Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PinkBiatch    18/09/2013    7 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora, prima di tutto voglio scusarmi davvero tantissimo se ho pubblicato dopo addirittura una settimana, ma davvero sono stata super impegnata e avevo tantissime cose da fare! Inoltre l'ispirazione non mi è arrivata subito ma anzi, ho avuto paura di bloccarmi e non riuscire più ad andare avanti, ma fortunatamente ce l'ho fatta. Devo dirvi grazie, e sono quasi i ringraziamenti finali perché la fanfiction sta per, ahimé, finire, ed i prossimi due o tre capitoli verranno impiegati per raccontare le prove degli altri due e per far finire il tutto. Stavo pensando di scrivere la Dramione, ovvero l'anno di amore fra Draco ed Hermione, scrivendo alla fine un finale per loro (che non troverete in questa fanfiction) ma comunque arriverà tra un altro po', perché non voglio rischiare di fare come ho fatto questi ultimi tempi, ovvero scrivere un capitolo e pubblicarlo subito perché rischio di lasciare pause enormi tra un capitolo e l'altro in cui si rischia di dimenticarsi tutto. Quiiiindi, buona lettura e scusate in anticipo per il sadismo, mi sono resa conto che alla fine sembra una cosa che in realtà non è, quindi per non spoilerare niente.. è solo una cosa metaforica, sappiate quando leggerete le ultime righe, la cosa che succede a Scorpius non succede anche a Rose, era solo per sottolineare il loro legame. Scusate per questa nota lungherrima e.. buona lettura! 




18. Parte due.






Fu chiesto loro di riunirsi intorno ad Harry, che con sé aveva portato probabilmente il motivo del suo ritardo: un'ampolla dove, Rose sapeva, si trovavano tre biglietti. Uno con su scritto, con una calligrafia a lei sicuramente sconosciuta, “Coraggio”. Uno con su scritto, con la stessa calligrafia sconosciuta, “Astuzia”. Uno con su scritto, sempre con quella calligrafia che adesso avrebbe imparato a conoscere, “Amore”. Dentro quell'ampolla, c'era il suo immediato futuro.
Ciò che avrebbe pescato, l'avrebbe segnata per sempre.
“Adesso dovete estrarre un foglio, uno solo, dall'ampolla. Parte il più giovane.” Disse Harry serio, sorridendo però verso Rose che allungò svelta la sua mano verso l'ampolla e la agitò brevemente lì dentro, prima di tirare su un foglietto.
“Po- posso aprirlo?” Chiese, mentre la voce le moriva in gola dalla paura.
“No. Aspetta che abbiano pescato anche gli altri.” Disse allora sua madre, posizionandosi alle sue spalle e accarezzandola dolcemente.
Fu il torno di Nicolas, poi quello di Danica.
“Al tre..” Fece Harry.
Quando il tre arrivò il cuore si fece pesante nel cuore di Rose, come di piombo.

 

Coraggio.

 

 

Avrebbe dovuto lottare e dimostrare il suo coraggio. Aveva tanta, troppa paura, ma si disse fortunata perché comunque non le era toccato l'amore, perlomeno non per adesso, ed era quello che la spaventava di più.
Si chiese cosa avrebbe dovuto fare mentre scopriva che Nicolas aveva estratto l'amore, e di conseguenza Danica l'astuzia.
Avrebbe dovuto lottare contro draghi, streghe malvagie? Avrebbe rischiato la vita, salvato qualcuno? Certo non lo sapeva.
Si affiancò a Nicolas per augurargli buona fortuna, ma questo non la degnò di uno sguardo, profondamente assorto nei suoi pensieri, e lei fu richiamata indietro da sua madre con un tono stranamente ansioso che non le si addiceva.
Si voltò ed andò spedita verso di lei, e quando la raggiunse all'entrata della tenda, vide una chioma bionda e familiare ai suoi occhi e ad i suoi pensieri guardarla, ansiosa anche lei.
“Cosa ti è uscito?” Le chiese, guardandola per poco e poi abbassando velocemente lo sguardo per cercare di non far trapelare i suoi sentimenti di pura paura.
“Non può dirtelo. Non adesso.” Replicò Hermione, con un tono che non ammetteva alcuna protesta.
“Scusi.” Disse Scorpius, abbassando di nuovo lo sguardo, più di prima.
“No, no, tranquillo” Si affrettò a dirgli Hermione a mo' di scusa.
“Solo che sono regole, e non posso dirti nulla. Lo scoprirai quando sarai su e verrà annunciato, cosa che succederà presto, e se non ci sbrighiamo non ce la facciamo. Devi farlo tu, Rose. Ricordi l'incantesimo?”
“Sì.” Disse questa serissima, puntando la bacchetta verso la sua testa e cominciando a muovere le labbra senza pronunciare alcuna parola. Dopo qualche istante, senza smettere di pronunciare parole misteriose che le rimanevano in gola, avvicinò con un momento lento ma deciso la bacchetta verso la testa di Scorpius. Quando ebbe finito, abbassò la bacchetta e guardò Scorpius senza dire niente.
Sentì una voce, nella sua testa. La voce più bella di sempre.
Ma se penso che tu sia bellissima, tu senti che lo penso?
Rose lo guardò e sorrise.
No. Decidi tu cosa farmi sentire.
Sei bellissima.
“Funziona?” Chiese Hermione, una punta di ansia nella voce.
“Sì. Tranquilla.” Disse Rose seria, guardandola.
Buona fortuna, Rose Weasley.
Stai sempre con me.
Sempre.
I due si lanciarono un ultimo sguardo prima di separarsi, insieme, senza avere il minimo contatto, perlomeno non fisico.
Com'è la situazione, là fuori?
Ci sono tre labirinti. Hanno anche messo degli spalti altissimi qua.
Cosa c'è all'interno?
Pareti di erba, per adesso. Staremo a vedere.
Rose sentì la voce di suo zio echeggiare fuori dalla tenda e per un attimo il tempo sembrò ricominciare a scorrere, dopo quei minuti di calma placida che aveva passato ad attendere che succedesse qualsiasi cosa, senza avere più il coraggio di avvicinarsi a nessuno, visto che l'unica che sembrasse capirla in quel momento era Susan, ed era già uscita insieme al padre, a suo zio e a Fleur, forse pronta a sostenerlo nel giudizio che avrebbe dato, forse lontana, da qualche parte, sola, negli spalti.
Suo zio dette il buongiorno a tutti e non perse altro tempo, presentando velocemente i giudici (dei quale lui faceva parte), ma aspettando pazientemente che la folla si zittisse dopo che aveva pronunciato il nome di Viktor Krum. Subito dopo, annunciò che cosa avevano estratto i tre campioni.
Appena disse “Rose Weasley, Hogwarts. Coraggio.”, Rose sentì Scorpius rientrare nella sua testa per dirle che comunque, aveva avuto fortuna.
Ce la farai.”
Solo se sarai con me.
E' per questo che sono sicuro che ce la farai.
Rose sorrise, senza, però, che Scorpius la vedesse.
Quando suo zio ebbe finito di parlare, molti scrosci di applausi li accolsero mentre uscivano dalla tenda e si ritrovavano davanti i tre labirinti dove avrebbero giocato il loro imminente destino. Cosa sarebbe accaduto loro? Come sarebbe andata?
Rose sentì per la prima volta una preoccupazione dentro che non era per se stessa. Per la prima volta si ricordò di quanto non fosse l'unica a dover gareggiare, a giocarsi tutto dentro un labirinto che avrebbe scavato nei meandri della sua testa.
Si voltò verso Nicolas, che era alla sua destra, e si sporse per vedere Danica, un po' più in là. Entrambi guardavano avanti a sé, desiderosi solo di andarsene ma anche di partire, di fare ciò che dovevano fare e passare l'ora e mezzo più lunga della loro vita per poi uscirne, comunque sarebbe andata, acclamati.
“Nicolas!” Chiamò.
Lui non si voltò verso di lei, ma sembrò prendere un lungo respiro, far passare quell'aria preziosa in tutte le parti del suo corpo come fosse l'ultima volta che avrebbe respirato a pieni polmoni prima della verità.
Aprì la bocca, piano. Tastò l'aria, poi si voltò verso Danica, per prima. Successivamente guardò Rose, per un lungo istante, e poi il suo sguardo fu catturato da un punto più in alto, negli spalti, dove le persone adesso tenevano il fiato sospeso.
“Potrebbe succedere di tutto.” Disse piano, ma Rose lo sentì comunque.
“Lo so.” Rispose lei seria.
“Forse saprai in diretta cosa succederà. So dell'incantesimo che hai fatto con Scorpius.”
“Cosa pensi succeda?”
“Penso che tu non mi vorrai più parlare, a seconda di ciò che succederà la dentro.”
“Cosa vorresti dire?”
“La verità sta per venire a galla. E farà male. Ti voglio bene, Rose.”
“Cosa significa?”
Rose era confusa. Aveva paura, e una certa curiosità le stava mangiando lo stomaco. Voleva sapere, sapere cosa sarebbe successo, cosa temeva così tanto Nicolas, cosa lo spaventava.
Uno scoppio tuonò nell'aria gelida e silenziosa, e loro dovettero correre.
Non aveva detto nient'altro, Nicolas. Non gli aveva nemmeno detto che qualsiasi cosa sarebbe successa lei ci sarebbe stata. Sapeva quanto Nicolas tenesse a lei, molto più di quanto avrebbe dovuto, alla fine. Perché entrambi sapevano che lei non era la strada giusta che Rose avrebbe dovuto prendere.
Non aveva nemmeno augurato buona fortuna a Danica, e si chiese come dovesse sentirsi quella ragazza dai lineamenti duri, che era sempre la campionessa meno in luce. Era quella che veniva dalla Scuola dove si facevano favoritismi, conosciuta solo perché vi insegnava Viktor Krum, e soprattutto perché, anni prima, un mago di nome Grindelwald vi aveva portato la Magia Oscura, che ancora vi aleggiava dentro.
Si chiese come dovesse sentirsi, a vedere Rose e Nicolas molto spesso insieme, e ad essere sempre esclusa da quell'intimità, da quella complicità. Sapeva che se a lei o Nicolas fosse stato chiesto di scegliere un compagno si sarebbero scelti tra loro, se avessero potuto spifferare un indizio di una prova ad una persona soltanto, Nicolas l'avrebbe spifferato a lei e lei a lui. Sarebbe sempre rimasta fuori, lei. La terza, la sfavorita.
Forse era Rose, quella che aveva ricevuto più critiche. Tutti che non la credevano capace, l'articolo di giornale con parole taglienti, che non era certo stato l'ultimo della serie, visti gli altri che l'avevano seguito, le critiche per la sua relazione con Scorpius, i pettegolezzi che credevano che Scorpius c'entrasse qualcosa, anche nel Torneo..
Ma Rose era anche benvoluta da molte altre persone.
Continuava ad avere più di metà della sua scuola che la adorava, che la sosteneva. Aveva Scorpius, al suo fianco. L'approvazione di sua madre, di suo zio, e più avanti avrebbe avuto quella di suo padre, che già stava leggermente uscendo e facendo capolino dalla sua testardaggine.
Il suo nome era sempre sulla bocca di tutti, ma non si poteva dire così di Danica.
Era sempre stata quella più introversa dei tre, quella più incline a mascherare i suoi sentimenti, che fossero paura, gioia, sconforto, curiosità, impazienza.. Sapevano tutti ben poco di lei, se non che era molto intelligente ed astuta, ed avrebbe saputo affrontare tutto con un gran coraggio. Ma il coraggio non si può fare tutto da solo, e talvolta si ha bisogno anche dell'approvazione degli altri, che, talvolta, tarda ad arrivare.
Non aveva nessuno, lì. Qualche amico della sua scuola, sì, ma si vedeva che aveva lasciato a Durmstrang tutto. Non aveva baciato Scorpius, o fatto qualcosa che potessero lasciar trapelare un certo sentimento nei suoi confronti quando ancora il suo cuore non sembrava dimostrare una certa affezione per Rose. Non si era lasciata sfuggire un qualche gesto, qualcosa, che lasciasse trapelare un certo affetto per nessun altro.
Niente.
Si chiese cosa avesse lasciato, lassù, nel nord-est d'Europa, nel clima gelido, nelle giornate piovose.. Quante esperienze avevano preceduto quel giorno tanto da portarla lì, dal renderla uno dei tre Campioni Tremaghi?
Di colpo Rose si rese conto di quanto poco sapesse di quella ragazza con la quale avrebbe condiviso tre delle prove più ardue della sua intera vita. Quante cose avrebbe scoperto, durante quella prova, o successivamente, quando le sarebbe stata raccontata?
Si chiese, poi, quante cose gli altri avrebbero scoperto di lei.
Adesso, si disse, era il momento di scoprire quanto a fondo sarebbe andato il labirinto e l'incantesimo che vi era stato gettato nella sua testa e nei suoi ricordi.
Quando entrò, sentì subito dei rumori alle sue spalle e ne fu subito spaventatissima, ma quando si voltò si accorse soltanto che la parete di foglie si era richiusa alle sue spalle e sembrava molto più solida di quanto sarebbe stata una normale siepe.
Sono dentro.” Disse a Scorpius.
Lui non rispondeva. Niente.
Sapeva che era lì, ma non lo sentiva dire niente, nemmeno un “buona fortuna” appena sussurrato, un respiro, qualcosa. Niente.
Come se non gli importasse che lei lo sentisse, come se non gli importasse rassicurarla e farle sapere che c'era.
Esci subito.” Disse, quando lei aveva cominciato a farsi prendere dal panico, ferma, senza riuscire a fare niente, dietro a quella parete di foglie che non l'avrebbe fatta passare.
Cosa?
Chiudi! Chiudi il collegamento!” Gridò Scorpius nella sua testa.
Era angosciato, ansioso. Sentiva la preoccupazione crescere nella sua voce e sentiva che stava cercando di nascondere tutto, di nascondere ciò che stava succedendo. Perché, Rose si disse, stava davvero succedendo qualcosa, ed era qualcosa di spiacevole.
Tese le orecchie per sentire un rumore, qualsiasi cosa, per capire se il labirinto avesse già cominciato a sentirla e a sentire ciò che pensava, ciò che provava. Tese le orecchie per sentire se la guerra stesse cominciando a scoppiare lì, tra quella pareti di foglie e paura, se la guerra cominciasse a farle del male.
Niente. Non sentì niente che non fossero i propri passi, timidi ed incerti, che avanzavano alla volta del centro del labirinto.
Era sempre più lontana dalla porta, da quella tenda.
Si chiese dove fosse tutto il caos che aveva sentito un attimo prima di varcare la soglia del labirinto, si chiese dove fosse tutta l'acclamazione, le urla del pubblico che avvertiva lei o gli altri campioni che stava succedendo qualcosa, che una bestia feroce si stava muovendo alle loro spalle.
Alzò la testa e li vide, vide tutti, su quegli spalti sospesi in aria. Non riuscì a riconoscere alcun volto, ma da qualche parte, molto lontano, le sembrò di vedere la testa di Sugar, le sembrò di sentire gli occhi dell'amica puntati addosso a lei, e si chiese quanto altro tempo avrebbe dovuto aspettare prima di abbracciarla e sentirsi rassicurata dalle sue braccia strette intorno al suo corpo, e dalle sue mani calde e morbide che l'accarezzavano.
Qualcosa la riscosse dai suoi pensieri.
Passi.
Rose avanzò, guardandosi intorno, spaventata.
Continuava a sentirli, ogni tanto erano dietro, davanti, a destra, a sinistra. Si spostavano come se ci fosse una persona che la seguisse e che si Smaterializzasse per non farsi trovare.
Camminò, sempre guardandosi intorno, fino a non ricordarsi più da dove era partita, fino a non riuscire ad orientarsi più. Non era successo niente.
Niente che non fosse Scorpius e il suo urlo angoscioso nella sua testa, niente che non fossero quei passi misteriosi che sparivano e riapparivano, e che spaventavano sempre di più Rose. Sapeva che tra non molto sarebbe successo qualcosa, doveva essere così..
I passi smisero di echeggiare tra le pareti di erba che la separavano dal mondo esterno, che la separavano da ogni cosa. Cosa stava succedendo?
Si guardò di nuovo intorno, stavolta scrutando attentamente foglia per foglia. Niente. Quella strana pianta, che forse aveva studiato ad Erbologia, ma che adesso non riconosceva, si intrecciava intorno a lei, ma sempre a debita distanza, senza catturarla, tirarla a sé. Era un motivo estremamente irregolare, innaturale. Guardandola, Rose provò di nuovo un grande senso di ansietà dentro di sé.
Era persa.
Scorpius!” Ansimò. “Scorpius, dove sei? Rispondimi, ti prego!
Rose! Non.. Non farlo! Non aprirti!
Devo farlo, Scorpius! Non ci riesco! Sono persa!”
La risposta di Scorpius arrivò, ma non risuonò nella sua testa come aveva fatto fino a quel momento.
“Sei persa, dici?” C'era qualcosa di estremamente sbagliato. Era un tono arrogante, beffardo, asciutto. Non trasudava amore come ogni parola che le aveva sussurrato od urlato negli ultimi tempi. Erano parole di scherno, come a volerla offenedere.
“Scorpius!” Gridò Rose, guardandosi intorno e cominciando ad ansimare. Nemmeno quella voce riusciva a calmarla, anzi, la spaventava.
“Avrebbero dovuto scegliere me!” Gridò, alle sue spalle.
Rose si voltò talmente di scatto che sentì il suo collo scricchiolare come un vecchio mobile e per un lungo istante vide solo buio. Quando l'immagine che aveva davanti a sé si fece nitida, tuttavia, non vide altro se non un'altra di quelle pareti di erba intrecciata in modo troppo regolare.
“Dove sei?”
“Sono qui. Nella tua testa.”
Era di nuovo alle sue spalle.
“No! Non ci sei!”
“E invece sì, Rosie. Sono qui. Proprio qui.”
Stavolta, parlò dalla sua spalla. Come se la stesse cingendo da dietro, come ogni volta, quando la coglieva di sorpresa, come ogni volta in cui lei si girava e lui le dava un bacio sulla fronte. Rose si voltò per vederlo, per vedere il fiato che aveva sentito sul collo uscire dalle sue labbra carnose, ma non vide niente. Niente che non fosse la stessa immagine che le si parava davanti ogni volta che si voltava.
“Scorpius! Non giocare con me!”
“Non sto giocando.” Era alla sua sinistra. “Sono reale. Palpabile.” Era alla sua destra.
Rose credette d'impazzire.
La freddezza di Scorpius le martellava in testa, era persa, persa anche con lui, che di colpo non era più lui.
“Scorpius!” Gridò, incapace di dire altro, di formulare altro pensiero che non fosse lui.
“Rose.” C'era qualcosa di estremamente caldo adesso, qualcosa di dolce, come rientrare in casa dopo una bufera di neve, e sentire il calore del camino e l'odore di tua madre che ti ha preparato la cioccolata calda.
“Sei tu?” Chiese lei, incerta, muovendo un altro passo verso il posto da dove aveva sentito venire la voce di nuovo calda di Scorpius.
“Sì, sono io.”
Era lì, davanti a lei. Vestito come l'aveva visto quella mattina, con quel maglione rosso, rosso di Grifondoro, per farle vedere che c'era, che l'amava. Per farla sentire a casa.
“Cos'era successo?”
“Stavano controllando la mia testa!” E senza pensarci due volte lei si tuffò tra le sue braccia, ed affondò i suoi morbidi capelli, resi un po' appiccicosi dal sudore, in quel maglione caldo, che copriva il cuore che adesso, lo sapeva, stava di nuovo battendo per lei.
“Chi?”
“Non lo so!”
“Come hai fatto ad arrivare qui?”
“Io.. mi ci sono ritrovato. Non so come ho fatto a farlo!”
“Cioè?”
“Un attimo prima ero sugli spalti, e un attimo dopo mi trovavo qui! Non riuscivo a controllare il mio corpo.. perlomeno non fino ad adesso.”
“Cos'è cambiato?”
“Niente, solo che riesco a controllare le mie azioni.”
“Sei sicuro di poterci stare?”
“Non lo so, ma in ogni caso non sono venuto di mia spontanea volontà.”
“Hai visto come se la cavano gli altri?”
Rose sentì le braccia di Scorpius irrigidirsi intorno alla sua vita.
Alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi dentro quelli di ghiaccio di Scorpius, screziati da una nota umana di amore, e da un'altra di paura di ciò che avrebbe dovuto confessare alla propria ragazza.
“Cos'è successo?” Chiese lei, preoccupatissima, accorgendosi che qualcosa non andava.
“Io.. te lo dirò dopo, non è il momento adesso. Proviamo ad andare avanti e vedere cosa succede, okay?”
“Io voglio saperlo!”
“No!”
“Scorpius!”
Rose si staccò bruscamente da Scorpius come se scottasse, e fosse impossibile per lei toccarlo, stargli vicino.
“Che sta succedendo?” Gli chiese, guardandolo, incredula, massaggiandosi i punti in cui la sua pelle era a contatto con quella di Scorpius, dove adesso le bruciava.
“Se n'è andato.”
La voce fredda era tornata.
Un senso di gelo si fece spazio dal cuore di Rose fino a percorrere tutte le vene ed immobilizzarla. Non riusciva più a muoversi, e dove prima c'era il fuoco, dove prima il contatto di Scorpius l'aveva bruciata, adesso sentiva solo freddo, freddo dentro.
Si chiese quanto tempo ci avrebbe messo, prima di congelare e morire.
“Chi se n'è andato?” Chiese, guardando di nuovo preoccupata il ragazzo che le stava davanti, e che aveva smesso di riconoscere, dopo aver visto la nuova luce di pura follia che gli brillava negli occhi.
“Scorpius. Adesso siamo solo tu ed io.”
La figura che un tempo aveva significato solo amore per Rose, stava assumendo una nuova definizione: paura.
Il gelo continuava a tenere bloccata Rose, ma lei non si dette per vinta, e tentò di muoversi per raggiungere la bacchetta che aveva stupidamente riposto nella tasca della divisa.
“Non importa che tu prenda la bacchetta, sciocca ragazzina.” Le disse la voce, scrutandola con gli occhi gelidi e folli che un tempo lei aveva amato, e ridendo di lei e dei suoi sforzi che l'avevano portata a raggiungere con la mano destra la bacchetta. “Congelerai anche quella, toccandola. E non funzionerà più.”
Di colpo Rose sentì la flebile speranza che aveva brillato dentro di lei, vedendo la bacchetta solo qualche millimetro sotto alla sua mano, spegnersi miseramente.
Se fosse stato vero?
Avrebbe perso, perso comunque.
Una voce lontana le diceva di non lottare, di non darsi per vinta, di provarci. Era sua madre.
“Sei sempre stata una bambina speciale, io l'ho sempre saputo. Hai preso le migliori parti da tutto il sangue che ti scorre nelle vene. Hai la mia intelligenza, la bontà di tuo padre. Farai grandi cose, se ti ricorderai sempre chi sei. Sei tu, Rose Weasley. La più tosta Grifondoro di sempre. Il coraggio scorre nelle tue vene molto più di tutto il resto. E' questo il tuo elemento, il coraggio. E devi saper lottare con esso, devi saper sfruttare questa tua capacità, devi dimostrare al mondo quanto il coraggio splenda dentro di te e quanto tu non ti dia per vinta, mai. Sei tu, Rose Weasley. Sei sempre e solo tu, e tutti si aspettano grandi cose da te. Tutti si fidano di te. Portaci onore, come hai sempre fatto.”
Ce l'avrebbe fatta.
Impugnò di colpo la bacchetta e non pensò più a Scorpius, non pensò più che quello era il suo corpo, che gli avrebbe fatto male. In quel momento il desiderio di fuggire e di rendere sua madre fiera di lei pulsava molto più forte di tutto il resto nelle sue vene, e ben presto il calore dell'amore verso la donna che le aveva dato la vita era riuscito a sciogliere quel gelo che l'aveva bloccata.
Stupeficium!
La figura che le dava le spalle da un po', si voltò un millesimo di secondo prima di essere colpita dalla sua stessa ingenuità, guardando Rose negli occhi prima di cadere a terra, svenuta.
Rose cadde in ginocchio, esausta, sconfitta, rendendosi conto solo in quel momento di ciò che aveva fatto.
Era stato un incantesimo potente, troppo, troppo potente. Scorpius era debole, la sua anima era debole, dividendo il posto con un'altra mente malvagia. Il suo corpo era stato danneggiato e chissà quanto lo era stato lo Scorpius che vi risiedeva dentro.
Posò una mano sul volto pallido e provato su cui aveva posato le labbra molte volte prima di allora, e lo accarezzò. Accarezzò la pallidezza, accarezzò la freddezza, il sudore che vi si era posato sopra, che conferiva a quel volto di porcellana un aspetto umano. Accarezzò ogni volta in cui Scorpius l'aveva ferita, con le sue stesse parole, molto più consciamente di quanto Rose avrebbe mai voluto credere. Accarezzò ogni sconfitta che le avevano dato, prima di allora, quei grandi occhi grigi, adesso chiusi in un sogno tormentato, con quelle palpebre pesanti gettate sopra a forza da una cosa del tutta innaturale quale una Magia rivelatasi non voluta troppo tardi per essere cancellata.
Accarezzò, poi, quel debole tentativo di amarsi quando ancora non erano abbastanza forti per farlo. Accarezzò ogni momento prima degli ultimi passati insieme, ogni sguardo rubato, ogni piccola offesa, ogni parola tagliente. Accarezzò anche le parole dolci, quelle pensate e mai dette. Accarezzò quegli sguardi rubati tra un'offesa e l'altra, quando per un attimo quegli occhi grigi sembravano tornare indietro, per poi dimostrare che se erano tornati indietro, l'avevano fatto solo per prendere la rincorsa e sferrare un nuovo attacco. Accarezzò la cecità di quegli occhi chiari, di quel cuore che batteva irregolarmente sotto la pelle diafana coperta da quel maglione che stonava completamente, di quel rosso vivo com'era, su quel pallore che sapeva di morte. Accarezzò ogni pensiero, ogni volta che gli era apparso in sogno prima che lei capisse di volerlo, di avere bisogno di lui. Accarezzò la vita che le aveva dato, accarezzò ogni momento in cui aveva creduto di non farcela, in cui si era data per vinta. Accarezzò, poi, per ultimo, quel bacio dato nel parco, forse più vicino di quanto credesse, -ma solo per quanto riguardava lo spazio, tant'era distante anni luce quel momento di gioia in confronto ad adesso- al punto in cui adesso Scorpius giaceva immobile tra le sue braccia. Accarezzò ogni parola che avrebbe voluto dirgli, e che adesso sembrava troppo tardi per poterlo fare.
“Scorpius” sussurrò vicino al suo volto, versandovi una lacrima sola. Questa atterrò proprio su un suo occhio chiuso, e vi scese piano, quasi fosse Scorpius a piangere le lacrime di Rose.
Sentì il cuore di Scorpius battere molto velocemente sotto la sua mano posatavi sopra, come se dentro la sua testa stesse lottando contro il demone che aveva occupato fino a quel momento il suo corpo, e che probabilmente stava continuando ad occuparlo, abusandone per torturare Rose.
Proruppe in singhiozzi quando sentì il cuore di Scorpius calmarsi, anzi, fermarsi in modo estremamente innaturale. Quasi, pensò, rabbrividendo, come se fosse appena morto in un duello mentale contro una creatura molto più forte e più malvagia di lui.

 

Fuori dai tre labirinti, Harry Potter parlottò a bassa voce con Viktor Krum e Fleur Delacour, decretando la fine della gara. Quando si voltò verso Hermione Granger, poco più in là, che non sarebbe riuscita ancora per molto a trattenere le lacrime di angoscia che stavano aspettando di abbracciare la figlia sana e salva per sgorgare, la vide sospirare di sollievo.
E' finita?” Chiese, puntando su di lui i suoi grandi occhi da cerbiatto e scrutandolo ansiosamente.
Sì.” Disse lui, cingendole la vita con la mano.
Harry, Viktor e Fleur, sebbene quest'ultima non amasse viaggiare sulla scopa, salirono a cavalcioni ciascuno di una e volarono verso i tre labirinti. Fleur volò da Nicolas, Viktor da Danica, e Harry da sua nipote Rose, ansioso di parlarle e dirle che andava tutto bene.
Hermione rimase lì, inerme, sul prato, desiderosa di andare anche lei ad abbracciare la figlia e dirle che era tutto finito.
Ben presto vide sia Fleur sia Viktor tornare indietro coi campioni delle proprie scuole, ma non vedeva Harry tornare. Una grande ansia stava crescendo dentro di lei, e niente, si disse, avrebbe potuto placarla.
Si voltò ansiosamente, sentendo i passi di qualcuno che le si avvicinava, scoprendo che era proprio Draco Malfoy in persona che era andato a cercarla.
Perché Potter non torna?” Le chiese, tradendo una certa ansia.
Non lo so.” Rispose lei, non guardandolo in faccia ma abbassando lo sguardo, quasi facendogli intendere che lui non avrebbe mai potuto capire o compiangere il suo stato d'ansia. Lui sembrò alterarsi, e sbottò:
Ti ricorderei che anche mio figlio è là dentro!”
Ha acconsentito lui a farlo!”
Ma ciò non toglie che è stato posseduto dall'anima del labirinto, e questo non era previsto!”
Hermione aprì la bocca per ribattere ma non seppe che dire. Era vero, anche Scorpius aveva corso un grande pericolo, e a quanto pare stava continuando a correrlo. Desiderava solo vedere Harry tornare.
Scusa.” Disse, poco dopo, sempre tenendo lo sguardo basso, quasi per voler dire qualcosa, ammazzando il tempo che si scandiva dentro il suo petto. Il tempo in cui due delle persone più care a lei potevano anche rischiare la vita per uno stupido Torneo, il tempo anche in cui un ragazzo a cui sia sua figlia sia il vero amore della sua vita stava rischiando la pelle, senza entrarci niente.
Vide Harry tornare, ma c'era qualcosa di sbagliato, Qualcosa sembrava colare dalla scopa, come se Harry fosse bagnato e stesse gocciolando acqua, o come se Harry fosse ferito e stesse perdendo copiosamente sangue.
Un nuovo macigno gravò sul suo petto.
Né Rose né Scorpius erano con lui.
Atterrò sul prato ansimando e cadendo a terra, esausto, rivelando che ciò che gocciolava era davvero sangue, e non acqua, come Hermione aveva ingenuamente pensato in un primo momento.
Cos'è successo?” Chiese, avvicinandosi a lui.
Sta perdendo troppo sangue!” Strillò allora agitatissima Fleur, e davvero Hermione si rese conto che non sarebbe riuscito a dire niente prima che avesse smesso di perdere sangue.
Accio..” cominciò, ma le parole sembrarono morirle in gola. Troppe cose stavano esplodendo dentro di lei.
Accio dittamo!” Gridò allora Draco Malfoy, sapendo che Hermione avrebbe voluto dire quello, se solo avesse trovato la forza di farlo.
Una boccetta volò velocemente e planò su di loro, e Draco si mise a versare l'Essenza di Dittamo con estrema premura sulle ferite di Harry, quasi come fosse suo figlio. Le sue mani, però, non potevano far a meno di tremare.
Suo figlio non era lì sotto a perdere sangue. Era ancora nel labirinto a rischiare la vita.
Harry si riprese quasi subito, e si alzò, senza perdere tempo.
Cos'è successo?” Chiese di nuovo Hermione, più ansiosa di prima, al fianco di Draco, ansioso quanto lei.
Il labirinto non li lascia andare.”
Che cosa?!” Chiesero in coro Hermione e Draco, strillando.
No. Dice che la prova di Rose non è finita.”
Cosa facciamo adesso?”
Andiamo noi, Potter.” Disse freddo Draco, raccogliendo da terra la scopa di Harry e montandovi a cavalcioni. “I nostri figli non possono più stare lì.”
No!” Gridarono in coro Harry, Fleur e Viktor.
Perché no?” Chiese allora Hermione, avvicinandosi a Draco e raccogliendo la scopa di Fleur.
Il labirinto vi ucciderà. Se voi non doveste.. non doveste farcela a sfuggirgli.. E' molto più potente di quanto pensassimo. E il collegamento tra la mente di Scorpius e quella di Rose deve averlo stuzzicato a tal punto che adesso vuole finire la sua prova, vuole portare Rose allo stremo.”
Cosa pensi che voglia che faccia?” Chiese allora Hermione, tremando.
Vuole che uccida Scorpius.”
Un lungo istante di silenzio seguì le gravi parole di Harry. Nessuno aveva il coraggio di dire niente, ed anche Draco era lì, a boccheggiare, aprendo e chiudendo la bocca come un pesce senza dire nient'altro. Era proprio un pesce, un pesce fuor d'acqua. Se non avesse rivisto il suo bambino, suo figlio, sano e salvo, di lì a pochi minuti, sarebbe morto per mancanza di acqua.
Non possiamo permetterlo!” Disse allora Hermione. Immaginava quanto Scorpius fosse importante, importante per Draco, per Rose. Non potevano sprecare una giovane vita, non potevano lasciare che il ragazzo morisse per il volere di un labirinto creato da loro.
Draco si voltò verso di lei con un estremo senso di gratitudine, per aver detto ciò che lui non aveva avuto la forza di dire, come lui aveva fatto poco prima con l'Incantesimo di Appello.
Ci dev'essere un modo.” Esclamò allora, la voce che continuava a tremare, lo sguardo fisso verso il labirinto ed il cuore che scandiva il tempo che rimaneva a Scorpius di vivere dentro al suo petto, senza che lui potesse fermarlo, potesse congelare la sorte di Scorpius e farlo vivere per sempre, anche a costo di morire per lui.
Ha ragione. Noi abbiamo creato quel labirinto, e noi sapremmo distruggerlo. O perlomeno raggirarlo.” Esclamò allora Hermione, rinvigorendosi per qualche strana ragione, forse per Draco al suo fianco, di nuovo, a spalleggiarla come ai vecchi tempi.
Cos'è successo esattamente a mio figlio?” Chiese allora Draco, scrutando Harry con occhi attenti ed ancora agitatissimi.
Parlando con Rose, in qualche modo è entrato nella sua testa, e il labirinto è andato da lui e l'ha.. preso. Ho parlato per qualche secondo con Rose, prima che il labirinto cominciasse a tentare di uccidermi. C'era.. c'era Scorpius, tra le sue braccia. Era inerme, e lei continuava a.. continuava a ripetere che non respirava.”
Draco lo guardò e impallidì, vacillando sulle sue stesse gambe.
Ma se fosse morto il labirinto li avrebbe lasciati andare!” Disse Hermione, voltandosi verso Draco tentando di rassicurarlo.
Sì, appunto. E' questo quello che non capisco. Rose mi ha detto che Scorpius le ha detto che ha sentito qualcosa entrare nella sua testa, e quando si è svegliato era lì.. nel labirinto. All'inizio non riusciva a controllare il proprio corpo e sentiva che l'altra.. cosa, che stava nella sua testa, lo stava controllando. Dopo però la.. cosa, l'ha lasciato fare, e lui le ha parlato e l'ha abbracciata. Però, mentre si abbracciavano, Rose è stata scottata dal contatto con la pelle di Scorpius, e quando si è allontanata ha sentito lentamente il sangue gelarsi nelle proprie vene.. non riusciva più a muoversi, ma è riuscita piano piano ad estrarre la bacchetta e Schiantare Scorpius.”
E adesso?”
Adesso la situazione è questa, anche se non so cosa stia succedendo.”
Dobbiamo andare a vedere.” Dissero in coro Draco ed Hermione, troppo in ansia dalle parole di Harry.
Staremo a debita distanza.” Promise Hermione.
E se vedremo che il labirinto si accorge di noi, voleremo via.” Continuò Draco.
Nessuno riuscì a trovare un'obiezione valida per non farli andare, così dovettero lasciarli fare, e ben presto Draco ed Hermione partirono alla volta del labirinto in cui i loro figli erano prigionieri.
Quando arrivarono lì sopra, sembrò che niente fosse cambiato. Scorpius giaceva ancora inerme nelle braccia di Rose che, si vedeva anche da così lontano, stava singhiozzando sopra di lui, e sembrava parlare a qualcuno, o forse solo pregare per il ragazzo.
Draco ed Hermione si guardarono, come per consolarsi, ma distolsero velocemente lo sguardo, perché incapaci di dire alcunché di positivo.
Dopo qualche minuto di calma piatta, Rose sembrò tendere il collo e guardarsi intorno, come se avesse sentito qualcosa aggirarsi intorno a lei e Scorpius, indifesi entrambi. Fu in quel momento, quando Hermione e Draco stavano per avvicinarsi cautamente, che Hermione sentì qualcosa trascinarla giù molto bruscamente, verso l'interno del labirinto.

 

Rose sentì una voce, dopo minuti, forse ore interminabili che erano passate dall'arrivo di Harry che veniva a prenderla, e che poi se ne andava, gravemente ferito e senza di lei, lasciandola col labirinto infuriato più che mai.
Le aveva gettato cattiverie addosso, ma lei non le aveva sentite, troppo impegnata ad ascoltare il silenzio funereo che proveniva dal battito inesistente nel petto di Scorpius.
Egli giaceva immobile e silenzioso tra le sue braccia, quasi come Grattastinchi quando le si accoccolava in grembo e dormiva, ma mentre Rose sapeva che lui si sarebbe svegliato, non sapeva se Scorpius avrebbe mai riaperto gli occhi.
Era la voce di Scorpius, e suonava lontana, distante, quasi fosse metri e metri sopra di lei.
“Rose.. sono io. Sono ancora vivo.” Diceva, ma lei non riusciva a crederci, il battito ancora inesistente che rimbombava nel sui petto.
Però poi l'aveva sentito.
Prima di quel tum che diceva che la vita ricominciava, di nuovo, ricominciava per lei, che aveva ancora Scorpius al suo fianco, sentì il fiato di Scorpius solleticarle il collo, come quando si abbracciavano, quelli che sembravano anni prima.
Poi il cuore aveva cominciato a battere, e Scorpius aveva ripreso un po' di colorito.
“Credevi di mettermi KO con uno Schiantesimo?” Sorrise, guardandola.
“Cos'è successo?” Chiese lei, aiutandolo a tirarsi su a sedere e poi affondando di nuovo la testa nel suo maglione, desiderosa di catturare ogni battito del cuore che gli rimbombava dentro.
“Ero come in coma, io.. non so spiegartelo. Ma adesso usciamo di qui. Dobbiamo trovare un'uscita, so che c'è, da qualche parte. Deve esserci un'uscita!” Disse, alzandosi in piedi e prendendola per mano, cominciando a correre attraverso quegli stretti corridoi di erba come se conoscesse la strada.
Tutto ciò parve molto strano a Rose, si era appena risvegliato e già correva.. Ma voleva fidarsi di lui, e preferì non fidarsi di se stessa e il sospetto che cominciava a maturarle dentro.
Arrivarono in un vicolo, ma Scorpius non si fermò per tornare indietro e tentare un'altra strada. Si appoggiò beffardo al muro e cominciò a guardarla, mentre di nuovo quella luce folle tornava in possesso del dolce grigio dei suoi occhi.
“Sciocca, sciocca ragazzina.” Sputò per terra. “Ti sei fidata della persona sbagliata. Io sono più forte di te, più forte del tuo stupido ragazzo, e lui morirà. Morirà per causa tua, e tu non potrai farci niente.”
“No! Io non lo ucciderò!” Gridò allora Rose, con tutta la forza che aveva.
“Sì. Tu lo farai.”
“Cosa te lo fa credere?” Chiese la ragazza con aria di sfida, guardandolo e sentendo dentro di sé che sarebbe stata pronta a morire prima di uccidere Scorpius.
Quando, però, Scorpius, o meglio colui che era in possesso del suo corpo, agitò la bacchetta in aria, facendo planare il corpo inerme di sua madre verso di loro, Rose si pentì di averglielo chiesto.
“Lasciala andare!” Gridò.
“No!”
“Lasciala andare!”
Sfoderò la bacchetta e provò ogni incantesimo che conosceva, ma nessuno sembrava scalfire la barriera invisibile che c'era tra lei e sua madre, niente sembrava liberarla.
Scorpius agitò di nuovo la bacchetta, e sua madre di colpo si svegliò.
“Rose..” Disse, a bassa voce, con lo stesso tono che aveva quando si svegliava tardi la domenica mattina dopo aver passato il sabato sera fino a tardi a casa di suo zio Harry.
“Mamma..” Mugolò lei, guardandola e sentendo le lacrime premere dentro i suoi occhi.
“Aiutami..” Mormorò di nuovo la madre, guardandola implorante e tentando di liberarsi da quelle catene che la tenevano sospesa a mezz'aria e irraggiungibile.
“Se vuoi aiutarla,” Cominciò allora Scorpius, guardandola con aria di sfida, “Dovrai uccidere il tuo ragazzo.”
“Anche tu morirai!”
“No, io abbandonerò il corpo prima che tu lo faccia, così sarò spirito e ti controllerò.. potrò di nuovo entrare nella tua testa.. e controllare.. tutto.”
“Non posso ucciderlo!”
“Allora vedrai tua madre morire!”
“Come puoi chiedermi di scegliere tra la morte di mia madre e quella di Scorpius?! Prendi me! Uccidi me! So che è questo che vuoi, so che vuoi vedermi morire!”
“No, sciocca ragazza. Voglio vederti uccidere.”
“Non lo farò mai!”
“Allora moriranno entrambi, e per causa mia!”
“Non puoi farlo!”
“Decidi!”
Rose raccolse le ultime forze che aveva ed impugnò la bacchetta, le mani sporche di fango e ancora appiccicate dal suo sudore e quello di Scorpius, ancora impregnate del suo sudore, che tremavano intorno all'impugnatura.
“Devi usare l'Avada Kedavra.” Disse allora il demone, uscendo dal corpo di Malfoy e dissolvendosi nell'aria.
“Non ci riesco..” Balbettò Rose, singhiozzando.
“Sei solo una codarda.”
“Nessuno mi ha detto che avrei dovuto farlo!” Mugolò allora lei, guardando sua madre.
Questa non disse niente, le fece solo un cenno, spronandola a farlo.
Come poteva sua madre incitarla ad uccidere Scorpius?
Vide la pelle diafana di Scorpius prendere un po' di colorito e guardarla negli occhi.
“C'è qualcos'altro che vuoi dirmi prima che.. prima che io me ne vada?”
“Ti amo, Scorpius. E non riuscirò.. io.. io non.. non posso farlo, Scorpius. Non posso.”
“Porta a termine la tua missione, Rose. E' l'unica cosa che conta. Si è rivelato fatale per me, ma era solo destino. Sarebbe successo comunque, in un modo o nell'altro. Morirei comunque, se tu non lo facessi. E moriresti anche tu, e tua madre. E' giusto così, Rose. Fallo.”
“Non posso..”
“Dì a mio padre che gli voglio bene.”
I secondi si scandirono inesorabili nella calma piatta e nel silenzio più assoluto. Rose guardava Scorpius, incapace di fare alcunché. Una voce, la voce di sua madre le giunse vicino, sebbene stesse solo sussurrando.
“Fallo.”
“Avada Kedavra!”
E Rose sentì il suo cuore smettere di battere, all'unisono di quello di Scorpius, che, come lei, non era più.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PinkBiatch