Camicetta, maglioncino vintage, pantaloncini, macchina fotografica. Le mie Dr Martens gialle a fiori non potevano mica mancare.
Ero pronta.
- Corriamo alla fermata, altrimenti perdiamo il pullman! - esclamò El, agitatissima ma allo stesso tempo elettrizzata. La seguii velocemente.
Arrivate alla fermata, vedemmo il pullman arrivare un millesimo di secondo dopo esserci fermate (se non è fortuna, questa!). Tirammo entrambe un sospiro di sollievo. 
Salimmo, salutammo l'autista e ci posizionammo nei posti vuoti. El prese le sue cuffiette, e me ne porse una. Mi fece ascoltare una canzone che già conoscevo, era "I Miss You" dei Blink-182, ma non era cantata da loro. Era cantata dai 5 Seconds of Summer. 
- Vedi, - disse, mostrandomi una foto di quattro ragazzi, - lui con i capelli biondo platino è Michael, questo con la chitarra in mano è Luke, quello accanto a Luke è Calum, mentre quello con la maglia di Capitan America è Ashton, il batterista. - 

Osservai attentamente il volto di Ashton. Era un volto angelico, coronato da tanti ricci, sorridente, con gli occhi color azzurro cielo che sprizzavano allegria da tutti i pori. Il mio sguardo si posò sulle sue mani, che stringevano due bacchette. Aveva le classiche mani possenti da batterista.
Sentii un brivido partirmi dai talloni, che percorse la schiena, spostandosi verso lo sterno e arrivando fin sotto la nuca.
Deglutii rumorosamente. 

- Lì, arrpigghjt (Lì, riprenditi)! - strillò una vocina nella mia testa. Mi guardai intorno mentre ascoltavo la canzone e scrollai le spalle.

"Don't waste your time on me, you're already the voice inside my head"
Guardai El che mimava con le labbra il testo della canzone. La accompagnai.
"I miss you, I miss you"
Le sorrisi e lei ricambiò.
- Questi ragazzi hanno talento da vendere! - pensai, ripassando la canzone in mente.

Il Red Bus, mentre la canzone stava per finire, si fermò proprio di fronte alla London Eye. 
Cominciai a fare milioni e milioni di foto, ero letteralmente impazzita. El mi guardava e piangeva dal ridere, fino a far arrivare anche a me alle lacrime!
Fece i biglietti e aspettammo la capsula che arrivava, assieme ad un gruppo di quattro ragazzi.
Entrammo tutti e sei nella struttura in plexiglass. 
Mi avvicinai velocemente alla sbarra di acciaio, seguita da El. I quattro ragazzi avevano avuto la mia stessa idea. 
Parlottavano velocemente tra di loro, e riuscii a capire che non erano inglesi, perché si sentiva dall'accento. Sembravano australiani. 
Mentre pensavo alla loro nazionalità, notai fulmineamente le mani di uno dei ragazzi che teneva la sbarra. Mi pareva di averle già viste, quelle mani.
- El, guarda! Non sembrano le mani del batterista dei 5 Seconds of Summer? - diedi una leggera gomitata ad El, che guardava trasognata il Big Ben.
El guardò quelle mani.
Mi fissò.
Urlò "OH MIO DIO!" e corse ad abbracciare quei ragazzi. La guardai stranita, però poi riflettei.

MA QUELLI ERANO I 5 SECONDS OF SUMMER!

Guardai imbarazzata giù nelle acque del Tamigi, e per un attimo mi scordai di soffrire di vertigini. 
La testa mi girò vorticosamente e non capii più niente.
Le gambe cedettero. Svenni.