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Autore: Allyn    17/09/2013    8 recensioni
Una one-shot breve, i pg sono ancora loro Naruto e Sasuke, dopo il ritorno a casa, dopo il dolore.
POV Sasuke dal testo:
"Non mi sono mai lasciato toccare da nessuno, ora che ci penso l’unico a cui permettevo di sfiorarmi eri tu, anche con un pugno, se era tuo, alla fine non faceva poi così male"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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Se proviene da te, allora tutto va bene

[Sasuke]

Ci sono stati i tempi degli sguardi ostili, delle labbra imbronciate sui volti infantili, sporchi di fango, di terra setacciata, battuta, alla ricerca delle radici che tu non ricordavi e che io avevo perduto per sempre.

Gli alberi fiorivano, ma né i tuoi occhi azzurri come i cieli che non apprezzavo, né i miei, neri come il buio in cui avrei voluto barricarmi, riuscivano a trarre gioia dai rami carichi di gemme e petali esplosi, noi non riuscivamo a fiorire, ci avevano reciso con troppa violenza dai prati della vita.

Ti trovai seduto su un'altalena, in un giorno in cui le nuvole mi sembravano troppo scure e troppo gonfie, come i grembi enormi delle madri che incrociavo al mercato. Mi chiesi se fossero lacrime quelle sul tuo viso, o se fosse pioggia. Non parlai, mi limitai a dondolare al tuo fianco, muti entrambi, troppo incrinati dentro per guardarci in viso, se l’avessimo fatto saremmo caduti a terra come cocci senza più forma, non te l’ho mai detto, ma quel giorno, mentre le tue mani stringevano con più forza la ruggine di quell’altalena piansi anche io.

Accanto a te mi sembrò che farlo non fosse poi così sbagliato.

Ti ritrovai cresciuto, sotto il sole cocente di un’estate troppo calda. Più trascurato dei nostri compagni, con la tuta grinzosa e logora di chi non è stato educato alle convenzioni, un ghigno enorme sul viso abbronzato, era il tempo delle sfide, degli insulti, degli ostacoli da superare, e io ero pronto a correre, a crescere.

Eravamo fianco a fianco, tu combattevi ed io ti coprivo le spalle, senza mai ammetterlo, sarei anche morto per proteggerti. Era facile seguire i tuoi movimenti, ordinarmi ai tuoi balzi, cercare appiglio in quelle mani ruvide, piene di graffi e tagli.

Non mi sono mai lasciato toccare da nessuno, ora che ci penso l’unico a cui permettevo di sfiorarmi eri tu, anche con un pugno, se era tuo, alla fine non faceva poi così male.

Ricordo le tue parole come allora, quando decisi di andarmene, faceva freddo, eravamo un po’ più grandi entrambi e tu eri lì, a conficcarti le unghie nei palmi, a morderti le labbra fino a sanguinare. Sarei potuto fuggire senza neppure salutare, eppure in qualche modo ti permisi di trovarmi, di scontrarti con me, di permetterti di provare a battermi, di fermarmi, perché una parte del mio cuore avrebbe sempre voluto questo, che tu mi sconfiggessi, l’avrei accettato, se fossi stato tu ad obbligarmi a dimenticare la vendetta e il dolore.

Mi sono fatto odiare, e nel tuo odio più viscerale, l’unico sentimento che mi ero permesso di provare e di vedere negli altri c’era l’amore che rinnegavo.

Sono tornato adesso, niente è come prima, entrambi sembriamo pazzi, quando ci amiamo, quando ci scaviamo dentro alla ricerca dell’innocenza che abbiamo perduto, io con le mie mani sporche di sangue lavato via mille volte, tu con la tua ossessione a tenermi ingabbiato in un villaggio che mi giustizierebbe seduta stante.

Sto male, alle volte sto così male che vorrei vomitare fuori tutto in nero che ho inghiottito per anni e che non ha inghiottito me come avrei voluto, ma per te sorrido, continuo a vivere come mi hai chiesto di fare tante volte.

Ora è il tempo della tua follia, delle tue mani sul mio corpo, sulla pelle che hai ritrovato, con i tuoi polpastrelli che mi setacciano il viso alla ricerca del riflesso di un ragazzino che non c’è più. Piangi mentre sussurri il mio nome, mentre ti rendi conto che a volte le tue spinte sono troppo forti, che mi attanagli la gola in una morsa, combattuto tra l’amarmi senza riserve e tra l’uccidermi per tutto il male che ti ho causato.

Vorresti purificarmi, non è vero? Vorresti cancellare tutto ciò che ho fatto...ma la verità è che non si può, niente porterà via tutto quel nero, tutto il sangue rappreso e incrostato, neppure la più limpida delle maree, neppure le lacrime di piacere e di gioia che mi solcano le guance quando ti sento così dentro da dilaniarmi anche l’ultimo pezzo d’anima che mi è rimasto.

Fammi male, se serve a perdonarmi, se ti serve per continuare ad amarmi.

Se proviene da te va bene, qualsiasi cosa, ogni dolore che vorrai infliggermi per vendicarti dell’abbandono, ogni carezza tesa sulla pelle marchiata dalle cicatrici di un passato indelebile, se proviene da te, Naruto, tutto va bene.

 

Scempiaggini dell’autore:

Voleva essere serio, probabilmente è stato un enorme fallimento eheheh In ogni caso un Sasuke ormai a casa, con tutti i traumi e le paturnie con un Naruto che ama e che lo ama a sua volta, che l’ha perdonato, in parte, perché tutto il male subito e fatto non si cancella, perché alla fine tutta quella sofferenza è difficile da perdonare...

Credo di aver letto tempo fa una Doujinshi dove il povero Naru perdeva la brocca xD ma siiii lasciamoci deviare dalle idee folli XD

Mi dispiace se questo Sasuke è un po’ OOC e arrendevole ahaha ma me lo immagino così in questa fic.

Baciottoli

Allyn

   
 
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