Salve a voi gentil tutti,
il nome mio è michicucciola,
e se non leggerete questa epica fic siete proprio dei farabutti,
dato che la mia pazienza è piccola,
probabilmente le righe da me cantate saranno un vero schifo,
ma se nella mia sì funesta ira non volete incorrere,
vi conviene osservarle con attenzione e per me fare il tifo!
Orsù, non attendete ancora, ma non pensate che il mio testo sia tutto in rima perchè scriverne in quel modo è eguale a faticare!
 
Godric mormorò sottovoce gli ultimi incantesimi.
Si passò una mano tra i corti capelli rossi e si alzò in piedi vedendo entrare nella stanza i suoi co-fondatori.
"Salazar. Corinna. Tosca.".
"salve, Godric." lo salutarono gli altri tre.
Salazar, che passava subito al sodo -in tutti i sensi!-, disse impaziente: "E' pronto?".
Godric, in tutta risposta, appoggiò un cappello nero sul tavolo di mogano, e lo spinse delicatamente verso i tre.
Tosca allungò timidamente un dito verso il cappello, seguita dallo sguardo sprezzante di Corinna.
Mormorò: "E' il tuo cappello?".
Godric annuì, guardando teneramente la ragazza che ne sfiorava la punta.
Il cappellò vibrò. Tosca ritrasse la mano, intimorita.
Corinna alzò gli occhi al cielo.
Nel cappello si aprì una fessura, che prima sarebbe sembrata solo una piega, e disse:
"Mio padrone, gentili signori.
Attendo impaziente le descrizioni dei vostri alunni per smistarli dopo la vostra morte.
Se vogliamo cominciare...".
Godric disse deciso: "Desidero che i miei studenti siano orgogliosi, coraggiosi e nobili.
Un pò di intelligenza non guasterebbe, direi. Devono essere fieri e forti nell'animo.".
Tosca stava per aprire la bocca, ma venne preceduta da Salazar, così tacque timidamente abbassando gli occhi.
"Voglio che i miei alunni possiedano un'ambizione senza limiti, voglio che siano forti in gruppo e che si sostengano
l'un l'altro con orgoglio e decisione. Abbiano loro la capacità di farsi benvolere.
Voglio anche che ci sia una rosa di studenti che abbia il desiderio di spingersi più in là di ogni altro nello studio delle arti magiche.".
Detto questo, si ritirò nell'ombra.
Tosca stava per aprire la bocca, ma venne fatta tacere da un gesto impaziente della donna di fianco a lei, che proclamò pensierosa:
"Esigo che i miei alunni abbiano capacità di sopportazione, intelligenza colta e apertura mentale fuori dal comune.
Voglio che credano nel mio insegnamento. Un ingegno smisurato per il mago è dono grato.
Che lo ricordino in ogni occasione.".
Socchiuse gli occhi, ritirandosi sulla sua sedia.
Tosca finalmente parlò, mentre le guancie le diventavano rosse per l'emozione:
"Desidero che i miei alunni siano gentili, amici fedeli e che la loro fiducia valga più di qualsiasi altro tesoro.
Vorrei che venissero selezionati i più buoni, leali e placidi animi che possano averla sul proprio capo...".
Tutti pensarono che avesse finito, ma, in un impeto di coraggio, Tosca aggiunse, mentre diventava ancora più rossa:
"Esigo che possiedano infinita pazienza, ma che, se troppo a lungo disturbati, non si facciano assolutamente mettere i piedi in testa!".
Stupì tutti con le sue ultime frettolose parole.
Tormentandosi una ciocca bionda, aggiunse: "Ho... Ho-ho finito.".
Il cappello annuì trepidante:"Siete assolutamente sicuri?".
Tutti annuirono, felici.
Corinna si riavviò il mantello blu scuro e disse: "Ora, Godric, riponete il cappello nella sua teca.
Andiamo a occuparci di quei Dissennatori!".
Tutti evocarono i propri patroni.
Seguiti da un leone, un tasso, un corvo e un guizzante serpente argentei, i quattro uscirono dalla stanza.
 
Salve a tutti, o miei prodi lettori!
Spero che la mia fic non abbia fatto troppo schifo! Alla prossima!