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Autore: Lux_daisy    17/09/2013    4 recensioni
Dal capitolo 3:
-- Sei fastidioso, feccia. Ti conosco a malapena e già mi verrebbe voglia di massacrarti fino a farti urlare pietà, perciò ti avverto: non continuare a provocarmi --. La sua voce si era ridotta a un sussurro: si insinuò nella pelle di Squalo, strisciando come un serpente e scavò fino a raggiungere la carne e i muscoli e le ossa per poi incidersi nell’anima e mozzargli il respiro. Squalo sgranò gli occhi e per la prima volta in vita sua si accorse di provare paura di fronte a un avversario.
In una prestigiosa Accademia si incrociano le vite di due ragazzi dal passato difficile. Xanxus e Squalo si odiano e si scontrano, si respingono e si attraggono, come le falena di fronte alle fiamme, senza capire quant'è grande il pericolo di bruciarsi.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Superbi Squalo, Xanxus
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5-Decisione

<< Mi stai prendendo in giro, vero? >> esclamò sconcertato. Non riusciva a credere alle parole che Squalo aveva appena pronunciato.
“Entrerò nei Varia” aveva detto, lo sguardo fiero e la voce decisa.
 
 
Il pestaggio in palestra era avvenuto due giorni prima. Dino si era fatto raccontare ogni cosa e mentre ascoltava le parole di Squalo, aveva sentito la rabbia invaderlo nuovamente. Quel bastardo di Xanxus aveva organizzato una trappola solo per poterlo picchiare liberamente! Aveva provato il selvaggio desiderio di fargliela pagare, ma sapeva che sarebbe stato un suicidio. Nessuno era in grado di sconfiggere Xanxus. Fortunatamente Squalo non aveva riportato danni seri e sarebbe guarito del tutto entro un paio di settimane al massimo, ma la ferita più grave lui l’aveva riportata al suo orgoglio e Dino lo sapeva. Gliel’aveva letto negli occhi che non si sarebbe arreso, che non avrebbe lasciato perdere. Ormai aveva capito che tipo fosse il suo compagno di stanza e se una parte di lui ne ammirava il coraggio e la forza, l’altra parte aveva paura del suo essere impetuoso e del suo agire senza riflettere. Come poteva aver avuto una simile idea? Unirsi ai Varia per potersi avvicinare a Xanxus, scoprirne il punto debole e avere così la sua vendetta?
“È una follia!” si era detto e aveva anche provato a convincere Squalo, ma invano.
<< Una volta che avrò scoperto le sue debolezze, potrò fargli il culo! >> aveva esclamato infervorato.
<< Questo piano è semplicemente stupido! Prima di tutto, Xanxus non ti lascerà mai entrare nei Varia e anche se che lo facesse, non puoi sapere quello che ti succederà quando sarai con loro! Ti costringeranno a fare cose che non vorrai… >>, Dino si era interrotto, lanciando una lunga occhiata all’altro, << sai che dovrai obbedire agli ordini di Xanxus, vero? >>.
Squalo gli aveva restituito un’occhiata intensa e determinata. << Lo so >>.
Dino era rimasto in silenzio, consapevole che l’altro aveva ormai preso la decisione.
 
 
 
Lo specchio gli restituì l’immagine di un sedicenne con corti capelli spettinati e troppo chiari, gli occhi grigi luminosi e un volto che riportava ancora i segni del trattamento riservatogli da Xanxus. Il gonfiore all’occhio destro si era ridotto fino a diventare un evidente macchia violacea, mentre i tagli avevano appena iniziato il processo di cicatrizzazione. Erano ancora rossi e spiccavano per bene contro la sua pelle chiara.
“Oggi è il gran giorno” si disse per farsi coraggio.
Aveva rimuginato sul suo piano per due giorni interi durante i quali aveva deciso di ridurre al minimo le uscite fuori dalla sua stanza. Non per paura nei confronti di Xanxus e dei suoi sottoposti, ma semplicemente perché aveva bisogno di riflettere in tranquillità. Per la prima volta in vita era stato battuto da qualcuno; aveva incontrato un tipo più forte di lui ed era stato umiliato. Inizialmente la rabbia gli aveva annebbiato il cervello, facendogli desiderare una rapida vendetta che non avrebbe portato a niente. Nell’istante in cui era giunto a questa conclusione, la rabbia era scemata, trasformandosi nella consapevolezza che, se avesse davvero voluto farla pagare a Xanxus, avrebbe dovuto agire in modo diverso. Un attacco frontale era fuori discussione. Il moro era decisamente più forte di lui: non aveva speranze di batterlo in uno scontro diretto e aveva il forte sospetto che anche lo psicopatico con i coltelli fosse molto pericoloso. Non era sicuro di poter dire lo stesso per gli altri, ma non era una questione fondamentale al momento. Il suo obiettivo era Xanxus. Se fosse riuscito a conoscere meglio lui e i Varia, a sapere con esattezza cosa facevano e come lo facevano, ero sicuro che avrebbe potuto scoprire i suoi punti deboli. E a quel punto si sarebbe preso la sua rivincita.
“Tutti hanno delle debolezze” si era ripetuto più volte, ma Dino non condivideva affatto la sua decisione. Aveva provato a fargli cambiare idea, ma Squalo si era rilevato irremovibile. Niente e nessuno l’avrebbe fatto desistere. Gli dispiaceva solo che l’amico non lo appoggiasse. Per quanto lo trovasse irritante e fastidioso, aveva capito di essersi affezionato a lui, anche se ovviamente non l’avrebbe mai ammesso. Sapeva che Dino era il tipo di ragazzo che prendeva la vita alla leggera e che non si legava le cose al dito; e sapeva che era una persona pacifica, uno di quelli che pensa che la violenza non risolve mai le cose. Squalo non era d’accordo.
“Con certa gente le parole non servono a niente. I tipi come Xanxus parlano solo con i pugni” e Squalo lo sapeva.
 
 
 
<< Tu lo fai solo a causa dei tuoi genitori! Stai usando Xanxus come scusa per vendicarti della mafia! >> gli aveva urlato Dino durante il loro litigio. A quelle parole Squalo l’aveva afferrato per la camicia, strattonandolo e portando i loro visi a una distanza minima, lo sguardo gelido e affilato.
<< Non osare mai più nominare i miei genitori! >> aveva replicato Squalo, la voce un sussurro minaccioso, << loro non c’entrano un cazzo con questa storia! Me ne sbatto se Xanxus è il figlio di un mafioso! Voglio solo rendergli pan per focaccia e se per farlo dovrò fingere di stare ai suoi ordini e fargli da servo, ingoierò il rospo e sopporterò! Se l’idea non ti piace, non metterti in mezzo! >>. L’espressione ferita che era comparsa sul volto di Dino aveva fatto nascere in Squalo il senso di colpa: non era sua intenzione comportarsi in quel modo con l’amico, ma il sentir nominare i suoi genitori lo aveva mandato su tutte le furie. L’aveva lasciato andare, ma non si era scusato, troppo preso dal covare il suo rancore contro Xanxus. Dino l’aveva guardato uscire dalla stanza senza voltarsi e quando Squalo aveva sbattuto la porta alle sue spalle, aveva sentito un senso di vuoto arpionargli il petto.
 
 
“Eccoli là” si disse, lanciando un’occhiata al tavolo della mensa dove i Varia stavano pranzando.
Da quanto tutta la scuola aveva visto i segni del pestaggio sul volto di Squalo, le occhiate da lui ricevute si erano moltiplicate. Al suo passaggio gli studenti lo fissavano e bisbigliavano tra loro, ma nessuno gli aveva mai chiesto cosa fosse successo. Persino i professori avevano capito e Squalo era stato costretto a sorbirsi le varie prediche che ogni insegnante aveva fatto alla classe su quanto fosse sbagliato ricorrere alla violenza e altre frasi da circostanza che per lui non avevano alcun significato. Nessun provvedimento però era stato preso e Squalo non si era neanche dovuto inventare qualche scusa banale da rifilare agli adulti. A quanto pareva Xanxus aveva più potere in quella scuola di quanto fosse plausibile.
“Meglio così” aveva pensato sollevato, rendendosi conto di avere un problema in meno di cui occuparsi.
Non era sicuro che il suo piano avrebbe funzionato. Si rendeva conto che si trattava più che altro di gioco d’azzardo, di un tentativo con alte probabilità di fallimento, ma non aveva altre opzioni.
Dato che i Varia restavano a mensa più a lungo di tutti gli altri, Squalo attese che il locale si svuotasse prima di compiere la sua mossa. Non si era seduto al tavolo di Dino e della sua pseudo-band: non avevano quasi più parlato nelle ultime 48 ore e Squalo non aveva nessuna voglia di sorbirsi ancora quell’atmosfera pesante che si era creata tra loro. Così aveva preso posto ad un tavolo occupato da tre studenti che non gli avevano rivolto la parola, impegnati com’erano a sparlare di tutto e tutti. Quando Dino lasciò la mensa, Squalo ricambiò la lunga occhiata che racchiudeva i sentimenti di entrambi: ansia, preoccupazione e rassegnazione in uno, coraggio, determinazione e orgoglio nell’altro.
Una volta che la mensa fu quasi vuota, Squalo si alzò dal suo posto e si diresse a passo sicuro al tavolo dei Varia. Sentì lo sguardo di Xanxus addosso e lo sostenne come sempre aveva fatto. Si fermò, ricevendo occhiate sorprese e infastidite da tutti.
<< Che vuoi, feccia? >> gli domandò il Boss, posando una mano sul tavolo.
<< Ho bisogno di parlarti >> rispose con voce sicura e sguardo fiero. Vide Xanxus inarcare un sopracciglio.
<< Parlarmi? Non ho niente da dirti, quindi sparisci, prima che decida di fare una replica del nostro ultimo incontro >>.
Sapeva che non sarebbe stato facile farsi ascoltare, ma non si arrese. << Se questo vuol dire che poi mi ascolterai, allora accomodati pure >> replicò allargando le braccia, gli occhi che non lasciavano trasparire nessuna esitazione.
L’espressione del moro si fece confusa per un istante, ma subito dopo un sorrisetto si dipinse sul suo volto. << Non credo proprio che sopravvivresti, quindi per il tuo bene ti conviene levarti dalle palle >>.
<< Lo farò dopo che mi avrai ascoltato >>.
<< Non hai sentito il Boss, moccioso? >> intervenne Levi, << ritorna dal tuo amichetto biondo e non infastidirci! >>.
Squalo gli lanciò un’occhiataccia. << Non mi sembra di aver chiesto la tua opinione, idiota con la faccia da scemo. Stavo parlando con il tuo capo >>.
<< Ushishishi, il ragazzo mi piace >> s’intromise Belphegor, ridendo in quel suo strano modo.
<< Che cazzo c’entri tu, razza di principino psicopatico? >> gli urlò contro Levi.
<< Ushishishi, sempre meglio che essere un idiota come te. Direi che il nuovo arrivato ti ha capito benissimo >>.
<< Come osi… >>.
<< Fate silenzio, fecce! >> li interruppe Xanxus con tono autoritario. I due si zittirono subito, poi il moro tornò a rivolgere la sua attenzione a Squalo. << Sentiamo quello che hai da dire >>.
Squalo prese un profondo respiro e senza staccare gli occhi da quelli rossi e intensi di Xanxus disse: << Voglio entrare nei Varia >>.
Ci furono alcuni secondi di silenzio sgomento, poi i quattro scoppiarono a ridere, tranne Viper, che continuava ad avere quell’atteggiamento freddo e disinteressato. Si era aspettato una reazione del genere, così attese qualche altro secondo prima di aggiungere: << Non sto scherzando >>.
I Varia continuarono a sghignazzare per un po’, poi si calmarono e lo sguardo di Xanxus si piantò nuovamente su Squalo. << Sai, feccia, io detesto le persone che mi fanno perdere tempo inutilmente >>.
<< Ti ripeto che sono serio >> lo interruppe Squalo, << voglio davvero entrare nei Varia >>.
La bocca del Boss si piegò in un sorriso sghembo. << E perché vorresti unirti a noi? >>.
<< Perché voi siete i più forti e io voglio stare con i più forti >> dichiarò Squalo risoluto. Si stava giocando il tutto per tutto e per un attimo pensò che Dino aveva ragione: quel piano era folle e privo di senso, ma ormai si era buttato ed era in caduta libera.
Lo sguardo di Xanxus lo soppesò e sembrò volergli scavare dentro, come alla ricerca di crepe, dubbi, incertezze e Squalo provò ancora una volta quella sensazione destabilizzante che solo gli occhi e la voce del moro erano in grado di provocargli. Ogni cosa di Xanxus sembrava volersi insinuare in lui e Squalo si odiò profondamente, perché aveva l’impressione di lasciarglielo fare senza opporre resistenza.
Dopo averlo squadrato a lungo, il moro sospirò e sorrise – se quel suo ghigno si poteva davvero definire un sorriso. << Mettiamolo ai voti >>.
Gli altri Varia fissarono il loro Boss sorpresi. Da quanto ascoltava le loro opinioni in merito a qualcosa?
<< Io sono contrario! >> dichiarò subito Levi, beccandosi un’altra occhiataccia da Squalo.
<< Ushishishi, io sono d’accordo. Il tipetto sembra interessante; penso che mi divertirò >>. Il modo in cui lo disse provocò un’ondata di inquietudine in Squalo, ma evitò di pensarci: in fondo, il biondino era dalla sua parte.
<< Sono d’accordo anch’io! >> esclamò Lussuria con voce acuta, << è decisamente il mio tipo >> aggiunse subito dopo con un tono di voce più basso e un sorrisetto che a Squalo non piacque per niente.
“Ma è davvero un maschio questo?” si chiese, osservandolo con la coda dell’occhio. Non che gli importasse qualcosa fino a che era un voto a suo favore.
Xanxus piantò ancora una volta i suoi occhi su Squalo e si portò una mano al mento. << Mi stai decisamente sul cazzo, feccia, perciò la mia risposta è no >>.
<< Siamo due a due: il voto di Viper sarà quello decisivo >> disse Lussuria, fissando la ragazza. A quelle parole tutti gli sguardi fecero altrettanto, mentre Viper continuava ad avere l’aria di quella a cui non importava assolutamente niente.
Sospirò e scrollò le spalle. << Per me è indifferente. Se vuoi unirti a noi, fa’ come ti pare >>.
“È… è un sì?”, Squalo non era ben sicuro di come interpretarlo. Vide Belphegor e Lussuria sorridere, mentre il volto di Levi si rabbuiò. Xanxus lanciò una lunga occhiata a Viper e poi scosse la testa.
<< A quanto pare sei dentro, feccia >> dichiarò, spostando la sua attenzione su Squalo, << anche se la cosa non mi piace per niente >>.
“Evvai! Ce l’ho fatta!” pensò lui soddisfatto, ignorando il commento dell’altro, mentre un sorriso arrogante faceva capolino sul suo volto.
<< Non cantare vittoria troppo presto >> lo redarguì allora il moro, << devi ancora dimostrare di essere degno di stare con noi >>.
“Non poteva essere così semplice”. << Cosa devo fare? >> domandò, sperando in cuor suo che non gli chiedesse di pestare qualcuno. Pur essendo un amante delle risse, picchiare uno che non era in grado di difendersi e che magari si sarebbe messo a piagnucolare terrorizzato non gli piaceva per niente.
Il ghigno che si allargò sul volto di Xanxus non prometteva nulla di buono.
 
 
 
<< Volete davvero che faccia una cosa del genere? >> esclamò incredulo.
Xanxus incrociò le braccia al petto e si appoggiò allo schienale della sedia. << Se non ti va, puoi sempre tirarti indietro. Nessuno ti obbliga >>.
<< Ma se non lo faccio, non potrò entrare nei Varia! >> replicò Squalo ingenuamente. In quel momento si sentì un vero stupido e dubitò di sé e del suo piano.
Il moro ridacchiò. << Mi pare ovvio, feccia. Devo essere sicuro che tu voglia davvero unirti a noi e che sia pronto ad obbedire ai miei ordini >> si interruppe un attimo e gli lanciò un’occhiata eloquente, << a tutti i miei ordini >>.
Squalo lo fissò con palese astio, ma Xanxus sembrava trovare tutta la faccenda molto divertente. Anzi, di sicuro stava gongolando al solo pensiero di metterlo così tanto in difficoltà. << Perché proprio Dino? Non… non può essere qualcun altro? >>.
<< Non sei nella condizione di contrattare, feccia. O fai quello che ti ho detto o puoi sparire dalla mia vista. Questo è l’accordo: se non ti sta bene, levati dai coglioni e non farmi perdere altro tempo. Ne ho già sprecato fin troppo stando qua a discutere con te >>.
Squalo rimase alcuni secondi in silenzio a riflettere. Immaginava che avrebbe dovuto fare qualcosa che non gli sarebbe piaciuto, ma quello
Prese un bel respiro e strinse i pugni. << Lo farò >> dichiarò deciso, ma dentro si stava già detestando profondamente. Stava per fare la peggiore carognata della sua vita e la stava per fare all’unica persona di quella scuola che gli era stata davvero amica.





Note finali: eccoci al numero 5 ^^ è stato un capitolo, potrei dire, di passaggio e spero che non vi sia risultato troppo lento, anche se in effetti da un punto di vista d'azione non succede niente... ma era importante per traghettarci (quanto mi piace sto termine u.u) nel cuore della storia... probabilmente non vi aspettavate un simile risvolto, ma ( dal mio punto di vista e per lo sviluppo che avevo stabilito ) Squalo doveva entrare nei Varia per potersi avvicinare a Xanxus, quindi eccoci qua ^^ certo, lui stesso si rende conto che il suo piano è alquanto deboluccio, ma come dice il detto "se non puoi batterli, unisciti a loro"! purtroppo però Squalo dovrà obbedire a Xanxus e dimostrargli le sue intenzioni... :/ cosa gli avrà mai chiesto di fare? Lo scopriremo presto u.u (mi sento un'annunciatrice da 4 soldi)
Ciancio alle bande (?) ringrazio come sempre tutti voi che avete commentato, messo la storia nelle varie categorie e anche solo letto <3 vi voglio bene! baci e a presto!
  
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