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Autore: Mentos E CocaCola    17/09/2013    2 recensioni
E se Maria avesse più tempo a sua disposizione per salvare la valle? E se Robin avesse l'incarico di fermarla? Porterebbe a termine il suo compito per riscattare il suo onore?
ATTENZIONE: è una what if, quindi è una sorta di rielaborazione della trama originale.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maria
 
In quei giorni Robin si dava da fare.
Avevo trovata una lettera appoggiata ad un vestito rosso.
Diceva:
“Ciao Maria,
credo che tra poco verrò a prenderti, non ne posso più di aspettare la primavera per rivederti.
Ho pensato al sistema delle lettere, almeno così potrò sentire la tua voce nella mente.
                                                                                                                     
                                                                                                                      Mi  manchi
                                                                                                                      Robin”
 
Il giorno dopo ne arrivò un’altra.
“Maria,
ho trovato la mia quindicesima penna di falco.
Ti starai chiedendo quanto io sia felice e posso risponderti subito, per niente.
Dopo aver liberato il falco, mi sono diretto velocemente al villaggio, convinto ormai di aver battuto Jack, ma quando arrivai, non ci crederai mai, si stava festeggiando il nuovo cacciatore-scelto, lui.
Aveva portato la penna pochi istanti prima di me.
Non ti descrivo lo sguardo indifferente di mio padre, nessuno si ricorda mai dei secondi!
Ti prego torna presto, credo che solo tu mi possa consolare, ormai i miei amici stravedono per Jack e neanche mi parlano più. Aiuto!
 
                                                                                                                      Robin”
 
 
Robin aveva ragione, non ci potevo credere, era impossibile immaginare solo la sua delusione, seguita dall’illusione di poter finalmente conquistare il cuore del padre.
Sarebbe stato l’eterno secondo? No, per me no.
Veniva umiliato di continuo dal padre, da Jack, dai suoi amici e forse anche da sua sorella (che dovevo ancora conoscere).
 
L’inverno finì dopo qualche tempo, non ero mai stata così contenta di accorgermi che la neve si stava sciogliendo e che gli uccelli avevano ricominciato a cantare.
Ma dovevo aspettare a lungo per rivedere Robin: per una settimana restai a letto ammalata, per altre due andai a Londra per far visita ai conoscenti e alle tombe dei miei genitori e così solo verso la metà di aprile, tornai nella foresta.
Quella mattina, appena mi svegliai, il mio cuore tamburellava  forte.
Indossai il vestito che Loveday mi aveva portato, non facendo neanche caso a come fosse fatto.
Vidi che era di un bellissimo colore tra il blu e il viola.
Presi Pervinca e mi avviai velocemente verso la foresta.
Quando arrivai, scesi da cavallo e cominciai a correre entrando nella foresta.
Ero stata silenziosissima.
Lo intravidi seduto a terra che con un coltellino intagliava qualcosa di legno.
Mi avvicinai furtivamente.
-Cominciavi a considerarti dimenticato?-
Si girò di scatto.
Dovevo scrivere qualcosa tipo “Come far perdere dieci anni di vita, parte uno”.
Era diventato ancora più bello, si era alzato di statura ma per il resto era sempre il mio caro Robin.
Mi guardò con gli occhi spalancati.
-Beh in realtà sì, la primavera è arrivata da un pezzo-
Era freddo e scostante. Cominciai a tremare.
Non mi voleva più? Non che mi avesse mai voluto, ma almeno come amica.
-Scusa-mormorai, abbassando lo sguardo, forse era stato uno sbaglio tornare.
All’improvviso sentii che mi stava abbracciando, mi stringeva a sé dolcemente, restammo in silenzio così.
-Mi sei mancata-
Mi sentivo terribilmente in colpa, veramente non speravo che a Robin mancassi così tanto.
Ci guardammo negli occhi e sorridemmo.
Eravamo entrambi felicissimi che finalmente ci eravamo incontrati di nuovo.
-Ho ricevuto le tue lettere-
-E io le tue-
Ci guardammo, meditando sulle cose che ora sapevamo l’uno dell’altra: io non gli avevo raccontato niente di che, mentre lui aveva passato un inverno molto deludente.
Dovevo rompere quel silenzio in qualche modo, poi mi venne un’idea. Gli rubai la bombetta con un gesto fulmineo e poi cominciai a scappare.
-Ehi!- mi gridò dietro.
-Cacciatore, se rivuoi il tuo cappello mi devi prendere-
-Non sei cambiata per niente in questo inverno-
Non sapevo se prenderlo come un complimento o come un giudizio, l’unica cosa che sapevo era che avevo rincontrato Robin e niente mi faceva più felice di questo.
 
 
Robin
 
I giorni passavano e noi continuavamo ad incontrarci.
Come avevo potuto dubitare che non sarebbe ritornata da me? Era una cosa impossibile.
Sei proprio cotto, eh?
Eh già!
Ti ricordo che tuo padre ha una pazienza molto limitata e non è uno stupido.
Allora Coscienza, prima mi fai il lavaggio del cervello per farmi piacere Maria e ora mi vuoi convincere a consegnarla a mio padre?
Assolutamente no! Ma come pensi di cavartela?
Non lo so.
-Ehi Robin, tutto bene?-
Maria mi stava passando una mano davanti agli occhi.
Quel giorno indossava un abito leggero azzurro, ormai le giornate si erano fatte molto calde.
-Ti voglio far vedere una cosa-
La portai vicino ad un ruscello, in un punto in cui l’acqua si raccoglieva in uno stagno.
Il posto era veramente bellissimo, gli alberi intorno si riflettevano sull’acqua cristallina.
-Robin, questo posto è bellissimo-le sorrisi.
-L’ho scoperto quest’inverno, ma devo ammettere che ora è molto più bello-(anche perché ci sei tu, questo naturalmente non lo dissi).
-Ok cacciatore, mi hai stupito-mi disse infilandomi il cappello in testa, poi sotto il mio sguardo sbalordito entrò in acqua e cominciò a schizzarmi.
Voleva la guerra? Bene, l’avrebbe avuta.
Mi tolsi la giacca ed entrai anch’io.
Cominciammo a schizzarci e quando uscimmo dall’acqua eravamo a dir poco fradici.
Ci sedemmo in riva al laghetto.
-Grazie Robin-
-E di che?-
-Beh di tutto, credo che senza di te non mi sarei mai completamente ripresa dalla scomparsa dei miei genitori.-
Ci guardammo, stavo per rispondere quando…
-Ahahahahahah-
Quella risata maligna era inconfondibile.
Spalancai gli occhi dalla sorpresa.
Mi alzai di scatto e mi voltai.
-Jack, cosa ci fai qui?-
Maria si girò, guardando Jack, quell’odioso ragazzo.
-Tuo padre è stanco di aspettare, gli prometti la Principessa della Luna da mesi ormai e ora ha mandato me-
Maria mi guardò sconcertata, cercai di rassicurarla con lo sguardo ma lei ormai non mi credeva più.
Il mio cuore era spezzato in due, angoscia e odio per quello che avevo fatto si alternavano dentro di me.
Cercò di scappare ma fu tutto inutile, all’improvviso Henry e David comparvero sulla sua strada e la bloccarono.
Non aveva neanche la forza di gridare e opporsi. Era rimasta delusa, mi odiava, lo sentivo dalle lacrime che le bagnavano il viso.
Jack mi guardò con un sorrisetto di scherno.
-Facciamo così Robin, io ti do tutto il merito della cattura e tu mi fai condurre la banda fino alla Rocca-
Voleva essere il primo ancora per una volta, l’ennesima umiliazione.
Non dissi niente, avevo il cuore troppo pesante e la lingua mi si era appiccicata al palato.
Ma lui prese il mio silenzio per un sì, quanto avrei voluto gridargli di lasciar stare Maria, lei era mia e nessuno poteva farle del male, ma non potevo.
La cosa che mi fece più male di tutte fu quando incrociai gli occhi pieni di lacrime di Maria che con voce strozzata, mi disse: “Robin…”-
 
-Benvenuta Principessa della Luna- la schernì mio padre alzandosi dal suo trono, la guardò  compiaciuto per poi rivolgersi a me con un cenno del capo-Sono molto onorato di avervi qui con noi-
Non osai distogliere lo sguardo dal pavimento, avrei potuto incontrare gli occhi di Maria e di quegli occhi io avevo paura.
La portarono in una cella, non fece niente per ribellarsi, la ragazza che avevo conosciuto e che amavo era completamente distrutta.
Iniziarono i festeggiamenti. Evviva! Ero felice da morire! No!
Mio padre era contornato dalle solite “brave” ragazze, quando con un cenno della mano mi fece segno di avvicinarmi.
-Cosa volete padre?-
-Domani al tramonto ucciderò la Principessa della Luna sull’Altare, vai a dirle che domani mattina verranno le donne a prepararla-
Sbiancai, mi veniva da vomitare anche se non avevo mangiato, il mio cuore ora batteva in gola, per non parlare della lingua che ormai mi si era appiccicata al palato.
-Devo proprio?-risposi con la voce più sicura che avessi in quel momento, ovvero un miagolio che non avevo niente di umano.
-Voglio che passi la notte più inquietante della sua vita-
Ormai non avevo neanche più  la forza di obbiettare, dovevo perdere la persona che amavo di più il giorno dopo.
-Ah, Robin?-
-Che vuoi?-dissi scontroso, ma allo stesso tempo distrutto.
-È una Merryweather- disse guardandomi freddamente con i suoi occhi gelidi.
 
 
 CIAO A TUTTI !
ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO,
DOVE C'è UN PICCOLO COLPO DI SCENA.
CHE COSA ACCADRà?
VI HO LASCIATO IN SOSPESO, COME SONO CATTIVA!!
NON CHIAMATE IL MANICOMIO PERCHè STO BENE.

E ORA VI LASCIO UNA PICCOLA GIF SU JACK...SPERO VI PIACCIA.


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