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Autore: Soqquadro04    17/09/2013    2 recensioni
[Fluff. Molto Fluff | Child!Stiles&Lydia | Attenzione: possibile aumento del livello di zuccheri nel sangue]
Il primo giorno di terza elementare, Stiles Stilinski è impegnato a non farsi trascinare a terra dal suo zaino troppo pesante, e sta anche cercando il suo amico Scott, come al solito in ritardo, quando vede una chioma di capelli non-biondi-non-rossi-non-castani che spicca in mezzo alla folla, e nasconde un visetto tondo e principesco.
E Stiles Stilinski, otto anni, un metro e venticinque di iperattività e occhi innaturalmente enormi, se ne innamora. Perdutamente.
E poi la vede.
O meglio, vede i suoi capelli.
Una cascata di boccoli di un colore strano, che non è biondo e nemmeno rosso e tanto meno castano – solo fra qualche anno la definizione “biondo ramato” entrerà a far parte del suo registro linguistico e verrà utilizzata per puntualizzare ad ogni piè sospinto. Ed è un colore strano, sì, ma strano in modo bello, dello strano che ti fa venir voglia di abbassare lo sguardo per vedere cosa c'è, sotto quella chioma che spicca in mezzo ai cappotti scuri e ai volti bianchi per l'inverno che avanza.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Princess

La principessa
La principessa dalle mille rose,
la principessa dai mille fiori dorati.
La principessa che sogna la dolcezza.
La principessa trattata con crudeltà
dall'orco con gli occhiali
La principessa che è donna,
la principessa dei miei sogni.
La principessa che non devo perdere,
la principessa che non voglio perdere.
La principessa dei giorni migliori
Guido Arci Camalli

 

È una meravigliosa mattinata di inizio settembre, il sole splende ma l'aria è gelida, e Stiles Stilinski sta per iniziare il terzo anno alla scuola elementare di Beacon Hills.
È fermo nel piazzale della scuola, la mano di suo padre sulla spalla e sua madre lì accanto, intenta a chiacchierare amabilmente con i genitori di chissà chi. Si guarda intorno, cercando Scott, mentre mantiene un contegno da piccolo soldato: la schiena dritta, le spalle rigide.

Certo, lo fa per necessità: ha otto anni, ormai è grande e, perciò, proprio non capisce perché il suo zaino sia così incredibilmente enorme – e pesante – confronto a lui.

Fatto sta che, se si azzardasse a rilassarsi, probabilmente la cartella si sottometterebbe alla forza di gravità e lo trascinerebbe giù. E non è il caso di finire penosamente per terra, attirandosi altre prese in giro da parte dei compagni di classe. E dei bambini più grandi. E anche di quelli più piccoli. No, non è proprio il caso.

Così Stiles Stilinski si limita a inspirare, gonfiando le guance e raddrizzando ancora di più la schiena, tentando di assumere un'aria importante.
Come se uno scricciolo alto sì e no un metro e venticinque, mingherlino e dagli occhi terribilmente grandi, possa assumere un'espressione importante, non ci è dato saperlo.

Lancia un'altra occhiata intorno a sé, domandandosi se Scott deciderà di farsi vedere prima del suono della campanella oppure se riuscirà – ancora una volta – ad arrivare in ritardo il primo giorno di scuola. Scuote la testa, mentre il trillo familiare – come se l'avesse chiamato solo pensandolo – invade il cortile, interrompendo il vociare allegro delle famiglie.

E poi la vede.
O meglio, vede i suoi capelli.

Una cascata di boccoli di un colore strano, che non è biondo e nemmeno rosso e tanto meno castano – solo fra qualche anno la definizione “biondo ramato” entrerà a far parte del suo registro linguistico e verrà utilizzata per puntualizzare ad ogni piè sospinto. Ed è un colore strano, sì, ma strano in modo bello, dello strano che ti fa venir voglia di abbassare lo sguardo per vedere cosa c'è, sotto quella chioma che spicca in mezzo ai cappotti scuri e ai volti bianchi per l'inverno che avanza.

E quando Stiles abbassa lo sguardo, perché dopotutto è curioso di scoprire chi c'è sotto quei capelli, tutta l'aria che stava trattenendo mentre tentava di non sembrare in procinto di cadere sul cemento a causa del suo zaino gli esce di botto dai polmoni, producendo un rumore strano. E stavolta si tratta di uno strano poco bello, come una macchina che scoppietta prima di spegnersi e lasciare a piedi i proprietari, che devono chiamare un carro attrezzi che non arriverà se non il mattino dopo, costringendoli a fare dieci chilometri a piedi per arrivare a casa.

Ma lui ha tutte le ragioni per avere una reazione simile: sotto i capelli non-biondi-non-rossi-non-castani, seminascosta da quella criniera, c'è una principessa come quella delle favole che alla mamma piace tanto leggergli ma che lui non sopporta. Non gli piacciono, perché i principi sono sempre biondi e perfetti e le principesse sempre stupide.

Ma quella principessa è troppo bella per essere stupida: ha un visetto tondo e altezzosamente corrucciato, la mano stretta fra quelle di una donna molto più alta di lei, le labbra piegate in un broncetto delizioso. E gli occhi sgranati, quasi sorpresi. Verdi.

Ma non verde smeraldo, o verde foglia, o verde prato o qualsiasi altro verde normale.
Un verde che non è proprio verde, perché c'è un velo di grigio che li offusca e cela i pensieri e le dà un'aria intelligente che le principesse di sua madre non hanno mai.

Occhi che lo osservano senza nessuna curiosità, facendolo sentire caldo, poi freddo, poi di nuovo caldo e molto più piccolo di quello che è. E mentre il piccolo Stiles Stilinski avverte le guance andare a fuoco e volta la testa per cercare di liberarsi di quel calore tenero che gli si agita in petto, l'attenzione ancora completamente rivolta alla principessa, sua madre saluta chiunque stesse intrattenendo per abbassarsi a dargli un bacio.

Claudia, quando lo guarda in viso e vede le iridi sbarrate e incredule e le gote rosse del figlio, corruga leggermente le sopracciglia, senza capire.
Poi Stiles, agitato, le fa segno di avvicinarsi un po' di più, e allora la fronte si distende e una risata cristallina fa compagnia alla seconda campanella della mattinata.

«Mamma, ma solo i principi sposano le principesse?»

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N/A - Note dell'Autrice

Buonsalve, lettrici.

Come esordire in un nuovo fandom se non con quello che è il mio pane quotidiano? Se deciderò di rimanere, verrete letteralmente invase da Child, Fluff e Child e Fluff ù.ù E non potrete fare niente per fermarmi *muhahahaha*
Sappiate che questo telefilm mi ha deviata, veramente: sono sempre stata una vampirofila di quelle pesanti da digerire, che se glielo chiedi (ma è meglio non farlo mai, se si vuole conservare la sanità mentale) riescono ad elencarti ogni leggenda di cui hanno anche solo sentito parlare e che hanno letto Twilight per avere una cultura generale ma che se potessero andrebbero a far compagnia a Stoker, impegnato a fare i carpiati nella tomba... e i licantropi non mi hanno mai fatta impazzire :P
Certo, poi ho iniziato a guardare Teen Wolf ed è stata una cosa naturale affezionarmi ai cucciolotti, cuccioli e cuccioloni di Beacon Hills... e a tutti quelli che girano intorno al branco, compreso l'adorabile, iperattivo, logorroico e geniale e adorabile, adorabile, adorabile – l'avevo già detto? – Stiles Stilinski. E sì, faccio orgogliosamente parte di una minoranza Stydia, perché quando si parla di amori che durano dalla terza elementare e che sono stati ignorati per anni e anni mi scatta la molla ù.ù Ma apprezzo lo Sterek (e, qui dentro, qualsiasi altra coppia), of course, perché sono una shipper ossessivo-compulsiva e ho letto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, e amo Derek.
E a voi non importa assolutamente nulla di tutto questo, quindi mi dileguo ù.ù
Forse a presto o forse no,
Soq :)

 
   
 
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