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Autore: giormoments    17/09/2013    4 recensioni
[French!Louis | Teacher!Louis | Catfish - False Identità] | [Partecipa al Louis!Fest del Wanki!Fic]
Si sente preso in giro, schernito, tradito ed umiliato. Lo ama, lui ama Louis, ma chi è Louis? È quello delle foto, il modello giramondo alto e statuario? È quello lì davanti a lui, col corpo minuto, che lo fissa con occhi bellissimi ed assurdamente colpevoli?
Almeno sul colore degli occhi non ha mentito, osserva Harry con tono ironico dentro di sé.
Deve ricredersi, però, qualche secondo dopo, quando osserva davvero per la prima volta il francese negli occhi.
Gli occhi del ragazzo delle foto - chiunque egli sia - non hanno niente a che vedere con i fari che Louis ha incastonati nel viso.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota prima di iniziare la lettura: l'intera OS è basata sul programma Catfish - False identità. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è uno show in cui Nev (che ha avuto un'esperienza di questo tipo e diventato famoso per averne registrato un documentario) viene chiamato da persone che hanno relazioni a distanza, tramite Skype o Facebook, e non hanno mai visto l'altra persona, per riuscire ad incontrarla e sapere se la suddetta è chi dice di essere. Max, inoltre, è il cameraman principale che appare nello show.
Penso di aver detto tutto, quindi vi auguro una buona lettura :)



 

Catfish - False Identità




 
"Parlami di Louis e della vostra relazione".
Nev è sempre un tipo diretto quando si tratta delle relazioni online. Lui sa che può succedere di tutto, lui ci è passato.
Harry, udendo il suo nome così terribilmente bello e melodioso, sorride ed inizia a raccontare.
"Ci siamo conosciuti circa due anni fa su un sito per incontri online" comincia, "io avevo messo un annuncio per conoscere un ragazzo e lui è stato il primo a rispondere".
"Cosa avevi scritto sull'annuncio?" domanda Max, il cameraman.
"Ho scritto che cercavo un uomo con cui passare del tempo di qualità, qualcuno bello e che mi facesse ridere, ma ho... mentito", fa Harry, "Ho scritto di chiamarmi Niall e di avere ventitrè anni".
"Perché mentire, scusa?" lo ferma subito Nev, sistemandosi meglio sul divano bianco di Harry.
"Perché... Harry è banale, è comune. Niall è originale, nessuno si chiama così. Speravo potesse incuriosire qualcuno" replica torturandosi le mani dal nervosismo.
"E le foto? Sono le tue?" chiede Nev, "Scusa se ti tartasso di domande, ma ho bisogno di vederci chiaro se vuoi che contatti questo Louis".
"Tranquillo" lo rasserena l'inglese, "Le foto sono tutte mie".
"Bene, quindi tu hai mentito su nome ed età, giusto?"
"Giusto" conferma Harry mordendosi il labbro:
"Parlaci di Louis" lo incoraggia Max.
"Louis è..." inizia, cercando le parole giuste per descriverlo. "Mi fa ridere, riesce a farmi ridere anche quando è l'ultima cosa che voglio fare. Ha una voce bellissima, un accento francese - è francese - che mi fa venire i brividi ogni volta che lo sento. Starei a sentirlo parlare e ridere per ore, lo farei davvero. Se c'è qualcosa che non va lui lo capisce da come gli scrivo e da come parlo ed insiste per farsi dire cosa succede, alla fine cedo sempre e riesce a farmi sentire meglio".
"Che lavoro fa?" lo interrompe Nev, sorridendo del fiume di parole di quel ragazzino di soli diciannove anni.
"Fa il modello" risponde subito, "lavora con agenzie ancora poco conosciute ma viaggia molto, è sempre in giro per l'Europa".
Nev storce il naso: "Cosa ti preoccupa, perché ci hai chiamati?".
"Abita a Doncaster, a mezz'ora da qui, e non ha mai voluto incontrarmi di persona" sbotta Harry alzando lo sguardo su Nev e Max.
"Non l'hai visto nemmeno su Skype?" chiede il primo.
"No, non ha mai voluto. Una volta" si ferma un secondo, abbassa lo sguardo e riprende: "Una volta sul suo Facebook ha scritto 'Ho voglia di chiacchierare, chi mi chiama su Skype?' ed io ho subito commentato 'Io!' e lui 'Ehm, meglio di no'. Ci sono rimasto malissimo, perché no? Stiamo praticamente insieme, almeno per me, non frequento nessuno da due anni, c'è solo lui".
"E lui? Ti ha mai detto cosa prova per te?".
"Lui dice che mi ama e che anche per lui ci sono solo io, ma allora perché non vuole vedermi?", è esasperato, Harry. Sono mesi e mesi che sbatte la testa sulla stessa domanda.
"Possiamo vedere i vostri messaggi?" domanda Max avvicinando la videocamera.
Harry annuisce ed accende il portatile, per poi aprire la chat di Facebook.
I due leggono, poi è Nev a parlare. "È simpatico, è vero" constata, poi continua a leggere. "Qui dice che ti ama" dice indicando un punto dello schermo e Harry sorride e annuisce, gli occhi che luccicano.
Nev apre il profilo Facebook di Louis Tomlinson. Lavoro: modello. Guarda attentamente le foto.
Louis è alto, ha ventitrè anni ed un fisico scolpito e abbronzato, occhi color ghiaccio e capelli scuri, quasi neri.
La pelle, dalle foto, sembra liscia, tutta da toccare. Non lo nasconde, Harry, che ci ha passato delle serate a pensare come sarebbe stato toccarla mentre si dava piacere immaginando che fosse la mano forte che vedeva nelle foto, a farlo.
"Sei sicuro di quello che vuoi fare?" domanda Max all'improvviso. "Devo metterti in guardia, penso che tu lo ami davvero e quello che potresti scoprire potrebbe farti male".
"Voglio farlo" replica Harry deciso. "Sono due anni che va avanti così e non ne posso più, voglio sapere la verità" dice, "voglio vederlo".
"Bene, per ora penso di avere abbastanza materiale, ti chiamo appena so qualcosa, ok?".
Harry annuisce nervoso e li accompagna alla porta: ha un nodo allo stomaco incredibile e spera davvero che Louis sia la persona bella, simpatica, solare e dolce di cui si è perdutamente ed irrimediabilmente innamorato, e non una persona meschina che l'ha ingannato.



Il riccio si tortura le unghie da mezz'ora. Ha parlato con Nev, quella mattina: il conduttore ha indagato su Louis. A quanto pare, le foto presenti sul profilo del ragazzo - quelle che dovrebbero ritrarre il vero Louis - sono presenti anche in altri profili. Di altre persone.
Questo ha confermato la paura più grande di Harry: e se Louis non fosse davvero chi dice di essere? Se fosse qualcuno che si è divertito a fargli uno scherzo? Ne uscirebbe col cuore spezzato, logorato.
Nev l'ha subito consolato, dicendogli che questo non significa che Louis non sia chi dice di essere. Poi si è fatto passare il numero dal francese da Harry e l'ha chiamato.
"Ha accettato di incontrarci" lo informa Nev ed Harry proprio non ci crede.
Sono due anni, due anni santo cielo, che prova a convincerlo ad incontrarlo - che ha bisogno di incontrarlo, e Louis ha sempre rifiutato. Quale strano mezzo di convincimento ha usato Nev per convincerlo con una telefonata?
Fatto sta che, quel pomeriggio, andranno a Doncaster.
Harry finalmente lo vedrà e ha sensazioni del tutto contrastanti dentro di sé. Ha lo stomaco completamente aggrovigliato, non tocca cibo dalla sera prima tanto è nervoso, e non sa se sia più felice o spaventato.
Non vede l'ora di vederlo, di toccarlo, di poterlo conoscere nel modo più genuino e naturale possibile - guardandolo negli occhi - ma allo stesso tempo ha una paura incredibile di non trovare la persona che si aspettava. Di non trovarlo pronto ad andare avanti insieme, conoscendosi e prendendosi per mano.
Lui ha bisogno di Louis, un bisogno viscerale e profondo, che lo spaventa ma che lo manda avanti.
Ne ha abbastanza di conoscere solo la sua voce, di limitarsi a sentirlo per telefono. Non ne può più e se Louis non è chi credeva che fosse, se è solo qualcuno che si è divertito a prendersi gioco di lui, è il momento di saperlo.
È il momento di sapere se si è innamorato dell'angelo che crede di conoscere o di un qualche bastardo meschino.
Questi e altri mille pensieri gli affollano la testa riccioluta fino all'arrivo di Nev, Max e la troupe.
Il viaggio in macchina, se possibile, è ancora peggio.
Più si avvicina e più sente lo stomaco chiudersi, un macigno pesargli sul petto e mozzargli il respiro.
È la mezz'ora più lunga e difficile della sua vita, poi vede il cartello Doncaster e si sente anche peggio.
Sta per conoscerlo. Sta per vederlo, incontrarlo, abbracciarlo forse. Dopo due anni, dopo due lunghissimi anni, Harry sta per conoscere Louis, ed è spaventato, sì, ma è fottutamente felice ed impaziente, perché lo ama.
Parcheggiano nel vialetto di una modesta villetta nel centro della cittadina ed Harry deve imporsi di calmarsi, di respirare a fondo, inspirare ed espirare lentamente. Risultato? È ancora più agitato di prima.
Affianca Nev e Max  sul vialetto, dietro di loro arranca la troupe, poi è Max a suonare il campanello.
Sentono dei passi dietro la porta, poi più niente. Harry si morde nervoso un'unghia, poi la porta si apre.
Louis, quello della chat, era alto "circa un metro e novanta, centimetro più centimetro meno"; Louis, quello che gli apre la porta, sarà alto sì e no un metro e settanta. Niente a che vedere col fisico statuario ed imponente che aveva nelle foto.
"Bonjour" li saluta Louis, il Louis quello vero, quello bassino e minuto, col suo accento meravigliosamente francese.
Max e Nev lo salutano, mentre Harry rimane imbambolato a guardarlo.
Si sente preso in giro, schernito, tradito ed umiliato. Lo ama, lui ama Louis, ma chi è Louis? È quello delle foto, il modello giramondo alto e statuario? È quello lì davanti a lui, col corpo minuto, che lo fissa con occhi bellissimi ed assurdamente colpevoli?
Almeno sul colore degli occhi non ha mentito, osserva Harry con tono ironico dentro di sé.
Deve ricredersi, però, qualche secondo dopo, quando osserva davvero per la prima volta il francese negli occhi.
Gli occhi del ragazzo delle foto - chiunque egli sia - non hanno niente a che vedere con i fari che Louis ha incastonati nel viso.
Occhi chiari, del colore delle onde estive, calme ed ordinate. Sono spalancati, sembra un cucciolo ferito ed Harry non può che innamorarsi di quegli occhi.
I capelli sono disordinati, segno del fatto che se li è torturati dal nervosismo fino a quando non ha sentito il campanello. E non sono neri, ma di un color sabbia che ad Harry piace da matti.
"Ciao" lo saluta Harry, "finalmente".
"Ciao, Niall" ricambia il francese, pronunciando con quell'accento così buffo un nome che ad Harry non appartiene nemmeno.
Nev rompe il ghiaccio ed invita tutti a continuare all'interno.
Sono seduti al tavolo della cucina, ed Harry sa che deve togliersi un peso enorme, prima di sentire le ragioni di Louis.
"Prima di parlare, devo chiarire una cosa" inizia. È seduto a capotavola ed il francese è alla sua destra, con un maglioncino rosso che gli va largo. Annuisce e lo invita a continuare.
"Non mi chiamo Niall" butta fuori, per poi porgergli la mano destra, "sono Harry, e ho diciannove anni".
Louis gliela stringe con gli occhi spalancati. È il primo contatto tra le loro pelli e lo assaporano al meglio, sfiorandosi e poi stringendosi, prolungando il tutto più del dovuto. Poi Louis scoppia a ridere.
Il cipiglio interrogativo lo costringe a fermarsi e a palesare il motivo della sua risata.
"Sei inglese e ti chiami Harrì!" dice come se fosse ovvio, ponendo l'accento sull'ultima sillaba del suo nome e rendendolo mille volte più dolce di quanto non sia, specialmente pronunciato da quelle labbra sottili e da quella voce che ha cullato Harry per due anni.
Harry sorride e "Tu sei francese e ti chiami Louis" gli fa presente.
"Touché" gli concede il francese sorridendogli, ma il sorriso gli muore sulle labbra.
Niall - Harrì, si corregge mentalmente... deve ancora farci l'abitudine - ora l'ha visto per quello che è davvero. Lo amerà lo stesso? Gli urlerà in faccia di essere un impostore? Accetterà tutti i segreti che lui gli ha volutamente nascosto?
Prende un bel respiro: "Ci sono delle cose che devo chiarire".
Harry annuisce ed intreccia le mani sul tavolo, mentre dentro sente che potrebbe morire.
"Non sono chi dicevo di essere, e questo credo che tu l'abbia capito da solo" comincia, torcendosi le mani e puntando lo sguardo sul tavolo, "ma voglio che tu sappia che non avevo alcuna intenzione di ingannarti. Quello che ho detto, quello che provo per te, tutto quello era reale, è reale tutt'ora".
L'inglese deglutisce e lo invita a continuare.
"Non faccio il modello" dice Louis, "ma l'insegnante di francese".
Il minore annuisce piano con la testa. L'aveva immaginato appena l'ha visto, che avesse mentito sulla sua professione. Ma perché?
"Cosa c'è di interessante in un ragazzo di venticinque anni che fa il professore di francese per mantenersi? L'idea del modello che viaggia e vede il mondo avrebbe attirato di più e... E così è stato" replica, "E poi guardami, sono basso, di certo non ho il fisico di modello, chi si interesserebbe ad uno come me?".
E Harry capisce che dietro quel comportamento c'è una profonda insicurezza, la - falsa - consapevolezza di non essere all'altezza, di non essere abbastanza, di essere sempre inadeguato.
"Sei bellissimo" lo interrompe Harry, prendendogli tra le sue le mani con cui stava gesticolando nervosamente. "Per me sei bellissimo, e mi hai mentito ma sei più bello del tipo delle foto, per me" dice con tutta la sincerità di cui è capace e pianta i suoi occhi in quelli azzurri per convincerlo, mettendo a nudo la sua anima attraverso gli specchi smeraldini. "Ed io mi sono interessato a te, non per le foto, ma per il tuo modo di parlare, di esserci sempre per me e di riuscire a tirarmi su con un messaggio".
Louis ha gli occhi lucidi, ma non osa scostarli da quelli di Harry. Non esistono conduttori, persone a loro estranee: esistono solo loro due e sono come sospesi in un limbo atemporale.
La voce di Nev li riporta alla realtà: "Harry, sei disposto a passare sopra le bugie di Louis?".
Harry annuisce e "Sì, non m'interessa se non è un modello, voglio sapere tutto di lui, della sua vita, del suo lavoro, dei suoi studenti, anche se il francese non mi piace" ridacchia con gli occhi lucidi, "Ti voglio nella mia vita" dice poi, tornando serio, voltandosi verso il francese.
Louis, però, non sembra sollevato. "Non è tutto" replica.
Svariati paia di occhi si posano su di lui e lo invitano a continuare.
"Non ti ho parlato di Mark" ed Harry già pensa al peggio, pensa ad un uomo che ha rubato il cuore del suo Louis, a qualcuno che potrebbe portarglielo via proprio ora che l'ha conosciuto e se ne è innamorato ancora di più.
"Ha due anni, ed è mio figlio" butta fuori Louis per poi puntare gli occhi sul viso di Harry.
Il riccio, dal canto suo, è rimasto ghiacciato. È stata una vera e propria bomba, un fulmine a ciel sereno, uno schiaffo in piena faccia, un treno a tutta velocità preso frontalmente.
Non ce la fa, Harry, quindi si alza e corre fuori. Trova rifugio sul dondolo della piccola veranda, si copre il viso con le mani e cerca di calmarsi.
Un figlio. Un figlio. Louis ha un figlio. Questo cosa significa? Che è sposato? È fidanzato? Non è gay? Il riccio non riesce a darsi una risposta, ha la mente annebbiata da domande, dubbi e paure.
Due minuti dopo lo raggiunge Louis, che esita, con la paura di essere cacciato.
Si siede accanto a lui e, senza dire nulla, aspetta che sia il riccio a parlargli.
"Perché?" chiede infatti il minore. "Perché mi hai nascosto tutto questo?" dice con la voce roca e instabile, prossima al pianto.
"Lasciami spiegare, ti prego" lo supplica Louis alzandosi ed inginocchiandosi davanti a lui. Gli prende le mani tra le sue - infinitamente più piccole - e "Permettimi di spiegarti".
Harry fa un cenno con la testa, come per dargli il suo consenso, e il francese prende un respiro profondo.
"Stavo con una ragazza, al college. Le volevo bene, ma sapevo da tempo di essere attratto dai ragazzi, ci stavo più perché mi serviva a mantenere la facciata di ragazzo etero". inizia, abbassando lo sguardo di tanto in tanto ma senza mai lasciare andare le mani di Harry dalla sua presa. "Avevo in programma di lasciarla, ma una sera ci siamo ubriacati e abbiamo fatto sesso. Non ricordo nulla di quella notte, ma quando mi sono svegliato ricordo di essermi sentito disgustato di me stesso, quindi l'ho lasciata ed è stato allora che ci siamo conosciuti. Due settimane dopo si presentò a casa mia e mi disse di essere incinta. Avevamo vent'anni, eravamo entrambi spaventati ed io ero gay, anche se a lei non l'ho mai detto. Decise di tenerlo, ed io fui presente sia durante la gravidanza che durante il parto. Era pur sempre mio figlio e non potevo abbandonarlo così, non potevo abbandonare lei. Ci furono..." esita un attimo e lascia la presa sulle mani di Harry per asciugarsi le lacrime.
"Louis, non sei costretto a..." prova a fermarlo Harry. Voleva sapere, ma non immaginava una tale reazione da parte del maggiore.
"Ci furono delle complicanze durante il parto" riprendee come se non avesse sentito le parole del riccio. "Non riuscii mai a capire cosa fosse successo esattamente, ma lei morì un'ora dopo aver dato alla luce Mark" conclude tirando su col naso, cercando di mantenere la calma.
Non dice nulla, Harry. Gli stringe le mani e basta. Quanti 'Mi dispiace' avrà sentito Louis? E a cosa saranno serviti? Per questo rimane in silenzio ed aspetta che Louis si calmi.
"Mi dispiace di averti mentito" è proprio il francese a rompere il silenzio, "non volevo mettere su una messa in scena, per me non lo è mai stata. Quello che ho detto di provare per te è vero, non ho mentito sui miei sentimenti, mai".
"Nemmeno io" dice Harry, "e a me piace questo Louis" continua carezzandogli una guancia, "non il modello, non quello che viaggia e che ha un fisico statuario".
"E ora?" fa Louis, "credi di poter passare sopra anche a questa bugia?" chiede mordendosi il labbro inferiore.
"Io ti amo" replica Harry sicuro, "e non voglio che te ne vada dalla mia vita. Possiamo cominciare con calma e vedere come va, se vuoi. Perché io voglio".
Le labbra di Louis si piegano in un sorriso forte, prepotente ed incontrollabile, il primo che Harry ha il piacere di vedere, e si annota mentalmente di volerlo far sorridere così per tutta la vita.
"Voglio conoscerti quotidianamente, voglio venire a prenderti a scuola e portarti a pranzo, portarti una tazza di tea quando sei occupato a correggere i compiti e farti un massaggio quando sei stressato per la scuola" continua Harry prendendogli il viso tra le mani e carezzandogli le guance coi pollici.
Gli occhi del francese luccicano di felicità e posa le mani sui polsi di Harry.
"Ti amo anche io" dice, "e non ho intenzione di rinunciare alla felicità che rappresenti per me, quindi sì che mi va bene" afferma deciso e sicuro con le labbra a pochi respiri da quelle piene e rosse del riccio.
Si respirano per qualche secondo e chissene frega se ci sono delle telecamere a riprenderli, le loro bocche si cercano ma senza toccarsi.
"Posso baciarti, Harrì?" chiede il francese avvicinandosi di più al suo viso.
L'inglese ridacchia e "Mi fa ridere come dici il mio nome" lo prende in giro senza allontanarsi di un solo millimetro.
Louis gli schiaffeggia delicatamente il braccio e "Taire et baise moi" sussurra sulle sue labbra.
Harry rimane perplesso, poi "Louis sono una pippa in francese, non ho la più pallida idea di cosa tu abbia detto" farfuglia, ma Louis lo interrompe poggiando le labbra sulle sue.
È solo uno sfiorarsi di labbra, un ritrovarsi dopo essersi rincorsi per troppo tempo, la boccata d'aria e sincerità di cui entrambi necessitavano dopo aver limitato il loro amore allo schermo di un computer.
Sorridono l'uno sulle labbra dell'altro, poi si staccano e Louis sfiora il naso del piccolo col suo, in un gesto che Harry reputa dolcissimo.
Si baciano di nuovo, a fior di labbra, con una delicatezza che segna un nuovo inizio, l'inizio della loro vita insieme.





"Ehi, come siete belli!" esclama Nev rivolto al suo pc.
Sullo schermo Harry e Louis sorridono felici e ricambiano il saluto di Nev e Max.
"Allora, aggiornateci!" li incoraggia Max.
"Va tutto bene" inizia Harry. "Ora siamo a casa di Louis, lui è appena tornato dai colloqui, e..." guarda il maggiore in cerca di altro da dire.
"Siamo felici" aggiunge lui, sorridendo come non credeva di poter fare in vita sua.
"Da quanto state insieme?" chiedono i due conduttori.
"Abbiamo deciso di stare insieme poco dopo il primo incontro" replica Louis intrecciando la sua mano a quella del riccio, "quindi quasi un anno. Personalmente penso di non essere mai stato così felice con qualcuno, prima d'ora."
"È come se aveste trovato il vostro pezzo del puzzle mancante!" li prende in giro Nev, sotto sotto contento della loro felicità.
"Non sapevo che mi mancasse un pezzo fino a quando non ho incontrato lui. Non avevo idea di quanto fossi perso prima di trovarlo" replica però serio Louis puntando gli occhi in quelli di Harry che lo guardano innamorato, uno specchio d'emozione.
Si scambiano un bacio veloce che fa ridacchiare i due conduttori, che poi li interrompono: "Come vi siete organizzati? Per vedervi intendo".
"Io sto qualche giorno da lui, a volte lui porta Mark dalla nonna e viene da me. Comunque ci separa solo mezz'ora ed io mi sto informando per cercare casa più vicino a lui e Mark" aggiunge il minore sorridendo alla webcam.
"Ah, giusto! Di Mark che mi dite? Come state gestendo la cosa?".
"Per un po' lo abbiamo tenuto allo scuro della nostra relazione, ma qualche mese fa gli ho presentato Harry e vanno molto d'accordo. Quando sarà più grande gli spiegherò la situazione, ha tre anni e ora non capirebbe, ma per noi l'importante è che Harry gli piaccia" afferma Louis.
"Bene, sembra che vada tutto bene, allora!" osserva Nev e i due dall'altra parte della webcam - e del mondo - annuiscono felici.
Si salutano e i due ragazzi ringraziano Nev per averli aiutati così tanto, poi chiudono la chiamata.
Harry e Louis si scambiano un bacio, lento e passionale, le loro lingue si cercano e si rincorrono, disegnano il contorno delle labbra, proprio come hanno imparato a giocare l'una con l'altra nel corso dei mesi passati insieme.
"Devi preparare la cena" gli ricorda il francese puntellandogli la spalla con l'indice.
"Mi sento sfruttato" replica offeso il minore, lasciandogli un ultimo bacio per poi alzarsi e dirigersi in cucina.
"Ma sarai ricompensato!" aggiunge il castano con tono malizioso.
"Sei la persona più paracula che io abbia mai conosciuto" lo stuzzica Harry scuotendo i ricci divertito e ponendosi davanti ai fornelli ed iniziando a cucinare.
Louis lo osserva e lo abbraccia da dietro osservandolo mentre sfornella la cena per loro due e per suo figlio. Abbraccia la sua normalità, la sua quotidianità che ogni giorno gli rivela qualche pillola di novità che gli fa pensare di volerne per tutta la vita.
Si alza sulle punte - Louis, ventisei anni, si deve alzare sulle punte per baciare il suo fidanzato, vent'anni - e gli bacia il collo per poi posare le labbra sottili sul lobo e "Je t'aime" gli sussurra.
Harry sorride e gli si riempie la schiena di brividi, volta appena la testa e "Anch'io" replica posando un bacio a fior di labbra sulla bocca del maggiore.
"Imparerai mai una parola di francese?" chiede divertito dalla repulsione che Harry prova per la sua lingua.
"No" risponde Harry secco e divertito mentre gira il contenuto di una pentola con un cucchiaio di legno.
Louis sbuffa e gli pizzica il sedere, per poi tornare sul divano a giocare con Mark e le sue macchinine.
Questa quotidianità li rende proprio tanto felici.
  
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