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Autore: With H    17/09/2013    0 recensioni
Haley è una studentessa universitaria fuori sede alla fine del suo secondo anno accademico. Dopo un'improvvisa eredità, decide di prendersi una vacanza, partendo per un viaggio in macchina in giro per l'Italia completamente da sola. Questo viaggio l'aiuterà a crescere, a perdonare e a fidarsi degli altri, ma l'aiuterà anche ad amare.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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EPILOGO

Era tornato in Italia solo da un paio di giorni, lasciando Londra e cinque mesi incredibili passati in giro per l’Europa. Avevano suonato in vari locali ed avevano testato che la loro musica funzionava anche all’estero senza il pubblico di ragazzine che li seguiva più perché lui era “figo” che per la loro musica ed avevano iniziato a registrare definitivamente i dodici pezzi che avrebbero composto il loro secondo album, cambiando un po’ alcuni suoni, ma senza abbandonare la traccia originale e alla fine l’avevano prodotto, facendo una prima stampa di circa cinquemila copie che sarebbero state vendute anche in alcuni negozi di musica, oltre che durante il loro tour in Italia. 
Il disco sarebbe uscito il venti dicembre, anticipato dal primo singolo “Slow Motion”, che sarebbe uscito esattamente una settimana prima dell’album.
Non aveva mai smesso di pensarla, Haley era rimasta il suo pensiero fisso in qualsiasi posto andasse, qualsiasi cosa facesse. Non gli era servito nemmeno salire di nuovo su un palco per allontanarla dai suoi pensieri, avrebbe voluto sentirla, anche solo per messaggio, ma lei gli aveva chiesto tacitamente di non farlo e sapeva che aveva ragione, se si fossero sentiti sarebbe stato solo peggio.
Non aveva parlato di Haley ai suoi amici, anche se loro avevano ascoltato la canzone e visto il video e probabilmente avevano capito qualcosa, di sicuro non che ne fosse addirittura innamorato, probabilmente la credevano una cosa impossibile. Ad ogni modo “Slow Motion” era piaciuta subito, tutti concordavano che fosse la sua opera migliore e l’idea che lui aveva scelto per il video era stata approvata.
In Germania, dopo una serie di concerti, decisero di concedersi una serata di svago festeggiando l’Oktoberfest con tre ragazze che avevano conosciuto la sera prima al loro concerto; erano belle, intelligenti e disinibite, praticamente non potevano chiedere di meglio.
Alessandro decise di non pensare ad Haley almeno per un po’, così prese alla lettera la sfida proposta dai suoi amici, cercando di bere più birra di loro e ci riuscì, aveva sempre retto bene l’alcol e sapeva che in quella gara non aveva rivali, quando poi una delle ragazze - la più carina - tirò fuori dalla borsetta dell’erba da fumare insieme, Alessandro si disse che quella sera andava festeggiata a dovere e quindi fece qualche tiro anche lui, poi continuarono la serata in un locale a bere altri superalcolici.
Dopo un po’ però si ritrovò quella ragazza praticamente in braccio, che gli passava una mano sulla gamba e nel frattempo gli baciava il collo e giocava con il lobo del suo orecchio. Gli girava abbastanza la testa, come se avesse fatto qualche giro di troppo sull’ottovolante ed i suoi riflessi non erano veloci come avrebbe voluto, sentiva i muscoli pesanti e faticava a respirare e quando lei lo baciò, se ne accorse appena.
Ricordò di averla guardata, ma in realtà non vedeva sul serio perché gli si era appannata la vista e l’aveva chiamata Haley, poi si era reso conto che non era lei, si era alzato e barcollando si era allontanato dalla festa sotto lo sguardo preoccupato degli amici e frustrato della ragazza a cui aveva appena dato un due di picche.
Non era stato mai così male in tutta la sua vita, anche quando si era ubriacato parecchio; aveva sentito parlare del coma etilico e capì che lui ci stava andando, ebbe giusto il tempo di accasciarsi su una panchina e poi perse i sensi.
Si risvegliò il giorno dopo verso le quattro del pomeriggio, tutto intorpidito per la posizione scomoda che aveva mantenuto a lungo e per il freddo della nottata passata fuori a dormire su una panchina come un barbone.
Dopo quell’esperienza decise di dedicarsi solo alla musica e di smettere di pensare ad Haley, lei non avrebbe voluto che lui facesse una sciocchezza del genere, anzi, probabilmente non si sarebbe neanche mai innamorata di qualcuno così stupido, iniziò a chiamare Riccardo quasi tutte le settimane per sapere lei come stava, chiedendogli di non dirle che l’aveva chiamato, sapere che lei stesse bene gli poteva bastare; per cui decise di mantenere la promessa che si erano fatti, ovvero di andare avanti con la sua vita. Ed andò molto meglio.
Quando però due giorni prima era tornato a Roma, il primo pensiero dopo tanto tempo era proprio lei.



Mancavano quasi due settimane alla fine dei corsi ma lei contava di tornare a casa per il prossimo weekend al massimo, il primo semestre era stato allucinante con tutti i corsi che aveva seguito e le corse da un’aula all’altra dato che molti orari si intrecciavano. 
Tra l’altro aveva iniziato a lavorare in una radio locale e tra l’università e la vita da sola, non aveva quasi più tempo per sé stessa. Per fortuna c’era Riccardo che, con molta pazienza, le passava gli appunti delle lezioni che aveva perso e le spiegava gli argomenti che non aveva capito, alla fine di novembre era riuscita a finire tutti gli esami che aveva lasciato in sospeso ed era quasi allo stesso livello del suo amico. Il loro rapporto si era intensificato molto, Riccardo era l’unico che riusciva a farla uscire di casa per svagare un po’ anche quando lei era isterica per un esame che stava preparando e alla fine i buoni risultati erano arrivati comunque, anche senza passare giorni interi sui libri. Di tanto in tanto si erano anche concessi qualche weekend insieme a Milano da Rossella che li ospitava ed erano stati i momenti più belli di quei mesi; la loro amica da un po’ di tempo aveva deciso di non farsi più chiamare Rox ed era tornata a presentarsi con il suo nome di battesimo, che le si addiceva molto di più. Era cambiata molto, aveva anche smesso di tingersi i capelli di quel rosso intenso e adesso erano tornati del loro naturale colore ramato, inoltre aveva iniziato un corso di fotografia ed era diventata molto brava, scattava delle foto che avrebbero fatto invidia ai migliori fotografi, tra l’altro aveva partecipato ad un concorso nazionale ed era arrivata seconda, questo non aveva fatto altro che aumentare la sua autostima e la sua voglia di andare avanti.
Uno dei momenti più belli dall’inizio del terzo anno accademico, era stato Halloween; Riccardo aveva organizzato un horror party a casa sua a Riccione in collaborazione con alcuni ragazzi del corso di cinema che nel frattempo erano diventati loro amici. La loro idea era quella di continuare poi il loro percorso accademico a Roma, per diventare registi e, per come organizzarono la festa, di sicuro ci sarebbero riusciti.
La bellissima villa di Riccardo si era trasformata nella più terrificante delle case dei film horror, con ragnatele finte, manichini-zombie messi in posti strategici per far spaventare le persone e la musica dell’Esorcista in sottofondo per tutta la serata. Avevano organizzato una sorta di cena con il delitto che alla fine si era dimostrata più realistica di quanto tutti gli invitati si aspettassero; proprio nel momento in cui la tensione di tutti era ai massimi livelli, era andata via la corrente - o meglio, avevano fatto scattare volontariamente il contatore - e mentre tutti cercavano di scappare dal fantomatico serial killer, Riccardo aveva seguito silenziosamente Rossella, era comparso dal ripostiglio afferrandola e prima che lei riuscisse ad urlare perché era sul serio spaventata, la luce era tornata e lui l’aveva baciata, davanti a tutti, facendo poi scoprire di non essere stato lui l’assassino, ma Roberto.
Dopo quella sera si erano fidanzati ed erano la più bella coppia che Haley avesse mai visto, soprattutto perché non passavano la maggior parte del loro tempo a fare i piccioncini e perché riuscivano sempre a ridere e scherzare insieme, senza mai prendersi troppo sul serio. Non si era mai sentita il terzo incomodo con loro e non poteva essere che felice di averli come amici. 
Anche se non ne avevano mai parlato, entrambi sapevano che Haley stava ancora male, per cui evitavano di fare qualcosa che le ricordasse l’estate precedente, in particolare le due settimane di luglio durante le quali si erano incontrati a Riccione.
Haley aveva smesso di parlarne e alla fine aveva finto di stare bene, era andata avanti con la sua vita cercando di non pensarlo più e ci era quasi sempre riuscita, ma poi bastava che qualcuno tra la folla avesse il suo stesso profumo maschile o che alla radio passasse “Ti Porto Via Con Me” e allora il dolore tornava a materializzarsi come se fosse qualcosa di tangibile e pesante.
Le ultime settimane comunque erano state meno difficili, le sue giornate erano praticamente sempre impegnate e a Bologna c’era stata la prima nevicata che in una notte aveva ricoperto i tetti rossi e tutta la città di bianco, rendendola quasi irreale.
Con quel clima e il mercatino di Natale fatto al portico della Corte dei Servi, l’atmosfera natalizia si sentiva ancora di più, di sicuro molto più che a Napoli, dove le temperature di solito non scendevano mai più sotto dei sette gradi; le sarebbe piaciuto passare le feste in un posto dove nevicava, aveva anche provato a convincere Riccardo e Rossella ad andare a fare un weekend in qualche capitale europea, o magari andare ai mercatini di Natale di Bolzano, ma alla fine non erano riusciti ad organizzare niente ed ormai mancava poco a Natale ed ognuno sarebbe tornato nella propria città.
Uscì nell’atrio dove il freddo pungente dell’esterno si faceva già sentire, quella mattina era stata abbastanza pesante anche perché Riccardo non era andato a lezione e non l’aveva avvisata della sua assenza, probabilmente non aveva sentito la sveglia, come suo solito; almeno aveva il pomeriggio libero dai corsi, così decise di prendere un caffè alle macchinette prima di tornare a casa, aveva già preparato le valige e il giorno dopo sarebbe partita, in realtà era ancora indecisa se scendere a Napoli con l’auto o con il treno, per cui non aveva ancora prenotato i biglietti, ma iniziava a pentirsene vista tutta la neve di quei giorni, non aveva molta voglia di tornarsene in macchina da sola, probabilmente avrebbe deciso all’ultimo minuto come sempre.
Le macchinette erano stranamente isolate, senza nemmeno uno studente che stesse prendendo qualcosa, lei si avvicinò a quella delle bevande calde, mentre digitava meccanicamente il codice del caffè espresso che prendeva sempre e parlava distrattamente con un’amica, notò qualcosa che la fece bloccare. Sulla macchinetta c’era attaccato un bigliettino e non il solito avviso che era guasta.
Per Haley
Non le servì nemmeno scervellarsi per capire chi fosse, aveva già riconosciuto la grafia e il suo cuore aveva preso a battere decisamente troppo velocemente, tra l’altro sentiva le gambe che non reggevano il suo peso.
«Che c’è?» le chiese preoccupata, poi lo notò e sorrise «Haley ha uno spasimante...»
Scosse la testa staccandolo da lì, le tremavano le mani.
A questo punto ti si presenta un bivio. Puoi decidere di prendere il tuo caffè e tornare a casa per preparare le ultime cose, a quel punto ti consiglio di prenotare un treno perché guidare la tratta appenninica con questa neve è una seccatura, nel caso però tu fossi decisa a scendere in auto perché come al solito la tua valigia è delle modeste dimensioni di un frigorifero, allora monta le catene e vai piano. In tal caso, buon viaggio.
Oppure puoi scegliere l’altra opzione.
Tornare a casa, accedere a Youtube con il tuo account e leggere i messaggi privati, ne troverai uno con un link di un video che verrà caricato ufficialmente solo domani, guardalo attentamente, ci sono delle cose che potresti ritenere interessanti...
Haley bevve di fretta il suo caffè, ustionandosi quasi, poi salutò distrattamente la sua amica e corse a casa, rischiando più volte di scivolare sul ghiaccio che si era formato sotto i portici. Casa sua distava circa una decina di minuti a piedi dall’università, decise di non passare per Piazza Maggiore perché rischiava di dover fare lo slalom tra le persone e la neve e continuò dritta, poi arrivò al suo palazzo e salì velocemente le rampe di scale che portavano al terzo piano dove abitava lei. Aveva il respiro accelerato per la corsa, ma non si fermò, entrò in casa salutando appena le sue coinquiline ed accese il computer, aveva il cuore che le tamburellava nel petto.
Per tutti quei mesi era stata sicura che Alessandro l’avesse dimenticata, non l’aveva più sentito da quando si erano lasciati tra le lacrime e le promesse quella mattina di metà luglio a Riccione. Si erano detti anche che non si sarebbero sentiti durante quel periodo, anzi, in realtà era stata lei a dirlo perché pensava che sarebbe stato meglio così per entrambi, ma poi durante i due mesi successivi aveva sperato che Alessandro non rispettasse la sua richiesta e si facesse sentire, facendole capire che le sue non erano parole perse nel vento e che continuava a pensarla almeno un po’, ma lui non l’aveva fatto e alla fine Haley aveva iniziato a credere che doveva dimenticarlo, come aveva fatto lui. Anche se non aveva mai smesso di sperare. E in quel momento, con il suo biglietto tra le mani, si sentiva la persona più felice del mondo ed era decisa a seguire qualsiasi richiesta folle da parte di Alessandro, l’aveva fatto quando non lo conosceva e non aveva alcun motivo per non farlo in quel momento, dopo tutto quello che era successo tra loro e dopo l’amore che continuava a provare per lui nonostante i cinque mesi in cui non l’aveva visto né sentito.
Aveva un unico messaggio privato sul suo account Youtube, da un account con un nome di un giocatore di basket americano, probabilmente un nome a caso inventato al momento. Il video che doveva vedere era quello di una canzone del gruppo di Alessandro che si chiamava “Slow Motion”; le prime note partirono proprio sul rumore di una macchina che viene messa in moto, poi sullo schermo comparve lei, con i capelli molto più chiari di come li aveva in quel momento, dopo l’inverno ed uno shampo scurente e con una t-shirt a righe rosse e bianche. Le si fecero lucidi gli occhi, era la sua canzone.
Il video era bellissimo, esattamente come l’aveva pensato Alessandro prima di girarlo; lei era la protagonista assoluta ed ogni tanto alle sue riprese si intrecciavano quelle in bianco e nero della band che registrava il pezzo in sala d’incisione. Alla fine del video comparve una scritta, che poi sarebbe stata eliminata il giorno dopo quando il video sarebbe stato reso pubblico.
Se non hai visto questo video solo per curiosità, ma perché hai scelto la seconda opzione, allora ti consiglio di preparare la valigia, sì quella che avresti portato a Napoli e di caricarla in macchina insieme a tutta la roba che avevi deciso di portarti per le feste di Natale. Lì troverai altre indicazioni per un itinerario alternativo.
Haley fece lo screenshot del messaggio e lo stampò, dopodiché salutò le sue coinquiline augurando loro un buon Natale e poi andò via, portandosi dietro una valigia, la borsa in cui aveva le cose che le potevano servire subito, come i soldi o il cellulare ed un’altra borsa con il portatile ed arrivò al parcheggio dove c’era la sua auto, la sua Renault Chamade rossa alla quale ormai si era affezionata, caricò i bagagli nel cofano e poi notò che c’era un altro biglietto infilato tra i tergicristalli anteriori. Solo le sue coinquiline e Riccardo sapevano dove lasciava la macchina, anche perché a nessun altro sarebbe interessato, in quel momento capì perché il suo amico non era andato a lezione quel giorno.
È il momento di lasciare Bologna, Sghì. Vai verso Casalecchio, in direzione Milano.
Una volta qualcuno mi ha detto che i fattori determinanti per un buon viaggio sono una buona compagnia, della buona musica e dei biscotti... Per quanto riguarda la compagnia, beh, ti presento la tua nuova amica Atena, dietro, sul sedile posteriore...” Haley si girò e notò un peluche a forma di civetta bianca, sorrise pensando al nome che le aveva dato, la dea della saggezza nell’Antica Grecia aveva come animale sacro proprio la civetta “Però non sono riuscito a rimediare in tempo della buona musica e dei biscotti... Direi che i cookies vanno bene. Credo però che il primo Autogrill dopo aver imboccato l’autostrada, possa fare al caso tuo.
Mi raccomando, guida piano.
Il primo Autogrill che incontrò dopo aver imboccato l’autostrada era a tre quarti d’ora da Bologna, tutta la strada che aveva fatto fino a quel momento aveva ancora la neve ai lati delle corsie, per cui andò piano come le aveva consigliato lui anche perché non aveva mai guidato con la neve e si sentiva abbastanza insicura.
L’Autogrill emanava un calore accogliente, si diresse verso lo stand dei vari biscotti e cercò i cookies, quando li trovò però rimase delusa, perché non c’era il prossimo bigliettino; fece per andare alla cassa a pagare, ma poi pensò che se fosse stata al posto di Alessandro lei non avrebbe scelto il primo pacco, perché qualcuno avrebbe potuto comprarlo prima che lei arrivasse, così tornò indietro e, sul retro del penultimo pacco trovò il quarto indizio di quella caccia al tesoro alternativa. Si chiese dove l’avrebbe portata e per quanto tempo avrebbe dovuto guidare.
In realtà non era un biglietto, ma uno scontrino per una cioccolata calda, andò al bancone a prenderla e il barista le sorrise.
«Giornata fredda, non trova?» le chiese guardando fuori, dove il cielo prometteva altra neve.
Lei annuì guardando a sua volta verso l’esterno e quando lui le mise la tazza davanti, notò che accanto c’era un CD.
Sorrise rigirandoselo tra le mani, la copertina era molto più bella di quella del primo album, finalmente riusciva a vedere bene tutti i componenti della band che si trovavano, avvolti nei loro abiti pesanti, in una specie di cantiere in quella che riconobbe come la City di Londra; per quanto gli altri fossero dei bei ragazzi, Haley preferiva comunque Alessandro. In quella foto aveva la barba leggermente incolta che a lei faceva impazzire e i capelli spettinati, indossava un maglioncino grigio non troppo aderente e sotto un paio di jeans scuri, ed aveva una sciarpa di lana attorno al collo che gli copriva anche parte del viso e gli occhi di un incredibile colore tra il grigio e l’azzurro. Era bello da far mancare il fiato.
«Quanto tempo fa è stato qui il ragazzo che le ha dato questo?»
Il barista sorrise «Deve essersi sbagliata, perché lei aveva quel CD in mano già quando è entrata in Autogrill!» rispose facendole l’occhiolino.
Tornò in macchina ed aprì il CD ed oltre al libretto, trovò anche il bigliettino che cercava.
Sei andata un po’ nel panico pensando che avessero comprato la tua scatola di cookies, vero? La cioccolata ci voleva proprio, fa parecchio freddo e devi mettere un po’ di zuccheri nel tuo corpo, anche perché poi mangerai direttamente a cena, qualsiasi decisione prenderai, quindi abbonda con i biscotti.
Adesso, non seguire più le indicazioni stradali, ma segui le mie, ok? Ho calcolato un percorso che dura esattamente quanto il CD che hai tra le mani, quindi fallo partire solo appena avrai messo in moto...” dopodiché c’erano una serie di indicazioni in cui non menzionava mai le direzioni da prendere ma le diceva soltanto di girare a destra a un certo punto e poi continuare dritto e così via e poi si concludeva con “Ah Haley... ti porto via con me!
Prima di rimettersi in viaggio, prese il libretto del CD e lo sfogliò, esattamente come per il primo album tutto era scritto in inglese e ad una pagina con il testo di una canzone si alternava poi una pagina con una loro foto in bianco e nero, l’ultima pagina, quella che corrispondeva alla copertina davanti, oltre a contenere i nomi della band, del loro manager e delle persone che avevano collaborato alla produzione dell’album, era dedicata ai ringraziamenti dei cinque componenti, gli ultimi erano quelli di Alessandro. 
Aveva ringraziato sua madre, Vittorio - il cuoco che aveva conosciuto anche lei a Garda -, un paio di amici e poi alla fine Haley lesse il suo nome e tradusse il testo.
E più di tutti ringrazio Haley, per aver creduto in me, per i sorrisi, per essere stata la musa ispiratrice di una delle mie canzoni più belle di sempre e per aver fatto parte anche del video... Perché questo album è soprattutto per te.” e alla fine si concludeva esattamente con la frase che aveva scritto sulla lanterna cinese l’ultima sera passata insieme “My gift is my song and this one for you. Haley, ti porto via con me.
Sorrise, quasi iniziò a ridere da sola in macchina, mentre lacrime di commozione le rigavano il viso, rimise in moto decisa ad arrivare da Alessandro il più in fretta possibile, poi fece partire il CD e seguì le sue direzioni.
Le canzoni erano, se possibile, anche più belle di quelle che lei ormai conosceva e sentire “Slow Motion” completa e definitiva, fu emozionante quasi quanto leggere i ringraziamenti nel libretto.
Distratta dalla musica non si era accorta della direzione in cui le indicazioni di Alessandro la stavano portando, lo capì solo quando si ritrovò nel parcheggio di Linate.
Scese dall’auto ed entrò nell’aeroporto, guardandosi intorno alla ricerca di Alessandro, poi lo vide, sotto a uno dei tabelloni con gli orari di apertura dei vari gate, in mezzo alla folla. 
Anche lui l’aveva vista, l’aveva vista da quando era arrivata e l’aveva riconosciuta subito, nonostante i capelli parecchio più scuri di come li aveva quell’estate, la pelle chiara, i vestiti pesanti e i chili in meno, era comunque bellissima. Corse verso di lui facendosi spazio tra la gente, con il cappotto marrone che svolazzava facendo vedere un maglioncino bianco e dei jeans aderenti infilati negli stivaletti di cuoio abbinati alla borsa, schivò una famiglia che stava andando a fare il check in e poi lo avvolse in un abbraccio che gli tolse il respiro e gli fece battere di nuovo il cuore dopo cinque mesi.
L’alzò da terra e si guardarono negli occhi per qualche secondo prima di lasciarsi andare nel bacio più passionale che si erano mai dati.
«Io mantengo sempre le mie promesse.» sussurrò rimettendola a terra.
«Adesso lo so.» rispose deglutendo «Non immagini quanto mi sei mancato...»
«E ora che sono qui, provi ancora qualcosa per me?»
Haley lo guardò intensamente negli occhi, gli accarezzò una guancia e sorrise «No.» ammise leggendo nella sua espressione delusione e paura «Ti amo ancora di più e lo credevo impossibile.»
Si sciolse in un sorriso «Beh, in tal caso... che ne dici di accompagnarmi a Parigi per una settimana?» domandò mostrandole due biglietti «Ah... Ti amo anche io, ancora di più.»
   
 
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