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Autore: Miranh    18/09/2013    6 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusatemi tanto per la lunga attesa! Finalmente è pronto!

Capitolo 4. “ La strada per il ritorno ”

 

 

I due si diressero verso l'interno della piccola giungla, fino a raggiungere un'area ricoperta di morbida erba. Gli alberi si trovavano attorno ad essa, e lasciavano spazio ad un'ampia vista del cielo stellato. La luce argentea della Luna sfiorava dolcemente le superfici lisce e verdi della vegetazione. Se si chiudeva gli occhi, si poteva ascoltare i delicati suoni della natura, portati fino alle orecchie da una leggera brezza.

Ahadi si fermò ad osservare estasiato l'immensità di quel cielo notturno, dopodiché tornò a concentrarsi su Uru: << Perché mi hai portato qui? Volevi dirmi qualcosa? >> le domandò.

Lei aveva nuovamente lo stesso sguardo turbato di quel pomeriggio. Fece qualche passo avanti a lui e si sedette sull'erba, dandogli le spalle. Sentiva che il cuore le stava per scoppiare. Respirò profondamente e iniziò parlare:

<< Questa...è l'ultima notte che passeremo insieme, lontani da casa. Segna la fine del nostro viaggio... >>

<< E sei triste? >>

<< Sì e no. Insomma... Sono felice di poter tornare a casa sana e salva, con nuovi amici e specialmente con te. Ma so anche che avrò sicuramente nostalgia della libertà e delle avventure trascorse insieme >>

<< Bé, certo. Anche a me mancherà il tempo trascorso là fuori. Ma questa non è una ragione per arrestarsi. Vedrai che insieme continueremo a dare vita a tante altre avventure. Se solo tuo padre mi accoglierà di nuovo... >>

Uru si voltò: << Oh, vedrai che andrà tutto bene. Mio padre sarà ben contento di rivederti dopo tanto tempo. Lo sento >>

<< Speriamo... >>

La leonessa lo guardò teneramente, ma sentì un altro sobbalzo al cuore e si rigirò. Lui la osservò con attenzione: << C'è qualcosa che ti turba? E' da oggi che sei strana... >>

Uru sospirò e si alzò. Camminò lentamente verso di lui. I loro volti erano più vicini che mai. Ahadi percepì una piacevole fitta al petto. Lei chiuse gli occhi e affondò il capo nella sua morbida e folta criniera e gli si strusciò addosso con tutto il corpo. Il leone sentì tutto il calore e la morbidezza della giovane compagna. Il cuore iniziò a fremergli, così come le zampe. Non appena lei tornò a guardarlo intensamente, lui rimase senza fiato, colpito da quel suo bellissimo e seducente sguardo. Gli occhi le brillavano a tal punto da estasiare l'animo di chiunque li vedesse.

<< Cosa...Cosa vuoi fare, Uru? >> le domandò titubante << Se ti comporti così, io....non so se riuscirò a controllarmi... >>

<< Infatti non devi trattenerti più >> gli disse dolcemente << Vorrei che questa notte sia speciale per noi >> e si gettò sul suo petto << Io... Io voglio che tu mi faccia tua, Ahadi >>

Che fosse un sogno? Oppure era la realtà? Finora lui aveva sempre contenuto l'ardore che lo spingeva verso di lei. Aveva sempre e solo immaginato un momento come quello. Eppure ora stava accadendo realmente... Si scostò lentamente e le cercò gli occhi:

<< Sei seria? >> le domandò risoluto << Mi stai chiedendo davvero di... >>

Lei annuì << Ti prego... >> lo supplicò con lo sguardo << Sto dicendo sul serio. Io ti amo. Ti voglio... Non te ne uscire con la scusa della mia giovane età >>

Ahadi la strinse a sé: << Ho smesso da tempo di vederti come una creatura piccola e fragile, Uru... Sei cresciuta veramente bene. Tu ora appari ai miei occhi più determinata e forte che mai >>

<< Davvero? >>

<< Sì. Mi sento perso se non ti ho accanto >>

Lei sorrise commossa e ricambiò l'affetto del leone, abbandonandosi con lui a dolci effusioni per interi minuti.

Ahadi si volse nuovamente a guardare il cielo e respirò profondamente. Sentiva ardere in lui un immensa fiamma di desiderio. La voleva...La voleva disperatamente. Aveva un grande bisogno di conoscere ogni tratto del suo cuore e del suo corpo. Si guardarono un'ultima volta. Lei chinò il capo, pronta a concedersi a lui. Ahadi le cinse il ventre e lentamente si piegarono sull'erba. Le sfiorò col muso la schiena longilinea, fino al morbido collo, dandole piacere col suo caldo respiro. La giovane fu colta da un gradevole brivido e rispondeva con un leggero sospiro ad ogni tocco da parte del compagno.

Essendo la prima volta per lei, sentiva dentro di sé un pizzico di timore. Il cuore le batteva più forte che mai. Lui se ne accorse e, prima di andare fino in fondo nell'accoppiamento, continuò ad accarezzarla per farla stare tranquilla.

<<  Ahadi...io.... >>

<< Non c'è nulla di cui avere paura, Uru... >> le disse teneramente << Stai tranquilla >>

Il calore e l'affetto, che lui manifestava per lei, riuscirono a calmare questi suoi turbamenti. Chiuse gli occhi e si lasciò andare.

Lui la strinse più forte ed entrò in lei.

Poi tutto attorno a loro si fece confuso e silenzioso. Il tempo perse il proprio significato. Tutte le loro energie si consumavano nella reciprocità di quell'unione. L'aria venne tagliata da una grande quantità di sospiri e in essa si poteva sentire il disperso calore dei corpi, che ardevano passionali. Fu tanto doloroso quanto piacevole. Non si riusciva a pensare ad altro, tranne che a quella sensazione, così dolcemente straziante, così immensa, da traboccare oltre la mente e la carne, più veloce del sangue vermiglio e del cuore pulsante. Non potrebbero bastare tutte le parole esistenti per descrivere i sentimenti provati da due amanti in momenti come questo. Tutte le facoltà e le forze si limitano a due brevi parole pronunciate sotto lo sguardo delle stelle, così corte, ma che portano in sé uno dei più grandi, mistici ed indefiniti tesori dell'esistenza: “ Ti amo... ”

…....

 

Non era ancora l'alba. Uru non riusciva a chiudere occhio da quando si erano abbandonati esausti sull'erba . Continuava a guardare con amore il suo compagno, addormentato accanto a lei. Mai nella vita aveva immaginato di vivere un'esperienza simile. L'ultima notte del suo viaggio. La notte importante in cui aveva perso la verginità. La notte più bella ed emozionante della sua vita. Continuava a ripensare al dolore iniziale, di quando lui l'aveva deflorata. Il calore del suo possente corpo sopra al proprio, che le donava piacere ed estasi ad ogni intenso movimento...

Gli accarezzò la criniera con una zampa, poi lui aprì gli occhi. Il colore smeraldo delle iridi era splendente e si rispecchiava nello sguardo rubino della leonessa. Si scambiarono un sorriso:

<< Stai bene? >> domandò lui.

Lei annuì: << Mai stata meglio >> si rannicchiò più vicina a lui << Non riesco ancora a crederci... L'abbiamo davvero fatto? Mi sento talmente felice, che tutto mi sembra così irreale... Che sia stato un sogno? >>

Lui rise: << Chissà... Forse stiamo ancora sognando >>

<< Allora vorrei non svegliarmi mai >>

I loro cuori e i loro corpi si cercarono e si incontrarono in una nuova unione traboccante di passione.

 

Il manto stellato della notte svanì, lasciando posto ai mattinieri raggi del Sole. Ahadi osservava dolcemente la sua amata compagna, che dormiva serena al suo fianco. Era così bella. Guardarla nella piena luce del mattino divenne estasiante per lui. Ma ormai era arrivato il momento di andare. La svegliò, accarezzandole una guancia col muso.

<< Buongiorno >> le disse;

<< Oh... >> fece lei << E' già mattina? >>

<< Già. Dobbiamo andare o si chiederanno che fine abbiamo fatto >>

<< Hai ragione >> sorrise mesta. Avrebbe voluto restare accanto lui a quel modo per sempre...

Si alzarono, ma lei sentì una piccola scossa di dolore: << Ah... >>

<< Cosa c'è ? >> domandò lui;

<< Mi fa male il basso ventre... >>

La guardò leggermente imbarazzato: << Scusa... Temo di essermi lasciato andare un po' troppo stanotte >>

<< Ma no, adesso passa. Sei stato perfetto, davvero! E' stato tutto così... magnifico. Non hai idea di quanto sia felice in questo momento... >>

Lui sorrise e l'abbracciò affettuosamente.

<< Confesso che mi mancherà questo posto >> le disse;

<< Anche a me >>

Diedero un ultimo sguardo a quella splendida distesa d'erba, con la promessa che un giorno vi sarebbero tornati.

Si ricongiunsero con i loro amici e insieme ripresero il viaggio verso le Terre del Branco.

 

I canti degli uccelli variopinti, all'unisono con i loro battiti d'ali, diedero inizio ad un'altra soleggiante giornata. Percorrevano il vento riempendo il cielo dei loro vivaci colori. I rami e le foglie danzavano assieme ai petali dei fiori, disperdendosi per diversi chilometri. Era tanto tempo che una brezza così tiepida e piacevole non si faceva sentire nel Regno. Tutte le creature sfiorate da essa, dalle più piccole alle più imponenti, provavano un senso di piacere, poiché inibiva il forte calore del Sole.

Con gli occhi chiusi e la mente aperta, Rafiki, seduto su uno dei rami più alti del suo gigantesco albero, godeva di quella brezza che gli scompigliava giocosamente la barbetta. Provò un senso di quiete e felicità. Un importante messaggio arrivò al suo cuore. Sorrise ed aprì gli occhi:

<< E' tornata >>

 

L'immensa luce del giorno incorniciava la poetica grandezza della Rupe dei Re. Re Mohatu osservava quietamente le sue terre dall'estremità della grande roccia. Il tempo passava ma l'immagine di lui, così saggio e imponente, con la criniera al vento, in piedi sulla Roccia, era diventata un eterno simbolo di disinvolta autorità. Fece un respiro profondo e si preparò ad affrontare un'altra giornata, attendendo pazientemente notizie da Zozo.

Ma quell'atmosfera tranquilla fu allegramente interrotta da miagolii e dallo scalpiccio di piccole zampette: << Mohatu...! >>

Due piccoli leoncini, di quasi un mese, uno dal pelo grigiastro e gli occhi verdi e l'altro dal pelo bianco e gli occhi dorati, lo chiamarono giocosamente, correndo e inciampando tra loro.

<< Kiba, Sangah! Sapete che non dovete correre così. E' pericoloso quassù >>

I due gli si avvicinarono e si affacciarono oltre la Roccia: << Wow! E' così alto... >> esclamò Sangha, il leoncino bianco.

<< Mohatu, giochi con noi? >> domandò l'altro,

Mohatu sospirò e sorrise: << Mi dispiace, piccoli, ma ho dei doveri da sbrigare. Su, tornate dentro la grotta dai vostri genitori >>

<< Mamma e papà dormono ancora... >> si lamentarono;

<< Non fatevelo ripetere due volte. Giocheremo più tardi >>

Fortunatamente Athena si era svegliata e andò da loro: << Piccoli! Cosa vi ho detto?? Non dovete dar fastidio a Mohatu! >>

<< Mamma! >> le andarono incontro e le si infilarono fra le zampe.

La leonessa sospirò: << Ti chiedo scusa, Mohatu... Sono davvero incorreggibili >>

Il leone rise: << Non devi scusarti. E' bello vedere un po' di vivacità in questo posto >>

Athena sorrise: << Ci sono notizie su di lei? >> gli domandò;

Il re scosse tristemente la testa.

<< Capisco... >> fece lei << Però sono certa che tornerà presto >>

Mohatu cercò di sorridere e fece cenno di assenso. Lei gli sorrise ancora e chinò il capo in segno di congedo: << Andiamo, piccoli >>

<< Possiamo giocare qui? >> domandò Kiba;

<< No. E' l'ora della vostra poppata. Venite dentro, così poi la mamma potrà andare a caccia >>

<< Uffa... >> la seguirono svogliati.

Mohatu li guardò tornare dentro. Gli erano tornati in mente i piacevoli ricordi dell'infanzia di Uru. Per un attimo fu come rivedere la regina Aura alle prese con qualche marachella combinata dalla loro amata piccola e dai suoi amici. Sentiva la loro mancanza più che mai.

Intravide Zozo in lontananza. Volava molto svelta. Non era raro che volasse veloce, ma questa fu la prima volta che la vide arrivare così frettolosamente. Atterrò alle sue zampe e cercò di riprendere fiato, lasciando cadere a terra le ali esauste.

Il re la osservò perplesso: << Zozo? E' successo qualcosa di grave? >>

La bucero scosse la testa.

<< E allora cosa c'è? Parla >>

<< Sono passata da Rafiki... >> ansimò << E mi ha comunicato una notizia incredibile... >>

<< Cosa ti ha detto? >>

<< Ha detto... Ha detto che è tornata vostra figlia!! >>

Il cuore del leone sobbalzò per l'improvvisa felicità provata nell'ascoltare quelle parole << E' sicuro?? >> domandò euforico << E' davvero certo che sia tornata?? >>

Zozo annuì. Mohatu sollevò lo sguardo al cielo. Si sentiva finalmente liberato dalle angosce che albergavano nel suo animo da quasi un anno: << Oh, Aura... Nostra figlia è tornata a casa!! Grandi Re, vi ringrazio! >>

Senza pensarci due volte si ritrovò già a correre per la savana, seguito dalla fedele aiutante. Niente e nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo in quel momento.

 

Ahadi sentì una stretta allo stomaco. Uru tentava di tranquillizzarlo, ma invano. Si stavano avvicinando sempre di più alla Rupe dei Re. La grande roccia continuava ad apparire man mano più grande e nitida all'orizzonte. Era finalmente tornato in luogo che poteva chiamare casa? Oppure sarebbe stato cacciato? Era l'iniziò di una grande felicità o solo di altri tormenti?

I muscoli erano in preda alla tensione e il cuore era in subbuglio. Improvvisamente tutto il corpo gli si pietrificò. Il suo sguardo era rivolto dritto avanti a loro e incrociò l'arrivo dell'unica figura paterna che abbia mai avuto: il loro maestoso e amato re....

  
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