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Autore: Sama_013    17/09/2013    2 recensioni
Mentre continuavo a pensare mi accorsi che un nuovo incappucciato si era aggiunto a noi. Cominciò a parlare con il ragazzo che teneva il libro tra le mani, poi gli tirò un pugno in faccia e di scatto gli prese il libro. Il ragazzo cadde a terra, e l’altro lo prese, sollevandolo in aria, tenendolo con una stretta alle gola. Poi, con la mano gli coprì le labbra e intorno a lui, il ragazzo che l’incappucciato teneva tra le mani, cominciarono a cospargersi lingue di fuoco nere e una strana nebbiolina nera che cominciava a vorticargli attorno, e poi, quella nebbiolina cominciò a vorticare il braccio dell’incappucciato e pian piano il colore della pelle del ragazzo si faceva più chiaro, e finalmente capii. L’incappucciato gli stava risucchiando l’anima. Dopo che la nebbiolina smise di coprire entrambi, l’incappucciato lasciò cadere a terra il ragazzo, privo di vita e anima, poi, una folata di vento gli soffiò in faccia, togliendogli il cappuccio e mostrando capelli di un castano biondo e dei strani occhi nocciola cristallini coperti da una strisciolina nera. Il volto che mostrava non era quello di un ragazzo. Ma di una ragazza. Il mio.
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Jade! Jade svegliati! E’ tardi! Non vorrai fare tardi il tuo primo giorno di scuola?!- -Sì mamma arrivo- Mi preparai velocemente e per quanto fosse tardi non ebbi quasi il tempo di specchiarmi. Scesi così velocemente le scale che per poco non cadevo. Mia madre mi aspettava fuori con le braccia conserte –Dai su muoviti che facciamo tardi!- -Facciamo tardi? – ripetei io -Mamma non credi che per una volta sia io quella che debba guidare la macchina e non tu?!- -Su non fare tutte queste storie e datti una mossa!-

Primo giorno di scuola, l’unica persona nuova. Tutti mi guardavano come se in faccia avessi qualcosa di terrificante. Aprii il mio nuovo armadietto, ci posai dentro tutte le mie cose, compreso il mio specchietto e, prima di lasciarlo, mi ci specchiai. –O MIO DIO! Non può essere!- i miei occhi emanavano una luce tra il rosa acceso e il viola. Insomma! Avevo gli occhi viola! Preoccupata sbattei la porta dell’armadietto e girandomi vidi che gli altri ragazzi non facevano più caso a me. Riaprii l’armadietto, mi rispecchiai e PUF! I mie occhi erano di nuovo come prima, color nocciola. Iniziai a preoccuparmi ancora di più. Mi sentivo svenire. Vidi l’orologio, erano le 8:09 e sinceramente non avevo poi così tanta voglia di fare lezione. Come tutti, del resto. Erano ancora le 8:38. L’ora in quell’aula non passava mai. Ero l’unica ragazza seduta in prima fila oltre a un ragazzo di nome Claude, o almeno credo. La porta si aprì ed entrò un ragazzo dalla canotta rossa e un jeans rovinato –Prof! Prof, scusate, ecco..- non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che subito la prof ribatté: –Che cosa è successo stavolta Walker?! Si è rotta l’auto?- Tutti si misero a ridere –….Io- - Ormai ti conosco abbastanza bene, e so che tutto ciò che stai per dire è falso. E’ il terzo anno che ti insegno, sfortunatamente. Quindi, vatti a sedere!-Per quei pochi minuti quel ragazzo non aveva fatto altro che fissarmi. Pensai di avere di nuovo gli occhi viola ma notai che nessuno mi stava fissando oltre a lui. –Ti dispiace se mi siedo qui?- Chiese il misterioso ragazzo. –N-no- dissi. –Grazie- il ragazzo mi sorrise e, con aria divertita, mi guardò intensamente quel tanto che bastava per farmi innervosire. –Io sono Jack- disse il ragazzo porgendomi la sua mano – Io Jade- balbettai. -Sei nuova?- mi chiese jack –Mi hai mai visto prima?-gli domandai, ma lui mi guardò in modo strano – si vengo da..- -Kurner! Walker! La potreste smettere di blaterare?! Non mi sembra un buon inizio cominciare l’anno con una nota!- La campanella suonò e io mi girai verso Jack per salutarlo ma… lui non c’era più. Strano, perché la maggior parte degli alunni stava ancora in classe. Presi i libri per la prossima lezione, chiusi l’armadietto e Jack riapparve. –Che ci fai qui? Non dovresti andare a lezione?!- chiesi, infastidita dal modo inquietante in cui mi osservava –Potrei fare la stessa domanda a te, allora.- -Beh, come vedi Jack, io ho appena preso i libri per la prossima lezione, quindi se non ti dispiace..- Cercai di passargli avanti ma lui non volle farmi uscire cosi posò la sua mano sulla mia spalla. Ci guardammo così intensamente che iniziai a concentrarmi sui suoi occhi, dove intravidi una fiamma rossa. Mi liberai dalle sue braccia e scappai via, senza nemmeno concedergli il tempo di domandarsi il perché. Mi chiusi in bagno. Prima gli occhi viola, e poi questo! Ma che cavolo stava succedendo? Ero così concentrata a pensare a ciò che avevo appena visto che non mi ero accorta dell’ora, e tra non molto sarebbe iniziata la prossima lezione, quindi dovevo muovermi. Uscii dal bagno – ehi, ehi tu!- Mi girai e vidi che una ragazza dai lunghi capelli biondi e le punte azzurre mi stava chiamando –Sii?!- dissi io con fare nervoso. –Scusa ma ti è caduto questo- disse, porgendomi il mio quaderno. –ehm grazie..- dissi sorridendole –io.. io sono Tiffany .- disse –Io sono Jade. Senti scusami ma faccio tardi a lezione, ciao- scappai via Finalmente ero a casa. Mi specchiai allo specchio. I miei occhi erano ancora nocciola. Una delle poche cose positive di quella giornata era proprio quella. Iniziai ad incamminarmi verso camera mia e mi accorsi che ad ogni passo che facevo il pavimento era stranamente più lucido. Suonarono al campanello, così mi girai e corsi verso la porta. “Mossa sbagliata” pensai, e mi ritrovai subito a terra. C’era qualcosa di così scivoloso da rendere quel pavimento altamente pericoloso. Mi rialzai, mi guardai allo specchio, aprii la porta e la richiusi con la stessa velocità in cui l’avevo aperta. Fuori c’era Jack. Riaprii la porta molto lentamente ma fuori non c’era nessuno così chiusi la porta, mi voltai ed eccolo lì, seduto sul divano. Spaventata presi la prima cosa che trovai e la usai come arma – Si può sapere chi sei?- chiesi. –Jack Walker, tuo compagno di scuola. Non dirmi che ti sei già dimenticata di me?!- mi canzonò, sorridendo e alzandosi. Me lo ritrovai davanti a me con una velocità sorprendente. I suoi occhi grigi mi trasmettevano paura e, guardandolo intensamente, cercai quella scintilla rossa, ma niente. Non c’era. Forse me la ero solo immaginata. –Magari- dissi. – Lo so, è impossibile dimenticarsi di uno come me- disse. -Ma se nemmeno ci conosciamo- ribattei io impaurita dal modo in cui continuava a fissarmi – Credimi tesoro io ti conosco più di quanto immagini-. La porta dietro di me si aprì.– Ciao tesoro come è andata a scuola?- fece mia madre, sorridendomi. Ma io non le risposi. Mi domandai per quale assurdo motivo non avesse chiesto di Jack. Mi girai. Non c’era. Rimasi pietrificata. “Ma come diavolo fa a scomparire così?” mi domandai. Alzai lo sguardo verso il comodino dove c’era il telefono di casa e vidi un foglietto bianco. Mi avvicinai. Era di Jack , ne ero sicura. Presi il biglietto e lo lessi: “Non domandarti chi sono io, ma piuttosto domandati chi sei tu” –Allora Jade?-. - Eh?- ero rimasta così terrorizzata che non mi accorsi che mia madre mi stava parlando. Dopo cena continuai a guardare l’orologio, avevo paura che ricomparisse. –Tesoro!?- urlò mamma dal piano di sotto – c’è un tuo amico alla porta. Lo faccio salire da te- disse e io rimasi di sasso. Qualcuno bussò e la porta si spalancò. Jack. –Sono le dieci. Non dovresti dormire?- mi domandò lui sorridendomi in modo divertito – E tu non dovresti essere a casa?- gli risposi con un’altra domanda – No. Preferisco passare il tempo con te-. Ok. Iniziavo ad avere paura di lui. Ci conoscevamo solo da oggi e lui già pretendeva che io passassi il mio tempo insieme a lui. – Senti Jack ci ved…- lui si avvicinò a me e scostandomi i capelli dalla fronte si avvicinò ancora di più, sfiorandomi quasi le labbra ma io mi scansai e lo spinsi via. Jack sbatté contro il muro. L’impatto fu così forte che si intravidero le crepe sulla parete. Mia madre urlò da sotto – Ehi cosa è stato?-. -M-mamma niente n-non ti preoccupare-dissi impaurita. –J-Jack stai bene?- domandai. Lui aprì gli occhi e mi guardò divertito, mi sorrise. Chiusi gli occhi e in quell’istante in cui li chiusi Jack era sparito. Di nuovo.
  
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