Film > Coraline e la Porta Magica
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Autore: alix katlice    18/09/2013    2 recensioni
Sono passati anni dalle vicende narrate in "Coraline".
Una nuova famiglia si è trasferita a Pink Palace.
Riusciranno a non cadere nella tela del ragno? Riusciranno ad uscirci?
*Tematiche delicate*
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altra Madre, Gatto, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Dodicesimo Capitolo.
Dove non tutti tornano nel mondo Reale.
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
E ti sto tirando fuori da questo buco.
Quasi non riusciva a crederci Alexa, mentre correva per i corridoi scuri dell’Altra casa.
Nathan la stava davvero salvando?
Ai suoi occhi appariva tutto troppo confuso, le luci soffuse, le parole del ragazzo che si disperdevano nell’aria… Era come un brutto sogno da cui ci si sta per risvegliare, quella situazione di estasi quando si sa che gli incubi stanno per finire.
Non guardò dietro di sé mentre avanzavano, la mano di Nathan che teneva la sua, sudata, gli sguardi del ragazzo che correvano da una parte all’altra velocemente: aveva paura che, da un momento all’altro, potesse apparire l’Altra Madre.
Arrivarono velocemente alla porticina del salotto, e Nathan la fece accovacciare, pronto ad aprire la porta per fuggire.
Mise una mano nella tasca dei jeans, respirando affannosamente.
Alexa gli sorrise, mentre lui tirava fuori la chiave: la guardò, sorridendo anche lui, e aprì la porta.
- Vai.
Alexa lo guardò, confusa, non capendo.
Lui non la seguiva?
- Cosa?
- Vai, ho detto vai!
Il sorriso era scomparso dal suo volto, rimpiazzato da una smorfia di paura.
Si iniziò a sentire un ticchettio, come di zampette che correvano su un pavimento di marmo.
- Nate, cosa…
- Ale, devi sbrigarti. Tua sorella è qui, la farò uscire, ma intanto tu vattene. Se rimani non saprò come salvarti.
Alexa scosse la testa, mentre già vedeva Nathan alzarsi in piedi e guardare un qualcosa di indefinito oltre la porta.
Non chiese cosa fosse, o perché Nathan si passò una mano fra i capelli e la lingua sulle labbra, stringendo i pugni: era nervoso, e quell’ansia che cresceva pian piano in lui stava contagiando anche Alexa.
- Merda, Ryans, ti ho detto di andare! – gridò, in conseguenza all’esitazione della ragazza.
Lei scosse di nuovo la testa, principalmente perché il ticchettio era aumentato ed era diventato assordante.
No.
Non voleva assolutamente lasciarlo da solo, con qualunque cosa fosse quella che si stava avvicinando.
Lui si voltò, pallido in volto, e tolse la chiave dalle mani di Alexa, mettendosela in tasca: la spinse oltre la porta, mentre lei continuava a scuotere la testa.
- Vai – mormorò prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Alexa si ritrovò al buio, gli occhi sgranati e il respiro affannato: anche da lì continuava a sentire i rumori dall’altro lato della porta.
Poi, tutto ad un tratto, il rumore cessò.
Non sentiva più niente, né il suo respiro, né il ticchettio, né i passi di Nathan.
Poggiò le mani per terra, per cercare di vedere qualcosa attraverso la serratura della porta.
Era completamente nero, oltre di essa.
Qualcosa però iniziò a darle fastidio.
Il suo battito cardiaco iniziò a correre mentre lei staccò le mani dal terreno.
Aveva per un momento avuto la sensazione di aver toccato qualcosa di viscido, di umido e... si guardò le mani.
L’aria impregnata di un odore metallico.
Rosso.
Rosso sangue.
Urlò, e fu l’unico suono che si sentì.
 
***
 
Quando Alexa fece irruzione nella casa, Julia, Jack, Roberta, Wybie e Coraline erano seduti nel salotto al pianterreno.
Erano in silenzio, a fissarsi.
L’unico suono che si era sentito da lì a un’ora prima era stata la fastidiosa voce di Roberta che chiedeva perché il Gatto dovesse stare in casa, e per di più, perché dovesse sedersi fra Wybie e Coraline.
Era subito stata azzittita.
Quindi, erano silenziosi, e stavano facendo proprio quello che il Gatto aveva consigliato loro: aspettare la prossima mossa di Nathan.
Alexa spalancò la porticina della propria casa, e appena varcata la porta non poté fare a meno di accasciarsi a terra, singhiozzando e cercando di respirare.
Si alzò dopo qualche secondo, consapevole che se voleva fare qualcosa per aiutare il suo ragazzo, doveva agire, e non piangersi addosso.
Corse in salotto, le lacrime che scorrevano sulla sua pelle, le mani ancora sporche del sangue di… non voleva nemmeno pensarci.
- Mamma! Mamma!
A quel suono Julia si alzò immediatamente in piedi, pensando di aver avuto un allucinazione uditiva.
- L’avete sentito?
- Sentito cosa?
- Mamma!
Julia sorrise.
- Alexa – sussurrò, prima.
- Alexa! – urlò poi, precipitandosi fuori dal salone.
Corse, corse incontro alla figlia, guidata dalla sua voce che continuava a chiamarla.
Se la ritrovò davanti, gli occhi rossi, le lacrime che scorrevano, i capelli ammazzettati e sporchi: era sudata, ma non le importava, e l’abbracciò lo stesso.
La strinse a sé, piangendo anche lei, ma per la felicità.
- Ci sono io, ora, ci sono io… - mormorò, accarezzandole la testa.
Poi si rese conto, improvvisamente, delle sue mani sporche di sangue: si staccò immediatamente da lei, e le afferrò i polsi.
- O mio Dio, è sangue tuo? – chiese, spaventata.
La ragazza scosse la testa.
- È di Nathan – disse, singhiozzando.
 
***
 
Erano tutti in cucina, in piedi: solo Alexa era seduta, avvolta in un asciugamano troppo grande.
La faceva sembrare un cucciolo sperduto.
Si sentiva proprio così.
- Allora… vogliamo affrontare la cosa? – disse Coraline.
Alexa la guardò.
Era identica a Nathan, con quei capelli blu così strani e gli occhi scuri, grandi, le ciglia lunghe. Erano tutti e due davvero molto belli, ma Nathan possedeva un tipo diverso di bellezza, forse più selvaggia: Coraline le dava l’impressione di una donna abituata a controllarsi e a controllare chiunque.
Forse era per questo che Nathan era rimasto solo, ma non ebbe il coraggio di chiederlo.
- Cosa pensi di fare, Miss-sono-figa-anche-quando-mio-figlio-sta-per-morire?
Coraline fulminò con lo sguardo Alexa, ma lei non ci fece caso: quella donna non le stava affatto simpatica.
- Salvare mio figlio, forse?
- Brava, e come credi di riuscirci? Non stando qui a prendertela con una quindicenne – le sibilò in risposta.
- Pensavo di fare uno scambio con l’Altra Madre, diamo te e ci prendiamo Nate, magari funziona.
- Non pensavo tenessi così tanto a lui, l’hai abbandonato a nove anni…
- Non l’ho abbandonato!
- Smettiamola!
Coraline e Alexa si voltarono verso Wybie, l’ultimo a parlare.
Si resero conto che, in quella stanza, gli unici a sapere di cosa stessero parlando erano solo loro.
Ebbero, contemporaneamente, la stessa idea: spiegare cosa stesse succedendo.
Ma, prima che potessero mettere a punto il loro piano, un rumore sospetto li interruppe.
Si voltarono tutti contemporaneamente verso la fonte del rumore, e furono sorpresi di constatare che, quello strusciare di qualcosa sul pavimento, proveniva dal salotto della porticina.
Si mossero come una cosa sola verso la stanza, con passo e veloce, e le reazioni a ciò che videro furono fra le più disparate: sorpresa per Julia e Jack, indifferenza per Roberta, orrore per Coraline e Wybie.
L’unica cosa che Alexa fu in grado di fare, fu tapparsi la bocca con un pugno per non gridare.
- Nathan?

 
 

 
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Alice’s Space:
 
Saaalveeee ^^
Sono tornata! Yeee!
Innanzitutto una cosa: questo capitolo è concentrato in una breve quantità di tempo, perché poi diventata troppo lungo u.u
Ok, ora passiamo ai ringraziamenti:
Grazzzieeee a tutti, chi recensisce, chi preferisce ricorda o segue, e anche chi legge silenziosamente.
Vi saluto, e spero di aggiornare quanto presto!
Baci :*
  
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