= L’ombra
dell’incubo =
“ le cose sono due: uccido
lui, o mi uccido io “ pensò
Zoisite.
Prendendo in considerazione la prima
alternativa saltavano fuori
diversi quesiti:
- come ucciderlo?
- lei, che non aveva mai ucciso
nessuno, sarebbe riuscita a
trovare il coraggio di farlo fuori?
- cosa le avrebbe fatto, se il
tentativo fosse andato male?
- se fosse andato bene, quali
sarebbero state le conseguenze?
Sarebbe stata libera, o avrebbe dovuto passare la vita a guardarsi le
spalle dal
clan Cold?
Alla prima domanda Zoisite non sapeva
rispondere, non aveva
la minima idea di come riuscire a uccidere quell’icejin che
sembrava
indistruttibile.
Poteva sgozzarlo
all’improvviso? No, Freezer era troppo
veloce, non ci sarebbe riuscita.
Avvelenarlo? Difficile. Vuoi che
quello lì non avesse un
antidoto, o che non si accorgesse del tentativo? L’avrebbe
tenuta costantemente
sott’occhio, avendola ammanettata al proprio polso, e proprio
per questo gli
altri milioni di modi in cui avrebbe potuto ucciderlo erano da
escludere, le
sarebbe servita più libertà di movimento.
La seconda domanda: avrebbe avuto il
coraggio di ucciderlo?
Non lo sapeva. Quel bastardo
l’aveva stuprata mentre era
svenuta, o così sembrava, visto che le aveva detto
“credo proprio che ti
lascerò nel dubbio”. Sapeva come infliggere un
tormento psicologico, già l’idea
di aver subito una violenza era orribile, ma quel “forse
sì, forse no” le
rodeva ancora di più l’animo.
Zoisite però pensava che
in teoria, se veramente le
aveva fatto quel che “forse” le aveva fatto,
avrebbe dovuto esserci del dolore;
un dolore che non c’era, perché si sentiva a
posto. Non che ciò cambiasse nulla,
restava sempre un bastardo.
Terza domanda, le conseguenze di un
tentato omicidio
fallito. Risposta : “meglio non pensarci, altrimenti
finirò per non provarci
neppure”.
E la quarta era una domanda sciocca,
era ovvio che il clan
Cold l’avrebbe fatta cercare in lungo e in largo… MA se fosse riuscita ad abbandonare in
tempo la sezione nord della
galassia c’era l’85% di possibilità di
farla franca.
Prendendo in considerazione la
seconda alternativa le cose
erano diverse, ma non per questo più semplici.
- aveva modo di uccidersi?
- aveva il coraggio di farlo?
Se Zoisite fosse stata veloce avrebbe
potuto infliggersi una
ferita mortale o avvelenarsi, certo, e quanto al coraggio di
farlo… beh, l’avrebbe
trovato, pensando al suo destino. Almeno sarebbe morta rapidamente, e
da donna
libera, non da sposa e schiava di Freezer.
Mosse appena il braccio ammanettato,
e lui si svegliò
immediatamente. « ho il sonno leggero. Non pensare nemmeno di
provare a
liberarti, me ne accorgerei » le disse.
« sai
com’è, non è molto comodo dormire con
braccio attaccato
a quello del tuo stupratore » sibilò.
« quanto la fai lunga.
Dovevi pure concederti a qualcuno
prima o poi, e inoltre non ho mai detto di averlo fatto. Ho detto forse
sì,
forse no…»
Zoisite ebbe l’impulso di
voltarsi e strangolarlo quando lo
sentì ridere, e lo sentì toccarla. « giù
le mani! »
« fattene una ragione
piccola shadowjin, mi appartieni,
quindi faccio di te quello che voglio. E poi ti ribadisco che
moltissime donne
sarebbero felici di essere al tuo posto ».
La shadowjin si voltò a
guardarlo in faccia con un tale
disprezzo che, se fosse stato un raggio energetico, avrebbe distrutto
la testa
di quel maledetto verme. Sfiga sua, non aveva abbastanza potere per
fare una
cosa del genere. « ah sì, l’ho vista la
fila sterminata di donne che ti fanno
la corte » disse in tono ironico « ma per piacere,
chi ti si fila? Sei sexy
quanto la Lolita di Nabokov interpretata da Renato
Zero…»
Freezer non sapeva né chi
fosse Lolita, né chi fosse Nabokov
né tantomeno chi fosse Renato Zero, ma non gli ci voleva
molto a intuire che
non era un complimento. « non sei nelle ombre. Ti consiglio
vivamente di
moderare i toni ».
« e io ti consiglio
vivamente di andare al diavolo. Sei
stato talmente vigliacco da approfittarti di me quando ero incosciente!
» fu
tentata di sputargli in un occhio, ma era già abbastanza nei
guai, quindi
dovette trattenersi « verme! Sei solo un verme, una larva
d’uomo, razza di
figlio di p-» il tiranno le chiuse la bocca con una mano.
« non
finire la frase
» le intimò duramente « altrimenti
dovrò convincere mio padre ad accettare una
nuora già mutilata, e nessuno vuole questo, vero piccola
shadowjin? »
Zoisite tolse la sua mano dalle
labbra. «mi chiamo Zoisite,
non piccola shadowjin, razza di idiota! Vai all’inferno, ti
auguro di finire
tagliato in due e di crepare su un pianeta prossimo ad esplodere, e
fatto fuori
da un sayan, almeno oltre al danno pure la beffa! »
Questo era decisamente troppo. Guai a
tirare in ballo i
sayan, e Zoisite ne pagò le conseguenze, ritrovandosi dopo
pochi colpi a guardare,
sanguinante, il tiranno che la guardava di rimando ed era ancora sopra
il
letto.
« tutto questo te lo sei
voluto tu. Te
lo sei cercato tu,
e continui imperterrita a cercartelo. Cos’è, stai
facendo di tutto per farti
uccidere, adesso? Non funzionerà, ma ricorderò
ogni singolo insulto quando sarà
il momento ».
« per ricordarti le cose
dovresti avere un cervello
funzionante » sibilò la ragazza.
Freezer alzò gli occhi al
cielo. Ma perché quella ragazza
doveva essere così ostinatamente irriverente? «
Zoisite, falla finita. Non
tentare oltre la fortuna ».
Lei non sapeva se piangere o ridere.
Alla fine scelse una
risatina amara. « e la chiami fortuna, questa? Essere
incatenata a te?! »
scosse il braccio « questa non è fortuna, tutto
questo è la cosa peggiore che
potesse capitarmi! »
« credimi, non lo
è, e se sei qui da un mese lo sai.
Rialzati » le ordinò, facendole cenno di tornare
sul letto.
Lei scosse la testa. « non
ci penso nemmeno ».
« prima ti abitui meglio
è ».
« ho detto no »
ribatté, per poi abbassare lo sguardo su di
sé e ricordarsi di non avere niente addosso, e
istintivamente cercare di
coprirsi, cosa che fece solamente ridere l’icejin che
già da prima non aveva
fatto altro che guardarla ben bene.
« puoi anche farne a meno,
tanto ho già visto tutto » le
ricordò « e metti giù quel
soprammobile, tanto lo acchiapperei al volo quindi è
inutile che me lo lanci ».
Zoisite lo guardò truce
per poi lanciargli lo stesso addosso
il pesante soprammobile di cristallo nero che, come le aveva
anticipato, lui
prese al volo e mise sul comodino.
« ma perché
perdi tempo? Tanto ormai sei condannata, al
posto tuo cercherei di vivere il tempo che ti rimane nel modo migliore
possibile ».
« sai cosa
c’è? Hai ragione » disse la shadowjin
« vivrò nel
miglior modo possibile, e farò tutto quello che poi non
potrò più fare.
Sputarti in un occhio, per esempio…»
Gridò quando il tiranno la
riportò a forza nel letto, e
qualsiasi tentativo di liberarsi o di incrociare le braccia davanti al
petto fu
inutile. « mi stai stancando ».
« e allora dormi. O meglio
ancora vai in coma perpetuo, e t-toglimi le
mani di dosso! » esclamò.
Ma lui non sembrava avere intenzione di darle retta.
« la sai una cosa?
» Zoisite rabbrividì nel sentire le sue
braccia stringerla, nel sentirselo alle spalle, vicino, troppo vicino.
« s-se parli di
cos’hai in testa si, il vuoto pneumatico! »
strillò lei.
Lui la strinse di più. La
shadowjin avvertì che quella
stretta stava diventando pericolosa, anche più del resto.
« no. Volevo dirti che hai
un buon profumo ».
Zoisite sgranò gli occhi.
« ma che cazzo dici?! »
« la verità
» ribatté lui, sorvolando sul linguaggio.
Zoisite a quel punto
ricominciò a tremare. A Freezer la cosa
parve piacere, tanto da fare un sorrisetto -di cui lei si avvide- e che
detestò
profondamente nonostante quel che le aveva detto l’avesse
lasciata un
po’perplessa. Restare ferma lì però non
era buona cosa. Era suo dovere
rispondere, altrimenti si sarebbe reso conto che anche lei pensava la
stessa
cosa, e non era un bene che si rendesse conto di quella strana
“sintonia”, per
quanto il suo atteggiamento sembrasse rivelare che forse se
n’era già accorto.
“ricordati, il bastardo ti
ha violentata!… in teoria” si
disse Zoisite. « hai poco da ridere con quella testa a palla
da tennis che ti
ritrovi ».
La stretta divenne quella di un
pitone. « visto, sei tu che
te le cerchi, non io ».
« sai
com’è, violentare una ragazza non è il
modo migliore
perché questa ti si affezioni ».
Si stupì quando Freezer la
lasciò bruscamente per tornare
steso sul letto e chiudere gli occhi senza dire una parola.
“cos’è,
adesso fa l’offeso? Ma andasse a fare in culo
allora”,
pensò. « sei finalmente crepato? »
Freezer non aveva tutti i torti a
dire che Zoisite se le
andava a cercare. Vedendo che, più o meno,
l’aveva lasciata stare
avrebbe dovuto essere intelligente e stare zitta, o cercare di
incrociare le
braccia davanti al petto per sparire nelle ombre, anche se sarebbe
stato un
tentativo inutile.
« ti piacerebbe, ma no. Sto
cercando di controllarmi
pensando a quel che ti farò, altrimenti ti ucciderei davvero
e purtroppo, a
causa degli ordini di mio padre, non posso ».
« insomma, dopo tutto
questo vorresti anche avere ragione?!
»
« io non voglio avere
ragione, io ho ragione,
e
adesso fai silenzio, perché per colpa tua sono tre notti che
non dormo! Ormai
di Mario so vita, morte e miracoli anche se soffre di amnesia
».
A Zoisite scappò una
risatina, non tanto per l’idea di
averlo tenuto sveglio tre notti quanto piuttosto per quel che aveva
detto: era
la prima battuta che gli sentiva fare! « chi
l’avrebbe mai detto, allora hai
anche tu un po’di senso dell’umorismo ».
« ne ha di più
mio padre. Dovrai sposare qualcuno che
detesti, e giurare amore eterno a qualcuno che ti ucciderà.
Non è ironico? E
tutto questo indovina, avverrà domani ».
Difficile vedere una shadowjin
impallidire, ma fu
esattamente quel che accadde a Zoisite. Il giorno dopo?! Oh no, no, no,
no, e NO.
Doveva assolutamente
impedirlo…doveva farla
finita. Oh, ma perché non le prendeva
una malattia mortale fulminante che le risparmiasse il doversi uccidere?
Fu a quel punto che ebbe
un’illuminazione.
Una malattia. Una malattia che le
impedisse di fare il
viaggio fino da re Cold, che impedisse a Freezer di portarsela dietro.
Non
c’era alternativa: doveva infettarsi. Pensò anche
di infettare lui, ma se gli
avesse ficcato un ago sotto la pelle se ne sarebbe accorto, e qualche
ora era
necessaria perché il virus -o il batterio- scelto facesse
effetto.
Pensò che fosse comodo non
essere vincolata all’incrociare
le braccia se si trattava di far apparire e scomparire le cose nelle
ombre -e volendo
Zoisite avrebbe potuto portarsi dietro una casa intera, con quel
giochetto- era
solo con quelle maledette manette che non le riusciva, probabilmente
erano un
residuato bellico specifiche per gli shadowjin.
“ Doc, amico mio, non
l’avrei mai detto ma ti ringrazio per
i virus e i batteri che mi hai donato quando mi sono separata dal
gruppo. E io
che l’avevo reputato di cattivo gusto…”
pensò.
Dopo la morte dello Shadowjin che
l’aveva accompagnata inizialmente,
Zoisite non aveva sempre viaggiato da sola: era capitato che si
incontrasse con
altri alieni, viaggiatori come lei, spesso ricercati, ed avessero
viaggiato in
gruppo per qualche tempo prima che lei salutasse tutti e riprendesse a
esplorare le galassie in solitaria.
Il gruppo in cui era rimasta
più a lungo, quasi un intero
anno, era quello “capitanato” da Doctor Virus,
soprannominato Doc e dal vero
nome sconosciuto. Lui era uno zetaliano della galassia ovest ricercato
per la
sottrazione di batteri e virus letali a dei laboratori che li avevano
prodotti
con lo scopo di utilizzarli in guerra. Da un certo punto di vista,
più che un
ricercato Doc era un eroe.
Comunque gli era rimasto il pallino
dei virus e batteri, e
in ogni pianeta in cui andavano ne raccoglieva quanti più
campioni possibile,
oltre a rubarli - formule comprese - dai laboratori qualora fossero
usati per
scopi illeciti. Inutile dire che ne aveva raccolti un vastissimo
campionario, e
alcuni di quelli meno pericolosi erano stati il suo regalo
d’addio a Zoisite.
“mi
raccomando…” le aveva detto. Poi le aveva lanciato
un’occhiata. Era bastata perché capisse il
messaggio.
“…usali
solo in caso
di estrema necessità. O meglio ancora, non usarli per
niente”.
Zoisite pensò che un
polmonite doppia con annessa bronchite
sarebbe bastata, e si era preparata a far comparire dalle ombre la
siringa.
Poi aveva visto Freezer muoversi e in
procinto di riaprire
gli occhi, e in un attimo di tensione, pensando a quel che sarebbe
potuto
succedere, sfortuna sua sbagliò.
Non poteva saperlo, ma quel che si
era iniettata era un
cocktail letale tra virus e batteri vari che avrebbe fatto
più danni di una
doppia broncopolmonite.
« che stai facendo?
»
« mimo l’atto di
strangolarti nel sonno » replicò Zoisite
con un sospiro, infilandosi sotto le coperte e dandogli le spalle.
« alla fine ti sei arresa
».
“ non
esattamente”.
@@@
Fu solo un’ora dopo essere
riuscita ad appisolarsi che la
shadowjin si svegliò bruscamente, ed urlando.
Aveva sognato il suo vecchio gruppo
ucciso da un virus,
Hayun - lo shadowjin - fare la stessa fine, e valeva anche
per…un sacco di
Shadow sconosciuti.
Chiaro che le cose non fossero andate
così, era stato solo
un incubo, forse indotto dalle sue azioni. Doc e suoi di sicuro stavano
bene,
Hayun era stato ucciso ma non da un virus, e lo stesso dicasi per gli
altri
Shadow, inclusi i suoi genitori.
Si toccò la biogemma che
aveva sull’addome. Cominciava a
scaldarsi, segno che la doppia broncopolmonite stava cominciando a
girare nel
suo organismo. Se avesse saputo di essersi iniettata un cocktail
potenzialmente
letale, sarebbe stata meno contenta. Sentiva anche freddo e, ripensando
all’incubo, cominciò a tremare.
« si può sapere
che hai? Mi ero tanto bene addormentato…»
disse Freezer, seccato.
Zoisite non rispose.
« un incubo? Povera bambina
» la prese in giro il tiranno.
Lei si rimise sotto le coperte dopo
avergli lanciato
un’occhiata truce.
«…che
cos’era? » le chiese poi.
« che cos’era
cosa? » Zoisite non si voltò nemmeno.
« quel che hai sognato
».
« fatti gli affari tuoi.
Tanto nessun incubo è peggiore di
quanto sia stato vedere la tua faccia dopo essermi svegliata
» ribatté
“gentilmente” la shadowjin.
« non fa ridere ».
« non deve farti ridere,
deve convincerti a farti una
plastica » sbottò, per poi tossire.
« punizione divina
» fu il commento di Freezer a quella
tosse « almeno impari ».
Che razza d’ingrata. Mezzo
assonnato lui provava ad essere
più accomodante e tanto lei lo prendeva a male
parole…
« “almeno
impari” con quel tono lo dicono i bambini di sette
anni ».
E non gliene faceva passare una.
« chiudi la bocca e torna a
dormire ».
« ciao sono Mario, ho
quarantadue anni, soffro di amnesia…»
Si zittì solo quando lui
la minacciò con un raggio letale.
@@@
Un paio di ore dopo fu il turno di
Freezer di svegliarsi
all’improvviso. Di solito non sognava, o se lo faceva poi non
ricordava mai
quel che aveva sognato. Quella notte invece era successo, e il sogno
era
perfettamente impresso nella sua memoria.
C’era sua madre. Lui le era
davanti, le parlava, ma lei
restava immobile come una statua guardandolo con occhi vitrei e spenti.
Lui cercava di scuoterla, lei non
reagiva, come non reagiva
da quando l’aveva messo al mondo essendo finita in un
profondissimo coma pur di
salvare lui.
Forse era anche per quel motivo che
Cooler lo detestava,
mentre era il prediletto di suo padre, il quale aveva pensato che se
sua moglie
si era lasciata finire in coma per salvarlo Freezer doveva essere
destinato a
diventare “qualcuno di grande e di onnipotente”,
come Cold aveva sempre
ripetuto questo a suo figlio da quando era piccolissimo.
« e poi dici a
me…e fammi dormire, sono stanca »
bofonchiò
flebilmente la shadowjin.
« una volta per uno non fa
male a nessuno ».
Zoisite lo guardava con gli occhi
socchiusi. A Freezer parve
strana, ma forse era perché era assonnata.
« e che hai sognato? Di
morire? »
Dopo quella frase cambiò
idea, era la solita. « no » disse,
per poi fare un’aggiunta « ho sognato mia madre che
mi guardava ».
Zoisite ci mise un po’a
rispondere. « non ci vedo nulla di
strano ».
« lei è finita
in coma il giorno in cui sono nato, ed è
ancora così ».
Zoisite si voltò
dall’altra parte. « se non altro tu l’hai
vista in faccia. Io di lei e mio padre ho solo l’anello che
ti sei preso »
disse piano.
Freezer non ribatté, e
scivolò di nuovo sotto le coperte.
Zoisite adesso cominciava a sentirsi
piuttosto male, ed
avrebbe solo voluto dormire, ma sembrava che Freezer fosse di
tutt’altro
avviso.
« ogni tanto mi chiedo cosa
mi direbbe se potesse vedermi,
parlarmi. Sono il grande Freezer… grande come di certo
avrebbe voluto lei » lo
sentì mormorare, più a se stesso che a lei.
Peccato che tra il possibile stupro,
le botte, e pure i
sintomi del cocktail di malattie, Zoisite non fosse
dell’umore di starlo a
sentire o di lasciarlo continuare a chiacchierare. Si voltò
a guardarlo in
faccia, e fece perfino un sorriso sarcastico degno dello stesso
Freezer. « sei
un viscido e insopportabile stronzo tirannico egocentrico,
nonché uno
stupratore. Ti detesterebbe come e più di tutti gli altri, e
quel che ti
direbbe, guardandoti con disprezzo, sarebbe “e io mi sono
lasciata finire in
coma profondo per far venire alla luce questo maledetto mostro e aborto
della
natura? Avrei dovuto lasciarlo crepare. Che sbaglio che ho
fatto”. È questo che
ti direbbe » dalla faccia che aveva fatto il suo aguzzino,
Zoisite capì di aver
toccato un nervo scoperto, e quel punto si voltò.
« ‘notte ».
Freezer era rimasto paralizzato, con
gli occhi già grandi
completamente spalancati.
Gli aveva
addirittura
fatto male. Non
se lo sarebbe mai aspettato.
Si voltò lentamente
dall’altra parte dando la schiena alla
shadowjin, con il volto assente di sua madre ancora davanti agli occhi
e le
parole di Zoisite nelle orecchie.
Appena aveva visto un suo punto
debole, appena si era aperto
un po’, lei l’aveva colpito subito scattando come
un cobra.
“ il grande Freezer non ha
punti deboli” si disse.
Ma gli ci volle parecchio per
addormentarsi di nuovo.