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Autore: welandtol    17/09/2013    0 recensioni
Ventidue anni prima di Katniss.
Prima di Snow.
Prima di Seneca.
Due anni dopo la seconda Edizione della Memoria.
Prima di tutto.. O l'inizio di tutto?
Benvenuti nei 52esimi Hunger Games..
E che la sorte sia SEMPRE vostro favore.
P.s. Ogni riferimento ad Aureliano realmente esistenti è puramente casuale.
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Tieni, magari ti aiuterà a calmarti.- dice Jay, porgendomi una tazza di the bollente. Tremo, nonostante io sia davanti al camino. Jay si sfila il maglione e me lo mette sulle spalle.
-Cosa.. Cosa gli è successo?- balbetto, rischiando di rovesciarmi il the addosso per colpa dei brividi.
-Allucinogeni.- sorride Jay mesto.
-Allora è vero? Ade..- la mia voce si spegne. Jay annuisce.
-..perché?- dico, con un filo di voce.
-Per dimenticare. Per non vedere. Immagina di aver vinto gli Hunger Games. Immagina di aver ucciso chissà quante persone. Immagina di rivedere i loro volti nella propria mente, le loro voci, le suppliche di essere lasciati in vita. Immagina di rivedere le loro morti, tutte le notti.. Ed immagina di vedere, dall'alto della tua prigione dorata, tutti i ragazzi andare a morire. Conoscerli, affezionarcisi, e vederli morire. Uno dopo l'altro. Non pensi che anche tu cercheresti di alterare la realtà?
-Ci serve lucido.. Non possiamo permettercelo.. Dobbiamo costringerlo a non farlo.- scuoto la testa.
-Dio, Bree, ma non capisci? Il problema non è cosa fa, ma perché! Se uno di noi vince, si ritroverà nella stessa situazione! Se perdiamo, sarà un ulteriore colpo ad Ade e tutto il distretto. Il problema non è lui, il problema è Capitol City, il problema sono gli Hunger Games! Ci sarà sempre un motivo per cercare di fuggire, finché saremo immersi in questa merda!
Rifletto sulle parole del ragazzo, mentre lui continua a sfogarsi.
-Sai che mia madre continua a svegliarsi di notte urlando? È terribile vederla in quello stato.. A volte ha degli attacchi di panico, ricordi dei giochi che tornano a galla. Finché ci saranno gli Hunger Games, nessuno potrà mai essere al sicuro, neanche da se stesso!
Lo guardo. Ha gli occhi lucidi ed i capelli spettinati.
-Io non voglio morire. Ma non voglio uccidere, non voglio vedere delle vite spegnersi.. Per colpa mia.- sussurro.
-Uno di noi morirà di sicuro.- sbotta lui, lasciandosi cadere al mio fianco sul divano.

Rispondendo alle mie urla, Jay era corso sul terrazzo. Eravamo riusciti a trasportare Ade nella sua stanza ed a metterlo a letto, mentre lui sorrideva a vuoto. Era stato orribile.

-Pensavo che fosse morto.- mormoro. Jay mi guarda.
-Hey.- sussurra, poi mi abbraccia. Mi abbandono nel suo abbraccio, che mi ricorda quello di mio fratello Lee. Per un istante mi sento al sicuro.
-Secondo me potresti vincere.- affermo. Lui mi guarda, alzando un sopracciglio.
-Hai fatto una vita migliore di quasi tutti i tributi presenti. In quanto a fisico non hai problemi, e scommetto che sai maneggiare un'ascia.
Lui sorride. -In effetti sono abbastanza bravo. Ma solo l'idea di prendere le persone a colpi di accetta mi fa rabbrividire.
-Io so lanciare i coltelli. Ho una buona mira. E poi conosco la maggior parte delle piante commestibili.- sorrido.
-Sai lanciare le accette?- sorride curioso.
-Con i coltelli me la cavo meglio, ma comunque si. - sorrido. Jay si guarda attorno. Si alza e su dirige verso il camino, per poi tornare con qualcosa in
mano.
-Un coltello ed un'accetta piccola da legna. Stupiscimi.- sorride.
Io prendo il coltello e mi alzo. Faccio qualche passo indietro, prendo la mira.. E inchiodo Jay per una manica al muro.
-Non mi hai neanche graffiato.- il suo tono di voce è incredulo, mentre stacca la lama dal muro. La sua camicia è lacerata, ma la pallida pelle sotto è intatta.
Sorrido, orgogliosa di me stessa.
-Adesso l'accetta.- sorride, entusiasta. La afferro per il manico, e cerco il mio bersaglio.
Faccio volteggiare l'arma un paio di volte, prima di scagliarla nella parete di fronte.
-Non male!- dice Jay entusiasta, constatando che si è piantata profondamente nel legno. -I coltelli vanno bene anche nel corpo a corpo.. Io invece in quello non ho speranze.- dice avvilito.
-Ma scherzi? Ti sei visto le braccia? Secondo me riesci a sollevarmi con una mano sola!- ribatto. Lui ride.
-Che ne pensi degli altri tributi?
Lui riflette un attimo.
-Mi hanno colpito il ragazzo del 2, la ragazza del 6 ed i due del 12..
Li riporto alla mente. Il ragazzo feroce dai capelli neri, che aveva l'aria di chi è convinto della vittoria. La ragazzina dallo sguardo spavaldo, che sorrideva compiaciuta alla telecamera. I due del 12, la ragazza dall'aria annoiata ed il ragazzo alto due metri.. Cody, Meg, Brooke e Reed. Questi sono i nomi di quei ragazzi.
-E quello dell'1?- ridacchio.
-Il bambino con il saio?- chiede lui.
-Già.- rido.
-Quello a Capitol City lo adoreranno. Come hanno detto che si chiama?
Cerco di ricordare.
-A.. Aureliano credo. Aureliano King.

Mi sveglio la mattina dopo, nel mio letto.
Mi metto a sedere confusa, senza riuscire a capire dove sono.
Poi un flash mi illumina la mente.
Mi rinfilo soto le coperte.
Quanto mancherà all'arrivo? Due ore? Tre?
Ogni minuto che passa sono sempre più vicina a morire.
Striscio fuori dal letto, e mi infilo sotto la doccia.
Tra non molto sarò affidata ai miei stilisti, ed una doccia è quello che ci vuole per iniziare la prima serie di torture.
Esco dopo poco, e mi infilo un corpetto nero allacciato ed un paio di pantaloni neri.
Mi guardo allo specchio.
Con le occhiaie e la pelle bianca, sembro quasi un vampiro.
Mostro i denti al mio riflesso, ringhiando, poi esco.
Imbocco sicura il corridoio alla mia sinistra, e mi trovo davanti Nora.
-Buongiorno!- trilla. Rispondo al suo saluto con un sorriso.
-Non vieni e fare colazione?
-Ci stavo andando.- sorrido.
-Oh, ma la sala da pranzo è dall'altra parte.- sorride a sua volta.
-Ma ovvio. Solo uno stupido confonderebbe la destra con la sinistra.- rispondo mentre faccio dietrofront.
Sul tavolo della sala da pranzo ci sono panini, marmellate, miele, cinque bricchi diversi contenenti cose da bere, e piatti colmi di biscotti.
Mi siedo accanto a Jay, che sorride. Ha una pila di biscotti scuri davanti a se, e li sta inzuppando nel latte.
-Biscotti al cioccolato. Sono buoni.- spiega, a bocca piena.
Io mi verso del the, e lascio vagare lo sguardo tra le varie prelibatezze.
Prendo una tazzadi latte, ed inizio a servirmi di qualsiasi cosa commestibile ci sia davanti a me.
Quando finisco di mangiare sono davvero piena, ma Jay non accenna a voler smettere di mangiare. Passano ancora venti minuti abbondanti prima che si pulisca la bocca ed allontani la sedia dal tavolo.
-Vieni a fare un giro?- mi sorride.
Mi giro verso Nora, che annuisce.
-Manca quasi un'ora all'arrivo. Prendetevela con calma.
Mi alzo e seguo il ragazzo. So che non dovrei farci amicizia, ma dopo il fatto accaduto questa notte non potevo più semplicemente ignorarlo.
Gli sorrido, mentre ci avviciniamo alla balaustra.
-Ci stiamo avvicinando alla morte, eh?- dice, tentando di farla sembrare una battuta. Faccio un sorriso tirato. Non sono nello stato d'animo adatto per apprezzare quest'umorismo macabro.
-Jay, scusami ma non ce la faccio a parlarne adesso..
-Tranquilla, tutto okay.- sorride. -Parliamo di..
-Parlami di te.- lo interrompo. Lui si blocca un attimo, poi sorride.
-Sicura che ti interessi?
-Prima regola della sopravvivenza: studia sempre il tuo avversario.- tento.
Lui ride, ed inizio a rilassarmi. Meglio godersi questi ultimi giorni.
-Mi sembra giusto. Allora, sono nato a fine estate.. Ho un fratello più grande, che ha compiuto diciotto anni due anni fa. Come sai miai madre è stata una vincitrice, per questo la mia vita è sempre stata più facile di quella degli altri. Questo ha contribuito a farmi essere un po'.. Escluso.- incespica. Lo guardo senza capire.
-Non è facile avere cibo sempre in tavola e vestiti pesanti, quando il tuo vicino di banco muore di fame. Non ho mai legato con nessuno. Da piccolo non capivo.. Ma adesso, in fondo è meglio così. Nessuno sentirà la mia mancanza laggiù.
-Tu dici? Quante persone sono venute a salutarti dopo la Mietitura? Una ventina a giudicare dal tempo che ho aspettato.
Lui ride di nuovo, poi scuote la testa.
-Non è come pensi.. Lo hanno fatto solo perché pensano che io possa vincere. Mi danno più possibilità che a te.
Lo dice schietto, come un semplice dato di fatto. Dovrei sentirmi ferita da questa affermazione, ma purtroppo so che è la pura verità.
-Credi di poter vincere?- gli chiedo. Lui scrolla le spalle.
-Davvero? Non lo so. Una parte di me lo spera ma.. Se fosse, tu moriresti.- storce la bocca. Sorrido involontariamente.
-Tutti i ragazzi che abbiamo visto nello schermo ieri sera. Da quello terrificante del 2 alla ragazza carina del 10. Nessuno si salverebbe.
-Ragazza carina del 10?- lo prendo in giro. Lui alza gli occhi al cielo.
-Sono un ragazzo. Anche se sto per morire, gli occhi li ho.
Rido, e dopo poco lo contagio.
-Anche il suo compagno di distretto non è male, sai Roberts? Hai occhi anche per lui?
-Li avrò nel momento in cui cercherà di uccidermi.- sorride entusiasta.
Lo guardo malissimo, e lui mi da un pizzicotto sul braccio.
-Jay.. Tu ucciderai laggiù?
-Se non mi ucciderà prima il mio staff di preparatori, dovrò farlo per forza.
-Lo staff di preparatori?- dico inorridita. Non tanto alla parola 'preparatori', quanto a 'ucciderà'.
-Mia madre mi ha raccontato un paio di aneddoti interessanti.
-Non vedo l'ora di sentirli.. Hey, stiamo entrando nella stazione!
La folla sta attorno ai binari, fissandoci ed urlando.
Sorrido timidamente ed agito una mano.
Poco avanti vedo un altro treno.
Il marchio del Distretto 1 è impresso sui vagoni.
Tiro Jay per una manica. -Guarda là! Scendono!
La prima a scendere è una ragazzina dai capelli castani. Sorride timidamente, e viene assalita dalla folla. Una sorta di guardie del corpo la proteggono, e la fanno arrivare indenne fino all'esterno dell'edificio.
Il secondo è il ragazzino arzillo, Aureliano. Ha i capelli lunghi e saltella.
-Salve gente!! Ciaaaaaaaooooo!! Io sono Aureliano!! Volete vedere una cosa strafiga?
Tira fuori un cucchiaio, ma prima che possa fare qualsiasi cosa lo trascinano via.
-Ha ancora quello stupido saio.- mormora Nora, apparsa dal nulla dietro di noi.
Jay mi fa l'occhiolino, ed io gli sorrido.
-Tocca a voi scendere, ragazzi.
 
  
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