Capitolo 1
Scostai la coperta calda che mi avvolgeva, infilai le ciabatte e mia passai una mano sui capelli scombinandoli più di quanto non lo fossero già. Ancora assonnata mi diressi maldestramente al piano di sotto per mangiare. Legai i capelli in una coda disordinata per avere la faccia libera e mangiare senza impacci. Tirai fuori dal frigorifero una bottiglia di latte e la pogiai sul tavolo. Poi tirai fuori dalla cedenza Nutella e pane bianco. Presi un coltello e un bicchiere e cominciai a godermi la mia colazione. Mentre sorseggiavo il latte presi il telecomando della tv e la sintonizzai sul telegiornale
Giornalista: Oggi sparatoria in piena Londra, avvistati due maniaci intenti a importunare una ragazza diciottenne insieme  ad una amica, sua coetanea.
Abbassai il volume.
Io: Mah, che schifo che c'è in giro!
Continuai la mia colazione facendo un pò di zapping in tv.
Finito di mangiare misi tutto al suo posto e andai in bagno per prepararmi. Lavai faccia e denti, pettinai i capelli e mesi un nastrino di stoffa rosso, che faceva da cerchietto, che fermai con un fiocchetto laterale. Tornai in camera mia, adesso più fresca ed energica e tirai fuori dall'armadio un paio di jeans chiari aderenti e una fela gigante rossa con su scritto "Fuck yea" e il simbolo della pace in  bianco. Era la mia felpa preferita, adoro metterla! Soprattutto in inverno, quando fa tanto freddo.
Infilai le mie vans bianche, afferrai la mia borsa color cuoio che la sera prima avevo riempito con i libri di oggi, presi in mano l'iphone e uscii di casa posando le chiavi dentro la tasca interna della borsa. Dopo aver sentito della sparatoria in pieno centro non volevo correre rischi andando a piedi, perciò salii sul mio motorino e sfrecciai verso scuola.
Varcata la soglia del portone mi diressi verso l'armadietto salutando con il mio solito sorriso tutti i miei amici che incontravo. Arrivata lì, posai la borsa, infilai il cellulare dentro il borsellino e con i libri delle prime tre ore entrai in classe. Era lunedì, e di solito il lunedì è una giornata alquanto faticosa, aggiungendo il fatto che si trova a fine week end. Le prime tre ore erano di inglese, mentre le altre due di matematica. Le prime tre ore passarono velocemente, anche le seguenti due, spesso interrotte dai continui rimproveri della prof. verso Chad: il "giullare della classe". Se così si può chiamare. Quando fa una delle sue squallide battutine sarcastiche tutta la classe scoppia a ridere, solo a me e alla prof. non sembra spiritoso. Alla fine di quelle cinque ore, sentimmo il suono squillante della campanella e tutti risposero con un sospiro di sollievo. Tornai all'armadietto e sistemai la borsa, la misi in spalla e con un sorriso smagliante stampato in faccia uscii salutando tutti. Ero arrivata al motore, stavo per infilare il casco quando qualcuno alle mie spalle mi ferma. Mi giro e...