che potevo fargli compassione? E che facendogli compassione avrebbe lasciato sua moglie e i suoi due figli per rimettersi con me? Dovevo smetterla di illudermi così tanto, avrei continuato a soffrire per tutta la vita e non era questo che volevo, infondo Leandro non era di certo l’unico uomo del mondo.
Scoppiai a piangere, nascondendo la testa fra le mani: ero sola, a cosa serviva continuare a vivere sapendo che avevo perso tutto, tutto se non i miei due bambini.
Leandro tornò pochi minuti dopo ed io stavo ancora piangendo, come una stupida. Lui mi si avvicinò con cautela, sedendosi accanto a me; con le dita mi alzò il viso, cosicché i nostri sguardi potevano incrociarsi, mi asciugò le lacrime e con quel suo tono gentile mi chiese cosa avessi.
“Nulla, stai tranquillo... sto bene.” Cercai di nascondergli tutto il mio dolore, limitandomi ad un semplice ‘sto bene’ ancora una volta.
“No Bianca.” Mi rispose convinto lui. “Non stai bene, e non dire stupidaggini.”
Io abbassai lo sguardo.
“Guarda che lo so che piangi tutte le notti.”
Mi morsi il labbro, come se ammettessi la mia colpevolezza.
“Prima di lasciare la clinica, ogni sera passo a salutarti; ti trovo sempre in lacrime e, devo ammetterlo, non ho mai avuto il coraggio di chiederti cosa avessi. Non credo che si limiti tutto ad una sofferenza fisica Bianca..”
“Perché non ti sei mai fermato?” Chiesi, quasi con un sussurro.
“Ho avuto paura.” Rispose secco lui.
“Paura di cosa?”
“Paura di conoscere il motivo per cui ti abbatti ogni giorno, forse anche perché suppongo di conoscere già quel motivo e allora ho paura di averne la conferma.” Ora era lui ad aver abbassato la testa, io gli presi il viso fra le mani e lo guardai negli occhi, con le lacrime che lentamente mi scorrevano lungo le guance.
“Leandro.. io..”
“Si?” Mi chiese lui, con il fiato mozzato. I nostri volti erano vicinissimi e potevamo chiaramente sentire l’uno il respiro dell’altra sulla propria pelle. Io agii d’impulso e lo baciai, mi sembrava di vivere un sogno. Lui all’inizio ricambiò il mio bacio, poi si staccò, improvvisamente.
“Avevi paura di questo tu, non è vero?”
Stava sudando freddo; si era tolto gli occhiali e li aveva messi nella taschina del camice.
“Dimmi la verità Leandro, era di questo che avevi paura!?” Avevo alzato il mio tono di voce.
“Si, si.” Rispose lui, passandosi una mano sulla fronte. “Avevo paura di questo.”
Io scossi la testa. E lui mi prese la mani fra le sue, sorridendomi debolmente.
“Mi sento una stupida.”
“No, non sei una stupida Bianca, non lo sei.” Mi carezzò la guancia con il dorso della mano.
“Perché deve essere tutto così difficile per me?”
“Non lo so, ma stai tranquilla.. presto tutto andrà meglio..”
Mi allontanai dal suo contatto, mordendomi il labbro.
“No Leandro, non può tornare tutto come prima...”
“Devi avere fiducia Bianca, non mollare mai. E sappi che per qualunque cosa io ci sarò, perché ti voglio bene..”
“No Leandro, non puoi dirmi così, mi faresti solo soffrire di più.”
“Perché?”
“Perché io ti amo.”
Rimase interdetto. Si alzò improvvisamente dal letto ed iniziò ad indietreggiare verso al porta. “Bianca, forse abbiamo fatto una sciocchezza.. io..” Balbettò.
“Ora capisci perché non può tornare tutto come prima?”
Lui annuì, poi con estrema rapidità aprì la porta e si catapultò fuori, lasciandomi da sola, o meglio, sola assieme alle mie lacrime.
 
 


POV Antonella
 
Ormai mi stavo integrando del tutto nel gruppo delle Popolari e la mia settimana ‘di prova’ era quasi scaduta, quindi fra poco avrei saputo se sarei potuta diventare un popolare a tutti gli effetti. Devo essere sincera che non mi trovavo affatto male con le ragazze, soprattutto con Giusy e Patty, anche se mi mancavano le mie Divine: la grinta di Luciana, la dolcezza di Caterina e, si, anche Pia mi mancava, mi mancava moltissimo. La mia storia con Bruno però procedeva a gonfie vele: ormai facevamo coppia fissa ed ogni giorno che passava sentivo di amarlo sempre di più. Anche la vita di Fabio sembrava aver preso un giusta piega: lui e Tamara erano fidanzati ufficialmente, mancava solamente di dare la splendida notizia a mia madre. Per quanto riguarda mia madre le cose non andavano affatto meglio: era sempre triste e i suoi occhi azzurri erano sempre coperti da un velo di tristezza. Con Leandro scambiava pochissime parole, facevano fatica a guardarsi negli occhi e quando doveva comunicarci qualcosa mandava sempre qualche altro dottore a farlo. Più o meno mi ero fatta un’idea di ciò che poteva essere successo, anche se ad ogni domanda mia mamma cambiava sempre argomento di discussione.
Volevo fare qualcosa per lei, per renderla felice e contavo sul fatto che fra pochi giorni sarebbe uscita dall’ospedale per organizzarle una festa: lei adorava le feste.
La voce di Ernesto che ci richiamava all’attenzione mi risvegliò dai miei pensieri.
“Forza, Popolari sul palco!” Disse, battendo le mani per incoraggiarci. La musica partì dopo poco e danzammo leggiadri sulle note di ‘Fiesta’, riscuotendo un consenso generale anche da parte dell’altro gruppo.
“Bene, complimenti ragazze.” Continuò il professore. “E sono contento che anche le Divine abbiano applaudito, questo finalmente dimostra che esiste un po’ di sportività fra i due gruppi. A proposito di sportività, voglio comunicarvi che fra una settimane si terrà una piccola gara qui alla Pretty Land che, attenzione, non riguarderà i singoli gruppi, ma bensì ognuno di voi. E’ una gara canora, dovrete portare un brano e la giuria eleggerà la voce migliore della scuola. Il brano non deve essere un brano vostro, sarebbe troppo facile; spaziate nell’immenso universo musicale per trovare la canzone adatta a voi e quando sarete sicuri di averla trovata, presentate l’iscrizione in presidenza  e buona fortuna!”
Fra di noi si levò un boato, seguito da un applauso, finchè la voce gracchiante di Babi non si distinse fra a folla.
“E’ ovvio che vincerò io, sono la migliore, the best!”
Ernesto alzò gli occhi al cielo, sconfortato.
 
All’intervallo ci riunimmo in cortile con le Popolari, discutendo sulla canzone da scegliere.
“Io porterò ‘Beautiful’ di Christina Aguilera.” Iniziò Patty. “Mi ci riconosco molto in quella canzone.” Noi annuimmo, tutte assieme.
“E tu Antonella?” Mi chiese Tamara.
“Si, tu cosa porterai?” Continuò Sol.
“In realtà non lo so ancora con precisione.. dovrei ragionarci su..” Dissi io, un po’ impacciata: in realtà non avevo minimamente desiderato l’idea di partecipare al concorso, non mi andava l’idea di mettermi contro Patty e sinceramente avevo ben altro a cui pensare in questo periodo.
“Dai ragazze, datele tempo per scegliere..” Disse Giusy, poggiandomi una mano sulla spalla.
“State scegliendo la canzone per la gara?” Gracchiò Babi, guardandoci con aria di superiorità, seguita da Wendy e Guadalupe.
“Si, hai qualche problema, strega?” Disse Giusy, fronteggiandola. Tutti i ragazzi iniziarono ad avvicinarsi: come potevano perdersi una scena del genere?!
“No, certo che no.” Continuò Babi, puntando l’indice contro di me. “Solo che la qui presente Antonella non credo abbia molto tempo per pensare alla gara.” Io la guardai accigliata. “.. sapete, con sua mamma che sta in ospedale e con tutti i problemi che le sono derivati da quell’ incidente.” Marcò quell’ultima parola con un tono quasi ironico, per sfida. Intanto si era levato un brusio attorno a noi, cosa che mi dava particolarmente fastidio. “Mi dispiace dear.” Ghignò. “Ah, ho delle foto qui sul cellulare in cui mostri tutta la tua fragilità. Ehy ragazzi, lo sapete? Anche Antonella piange, ho le foto esclusive!” Iniziò a ridere assieme a Wendy e Guadalupe.
“Cancellale subito.” Le intimai.
“Mi dispiace, ma sono già pubblicate sul giornalino della scuola.” Sorrise. “Babi uno, Antonella zero.”
Io ero furiosa: le saltai addosso con l’intento di prenderle il telefono e cancellare quelle foto e perché no,  avrei potuto anche vendicarmi di qualche suo dispetto.. finchè non finimmo entrambe in presidenza.
 


 
Angolo Autrice.


Ho aggiornatooooooo! AMATEMI. <3
No, innanzitutto volevo scusarmi ma per un piccolo incidente sono stata alcuni giorni in ospedale (sono caduta dal motorino, yee e.e, la cosa bella è che però ora non vado a scuola, lol) e quindi non ho potuto aggiornare çwç perdonatemi, vi pregoo ^^”
Allora, nel prossimo capitolo avremmo la gara e un momento molto romantico, ma sarà tutta una sorpresa u.u
Che ne dite di Bianca e Leandro? Io li shippo troppo dskfj
La canzone che ho pensato per Patty per la gara è ‘Beautiful’ di Christina Aguilera e secondo me è molto adatta alla sua storia, andatevi a leggere il testo tradotto, intanto sotto vi lascio il link della canzone così ve la ascoltate.
Un grazie immenso ai recensori e ai lettori, vi voglio taaaaanto bene, ve l’ho mai detto?
Niente, non aggiungo altro, al prossimo capitolo :***
  
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