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Autore: Drew Bieber    18/09/2013    0 recensioni
Jaydan è una ragazza di 16 anni. Lei è molto ricca e vive in una enorme villa ad Atlanta con i suoi fratelli Noah e Jake. I suoi genitori sono morti entrambi in un incidente aereo e quindi è lo zio a prendersi cura di loro. Ma nonostante tutto il destino la parta nelle parti povere della città dove conoscerà una nuova vita.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto ancora pensando a quello che era successo ieri sera: l’incontro con quel ragazzo, Justin. È da sta mattina che ci sto pensando, anzi da ieri notte, sono rimasta sveglia tutto il tempo perché la mia testa non riusciva a cancellarlo, e se ci riusciva lo ridisegnava, è proprio una tortura. Non posso uscire, Noah e Jake non vogliono farmi uscire, ieri si sono preoccupati sul serio. Ma me lo merito sapevo a cosa sarei andata in contro e ho affrontato le conseguenze. Ma tutto questo non mi fermerà se voglio una cosa l’ottengo in un modo o nell’altro. Ora devo solo pensare a come uscire senza che quei due dei miei fratelli se ne accorgano. Ecco ho avuto un idea. Saranno loro a farmi uscire di casa e io non dovrò neanche chiederglielo. E tutto grazie alla mia grande bravura nel recitare. Noah e Jake sono in salotto sul divano, sono all’inizio delle scale e faccio finta di cadere, loro subito corrono da me completamente spaventati, il mio piano sta riuscendo, ovviamente perché sono una grande attrice e andiamo in ospedale. Mentre Noah e Jake non a parlare col dottore, io ne approfitto per scappare. Devo sbrigarmi sto correndo al parcheggio dove ho incontrato Justin, sono quasi arrivata, eccolo lo vedo in lontananza, tra di noi c’è più o meno un metro e mezzo di distanza, mi volto verso di lui che ha lo sguardo basso,  gli occhi socchiusi e vedo che gli sta scendendo una lacrima. Capisco che forse è meglio se me ne vado e mi avvio verso casa, so che Noah e Jake non sono più in ospedale, ma neanche a casa, lungo la strada li incontro e salgo in macchina con loro. Non dico una parola e lo stesso sguardo di Justin ora ce l’ho anch’io. Avevo fatto tutto quel casino inutilmente, solo per vedere che quel ragazzo era triste, ma non sto male per questo, sto male perché Justin era giù, e non sapevo il perché, volevo aiutarlo. Ma non potevo. Quando tornammo a casa andai in camera mia e scesi in giardino per stare un po’ in piscina, solo così riesco a dimenticare i miei pensieri, rilassandomi, e l’apnea è uno dei modi migliori per farlo. Dopo qualche ora mi misi sul divano per vedere la tv. Otto e mezzo. Ero sola in casa. Lo zio era a loro come al solito, Noah era in discoteca e Jake ad una festa. Non avevo nulla da fare. Mi travestii per uscire e fare una passeggiata. Mi tenevo lontana da quel posto, dove sicuramente avrei incontrato Justin, quindi andai al parco. Ero immersa nei miei pensieri quando mi arrivarono addosso delle gocce d’acqua dalla fontana su cui ero seduta. Mi girai ed era lui. Mi aveva riconosciuto. Justin. Si mise vicino a me e iniziammo a parlare.
Justin: ehi, ci incontriamo di nuovo
Io: a quanto pare
Justin: come mai da queste parti?
Io: così per fare un giro tu?
Justin: volevo cambiare aria
Io: come va?
Justin: non mi lamento,  a te?
Io: abbastanza bene
Justin: ti ho visto questo pomeriggio
Io: davvero dove?
Justin: eri uscito dall’ospedale
Mi aveva sicuramente scambiata per uno di quei due dei miei fratelli. Gli assomiglio molto vestita da ragazzo.
Io: ah si
Justin: come mai eri lì? qualche tuo parente non si sentiva bene?
Io: mia sorella
Justin: tua sorella?
Io: si perché ti sembra strano che ne abbia una?
Justin: no è che non immaginavo che avevi una sorella
Io: invece ce l’ho ed è davvero insopportabile
Sapevo che era questo quello che pensavano quei due, quindi meglio dire la verità. Dovevo auto criticarmi
Justin: almeno tu hai qualcuno.
Io: ... già …
Justin: comunque com’è lei?
Io: cosa?
A quella domanda rimasi davvero stupefatta, lui aveva chiesto di me o mio Dio, non potevo crederci
Justin: non ti preoccupare voglio solo sapere qualcosa di lei, così, per curiosità
Io: e cosa devo dirti?
Justin: come si chiama?
Io: … beh … allora lei si chiama … si … il suo nome è … no è … em … allora
Justin: sai si o no come si chiama tua sorella?
Non sapevo cosa dire, non potevo rispondergli “mia sorella si chiama Jaydan come me”, dovevo inventarmi un altro nome, stavo facendo una figuraccia, perché ho una sorella?
Io: mia sorella si chiama … Angel
Justin: bel nome, proprio carino, allora deve essere davvero un angelo per avere un nome così
O mio Dio, gli piaceva il mio nome e aveva detto che sono un angelo, appena vado a casa devo cambiarmi nome, così mi chiamerò Angel, ah, amo questo nome e detto da lui è ancora più bello
Io: come no un vero e proprio angelo
Justin: e quanti anni ha?
Io: 16
Justin: però abbiamo la stessa età, quando è nata precisamente?
Io: 1 marzo
Justin: anch’io che bella coincidenza e poi com’è descrivimela
Io: alta, magra, bionda, occhi azzurri
Justin: dimmi qualcos’altro che le piace?
Io: non è che sei troppo curioso su mia sorella?
Justin: e dai voglio sapere solo qualcosa in più
Io: ok allora vediamo, le piace cantare …
Justin: è brava?
Io: … si e molto, anche a ballare e a recitare, è molto brava anche a suonare la chitarra, pianoforte e il violino
Justin: mi piacerebbe sentirla cantare tu che dici?
Io: quando vuoi
Guardai il telefono ed erano le 9.52 e la mia pancia faceva i capricci, stavo morendo dalla fame e a giudicare dal suo stomaco anche Justin. Lì vicino c’era una pizzeria e andammo a mangiare. Era bello stare con lui. Parlare. Potevo dirgli qualunque cosa senza essere giudicata, ma avrei voluto dirgli chi ero davvero. Chissà se gli piacerei. Se mi tratterebbe come mi sta trattando ora. Io sarei molto imbarazzata, però vorrei conoscerlo davvero, vorrei essere davvero sua amica. C’erano tante cose che avrei voluto dirgli, ma era meglio stare zitta. Controllai l’ora: 24.47. Era meglio tornare a casa, anche se era inutile, Noah e Jake non erano sicuramente tornati, quindi sarei dovuta restare da sola. Justin mi accompagnò fino a casa e lì ci salutammo. Quando entrai le luci erano spente. Mi sdraiai sul divano chiudendo gli occhi, rivedevo nella mia mente il suo sorriso. Arrossii di colpo, e mi venne da ridere senza motivo. Ero davvero felice, per la prima volta, lo ero realmente, e tutto grazie a lui, a quel ragazzo, a Justin.
  Justin: ehi, ci incontriamo di nuovo Io: a quanto pare Justin: come mai da queste parti? Io: così per fare un giro tu? Justin: volevo cambiare aria Io: come va? Justin: non mi lamento, a te? Io: abbastanza bene Justin: ti ho visto questo pomeriggio Io: davvero dove? Justin: eri uscito dall’ospedale Mi aveva sicuramente scambiata per uno di quei due dei miei fratelli. Gli assomiglio molto vestita da ragazzo. Io: ah si Justin: come mai eri lì? qualche tuo parente non si sentiva bene? Io: mia sorella Justin: tua sorella? Io: si perché ti sembra strano che ne abbia una? Justin: no è che non immaginavo che avevi una sorella Io: invece ce l’ho ed è davvero insopportabile Sapevo che era questo quello che pensavano quei due, quindi meglio dire la verità. Dovevo auto criticarmi Justin: almeno tu hai qualcuno. Io: ... già … Justin: comunque com’è lei? Io: cosa? A quella domanda rimasi davvero stupefatta, lui aveva chiesto di me o mio Dio, non potevo crederci Justin: non ti preoccupare voglio solo sapere qualcosa di lei, così, per curiosità Io: e cosa devo dirti? Justin: come si chiama? Io: … beh … allora lei si chiama … si … il suo nome è … no è … em … allora Justin: sai si o no come si chiama tua sorella? Non sapevo cosa dire, non potevo rispondergli “mia sorella si chiama Jaydan come me”, dovevo inventarmi un altro nome, stavo facendo una figuraccia, perché ho una sorella? Io: mia sorella si chiama … Angel Justin: bel nome, proprio carino, allora deve essere davvero un angelo per avere un nome così O mio Dio, gli piaceva il mio nome e aveva detto che sono un angelo, appena vado a casa devo cambiarmi nome, così mi chiamerò Angel, ah, amo questo nome e detto da lui è ancora più bello Io: come no un vero e proprio angelo Justin: e quanti anni ha? Io: 16 Justin: però abbiamo la stessa età, quando è nata precisamente? Io: 1 marzo Justin: anch’io che bella coincidenza e poi com’è descrivimela Io: alta, magra, bionda, occhi azzurri Justin: dimmi qualcos’altro che le piace? Io: non è che sei troppo curioso su mia sorella? Justin: e dai voglio sapere solo qualcosa in più Io: ok allora vediamo, le piace cantare … Justin: è brava? Io: … si e molto, anche a ballare e a recitare, è molto brava anche a suonare la chitarra, pianoforte e il violino Justin: mi piacerebbe sentirla cantare tu che dici? Io: quando vuoi Guardai il telefono ed erano le 9.52 e la mia pancia faceva i capricci, stavo morendo dalla fame e a giudicare dal suo stomaco anche Justin. Lì vicino c’era una pizzeria e andammo a mangiare. Era bello stare con lui. Parlare. Potevo dirgli qualunque cosa senza essere giudicata, ma avrei voluto dirgli chi ero davvero. Chissà se gli piacerei. Se mi tratterebbe come mi sta trattando ora. Io sarei molto imbarazzata, però vorrei conoscerlo davvero, vorrei essere davvero sua amica. C’erano tante cose che avrei voluto dirgli, ma era meglio stare zitta. Controllai l’ora: 24.47. Era meglio tornare a casa, anche se era inutile, Noah e Jake non erano sicuramente tornati, quindi sarei dovuta restare da sola. Justin mi accompagnò fino a casa e lì ci salutammo. Quando entrai le luci erano spente. Mi sdraiai sul divano chiudendo gli occhi, rivedevo nella mia mente il suo sorriso. Arrossii di colpo, e mi venne da ridere senza motivo. Ero davvero felice, per la prima volta, lo ero realmente, e tutto grazie a lui, a quel ragazzo, a Justin.
  
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